4 - 2009

AGRICOLTURA DI MONTAGNA

a cura della REDAZIONE

La Risoluzione, che contiene richieste precise per il miglioramento delle condizioni economiche e operative delle aziende agricole delle zone di montagna, è stata consegnata nelle mani della Commissaria europea Mariann Fischer Boel

IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO
SUL FUTURO DELL’AGRICOLTURA DI MONTAGNA SOTTOSCRITTO DA SETTE REGIONI
DELL’ARCO ALPINO

Nel numero precedente dell’Informatore Agricolo abbiamo parlato della Conferenza internazionale sul futuro dell’agricoltura di montagna, svoltasi nel luglio scorso a Krün, nel circondario di Garmisch-Partenkirchen in Baviera. Nel corso dell’importante incontro internazionale è stato presentato ai numerosi esponenti politici presenti, tra i quali la Commissaria europea Mariann Fischer Boel, il documento predisposto dal Ministro della Baviera (Germania) e dagli Assessori in materia di agricoltura del Tirolo e del Vorarlberg (Austria), delle Province Autonome di Trento e di Bolzano e delle Regioni Autonome Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Ne riportiamo di seguito la versione integrale in lingua italiana.






 
RISOLUZIONE AGRICOLTURA DI MONTAGNA
DA PARTE DI RAPPRESENTANTI DI DIVERSE REGIONI DELL’ARCO ALPINO
PREAMBOLO:
 
L’agricoltura di montagna, oltre alla produzione di alimenti di alta qualità, fornisce molteplici servizi per la comunità, come il mantenimento di un paesaggio aperto e fruibile, la conservazione della biodiversità, la protezione delle risorse naturali, il mantenimento di un livello minimo di popolazione in tali particolari aree rurali, la salvaguardia delle infrastrutture e la conservazione della cultura e delle tradizioni. A causa dei limiti posti alla produzione dalle condizioni naturali nelle zone montane e della distanza dai mercati queste ultime non sono in grado, attraverso i processi di crescita aziendale e razionalizzazione, di fronteggiare la sempre maggiore concorrenza delle altre zone. Per assicurare un futuro all’agricoltura di montagna è necessario riconoscere una compensazione per le sue prestazioni a favore del bene comune che sia adeguatamente elevata e che corrisponda alle molteplici funzioni svolte dall’agricoltura in tali aree. I firmatari della presente risoluzione, attraverso le richieste rivolte alla Unione Europea di seguito riportate, intendono creare le condizioni per il mantenimento di un’agricoltura di montagna vitale anche successivamente al 2013 ed in vista della futura programmazione comunitaria in materia di politica agricola comune. Questa risoluzione può intendersi anche come base di riferimento per le altre regioni di montagna della UE.
 
CONSIDERAZIONI:
 
I Ministri ed Assessori all’agricoltura delle Regioni alpine Valle d’Aosta, Baviera, Friuli-Venezia-Giulia, Alto Adige, Tirolo, Trentino e Vorarlberg constatano che:
 
• soltanto delle zone montane vitali possono garantire una sufficiente presenza di popolazione e mantenere la necessaria attrattività turistica ed economica del territorio,

• l’adeguato mantenimento del paesaggio rurale a costi contenuti è possibile esclusivamente mediante un’attiva agricoltura di montagna. L’agricoltura di montagna attiva rappresenta infatti la modalità finanziariamente meno onerosa per conservare e mantenere le caratteristiche del paesaggio montano,

• nell’agricoltura di montagna i margini per la possibilità di crescita produttiva e razionalizzazione strutturale sono ridotti,

• i volumi di produzione e la capacità di espansione delle produzioni dell’agricoltura di montagna sono talmente ridotti che un particolare sostegno a favore di quest’ultima non costituirebbe una rilevante distorsione di mercato e della concorrenza nei confronti delle produzioni agricole delle altre zone,

• soltanto attraverso l’allevamento dei ruminanti può essere assicurata una coltivazione ed una gestione sostenibile del verde alpino nelle attuali specificità,

• le aziende agricole a conduzione familiare forniscono servizi aggiuntivi a vantaggio della collettività (funzioni sociali, culturali e di salvaguardia del territorio) che devono essere riconosciuti e remunerati attraverso specifici aiuti pubblici,

• la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità attraverso forme di associazionismo dei produttori ed il rafforzamento della cooperazione possono consentire maggiori ricavi alle aziende agricole di montagna nell’ambito del processo di creazione di valore aggiunto,

• l’indennità compensativa si è dimostrata essere uno strumento centrale di perequazione dei minori redditi realizzati dalle aziende agricole di montagna. Essa deve essere tuttavia ulteriormente incrementata per le zone montane, a causa dell’aumento del livello di produzione e di produttività del lavoro cresciuta più che proporzionalmente nelle zone non svantaggiate,

• gli investimenti nelle zone montane sono indispensabili per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, particolarmente nelle aziende a conduzione familiare. Nelle zone di montagna però il costo degli investimenti è notevolmente superiore rispetto alle zone più favorite, e la struttura aziendale è tale che già investimenti di piccola entità rappresentano un onere finanziario difficilmente sostenibile per le famiglie degli agricoltori di montagna, ma nel contempo sono in grado di produrre risultati più che proporzionali sulla redditività dell’azienda,

• In alcune zone è già presente un elevato rischio d’abbandono dell’attività agricola, al quale può essere fatto fronte attraverso modalità di intervento integrato sottoforma di partenariato pubblico e privato in cui l’ente locale svolga funzione di capofila,

• in alcune aree particolarmente destrutturate il mantenimento di un livello minimo vitale di attività agricola dipende dall’esistenza di strutture ed infrastrutture a carattere collettivo a favore dell’intera comunità agricola,

• in alcune regioni montane la competitività delle aziende è compromessa da costi di raccolta e trasporto dei prodotti agricoli particolarmente onerosi,

• le misure agroambientali contribuiscono in modo irrinunciabile al mantenimento dell’alto valore paesaggistico delle zone montane. In particolare le superfici alpine a pascolo costituiscono un elemento essenziale dell’agricoltura di montagna. Per aumentare il livello di adesione a tali misure si rendono però necessarie sostanziali semplificazioni e miglioramenti procedurali,

• aree protette (ad es. Natura 2000) sono particolarmente numerose nelle zone montane e spesso limitano l’attività agricola comportando una riduzione di produzione e costi più elevati,

• i regimi di aiuto a disposizione delle aziende agricole di montagna devono essere resi più flessibili per poter consentire a queste di reagire tempestivamente al rapido cambiamento delle condizioni del contesto economico,

• attraverso una più stretta collaborazione tra zone di montagna nell’ambito dei programmi comunitari di cooperazione territoriale e mediante progetti di ricerca comuni la diffusione dell’innovazione e lo sviluppo dell’agricoltura di montagna possono venir migliorati e accelerati,

• l’agricoltura di montagna potrà sopravvivere solamente se otterrà un sufficiente livello di riconoscimento del suo ruolo da parte dell’intera società e se quest’ultima sarà in grado di condividere le conseguenti misure di aiuto,

• i prodotti di alta qualità derivanti dall’agricoltura di montagna sono particolarmente apprezzati, ma saranno retribuiti in modo sufficiente soltanto se, nell’interesse del consumatore, saranno sottoposti a sistemi di etichettatura ed identificazione chiari ed inconfondibili,

• i requisiti in tema di protezione dell’ambiente, degli animali e di salvaguardia della sicurezza alimentare sono indispensabili anche nelle zone montane, tuttavia il corrispondente onere amministrativo legato alla tenuta di documentazione ed ai controlli risulta sproporzionatamente elevato per le piccole aziende agricole di montagna rispetto alla logica analisi dei rischi e

• rispetto agli importi ridotti di finanziamento spesso le regole di accesso sono inadeguate.
I rappresentanti delle regioni dell’arco alpino ritengono necessario presentare le misure specifiche per l’agricoltura in montagna in modo aggregato per comunicare in maniera migliore il loro valore di integrazione. Essi esprimono quindi le seguenti
 

 
 
RICHIESTE ALLA UE:

1° PILASTRO:
 
• È necessaria la sua sostanziale prosecuzione dopo il 2013 con finanziamento al 100 % con fondi UE;

• Deve essere garantito il mantenimento di premi a superficie, collegati a standard minimi, inoltre come in passato le superfici estensive devono essere prese in considerazione per i pagamenti diretti UE;

• Deve essere introdotto ex novo un premio per ruminanti con particolare attenzione rivolta verso l’allevamento di vacche da latte con la possibilità d’adeguamento regionale;

• Per aziende agricole a conduzione familiare nelle zone montane deve essere creata un’integrazione al premio unico; il premio dovrebbe orientarsi principalmente sull’impiego di manodopera e potrebbe avere carattere digressivo in riferimento alla superficie aziendale;

• È necessario introdurre un programma operativo per i prodotti di qualità provenienti dall’agricoltura di montagna, con possibilità di salvaguardia delle piccole produzioni regionali e particolare sostegno alla commercializzazione associata da parte di più produttori;
 
2° PILASTRO:
 
• La centralità dell’agricoltura e della silvicoltura per lo sviluppo rurale rende indispensabile che il finanziamento delle relative politiche rimanga di competenza esclusiva della Direzione Generale Agricoltura;

• Per l’indennità compensativa è necessario aumentare i livelli attuali di finanziamento ed innalzare i limiti superiori;

• Sono necessari finanziamenti specifici per le zone montane con percentuali più alte di quelle attualmente ammissibili anche per quanto riguarda investimenti di importo modesto per:
- Attrezzatura e meccanizzazione specializzata che agevolano le condizioni di lavoro,

- Investimenti edili e strutturali (razionalizzazione del processo produttivo, aumento della produttività e delle condizioni di lavoro, migliori condizioni di allevamento degli animali),

- La diversificazione delle attività (la creazione di nuove opportunità di reddito) per le aziende agricole e

- La costruzione di strade di accesso adeguate alle attuali necessità;
 
• Nelle zone minacciate dall’abbandono sono necessarie percentuali di finanziamento più alte qualora vengano messe in atto modalità di intervento integrato con partenariato pubblico-privato in cui l’ente locale deve svolgere funzioni di capofila;

• Per investimenti in strutture e infrastrutture di carattere collettivo a servizio di più aziende agricole devono essere ammessi aiuti di intensità più elevata;

• Per il trasporto di prodotti agricoli nelle regioni montane deve essere consentita l’erogazione di contributi per i costi di trasporto;

• Per favorire il livello di adesione ai programmi agro-ambientali, risulta necessario innalzare i limiti superiori di premio. Allo stesso tempo è da reintrodurre la componente di attrattività e la programmazione delle misure deve essere resa più flessibile;

• Le riduzioni di produzione e i costi di produzione più elevati per aziende agricole montane, le cui superfici si trovano all’interno di aree protette come ad esempio Natura 2000, devono essere remunerati adeguatamente;
 
 

 
ULTERIORI MISURE NECESSARIE
 
• L’attuale limite superiore per l’applicazione del De minimis in agricoltura deve essere innalzato dai 7.500,00 Euro esistenti ad una nuova soglia di almeno 50.000,00 Euro. Di conseguenza devono essere innalzati proporzionalmente il plafond nazionale e quello regionale;

• Il programma INTERREG IV B “Alpine Space” e gli altri programmi di cooperazione transfrontaliera devono essere dotati di mezzi finanziari sensibilmente più alti ed almeno il 50% delle risorse finanziare a disposizione deve essere dedicato al settore agricolo;

• È necessario introdurre una specifica tematica sull’agricoltura di montagna tra gli obiettivi dei programmi quadro di ricerca europei, i cui risultati devono essere presi in considerazione nell’attività della Commissione; è necessario introdurre una apposita piattaforma Internet per rendere accessibile i risultati della ricerca a tutti gli interessati;

• Si rende necessaria l’elaborazione di un Libro verde per l’agricoltura di montagna allo scopo di alimentare un crescente e proficuo dibattito intorno a questo tema da parte dei portatori di interesse e della società;

• Per quanto riguarda i sistemi di protezione dell’origine, di certifica-zione e di etichettatura dei prodotti dall’agricoltura di montagna devono essere create regole semplici e chiare;

• L’onere amministrativo gravante sulle aziende agricole conseguente a registrazioni e conservazione di documenti deve essere sensibilmente ridotto. I controlli devono orientarsi principalmente sul controllo dei prodotti e devono essere gestiti in base all’analisi del rischio;

• Forme tradizionali di coltivazione e allevamento non devono essere ostacolate da eccessive restrizioni di carattere burocratico;

• L’agricoltura di montagna deve essere sostenuta su tutte le superfici su cui la stessa viene praticata e perciò è necessario che vengano messe a disposizione adeguate risorse finanziarie;

• Le richieste della selvicoltura di montagna, strettamente connesse con quelle dell’agricoltura di montagna, devono essere considerate in modo adeguato nella prossima programmazione per il sostegno dello sviluppo rurale;

• A causa della stretta connessione funzionale tra agricoltura di montagna e selvicoltura di montagna, in aggiunta alla presente risoluzione saranno proposte ulteriori richieste per assicurare la funzione protettiva, economica, ricreativa e di benessere del bosco montano.
 

Krün, 10 luglio 2009


Il Vice-Presidente della Provincia ed Assessore all’agricoltura, turismo, libro fondiario e catasto della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige
Hans Berger

Der Staatsminister für Ernährung, Landwirtschaft und Forsten des Freistaates Bayern
Helmut Brunner

L’Assessore dell’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali della Regione Autonoma Valle D’Aosta
Giuseppe Isabellon


L’Assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia Autonoma di Trento
Tiziano Mellarini

Der Landesrat für Landwirtschaft des Landes Vorarlberg
Erich Schwärzler

Der Landeshauptmann-Stellvertreter und Landesrat für Landwirtschaft des Landes Tirol
Anton Steixner

L’Assessore alle Risorse agricole, naturali e forestali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Claudio Violino

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