Scheda Esposizione

 Scheda dell'esposizione  Catalogo  Sede espositiva

Augusta Fragmenta
Vitalità dei materiali dell’antico da Arnolfo di Cambio a Botticelli a Giambologna

Museo Archeologico Regionale-Criptoportico forense-Teatro Romano - Aosta
20 Giugno 2008 - 26 Ottobre 2008
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19

 
Giovedì 19 giugno 2008, alle ore 18, l’Assessore all’Istruzione e alla Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Laurent Viérin, ha inaugurato, presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta, la mostra AUGUSTA FRAGMENTA. Vitalità dei materiali dell’antico da Arnolfo di Cambio a Botticelli a Giambologna.
La rassegna è il frutto della collaborazione tra l’Assessorato Istruzione e Cultura della Valle d’Aosta, attraverso la Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze. Presenta un articolato progetto espositivo che intende valorizzare le ricchezze di Aosta romana offrendo nel contempo una riflessione sulla complessa linea di sviluppo del gusto antiquario umanista, che vide dopo un primo apprezzamento generico delle antichità romane, un progressivo affinarsi delle conoscenze sino all’affermarsi di un approccio filologico.
L’esposizione, curata da Mario Scalini, prende le mosse da un’eccezionale raccolta antiquaria ottocentesca, quella di Stefano Bardini (1836-1922), riscattata dallo Stato italiano nel 1996 e divenuta parte integrante delle collezioni del Polo Museale Fiorentino, e oggi ancora quasi completamente inedita. Stefano Bardini fu forse il primo tra gli antiquari del suo tempo e, quando ancora le leggi di tutela del nascente stato non riuscivano a bloccare l’emorragia di opere da contesti collezionistici formatisi in epoche storiche, riuscì a comporre una straordinaria raccolta che, finendo congelata a seguito della legislazione di tutela elaborata a partire dal 1909, si mantenne pressoché senza eccezioni nel palazzo che ospitava anche la galleria di vendita a Firenze.
“Il progetto Augusta Fragmenta, – sottolinea l’Assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin – non è solo un evento espositivo fine a se stesso ma si caratterizza per le valenze culturali che si riflettono sul territorio. Esso è uno degli esiti più recenti e preziosi di un cammino che l’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta ha intrapreso nella tutela e nella valorizzazione delle sue radici e del suo patrimonio culturale. Un percorso spesso impervio, ma ricco di soddisfazioni, che dalla tutela e conservazione porta alla fruizione pubblica dei beni culturali della nostra comunità, come avviene in questa occasione per il Criptoportico forense che da semplice luogo di visita, reso fruibile grazie ad importanti interventi di conservazione e restauro, diventa una nuova ed inusuale sede espositiva. Una sfida che mi auspico possa avere il giusto successo: portare la cultura fuori dai luoghi in cui generalmente essa trova spazio. Fare della città un “Museo a cielo aperto” in cui le opere in mostra e il patrimonio archeologico richiamino alla memoria il gusto dell’antico e la grandiosità di un passato testimoniato ancora oggi dai nostri monumenti.”
La mostra si svolge in tre sedi, partendo dal Museo Archeologico Regionale, dove sono presenti, a titolo esemplificativo di cosa rappresentava l’antichità classica per l’arte del Medioevo e del Rinascimento, alcuni indiscussi capolavori e alcuni inediti di grande interesse tratti dalle pertinenze delle ‘gallerie’ fiorentine. Si potranno ammirare a confronto opere pittoriche d’ambito veneto, mantovano e fiorentino, capolavori di pittura e scultura di artisti quali Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Filippino Lippi, Sandro Botticelli e Giambologna che dialogheranno con oggetti di arte applicata, manufatti antichi in pietre dure, sculture classiche e frammenti architettonici. Tra le opere in mostra la grande Annunciazione, ad affresco, di Botticelli, dall’ospedale di San Martino in via della Scala a Firenze, ma anche la problematica Pala del preziosissimo Sangue, di chiara impronta del Mantegna, nonché una porzione dell’affresco di Andrea del Castagno dalla villa Carducci Pandolfini di Legnaia.
Tra le opere di statuaria moderna spicca un modello d’integrazione per un torso classico policleteo riferibile con certezza a Giambologna, che prova come l’artista ben conoscesse i modi e gli espedienti, documentati in mostra da esemplari reali e da riproduzioni di antichi disegni, per l’integrazione delle antichità all’uso del tempo.
Una tavola di Filippino Lippi, concessa dalla Galleria Palatina, esemplifica invece il riuso delle colonne di porfido a sostegno delle statue quattrocentesche come avvenne per i bronzi di Donatello, imitando quanto in Campidoglio, a Roma, si era fatto con il celebre Spinario. Una primizia è costituita poi da un bronzetto del Museo Nazionale del Bargello che parrebbe la prima riflessione sul gruppo del Laocoonte rinvenuto nel 1506, mentre resti della facciata arnolfiana del Duomo di Firenze ed altre tarsie di marmi colorati, mostreranno quanto ampio fosse il ventaglio di suggestioni esercitate dall’antico negli anni cruciali che portarono al rinnovamento del linguaggio artistico, ben esemplificato, in mostra, da un inedito modello in terracotta di ambito ghibertiano.
Nel Criptoportico forense aostano, confluirà una cospicua selezione della ricca raccolta Bardini, quasi del tutto inedita. L’evocativo allestimento metterà in luce una superba statua ritratto, maggiore del vero, dell’imperatore Tiberio-Augusto in nudità eroica, contraltare dell’immagine di Onorio Loricato che appare su uno dei gioielli di Aosta, il celeberrimo ‘dittico di Anicio Probo’. Suppellettili imperiali in sardonice, opere in porfido, sarcofagi di grande rarità e squisita fattura, capitelli monumentali e di parti architettoniche significative, urne cinerarie, cippi e simili completano questa sintetica e varia apertura sulla passione collezionistica di antichità, che ha spogliato senza posa e in antico senza remore, tanti giacimenti archeologici, per trarne quelle vestigia ‘auguste’ in grado di legittimare come simbolo di ‘status’ il potere e l’ambizione d’immortalità dei grandi.
Al Teatro Romano di Aosta saranno esposte due sculture lapidee databili al I e III secolo d.C..
Dal Medioevo e con un notevole incremento nel Rinascimento e nel primo Manierismo, si assiste infatti a un consapevole reimpiego di materiali costruttivi e di varia natura tratti dalle vestigia antiche esistenti nella penisola e provenienti da scavi archeologici più o meno sistematici o ritrovamenti occasionali. Nell’ambito degli eruditi, che già dal Trecento avevano iniziato a considerare i pezzi archeologici come fonte di ispirazione, si affermò presto un rispetto reverenziale per gli stessi materiali e le collezioni fiorentine sono uno dei più complessi e sfaccettati specchi di questa predilezione.
Aosta si propone come sede ideale per sviluppare una tematica sullo spoglio collezionistico delle vestigia romane per l’imponente quantità di resti che conserva e per il saccheggio probabilmente sistematico cui deve essere stata soggetta nel tempo proprio a vantaggio dei collezionisti e dei dinasti che attraverso l’aulicità di resti e materiali ammantarono di quella autorità ‘augustea’, che irradiava dal possesso di tali beni, la propria legittimazione all’esercizio del potere.


Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19
in abbinamento con l'ingresso alla mostra L’alchimia dell’arte contemporanea. Opere dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presso il Centro Saint-Bénin € 6,00 intero, € 4,00 ridotto.

Segreteria organizzativa: Anonima Talenti, Rimini, tel. 0541.787681, e-mail direzione@anonimatalentisrl.it

Catalogo bilingue italiano–francese: Silvana Editoriale.

Per ulteriori informazioni:
Museo Archeologico Regionale, Piazza Roncas 12: tel. 0165.275902
Servizio attività espositive: tel. 0165.274401, e-mail u-mostre@regione.vda.it
Internet: www.regione.vda.it

Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS tel. 050.36985 / 36660
Guido Spaini guido.spaini@spaini.it
Matilde Meucci matilde.meucci@spaini.it 349.2381566



Torna su