Artigianato Valdostano - Materiali e tecniche di lavorazione

Un popolo di artigiani...traghettatori di antiche tradizioni e di innovazioni artistiche!                L'espressione quotidiana di una storia millenaria.

Nata come attività complementare nella pausa dei lavori agricoli, la scultura si è gradualmente evoluta e perfezionata. Tra le opere più significative: santoni, ritratti di personaggi e scene di vita familiare, maschere, fauna valdostana.

L'intaglio del legno o della pietra ollare è nato invece come esigenza di abbellimento di oggetti di uso comune. Le prime decorazioni consistevano sopratutto in disegni geometrici, rosoni, stelle, cerchi al compasso, ruote solari sovente aventi valore simbolico.

Le origini dell'artigianato del ferro battuto sono direttamente legate allo sfruttamento delle miniere e delle foreste di Cogne, che fornivano la magnetite ed il carbone di legna necessari al funzionamento delle forge. La lavorazione era rivolta in prevalenza alla realizzazione di oggetti d'uso quotidiano (recipienti, chiavi, serrature, attrezzi agricoli, ecc.), anche se raggiungeva non di rado livelli artistici di tutto rilievo (ad esempio la fontana del melograno del castello di Issogne).


Materia prima caratteristica è la pietra ollare, una roccia omogenea e compatta di colore verde, nota agli abitanti delle Alpi sin dal periodo neolitico per la caratteristica di poter essere facilmente lavorata. Presente nella Valtournenche, nella Valle d'Ayas e nella Valle di Champorcher, ha rivestito per secoli una certa importanza per la fabbricazione di oggetti e recipienti vari con l'uso di torni azionati a pedale. Nella Valtournenche poi, gli artigiani si erano specializzati nella realizzazione di stufe, per i soggiorni delle famiglie borghesi. Oggi la pietra, intagliata o scolpita, viene utilizzata per la creazione di sculture, piatti, ciotole, scatole e ancora per le stufe.


La lavorazione delcuoio si sviluppò in Valle d'Aosta in epoca romana. Gli oggetti antichi rimasti sono scarsi (bisacce, otri, borracce, zoccoli). Oggi

vengono prodotti zainetti, borse, portafogli, scarpe, cinture e articoli di vestiario. Si producono ancora i collari per il bestiame, i finimenti per il cavallo, i "socques" (zoccoli con suola in legno e tomaia in cuoio) ed altri articoli per il folklore.

 


Molto fiorente, in quasi tutta la Valle d'Aosta, è la produzione di "vannerie" (intrecci di salice o vitalba). Nelle alte valli, mancando il salice, viene utilizzato il legno, tagliato a listarelle a sezione quadrata o rettangolare.


La lavorazione del pizzo al tombolo, ormai parte integrante della tradizione di Cogne, sarebbe stata importata nel XVI secolo da alcune monache benedettine, fuggite dal Monastero di Cluny e stabilitesi in alcune località della Valle d'Aosta. La tecnica del pizzo è quindi d'importazione ma i vari disegni sono sicuramente di origine locale, legati all'ambiente ed alla fauna, senza uno schema preciso, frutto della fantasia e tramandati di madre in figlia. La larghezza del pizzo varia in rapporto al numero dei fuselli impiegati: più sono numerosi, più il pizzo è largo e pregiato. Il filo usato è il lino, di colore naturale, talvolta candeggiato per renderlo più bianco.


La tessitura del "drap", tessuto grezzo proveniente dalla lana di pecora, è tipica degli abitanti della Valgrisenche. Tessevano non solo le donne ma anche gli uomini, più adatti a manovrare i rudimentali telai, di tipo rinascimentale. Il drap classico era monocolore, (grigio, blu, nero, rosso porpora). Ora invece lo troviamo in tinte vivaci e multicolori, con motivi geometrici ed è utilizzato come tessuto da arredamento, adatto allo stile dei mobili rustici.


La coltivazione della canapa veniva effettuata in località della bassa Valle; la tessitura della tela era, invece, una delle attività tipiche della vallata di Champorcher. I telai erano in legno di larice con licci in corda. Un esemplare perfettamente conservato è presente nel villaggio di Chardonney. Con la tela di canapa vengono confezionate lenzuola, asciugamani, camicie, ecc.

 



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