Carta d'Identità delL’IDROFILO
Nomi comuni in Italiano/Francese/Latino:
Idrofilo/Hydrophile brun/
Hydrous piceus.
Indirizzo (habitat): stagni ricchi di vegetazione acquatica.
Segni caratteristici: semplificando si potrebbe dire che assomiglia ad un gigantesco maggiolino di un lucente colore nero pece (lunghezza del corpo 4-5 centimetri) che è possibile rinvenire solo in acqua mentre si sposta muovendo alternativamente le zampe. Inconfondibile è la caratteristica “spina” allungata e rivolta all’indietro presente sul suo ventre. Da non confondere con l’altro grande coleottero acquatico, il Ditisco marginato, leggermente più piccolo, con una struttura del corpo molto più idrodinamica e con un bordo largo e giallo che percorre i lati del suo corpo.
Professione: la larva ha una alimentazione carnivora, costituita prevalentemente da chioccioline acquatiche; l’adulto si nutre di piante sommerse e di detriti animali.
Biologia: all’inizio dell’Estate da una inconfondibile (ma difficilmente individuabile) barchetta, costituita da una foglia ripiegata su se stessa e dotata di un sottile “camino” lungo circa 3 cm che funge da tubo di aerazione, escono da una cinquantina di uova simili a piccoli chicchi di riso delle minuscole larve già dotate di mandibole falciformi molto evidenti. La loro crescita è notevole se in presenza di abbondanti prede. Nell’arco di qualche mese potranno infatti raggiungere anche i 7 cm di lunghezza. La trasformazione in adulti avverrà in una tana a terra, fuori dall’acqua. Questi nella brutta stagione sverneranno ed in primavera i maschi si accoppieranno con le femmine che poi con molta cura proteggeranno le uova costruendo gli involucri galleggianti di cui si è detto prima.
La parola al diretto interessato: “
gli Umani nei tempi passati hanno spesso osservato superficialmente certi animali traendone conclusioni inverosimili e molto negative per la sopravvivenza di questi. Anche per noi Idrofili è successo questo: la nostra “spina” ventrale è stata ritenuta la prova che con la stessa catturassimo i pesci (noi che da adulti siamo erbivori!) e quindi noi diretti interessati siamo diventati motivo di persecuzione da parte dei pescatori. Poi le continue bonifiche hanno ridotto drasticamente gli ambienti a noi consoni. Infine i collezionisti di Insetti, specie se appariscenti e di grandi dimensioni, hanno dato il loro contributo a farci rarefare e anche scomparire da diverse regioni.”.
NOTA BENE: la presenza di questa rarissima specie nella nostra regione è stata confermata solo qualche anno fa tramite l’osservazione di una coppia in riproduzione in una piccola zona umida della Bassa Valle d’Aosta. Da questa estate è partito un progetto di potenziamento della stessa tramite l’inserimento di uova nello stagno del Vivaio regionale di Quart che costituisce un habitat particolarmente idoneo alle sue esigenze. In questo modo si avrà in un prossimo futuro una popolazione vitale di questi “giganti” acquatici in un ambito protetto e costantemente monitorato. Anche così si dà una mano alla Natura.