Cause di ricovero in Valle d'Aosta 2002

La pubblicazione è un "atlante" della morbosità regionale attraverso lo studio degli archivi dei ricoveri 1997-1999. Si compone di alcune parti:

  • Introduzione
  • Dati e periodo di osservazione
  • Cause di ricovero
  • Dimensioni di analisi e indicatori
  • Uno sguardo d'insieme
  • Differenze geografiche e sociali

Per ogni approfondimento, anche di natura metodologica, si rimanda al documento originale.

 

Nello studio si analizzano i dati della scheda di dimissione ospedaliera (SDO) per conseguire due obiettivi conoscitivi: il primo, descrivere e stimare la frequenza e l'intensità di alcune malattie causa di ricovero; il secondo, valutare se, e in quale misura, la residenza in un dato distretto o comunità montana, la "ricchezza" del Comune di residenza, lo stato civile o il livello di istruzione possano avere condizionato lo stato di malattia, la gravità o le modalità di ricorso all'ospedale.

 

Sono stati aggregati i dati dei ricoveri dei residenti in Valle d 'Aosta avvenuti tra il 1997 e il 1999 in qualsiasi struttura ospedaliera del territorio nazionale.

 

E' stata considerata la sola diagnosi principale alla dimissione perché ritenuta quella principale, che ha comportato più importanti problemi assistenziali e assorbimento di risorse.

La selezione delle malattie cause di ricovero è avvenuta sulla base:

  • della rilevanza clinica della patologia,
  • della prevenibilità o trattabilità,
  • al fatto che si trattasse di una patologia correlata ad esposizioni note
  • al fatto di essere un evento sentinella di un fenomeno (di esposizione, di prevenzione inefficace, di buona o cattiva capacità diagnostica o terapeutica).
 

Lo studio consente confronti fra differenti aree geografiche (i distretti e le comunità montane) e fra differenti gruppi sociali (classificati sia sulla base del titolo di studio individuale, sia di un indice di deprivazione comunale, sia dello stato civile). E' inoltre possibile un confronto con i valori rilevati in Piemonte e nel Canavese (definito dai confini amministrativi dell'ASL 9-Ivrea del Piemonte) nel 1998 per tre dei sei indicatori utilizzati (ospedalizzazione, giornate di ricovero e primo ricovero).

Sono stati utilizzati i seguenti indicatori:

  • Tasso di ospedalizzazione per 100.000
  • Tasso di ospedalizzazione medico in regime di day hospital per 100.000
  • Tasso di giornate di ospedalizzazione per 100.000
  • Letalità ospedaliera
  • Tasso di primo ricovero
 

Tra gli uomini, la principale causa di ricovero è rappresentata dalle patologie dell'apparato circolatorio, seguita dalla patologie dell'apparato digerente e dai tumori maligni,. Le malattie dell'apparato circolatorio e i tumori rappresentano le prime due cause quando si considera le giornate di degenza, a testimonianza della maggiore gravità e del maggiore carico assistenziale che comportano.

Nelle donne la situazione è diversa per l'effetto che la gravidanza, il parto e le patologie ad essi correlate, assumono sulla motivazione e sulla frequenza al ricovero. Questo insieme di cause rappresenta il 14,8% dei ricoveri prodotti nelle donne. Rispetto agli uomini le malattie dell'apparato circolatorio e i tumori assorbono il 19,2% dei ricoveri e il 28,1% delle giornate di degenza, anche se si osserva tra le cause di ospedalizzazione la minore frequenza dei tumori maligni e dei traumatismi. Molto meno frequente rispetto agli uomini è il ricovero per patologie correlate all'apparato respiratorio. Più frequenti rispetto agli uomini i ricoveri per disturbi del sistema nervoso.

 

Il confronto tra i tassi standardizzati negli uomini e nelle donne evidenzia per tutti tre gli indicatori valori costantemente più elevati negli uomini per le cinque principali cause di ricovero (malattie circolatorie, tumori, malattie dell'apparato digerente, respiratorio e traumatismi). Più che a diverse abitudini al ricovero questo eccesso negli uomini sembra ragionevole da attribuire ad una differenza nell'incidenza di queste patologie tra i due sessi.

Per ulteriori considerazioni si rimanda alla Tabella E del documento originale in cui si osserva la graduatoria delle prime 10 cause di primo ricovero.

 

Il rischio di ospedalizzazione per tutte le cause tra gli uomini è più elevato in Valle d'Aosta nel Distretto 2, e nella città di Aosta in particolare, con eccessi che superano dell'11% la media regionale negli uomini e del 15% nelle donne; ciò vale anche nel caso delle giornate di degenza e dei primi ricoveri (maggiormente nelle donne), verosimilmente attribuibili all'effetto attrattivo che la vicinanza all'ospedale produce un poco su tutte le patologie dei residenti nel capoluogo, indistintamente dalla gravità.

In merito alle patologie più frequenti:

 
  • Le patologie dell'apparato circolatorio registrano tra gli uomini un modesto eccesso di ospedalizzazione (8%) nel capoluogo e nella Comunità montana Monte Cervino; che ha valori superiori del 25% alla media regionale anche per le giornate di ricovero. Nei primi ricoveri si evidenza un eccesso di rischio in Alta Valle con un valore superiore del 27% nella Comunità Valdigne Mont Blanc. L'eccesso di rischio si conferma nelle donne residenti nel capoluogo sia per il ricovero (17%) che per le giornate (20%). Nei primi ricoveri i Distretti della Media e Bassa Valle hanno rischi relativi superiori alla media regionale (pur non significativi dal punto di vista statistico) con il limite superiore al 14% nel Distretto di Evançon.
  • I tumori maligni presentano un rischio di ospedalizzazione in eccesso nel Distretto 2 dove, nel caso delle donne, è fino al 31% superiore alla media. La geografia delle giornate di ricovero è più disomogenea, specie nelle donne, ed evidenzia rischi superiori alla media nella Media Valle (Comunità Montana Mont Emilius).La geografia delle sedi tumoriali rileva eccessi di ospedalizzazione e di giornate per il tumore al polmone negli uomini in Alta Valle, mentre eccessi di rischio di insorgenza si hanno nella Comunità del Grand Combin e Walser. Sempre il Grand Combin, questa volta però unitamente alla Comunità di Evançon, registrano eccessi di ospedalizzazione per tumore alla prostata del 63% e 49% più elevati della media regionale. Nelle donne si nota un eccesso di rischio nel Distretto 2 e nelle Comunità Grand Combin e Mont Emilius per tumore dell'ovaio.
  • L'apparato digerente non sembra evidenziare eccessi di rischio in una particolare area geografica fatti salvi modesti eccessi a carico della città di Aosta (+ 9%) nelle donne.
  • L'apparato respiratorio in entrambi i sessi registra un rischio di ricovero più elevato della media regionale nel Distretto 2, anche in questo caso per il contributo della città di Aosta. Il Distretto 4 al contrario sembra essere invece un'area a basso rischio.
 

Oltre a quelle geografiche esistono differenze anche sul piano socio economico.

Tra gli uomini, i soggetti con titolo di studio più elevato hanno un rischio di ospedalizzazione per tutte le cause inferiore del 34% rispetto alla media regionale, mentre la classe di titolo di studio più bassa (elementari) mostra eccessi del 20 %. Questo effetto è presente anche quando si osservino gli altri indicatori. L'effetto protettivo della scolarità sul rischio di ricovero è confermato anche nella donne, sia pure se con intensità più bassa.

Queste differenze sono documentabili anche per tutte le singole cause di ricovero: per la quasi totalità delle patologie, è evidente un effetto protettivo a favore della classe con titolo di studio più elevato, e un effetto contrario nelle altre due. Risultati analoghi si ottengono utilizzando, come indicatore di posizione sociale, l'indice di deprivazione comunale del comune di residenza della persona ricoverata. Al pari delle differenze riscontrate nel livello di istruzione si conferma un eccesso di ricoveri per entrambi i sessi superiore alla media regionale nei comuni più svantaggiati; un'associazione che si osserva per tute le principali cause di ricovero. In sintesi, così come in molte altre aree italiane, anche in Valle d'Aosta, viene confermato come le disuguaglianze nella salute presentino una pressocchè costante regolarità a svantaggio dei gruppi sociali più svantaggiati, indipendentemente dalla scala utilizzata per misurare la posizione sociale.

 



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