Approfondimenti

Nella pianificazione urbanistica di Augusta Prætoria (fondata nel 25 a.C.), gli edifici per pubblici spettacoli, il Teatro e l’Anfiteatro, erano collocati nell’angolo nord-orientale. Posti praticamente in asse, essi occupavano tre isolati attigui alla cinta muraria.
Del Teatro romano di Aosta spicca la maestosa facciata meridionale costituita da una serie di arcate e da tre ordini sovrapposti di aperture di diversa ampiezza, scandite nella loro rigorosa geometria da una serie di poderosi contrafforti che si ripetono anche all’interno del muro, rastremandosi leggermente verso l’alto.
L’apparato murario è caratterizzato dall’utilizzo di grandi blocchi parallelepipedi di puddinga (conglomerato di origine fluviale, largamente impiegato nell’architettura pubblica aostana), rifiniti a bugnato rustico molto sporgente, e da blocchi di calcare travertinoso. Delle nove campate originarie restano ancora intatte, da destra verso sinistra, la seconda, la terza, la quarta e la quinta, mentre sono in posto anche i fornici di base della prima e della sesta; delle altre rimangono solamente le basi.
I lati orientale e occidentale dell’edificio prevedevano ciascuno quattro campate: del primo sono ancora visibili tre fornici, mentre di quello a ponente rimane in piedi solamente la seconda arcata.

Il Teatro era completato da corpi porticati che si addossavano al muro perimetrale sui lati corti, e che oltre a fungere da raccordo tra l'interno e l'esterno dell'edificio, avevano anche la funzione di occultare la parte di corpo scenico che sporgeva dai limiti della cavea. La parete Est del portico orientale era decorata da una pittura parietale policroma, ora asportata per sottrarla all'azione degli agenti atmosferici. Nella zona Sud-Ovest si trovano i resti di abitazioni del II o del III sec. d.C. e le basi marmoree di sei colonne.

La costruzione del Teatro non fu contemporanea della fondazione della città, ma piuttosto collocabile in una fase posteriore di qualche decennio, in quanto nell’area sono venuti alla luce i resti di edifici preesistenti.

 

 

 

INDAGINI ARCHEOLOGICHE E RESTAURI
Durante tutto il Medioevo, e sino al XVIII sec., si perse ogni memoria della funzione originaria dell'edificio ed i suoi resti non furono riconosciuti come tali che molto tardi.
Le prime indagini sul monumento furono condotte da Carlo Promis, nominato Ispettore dei Monumenti d’Antichità dei Regi Stati nel 1837. Dal 1838 il Teatro romano fu studiato e rilevato con metodo scientifico. Nel 1864 alcuni saggi di scavo portarono alla luce una serie di muri, mentre negli anni '20 del Novecento si diede una prima sistemazione al monumento, demolendo le casupole che lo circondavano. La completa messa in luce avvenne però tra il 1933 e il 1941, quando furono effettuati importanti lavori di restauro e integrazione.
Negli anni ’60 vennero indagate le zone est e sud-ovest (insulæ 31 e 32) dove emersero resti di abitazioni; fra il 1997 e il 2000, infine, una serie di indagini permisero di completare le conoscenze sulle fasi costruttive del monumento.
L’ultimo intervento di restauro conservativo, preceduto da un’approfondita serie di studi, si è concluso nel 2009.

 



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