Europa-Regioni: in Basilicata progetto con fondi Ue Psr

Innovazione e ricerca per una nuova coltivazione del nocciolo
08:58 - 20/10/2018 


(ANSA) - POTENZA, 15 OTT - In Basilicata la corilicoltura - ovvero la coltivazione del nocciolo - sostenibile e di qualità sarà accompagnata da progetti di innovazione e di ricerca, finanziati con i fondi europei del Psr 2014-2020, per migliorarne la produzione anche in relazione a importanti accordi con aziende alimentari: è l'obiettivo del progetto Corilus (Corlilcoltura lucana sostenibile), realizzato da un partenariato tra gli imprenditori agricoli della "Rete d'impresa Basilicata in guscio", le Università della Basilicata e di Salerno, e il Cnr-Ibam. Il progetto è stato presentato stamani, a Potenza, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato l'assessore regionale all'agricoltura, Luca Braia, il coordinatore del progetto, Canio Alfieri Sabia (Cnr), i docenti del Safe-Unibas e del Difarma-Unisa, Carlo Cosentino e Giuseppe Celano, il rappresentante della Rete d'imprese, Giuseppe Colletta, e l'Autorità di gestione del Psr, Vittorio Restaino. Il progetto si svilupperà nei prossimi tre anni per incentivare la diffusione della corilicoltura in Basilicata, "in considerazione - hanno spiegato gli organizzatori - della crescente domanda del prodotto nocciola e come possibile strategia di contrasto al fenomeno dell'abbandono delle aree rurali interne". L'Università di Salerno si occuperà del monitoraggio e della ricerca sui vegetali, mentre l'Ateneo lucano concentrerà la sua attività sulle erbe infestanti: in questo senso, sarà sviluppato un modello ecosostenibile di eliminazione delle infestanti attraverso "pollai mobili", utilizzando galline ovaiole che "ripuliranno" il terreno, abbattendo i costi di queste operazioni e fornendo alle aziende anche un possibile nuovo introito. Il progetto prevede la sperimentazione su 15 aree delle 30 imprese coinvolte, con un monitoraggio costante dei risultati e delle possibili criticità. "Stiamo investendo molto sulla ricerca - ha spiegato Braia - perché l'agricoltura lucana ha enormi possibilità che possono essere valorizzate dall'innovazione, riuscendo così a soddisfare la crescente domanda delle aziende e delle multinazionali". (ANSA).


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