2 - 2011

PRODUZIONI VEGETALI

Corrado ADAMO, Ugo LINI e Luca TAMONE
Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari

I PICCOLI FRUTTI IN VALLE D’AOSTA


I piccoli frutti, o frutti di bosco – lamponi, more, fragole, mirtilli, ribes, uva spina –, che si trovano spontaneamente sulle scarpate, sui bordi dei sentieri, nelle prossimità dei villaggi e nel bosco, hanno da sempre il potere di scatenare in tutti noi un qualcosa di magico, soprattutto nei ricordi. Chi, durante un’escursione in montagna, affaticato, trovandosi di fronte a una pianta di lamponi, a una fragolina oppure un mirtillo, ha resistito alla tentazione?

Degustando con calma uno di questi frutti, come d’incanto la fatica svanisce e inizia un attimo di perfetta estasi. Anche da bambini, andare con la mamma a raccogliere le more o i lamponi per poter preparare un’ottima confettura, alle prese con un contenitore che, col passare delle ore, sembrava non si riempisse mai, si era comunque fiduciosi della ricompensa, una fetta di pane e burro con una di queste prelibate confetture.



Fiori di Amelanchier

Da questa introduzione si intuisce che questi frutti piacciono a molti. In più, sono ricchi di vitamine e di proprietà medicinali e sono presenti nelle nostre mense, soprattutto nel periodo estivo, anche se richiedono parecchio tempo e lavoro per la loro raccolta.

Nella nostra regione i piccoli frutti si trovano sia allo stato spontaneo che in giardini e orti famigliari, ma esistono anche coltivazioni vere e proprie su superfici importanti, superiori ai 5.000 metri quadrati.



Amelanchier, frutti

I “pionieri” di queste coltivazioni risalgono agli anni ’90. Fortunatamente, essi non si sono lasciati abbattere e demoralizzare delle prime difficoltà e oggi sono i principali produttori sia in termini di superfici coltivate che come varietà di prodotti sul mercato locale e internazionale. Se nei primi anni le aree coltivate a piccoli frutti coprivano circa 1,5 ettari, oggi in Valle d’Aosta si raggiungono circa 9 ettari di superficie, suddivisi in 72 aziende di varia grandezza (22 in Bassa Valle, 37 nella Media Valle e 13 in Alta Valle), con una produzione media stimata di 1-2 kg per metro quadrato.
 


Le piantagioni sono dislocate su tutto il territorio regionale partendo da un’altitudine di circa 400 metri per arrivare a 1700-1800 metri di quota.

Di seguito sono elencati i piccoli frutti coltivati in Valle d’Aosta e le quote altimetriche massime consigliate per effettuare gli impianti:
 
• Lamponi, fino a 1500-1700 m s.l.m.
• Fragole, fino a 1800-1900 m s.l.m.
• Ribes (rossi, neri, uva spina, josta) fino a 1600 m s.l.m.
• Mirtilli, (soltanto nelle zone con terreno acido, Bassa Valle principalmente) fino a 1400-1500 m s.l.m.
• More, fino a 800-900 m s.l.m.

 
Tali quote possono variare a seconda dell’esposizione solare e se le piante sono situate in zone riparate oppure esposte a correnti fredde.

Gran parte degli impianti sono rappresentati dal lampone, seguito da fragola, ribes rosso, ribes nero, uva spina, josta, more e mirtillo gigante americano. Quest’ultimo è poco presente per motivi legati alle particolari esigenze morfologiche del terreno, riguardanti soprattutto il pH che deve essere inferiore a 5,5, quindi acido. Soltanto alcune zone della Bassa Valle hanno queste caratteristiche, mentre nelle altre zone non è economicamente sostenibile effettuare un impianto. Per gli appassionati coltivatori che vogliono comunque avere alcune piante si può suggerire il seguente esempio di coltivazione:



Fiori di mirtillo gigante americano

Procurarsi dei fusti in ferro oppure in legno abbastanza capienti; preparare una miscela di terriccio (2/3 di torba acida e 1/3 di sabbia); trapiantare le piante che normalmente sono fornite in vaso nei fusti utilizzando il terriccio. Per chi non vuole utilizzare la torba acida una miscela di terra di castagno, segatura e aghi di pino può comunque andare bene. Il mirtillo richiede un’irrigazione costante (il terriccio deve rimanere costantemente umido) utilizzando possibilmente acqua poco calcarea oppure acqua piovana. La concimazione con letame non è consigliata; usare regolarmente (2 volte al mese) concimi a base di ferro e microelementi durante il periodo estivo. Già da questo piccolo esempio possiamo dedurre che la coltivazione del mirtillo nelle zone non vocate è assai complicata e sicuramente meno remunerativa. Nelle condizioni estreme (terreno alcalino e acqua molto calcarea) si arriva anche al deperimento totale della pianta.



Fragole su pacciamatura

Per l’impianto di lamponi, ribes e more il periodo ottimale è il tardo autunno, per le piante a radice nuda, oppure la primavera, utilizzando piante a radice nuda, in fitocella o in vaso.
Per quanto riguarda le fragole l’impianto può essere effettuato ad agosto-settembre utilizzando gli stoloni e in primavera ( maggio-giugno) con piante frigo-conservate.
Per impianti di una certa estensione è consigliato ordinare le piante presso i vivai specializzati con un certo anticipo.

 
PRINCIPALI VARIETÀ CONSIGLIATE PER LE SINGOLE SPECIE:

LAMPONI
Varietà unifere: Malling Exploit, Zeva II, Glen Ample, Mecker, Schoenemann, Tulameene.
Varietà rifiorenti: Autumn Bliss, Heritage.

 

Pianta di lamponi con irrigazione a goccia - Impianto di lamponi ad alta quota

FRAGOLE
Varietà unifere: Elsanta, Idea, Marmolada.
Varietà rifiorenti: Irvine, Regina delle Valli.

RIBES
Varietà di ribes rosso: Junifer, Red Lake, Rondom.
Varietà di ribes nero: Noir de Bourgogne, Tsema, Blak Down.
Varietà di uva spina: Careless, Invicta.
Josta (ibrido tra ribes nero e uva spina).



Ribes rosso

MIRTILLI
Varietà: Early Blue, Blueray, Bluecrop, Berkeley, Coville.

MORE
Varietà: Tayberry, Longanberry, Blak Satin, Thorneless.
Attualmente nella nostra regione le aziende che trasformano rappresentano il 7% del totale e coprono il 21% delle superfici coltivate. In alcuni casi, queste ultime acquistano dalle stesse aziende una parte del prodotto fresco necessario alla realizzazione della loro linea di prodotti.
Una parte della produzione è trasformata direttamente in azienda per ottenere succhi di frutta, confetture e gelatine. La rimanente parte è venduta allo stato fresco a pasticcerie, gelaterie, ristoranti, grande distribuzione o direttamente a privati e turisti.

Il periodo di produzione è legato alla stagionalità. Nella nostra regione inizia da fine maggio con le fragole per arrivare alla metà di ottobre con le more e il lampone rifiorente. Nel periodo invernale non vi è produzione di fresco, ma il prodotto è comunque presente sul mercato con il trasformato.





Le particolari condizioni pedo-climatiche della Valle d’Aosta garantiscono produzioni di alta qualità con un uso limitato di sostanze chimiche di sintesi, sviluppando inoltre il concetto della formula ecologica “a km zero”. Da diversi anni i piccoli frutti sono valorizzati in modo sempre crescente dall’Amministrazione regionale, dalle associazioni di agricoltori, da Comuni e Pro loco, con l’organizzazione di mercati, manifestazioni a tema e con l’inserimento in circuiti come quello dei “Saveurs du Val d'Aoste” per promuoverne la conoscenza e la vendita.
Le aziende di piccoli frutti sono in prevalenza a conduzione familiare, con utilizzo di manodopera ausiliaria nel periodo della raccolta. La raccolta rappresenta il 60-70% delle giornate lavorative richieste per la conduzione dell’impianto. In alcuni casi la coltivazione dei piccoli frutti è complementare ad altre attività, agricole e non, quali l’agriturismo, le fattorie didattiche, altre colture specializzate (frutticoltura, viticoltura e orticoltura) e altre attività (turismo, industria, ecc.).

Questo settore può creare un’interessante integrazione al reddito aziendale, dato che la produzione attuale, che tutt’ora non soddisfa il fabbisogno locale, garantisce un buon prezzo alla vendita (ad esempio sul fresco si parte dai 5-6 € al kg per le fragole per arrivare ai 10-13 € al kg per il mirtillo). La stima sulla produzione annuale vendibile a livello locale è di circa 900 quintali.

Per la conduzione non sono richiesti particolari attrezzature e macchinari, ma vengono impiegati quelli gia normalmente presenti in azienda: trattori, frese, aratri, falciatrici, trince, atomizzatori, il cui utilizzo è abbinato e legato alle altre attività agricole aziendali (zootecnia, frutticoltura, viticoltura, ecc.).



Rosa canina, frutti

Per quanto riguarda la trasformazione, è necessaria la dotazione di locali (magazzini e laboratori autorizzati), macchinari e attrezzature idonee (autoclavi sottovuoto, pastorizzatori, invasettatrici, imbottigliatrici).

In conclusione, si può affermare che la coltivazione di piccoli frutti in Valle d’Aosta è in continua evoluzione: annualmente vengono realizzati nuovi impianti sia pure su superfici limitate, favorendo il recupero di terreni incolti (terrazzamenti o terreni in forte pendenza) che non potrebbero essere destinati ad altre colture.

Un cenno meritano, infine, alcuni “frutti dimenticati”: l’amelanchier (pero corvino), la rosa canina, il crespino. Crescono spontanei nei terreni incolti, iniziano ad essere riqualificati e oggi si possono ritrovare in alcuni prodotti trasformati.



Per informazioni:

Assessorato Agricoltura e Risorse naturali
Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari
Centro agricolo dimostrativo di Saint-Marcel 0165.778614/347.9046999
Ufficio periferico di Aymavilles 0165.902820/331.6988819
 
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