Quali sono le condizioni di vita in Valle d'Aosta?

Questa pubblicazione è nata dall'esigenza di conoscere le reali condizioni di vita nella nostra Regione in un momento in cui la congiuntura economica generale espone pesantemente al rischio di un impoverimento crescente e progressivo le persone e le famiglie, in particolare quelle che rappresentano le fasce deboli e potenzialmente meno protette socialmente.

La concretizzazione di questa indagine conoscitiva è stata resa possibile grazie alla collaborazione delle istituzioni sia a livello regionale, sia comunale e territoriale, dando origine ad un'esperienza di lavoro e di interazione tra ruoli e competenze estremamente proficua e gratificante.

 

I valori aggiunti della pubblicazione sono in particolare:

  • l'estrazione del campione di famiglie da tutti i 74 Comuni della Valle d'Aosta e non solo sui 25 Comuni valdostani come accade nelle indagini Istat;
  • l'utilizzazione sia di strumenti quantitativi (questionario), sia qualitativi (Focus Group), per cogliere tutti gli aspetti legati alle condizioni di vita e al disagio economico delle famiglie .
 

 

Di seguito la sintesi delle evidenze più significative emerse nell'indagine.

 

Riguardo alle condizioni di vita reali delle famiglie valdostane, ora sappiamo che:

  • il 65,9% delle famiglie vive in una casa di proprietà e che il 22,7% ha ancora il mutuo acceso;
  • la maggioranza delle famiglie con mutuo acceso è composta di coppie con figli, e che il 27% dei genitori soli con figli vive in case in affitto;
  • la maggioranza delle famiglie straniere vive in case in affitto;
  • la spesa media per il mutuo e/o l'affitto è di 437,21 euro al mese per famiglia;
  • il mutuo o l'affitto assorbono, in media, il 24% del reddito famigliare – che diventa il 30% per le persone sole;
  • la metratura media delle case è di 83 metri quadrati, che il 26% vive entro 60 metri quadrati, e che il 16,4% ha case con più di 100 metri quadrati;
  • le famiglie straniere vivono, mediamente, in case più piccole di 20 metri quadrati rispetto quelle delle famiglie italiane, nonostante abbiano, mediamente, 1 componente in più in famiglia;
  • l'1% non ha il gabinetto, la vasca o la doccia interna all'abitazione, il 4,5% non ha impianto di riscaldamento e l'1,3% non ha l'acqua calda;
  • l'11,4% vive in case con problemi al tetto, ai soffitti o agli infissi e il 14,8% ha problemi di umidità;
  • il 70% delle famiglie possiede frigorifero, congelatore, lavatrice e aspirapolvere, il 50% ha la lavastoviglie e il forno a micro onde;
  • il 37,7% delle famiglie possiede più di un'automobile e il 40% ha più di un cellulare:
  • il 66% ha una sola televisione e il 28% ne ha più di una;
  • per la spesa alimentare la metà delle famiglie spende meno di 100 euro la settimana, il 30,4% ne spende da 100 a 150 euro e solo il 7% spende di più;
  • negli ultimi 12 mesi non hanno avuto abbastanza soldi per le spese della casa il 26,6% delle famiglie, mentre il 16% non ne ha avuti abbastanza per i vestiti e il 14,7% per le spese mediche;
  • il 6,8% non ha avuto soldi abbastanza per acquistare del cibo,
  • il 5,2% non ne ha avuti abbastanza per le spese dei trasporti o per l'automobile;
  • il 3% non ne ha avuti abbastanza per le spese della scuola e l'istruzione (ripetizioni, tasse scolastiche, universitarie).
 

 

Riguardo alle risorse economiche delle famiglie valdostane, ora sappiamo che:

  • il 32,9% delle famiglie vive di sola pensione e il 30,3% vive di solo reddito da lavoro dipendente;
  • il 6,5% dei capi famiglia lavora in proprio;
  • nel 40% delle famiglie vi è un unico reddito e nel 35% ve ne sono due (più frequentemente dei coniugi);
  • il reddito medio netto per famiglia - dichiarato - è di 1.809,32 euro (dato fornito da 821 famiglie su 1.023) e che il numero medio di componenti per famiglia è 2;
  • la concentrazione dei redditi tra le famiglie è modesta (Indice di Gini = 0,3, dove 0 è totale equità e 1 è totale concentrazione della ricchezza);
  • il 29% delle famiglie ha fino a 1.100 euro netti al mese;
  • il 22% ha da 1.100 a 1.500 euro netti al mese;
  • il 25% ha da 1.500 a 2.500 euro netti al mese;
  • il 24% ha più di 2.300 euro netti al mese;
  • le famiglie straniere hanno, mediamente, un reddito inferiore di 500 euro netti al mese rispetto le famiglie italiane;
  • il reddito cresce al crescere del numero dei componenti la famiglia, ma si riduce in corrispondenza dei nuclei composti da 5 e 6 componenti, verosimilmente per la presenza di giovani in età non lavorativa, o non occupati, e di anziani;
  • gli uomini percepiscono, mediamente, redditi superiori di circa 300 euro netti mensili rispetto alle donne;
  • a capi famiglia con titolo di studio più elevato, corrisponde un reddito netto medio famigliare più elevato: senza titolo di studio si hanno, in media, 1.130,25 euro al mese per famiglia, mentre con la laurea, si dispone, in media, di 2.821,32 euro al mese per famiglia;
  • ai capi famiglia occupati a tempo indeterminato corrisponde il reddito famigliare medio più consistente (2.211 euro netti mensili);
  • ai capi famiglia inabili al lavoro corrisponde il reddito famigliare medio più basso (937,50 euro netti mensili);
  • quando il capo famiglia ha una collaborazione occasionale coordinata e continuativa, il reddito famigliare, mediamente, è di 1.452 euro netti mensili.
 

 

Riguardo alla povertà relativa delle famiglie valdostane, ora sappiamo che:

  • se si considera il 50% della media aritmetica del reddito netto mensile pro capite in Valle d'Aosta, il reddito che segna la soglia di povertà è pari a 404,43 euro netti mensili a persona;
  • a fronte di ciò, e applicando una scala di equivalenza OCSE tradizionale l'incidenza della povertà in Valle d'Aosta è pari al 5% della popolazione totale (a fronte del 7,6% stimato per la Valle d'Aosta dall'Indagine Istat nazionale nel 2008);
  • a fronte del 5% di povertà, l'indagine individua 41 famiglie povere (su 814 che hanno dichiarato i redditi);
  • data la rappresentatività statistica del campione utilizzato, la stima sull'intera popolazione di famiglie valdostane residenti in condizione di povertà equivale a 2.900 famiglie (su 58.586 totali), e ciò per come la povertà è definita secondo i parametri regionali individuati dalla presente indagine;
  • delle 41 famiglie povere: 16 sono coppie con figli (quindi, in proporzione, circa 1.131 sulle 2.900 povere stimate a livello regionale), 6 (quindi 424 a livello regionale) sono genitori soli con figli e altri 6 (quindi altri 424 a livello regionale) sono persone sole;
  • l'incidenza di povertà, considerando i tipi di famiglia maggiormente presenti nella popolazione, è superiore, al valore medio regionale del 5%, in alcuni tipi famigliari, infatti:
    • è del 28% per le coppie con figli e altre persone conviventi (come il dato nazionale);
    • è dell'8% per i genitori soli con figli (come il dato nazionale) e aumenta se il figlio è minorenne (8,3%)
    • è del 6,5% per le coppie con figli
  • l'incidenza di povertà, considerando i tipi di famiglia maggiormente presenti nella popolazione, è inferiore, al valore medio regionale del 5%, in alcuni tipi famigliari, infatti:
    • è del 2,2% per le persone sole - in particolare, è dell'1,4% se ha più di 65 anni ed è del 3,3% se ha meno di 65 anni (diversamente dal dato nazionale)
    • è del 2,8% per le coppie senza figli
  • l'incidenza di povertà è inferiore a quella media regionale del 5% nelle coppie che hanno fino a 2 figli, ma aumenta a partire dal 3° figlio;
  • il reddito mensile soglia è noto per ciascun tipo di famiglia, ed è il reddito sotto al quale quel tipo di famiglia rischia la povertà- vedi Tabella a pag.45;
  • la percentuale di famiglie, per tipo, che hanno redditi “prossimi al valore soglia”, pari cioè a + o – il 20% del reddito soglia equivalente (importante per individuare interventi che portino i primi a non scivolare nella povertà e i secondi a uscirne definitivamente) è nota ed è pari, rispettivamente, al 4,3% e al 3% delle famiglie - vedi Tabella a pag.44;
  • per differenza, la quota di “povertà grave”, da affrontare con misure appropriate, evidentemente diverse dalle precedenti, è altrettanto nota e pari al 2% delle famiglie - vedi Tabella a pag.44 e 45;
  • in generale, le condizioni socio anagrafiche - singole e combinate tra di loro - che espongono maggiormente al rischio di povertà, sono: essere donna, avere un'età compresa tra 40 e 64 anni, avere basso titolo di studio, essere una famiglia con più di 3 componenti e avere un lavoro precario o essere disoccupato/a, o ancora, essere operaio/a.
 

 

Riguardo al giudizio sulle risorse economiche, o povertà percepita, delle famiglie valdostane, ora sappiamo che:

  • il 45% delle famiglie dichiara di arrivare alla fine del mese con difficoltà, ma per 15 famiglie su 100 la difficoltà è “molta”;
  • il 34,4% delle famiglie giudica scarse o insufficienti le proprie risorse economiche;
  • il giudizio negativo è maggiormente espresso dalle donne con più di 64 anni e dai giovani con meno di 38 anni di entrambi i sessi;
  • il 21,9% delle famiglie dichiara che non riuscirebbe a fare fronte a una spesa improvvisa di 700 euro, mentre il 47,5% riuscirebbe, ma con difficoltà, anche “molta”;
  • sono i genitori soli con figli, ad avere maggiori difficoltà di fronte ad una spesa imprevista di 700 euro (il 33%);
  • rispetto all'anno precedente l'indagine, il 45,9% delle famiglie dichiara di non essere riuscita a risparmiare e che un altro 7,7% di famiglie si è indebitato;
  • il 30,2% delle famiglie dichiara di avere avuto bisogno di aiuti economici esterni nell'ultimo anno e che il 54% di esse ha ricevuto aiuto da famigliari, mentre il 35,7% da un Ente;
  • poco meno di un terzo (30,6%) delle famiglie è insicuro riguardo alle capacità attuali di auto sostentamento;
  • per vivere senza lussi, ma senza privarsi del necessario, le famiglie hanno indicato un “reddito desiderato” superiore, mediamente, del 25%, a quello disponibile;
  • attese superiori al 25% del reddito percepito, provengono: dalle coppie con figli e altre persone conviventi, dai genitori soli con figli e altre persone conviventi, dai monogenitori e dalle persone sole.
 

 

Per una lettura esaustiva si rimanda al testo integrale.

 



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