La situazione di grave pericolosità d´incendio boschivo durante la stagione invernale-primaverile 2018-2019


domenica 26 maggio 2019

La stagione invernale primaverile del 2019 ci ha riportato indietro nel tempo, a quelle annate dei decenni passati in cui la preoccupazione per l’assenza o la scarsità di precipitazioni serpeggiava in molte categorie di lavoratori della nostra regione, in particolare fra quelli del mondo agricolo e forestale.

In effetti se nell’alta valle il quantitativo di precipitazioni si è mantenuto al 61,7% rispetto alla media del quadrimestre dicembre-marzo, nella media e bassa valle questo è sceso rispettivamente al 33,8% e al 22%, quindi ampiamente sotto alla metà del quantitativo di pioggia o neve che cade normalmente fra dicembre e marzo compresi. A questa situazione si è aggiunta un’insistente ventosità dai quadranti nord-occidentali, con un elevato numero di ore di foehn alla stazione meteorologica di Aosta aeroporto (dicembre 32,5%, gennaio 39,9%, febbraio 13,5%, marzo 39,5% delle ore totali mensili).

Come è noto questo vento è da considerarsi molto pericoloso nel settore antincendio e le strutture del Corpo forestale della Valle d’Aosta sono rimaste quasi costantemente in allerta, e solo ad aprile la situazione si è riportata nuovamente vicino alla normalità. In effetti su 121 giornate ben 78 sono state considerate con livello di preallarme 2 (aumento della soglia di attenzione da parte delle componenti antincendio del Corpo forestale della valle d’Aosta) o con massima pericolosità d’incendio boschivo. La situazione ha inevitabilmente richiesto un notevole sforzo di tutte le componenti antincendio regionali (Corpo forestale, Vigili del fuoco e Protezione civile con la componente aerea) la cui azione sinergica ha permesso di controllare nella fase iniziale i 38 focolai sviluppatisi sul territorio regionale fra dicembre 2018 e marzo 2019.

Lo sforzo è stato ripagato e il risultato è stato incoraggiante visto che di questi 38 focolai d’incendio solo 7 si sono estesi fino ad essere classificati statisticamente come incendi boschivi. Anche la superficie globale interessata è risultata molto contenuta risultando pari a 5,22 ha, quindi con una media di solo 0,13 ha/evento.

Alcune situazioni particolari risultano di un certo interesse e meritano di essere ricordate.

Incendi di gennaio 2019. Nel mese invernale si sono verificati solo 2 eventi classificati come incendi, ma la particolarità è che entrambi sono stati causati da linee elettriche.

Il primo, scoppiato la mattina del 13 gennaio a valle del capoluogo di Perloz in un giorno di vento fortissimo, è da ricondurre all’arco voltaico verificatosi su una linea a media tensione, probabilmente per l’imprevisto contatto dei conduttori. Il fuoco iniziato nella parte bassa della gola è risalito su un dislivello di un centinaio di metri, ma grazie all’intervento massiccio delle forze antincendio è stato circoscritto a 0,45 ha.

Il giorno 26 gennaio, sempre in una giornata di vento forte dai quadranti occidentali, di primo mattino scoppiava un incendio a monte dell’abitato di Saint-Oyen e solo grazie al rapido intervento il fuoco veniva circoscritto su una superficie contenuta (0,05 ha). In questo caso la causa era da ricondurre ad un albero che cadendo aveva scaricato al suolo la corrente dell’elettrodotto ad alta tensione che scavalca la dorsale fra Italia e Svizzera. Nonostante la piccola superficie interessata dalle fiamme le forze antincendio sono state impegnate tutta la giornata, con alcune difficoltà nella fase iniziale delle operazioni per l’innevamento della pista a monte dell’incendio.

Incendi di febbraio 2019. I 3 incendi verificatisi hanno mostrato una notevole potenzialità di propagazione, in particolare quelli di Emarèse del 15 e di Antey-Saint-André del 22 febbraio. E’ anche grazie al rapido intervento delle forze antincendio che le superfici sono state contenute rispettivamente su 1,10 e 0,15 ha, prima che il fuoco potesse interessare le pinete adiacenti.

Incendi di marzo 2019. Fra gli eventi di marzo merita di essere ricordato l’incendio di Lillianes del 25 marzo. Di seguito si riporta uno stralcio della relazione redatta dal Direttore delle operazioni di spegnimento.

“Il fuoco si è sviluppato nel primo pomeriggio in alcuni terrazzamenti a valle della frazione Perapiana e, a causa della grave siccità e del vento di caduta che interessava la regione, si è propagato nelle aree circostanti favorito anche dalla forte pendenza. La presenza di combustibili particolari, rappresentati da castagni da frutto secchi di notevoli dimensioni, sia abbattuti che in piedi, ha creato situazioni decisamente impegnative non solo per la loro estinzione ma anche per la sicurezza degli addetti impegnati nelle operazioni. Inoltre il rinforzo del vento nel tardo pomeriggio e in serata ha peggiorato la situazione estendendo il fronte sia sul fianco sinistro che sulla coda dell’incendio. Anche l’elicottero intervenuto ha incontrato notevoli difficoltà a lanciare con precisione sui focolai che avevano ormai raggiunto il fondo del vallone di Foby. Il settore d’interfaccia non ha registrato particolari problemi e le abitazioni della frazione minacciata, grazie al costante presidio da parte dei Vigili del fuoco, non hanno subito alcun danno. Nonostante le numerose difficoltà, una volta contenute le varie riprese verificatesi sui fianchi e nella parte bassa dell’area bruciata, nella tarda serata la situazione si è stabilizzata su una superficie contenuta, pari a soli 1,25 ha.

Le operazioni di estinzione sono state decisamente impegnative e l’incendio avrebbe potuto estendersi verso monte su una superficie pari a decine di ettari e in aree difficilmente accessibili, con un prolungamento dell’intervento su vari giorni ed un probabile grave danno al soprassuolo arboreo. Nella primavera del 1997 un vasto incendio boschivo estesosi a monte dell’area interessata da quest’ultimo evento, aveva percorso una superficie di ben 105 ha.

Il risultato ottenuto è da ritenersi più che soddisfacente date le condizioni dei fattori favorenti la propagazione del fuoco ed è da ricondurre all’impegno mostrato da tutte le componenti intervenute, sia nella giornata del 25/3 sia in quella del 26/3. Relativamente alle forze terrestri va sottolineato l’impegno e la perseveranza del personale della Stazione forestale di Pont-Saint-Martin che, unitamente alle unità intervenute dal Nucleo antincendi boschivi, è riuscito a contenere i focolai più pericolosi e le ripetute riprese serali, in vari casi in situazioni collocabili al limite accettabile di sicurezza. Anche i Vigili del fuoco di Aosta e i volontari di Lillianes hanno dato un contributo fondamentale, non solo presidiando il settore d’interfaccia di loro competenza, ma contemporaneamente coadiuvando in maniera determinante il personale forestale nella parte boschiva. Non da ultimo è da ricordare l’impegno dell’equipaggio dell’elicottero della Ditta GMH convenzionata, che in condizioni molto difficili (luce contraria, fumo, orografia e soprattutto turbolenze nel vallone) è riuscito a contenere in tempo utile i focolai più difficilmente accessibili da terra, permettendo la successiva bonifica con le tubazioni delle autobotti del Nucleo antincendi. Gran parte del successo ottenuto nel contenimento dell’incendio è dunque da ricondurre alla buona sinergia d’azione fra le varie componenti prontamente intervenute, che hanno operato in sintonia e con professionalità, riuscendo a neutralizzare le numerose ed impreviste fasi di propagazione, in una situazione orografica difficile e nella quale il livello di sicurezza era veramente limitato.”

Nel quadrimestre considerato il Nucleo antincendi boschivi del Corpo forestale ha effettuato complessivamente 59 uscite percorrendo quasi 3700 km, mentre gli elicotteri convenzionati sono stati utilizzati su 3 incendi.




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