2 - 2009

FAUNA

di Christian CHIOSO
e Paolo OREILLER
Direzione flora, fauna,
caccia e pesca
• UNA NUOVA NORMATIVA IN AIUTO AGLI ALLEVATORI DI OVI-CAPRINI

IL LUPO: ISTRUZIONI PER L’USO

I primi avvistamenti certi di un esemplare di lupo in Valle d’Aosta sono avvenuti nel 2004, nell’area circostante il massiccio del Mont Fallère.

Da allora e fino all’ottobre del 2006, i ritrovamenti di tracce di presenza e di avvistamenti si sono susseguiti con continuità da parte del personale del Corpo Forestale della Valle d’Aosta e dei cacciatori. In questa zona, nell’estate del 2005, si sono avuti i primi attacchi a carico di greggi di ovini, nel periodo della monticazione estiva.

Le analisi genetiche condotte su campioni biologici ritrovati hanno confermato che si trattava di un esemplare maschio di lupo appenninico.

A partire dall’inverno 2005/2006, i guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso hanno iniziato a rinvenire segni riconducibili alla presenza del lupo nei Comuni di Aymavilles, Cogne, Introd e Valsavarenche. La presenza del predatore non era limitata solamente all’area protetta, ma anche al di fuori del Parco, dove sono stati ritrovati, sebbene in misura minore, segni di presenza da parte del personale del Corpo Forestale.


Branco di lupi (Foto A. Gazzola)

Da questo momento in poi, le segnalazioni si sono moltiplicate ed estese anche alle vallate adiacenti. La conferma definitiva del ritorno del lupo in Valle d’Aosta, con l’insediamento di un branco, si è avuta nell’estate del 2007, con l’avvistamento di un cucciolo, e dai successivi ritrovamenti di impronte di 5 individui in Valle di Rhêmes. La situazione all’autunno 2008 vedeva la presenza di 3-4 esemplari nella Valsavarenche e nella Valle di Rhêmes e di 2 lupi nella valle di Cogne. La diminuzione rispetto all’anno precedente può essere dovuta sia alle dispersioni degli individui più giovani, cioè dalla ricerca di nuovi territori, sia al mancato superamento dell’inverno da parte dei cuccioli.

Numerosi sono stati gli attacchi a carico degli animali selvatici, ma decisamente più preoccupanti sono state le predazioni al patrimonio zootecnico (le ultime, piuttosto numerose, nell’estate del 2008), con vari attacchi da parte del predatore, in particolar modo all’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso.

È in questo contesto, recependo quindi i segnali che provengono dall’osservazione delle dinamiche naturali e sociali, che emerge la necessità di introdurre e rafforzare la politica degli aiuti al settore zootecnico, tentando di fare convivere nella maniera più opportuna la fauna selvatica, in questo caso predatori, con gli animali domestici presenti sul territorio regionale.
 




Un cane da guardia nel suo gregge (Foto F. Bottinelli)


Al fine di coadiuvare gli allevatori di ovini e caprini nell’attività di monticazione nelle zone del Parco e sul restante territorio della Valle d’Aosta, l’Amministrazione regionale ha avviato un programma per l’accertamento, la valutazione e il risarcimento dei danni provocati dagli animali predatori al patrimonio zootecnico, nonché per l’attuazione di misure di prevenzione degli stessi.

Si vuole, innanzitutto, sulla linea di quanto già in atto, indennizzare gli allevatori che subiscono danni al loro patrimonio zootecnico, perdendo capi di bestiame a causa degli attacchi dei predatori; in questo caso sono state definite le procedure più idonee per constatare nell’immediatezza (per quanto possibile) il danno subito, al fine di verificare l’attendibilità dell’accaduto. È in fase di attuazione un disegno di legge che prevede indennizzi pari al 100% delle perdite subite e il risarcimento delle spese veterinarie in caso di ferimenti agli ovi-caprini.

La prevenzione dei danni rimane, però, lo scopo ultimo e più importante dell’intervento legislativo: l’attuazione di misure preventive, quali le recinzioni, idonee al contenimento degli animali al pascolo, la presenza costante di uno o più cani da guardiania (maremmano-abruzzese o montagna dei Pirenei), adeguatamente addestrati alla convivenza e alla protezione delle greggi e, infine, la presenza stabile in alpeggio di un pastore, proprietario o conduttore degli animali oppure salariato, addetto alla gestione e alla sorveglianza delle greggi, rappresenta la migliore garanzia per contenere, il più possibile, gli attacchi da parte del lupo. Anche in questo caso è prevista una serie di contributi, da articolare e correlare, soprattutto in base alle dimensioni delle greggi.

Non ultima, in quanto ad importanza, è l’assistenza tecnica che gli uffici della Direzione flora, fauna, caccia e pesca e dell’A.R.E.V., coadiuvati dal personale del Corpo Forestale della Valle d’Aosta, forniranno agli allevatori interessati all’adozione di misure preventive, attraverso visite in alpeggio, consulenze, corsi di formazione, raccolta e diffusione di altre esperienze analoghe.

Infine, l’Amministrazione regionale ha avviato specifiche campagne d’informazione allo scopo di comunicare e sensibilizzare il pubblico oltre che sul modo di vita degli animali selvatici, sui loro bisogni e sulla loro protezione, anche sulle attività agricole e pastorali tradizionali di montagna, sulla loro importanza per l’economia e per la conservazione del territorio e sulle loro esigenze organizzative, dalle quali discende la necessità di realizzare una stabile coesistenza della fauna selvatica con l’agricoltura tradizionale di montagna e il patrimonio zootecnico.


Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi all’Ufficio per la fauna selvatica:
Christian Chioso tel. 0165776464
e.mail: c.chioso@regione.vda.it
Fabrizio Truc tel. 0165776382 e.mail: f.truc@regione.vda.it
 

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