4 - 2011

AREE PROTETTE

Cristiano SEDDA
Servizio aree protette

LE AZIONI E I RISULTATI DEL PROGETTO
ECONNECT: LIBERA CIRCOLAZIONE SULLE ALPI


             

Unire le forze per generare un’azione collettiva concreta di difesa della natura e del territorio. Questo è ciò che il progetto Econnect, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Alpine Space e il Fondo di Sviluppo Regionale (ERDF), ha portato avanti nei tre anni di lavoro comune.


L’ambizioso obiettivo di migliorare la connettività ecologica nelle Alpi è stato perseguito attraverso ricerche, studi e azioni sperimentali sul campo nelle regioni pilota dei sette Paesi europei che hanno partecipato al progetto. Coinvolgendo organizzazioni internazionali legate alla Convenzione Alpina, istituti scientifici e istituzioni locali, si è cercato di sottolineare la necessità della connettività sul territorio alpino, dimostrandone l’importanza non solo a livello naturalistico ed ecologico, ma anche turistico, paesaggistico ed economico. La presenza di équipe multidisciplinari e transnazionali ha permesso di realizzare un lavoro coordinato ed efficace che ha reso possibile analizzare le connessioni ecologiche tra habitat a 360°. Sono state studiate le barriere fisiche, spesso costruite dall’uomo, come gli impianti sciistici o le dighe, che impediscono lo spostamento delle specie, ma anche quelle meno visibili, ma non per questo meno importanti, causate dai differenti quadri giuridici dei paesi alpini.
Studiando i bisogni in termini di necessità di movimento di alcune “specie bandiera” (tra le quali lupo, orso bruno, lince e grifone), i ricercatori del team Econnect hanno potuto identificare le zone più a rischio per la migrazione degli animali e per la perdita del loro habitat. Ad esempio, il 16% dei potenziali corridoi per gli orsi bruni non sono protetti e ciò ne impedisce il libero movimento lungo l’arco alpino. Negli studi sono state incluse anche le barriere invisibili costituite dalle differenze di legislazioni nei paesi alpini: un lupo, per esempio, è assolutamente protetto in Italia mentre in Svizzera alcune deroghe ne permettono l’abbattimento.
I diversi gruppi di lavoro di Econnect, tra azioni sul campo, ricerche e dibattiti, hanno quindi contribuito a inserire la connettività ecologica tra i temi chiave dell’agenda politica dell’Europa, per un coordinamento non solo tra i vari paesi, ma anche tra i diversi livelli di governo.


Un primo risultato è la presenza di molti rappresentanti politici e istituzionali, sia a livello nazionale che locale, alla conferenza finale del progetto, svoltasi a Berchtesgaden, in Germania, dal 26 al 28 settembre 2011, che in tale occasione hanno avuto modo di discutere le ipotesi della connettività ecologica da un punto di vista più ampio, sia a livello tematico che geografico, e di avanzare alcuni suggerimenti, come la raccomandazione di condividere i dati ambientali per facilitare la ricerca e la collaborazione transnazionale per il superamento delle barriere di ogni tipo.
In occasione di questo importante convegno sono stati illustrati i risultati di Econnect: tra i più significativi i lavori realizzati nelle regioni pilota coinvolte. Si tratta di azioni sperimentali per il miglioramento del continuum di habitat alpini, come nel caso delle Alpi Marittime, dove è stato implementato un sistema di visualizzazione dei cavi di skilift e funivie, molto pericolosi per gli uccelli, o del Dipartimento dell’Isère in Francia, dove sono stati implementati dei sottopassi erbosi per facilitare la migrazione di alcune specie. 


le azioni in Valle d’aosta

La Regione Autonoma Valle d’Aosta ha partecipato a Econnect nell’ambito del work package 6, relativo alle barriere legislative, e del work package 7, dedicato ad azioni da svolgere nelle regioni pilota.
Nel primo caso l’Amministrazione regionale ha prodotto un’analisi comparativa fra gli strumenti giuridici esistenti dedicati alla protezione della natura in Valle d’Aosta, Francia e Svizzera, con particolare attenzione alla possibilità di cooperazione transfrontaliera fra i diversi stati. Proprio ad Aosta, il 9 dicembre 2010, si è tenuta la Conferenza finale del work package 6, organizzata dalla nostra Regione in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il WWF Italia, durante la quale sono stati presentati e discussi i risultati emersi dagli studi svolti dai diversi partner del progetto.
Per quanto concerne la parte più strettamente tecnico-scientifica del progetto, è stata individuata la regione pilota del Monte Rosa, un’area particolarmente ricca in specie animali e vegetali, come testimonia anche la sua designazione come Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale per l’avifauna, comprendente l’intero versante valdostano del Monte Rosa. Le attività svolte sono state molteplici e molto diverse fra loro; sono stati effettuati approfondimenti degli aspetti geologici, botanico-vegetazionali e zoologici e individuate le “emergenze” e gli interventi più idonei per migliorare la connettività ecologica della regione pilota, quali:
- attivazione della misura 213 del Programma di Sviluppo Rurale (Indennità Natura 2000) prevedendo rimborsi agli agricoltori per il mantenimento degli elementi del paesaggio rurale, quali muretti a secco e zone alberate o con cespugli, che permettono un miglioramento della connettività ecologica quali punti di rifugio di diverse specie animali;
- individuazione delle misure di conservazione per habitat e specie, ai fini della successiva designazione dell’area come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), e la regolamentazione dei flussi turistici attraverso apposita cartografia della rete sentieristica.


Occorre ancora ricordare che nell’area interessata nel 2009 erano stati rimossi dalla società Monte Rosa s.p.a. due impianti di risalita ormai in disuso di ostacolo per l’avifauna. Infine, ma non di minore importanza, sono state organizzate diverse attività di divulgazione del progetto sia a livello locale, con diverse giornate di sensibilizzazione rivolte agli agricoltori della zona e ai turisti, che interregionale con l’organizzazione, in collaborazione con la Regione Piemonte e il Parco naturale delle Alpi Marittime, di un workshop tematico, tenutosi a Torino nel settembre 2010. In tale occasione esperti nazionali ed internazionali e amministrazioni locali hanno condiviso la loro esperienza in materia di connettività ecologica per raggiungere l’obiettivo comune di una sempre più consapevole e rispettosa integrazione delle attività umane nell’ambiente naturale.

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