Da Augusta Prætoria ai valichi alpini

Giunta ad Augusta Prætoria, la Via delle Gallie subiva una biforcazione: un segmento usciva dalla Porta Principalis Sinistra e si dirigeva verso l'Alpis Pœnina (colle del Gran San Bernardo), l'altro, dalla Porta Decumana, attraversava la Valdigne per raggiungere l'Alpis Graia (colle del Piccolo San Bernardo). Già in epoca preromana, quando i Salassi erano padroni incontrastati dei valichi alpini, esisteva una rete viaria primitiva costituita da sentieri, ma solo grazie ad Augusto questi percorsi divennero delle strade vere e proprie, servite da una rete di mansiones e mutationes. Delle due direttrici, inizialmente, era percorribile con i carri solo quella per l'Alpis Graia, mentre quella per l'Alpis Pœnina lo fu solo all'epoca di Claudio, a metà circa del I secolo d.C. Per quanto riguarda l'alta Valle, tra Villeneuve e Avise sono visibili numerosi resti della strada antica; ad Arvier, Mecosse e Leverogne rimangono dei tratti di sostruzioni, mentre sotto al ponte medievale di Leverogne si intravvede la spalla della sponda destra del ponte romano. Prima dell'abitato di Runaz sono visibili a mezza costa dei resti di sostruzioni in muratura; poco oltre, in località Pierre Taillée, si conserva la parte più monumentale della strada che in questo tratto presenta sostruzioni ciclopiche e tagli nella viva roccia. La strada proseguiva sino al ponte dell'Equilivaz, ma da questo punto se ne perdono le tracce: il percorso sino all'Alpis Graiaè pertanto ricostruibile solo per ipotesi. In fraz. Faubourg di La Thuile e a Pont-Serrand sono ancora visibili i resti di due ponti romani. Della strada per l'Alpis Pœnina, invece, rimane un tratto di una sessantina di metri tagliato nella roccia, visibile al "Plan de Jupiter" assieme ai i resti del tempietto e delle mansiones romane.

Villeneuve e Arvier
Diversi sono nel comune di Arvier i tratti di strada romana ancora conservati.
Il primo è ancora ben riconoscibile ai lati della galleria di Leverogne, lungo la SS 26. Si tratta di un cospicuo tratto di muro di contenimento della sede stradale antica, in opera cementizia (pietre e malta di calce) con facciavista esterna accurata, articolato in una sequenza di arcatelle alte e strette, forse per lo scolo delle acque, e di un’arcata cieca di sottofondazione (4,85 m di luce), con robusti contrafforti ai lati.
Il secondo tratto di strada romana ancora visibile si trova all’imbocco orientale della galleria di Mecosse, lungo la SS 26. Qui sono riconoscibili, per una lunghezza di circa 30 m, i muri di sostegno della sede stradale, caratterizzati da due piccole arcatelle cieche, realizzate con lastre di pietra lunghe e sottili, intervallate da un contrafforte realizzato in opera cementizia (pietre e malta). Nella zona meglio conservata il paramento murario è ripartito in 5 fasce parallele continue e regolari, delimitate da riseghe. Sono inoltre ancora riconoscibili i fori per l’alloggiamento delle impalcature.

Avise loc. Pierre Taillée
In località Pierre Taillée si trova uno dei più monumentali tratti della strada romana in Valle d’Aosta.
La via qui risulta sopraelevata, tagliata nella roccia e grandiosamente sostruita, a strapiombo sulla Dora Baltea. Il tratto conservato, lungo circa 400 m, rivela una notevole abilità tecnica e costruttiva nell’adozione di un sistema di strutture atte a sostenere e nel contempo innalzare il piano viario.
La strada infatti, di cui restano in questo punto alcune porzioni originali insieme ad altre ricostruite in diverse epoche, poggia per lunghi tratti su muri di sostruzione in opera cementizia (pietre e malta di calce), con contrafforti e riseghe, sostenuti da archetti ciechi “a viadotto”, poggianti direttamente sulla roccia.
La via procedeva per brevi segmenti rettilinei congiunti ad angolo ottuso: la sede stradale era larga 3,50 - 3,70 m, come si può osservare anche in un altro tratto di Via delle Gallie, conservato per circa 40 m in questo comune in località Runaz, a monte della SS 26.

Pré-Saint-Didier e La Thuile
Nel tratto di strada compreso tra i comuni di Pré-Saint-Didier e La Thuile, in direzione del colle del Piccolo San Bernardo, sono ancora visibili i resti di due ponti romani con cui la via delle Gallie superava i corsi d’acqua. Il primo, salendo verso il capoluogo di La Thuile, si trova in fraz. La Balme, sotto il ponte moderno: ne rimane visibile la massiccia spalla sulla sinistra orografica, in grossi blocchi di pietra squadrati, accuratamente disposti di testa e di taglio, fondata sulla viva roccia. Sono inoltre tuttora ben riconoscibili gli incassi per l’alloggiamento delle impalcature.
Del secondo, difficilmente visibile perché nascosto dalle strutture del ponte moderno in località Pont Serrand, si conservano porzioni delle spalle e dell’arcata. Rimangono infatti alcuni blocchi squadrati delle fondazioni su roccia e parti di muratura in opera a sacco (scaglie di pietra e malta) dell’arco. Lo studioso locale Carlo Promis (1862) ne aveva misurato il diametro dell’arco di 16,70 m e la larghezza in fabbrica di 4,20 m.

 

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