4 - 2009

ORTICOLTURA

di Ugo LINI
Ufficio produzioni vegetali
Direzione produzioni
vegetali e servizi fitosanitari

CAROTE, RAPE, RAVANELLI E BARBABIETOLE ROSSE

LE RADICI

La parte alimentare degli ortaggi da radice può essere costituita sia da una radice ingrossata (fittone) come nel caso della carota, sia dall’ingrossamento del colletto (la zona di passaggio fra il fusto e la radice) caratteristica, questa, tipica della barbabietola rossa, della rapa e del ravanello a varietà tonde o piatte. Le varietà allungate di barbabietola rossa, rapa e ravanello, invece, presentano l’ingrossamento sia di una parte di colletto che di una parte di radice.


CAROTA

FAMIGLIA: Ombrellifereae (Apiaceae)
NOME SCIENTIFICO: Daucus carota L.
NOME FRANCESE: carotte
ORIGINE: secondo alcuni è originaria della zona mediterranea, secondo altri proviene dall’Estremo Oriente. Era già conosciuta dai Greci e dai Romani, che la utilizzavo più per scopi medicinali che per fini alimentari. In Italia la sua coltivazione si è diffusa a partire dal 1700
CARATTERISTICHE: forma regolare, colore intenso giallo arancio. Molto importanti sono la consistenza e la croccantezza
HABITAT: terreni sabbiosi e ben drenati, non ama le concimazioni con letame fresco
SEMINA: da inizio aprile a fine giugno
RACCOLTA: quando le radici hanno raggiunto una dimensione adeguata (né troppo piccole né troppo grosse).
Le carote precoci si raccolgono dopo circa 120 giorni, mentre le tardive dopo circa 180
CONSUMO: sia cruda che cotta

VARIETÀ CONSIGLIATE
Mezza lunga nantese, Feria.

TERRENO E CLIMA
Cresce bene su ogni tipo di terreno, anche se predilige quelli limoso-sabbiosi, ben drenati, a reazione neutra o leggermente alcalina, concimati l’anno precedente con sostanza organica (letame o compost). L’uso di letame fresco nell’anno di coltivazione può provocare la malformazione (biforcazione) dei fittoni. Preferisce il clima fresco e sopporta bene il freddo, quindi si può coltivare tranquillamente a quote alte. In terreni troppo compatti si consiglia l’aggiunta di sabbia.




Carote in pieno campo

 

SEMINA
La semina è effettuata direttamente in campo (la carota, di norma, non si trapianta). Il sesto d’impianto è di 30-40 cm tra le file; rado tra una pianta e l’altra. I terreni compatti e poco drenanti possono presentare problemi di marciumi, quindi bisogna assicurarsi, prima di seminare, che il terreno sia adatto a tale coltura. I terreni sabbiosi, invece, vanno molto bene. Le cure colturali consistono in un accurato diradamento se la semina risulta troppo fitta e nel controllo delle malerbe ad inizio coltura attraverso scerbature poco profonde, per evitare di danneggiare le radici delle piante. Un buon rincalzo può servire sia da sostegno per le piante sia per agevolare lo sgrondo dell’acqua in eccesso. In Valle d’Aosta la raccolta va eseguita in autunno, prima delle gelate. La resa al metro quadrato è di circa 2-4 kg. Per una conservazione ottimale bisogna tagliare le foglie corte, asciugare bene le carote e infilarle nella sabbia asciutta e in un locale fresco. La carota sopporta molto bene anche la surgelazione.

PARASSITI E MALATTIE
Nella nostra regione, soprattutto nelle coltivazioni a quote elevate, non si riscontrano particolari problemi. Nel fondovalle risulta invece particolarmente dannosa la larva della mosca della carota (Psila rosae) che attacca tutte le ombellifereae scavando numerose gallerie nel fittone. Questa compare con due generazioni l’anno, la prima ad aprile-maggio (più pericolosa) e la seconda nel periodo agosto-settembre. Per ovviare a questo problema è consigliata la semina a giugno o la consociazione con cipolle e porri. Un altro problema, legato ai marciumi che possono verificarsi in terreni con ristagno dell’acqua, si previene utilizzando terreno ben drenato e dosando al meglio le irrigazioni.

IMPIEGO: l’uso in cucina della carota è molto vario: è utilizzata per preparare puree, succhi, minestre e dolci ed è un elemento indispensabile della ricetta delle giardiniere. Gustosissima se consumata cruda in insalata.
PROPRIETÀ: é ricca di sali minerali, amidi e numerose vitamine, tra cui spicca la vitamina A, presente sotto forma di carotene, molto utile per la vista e per proteggere l’organismo dalle malattie infettive. Stimola l’abbronzatura e previene la formazione delle rughe. E’ molto utile anche nella cura della pella secca e delle sue impurità.
CURIOSITÀ: può essere conservata in cassette ricoperte di sabbia asciutta e leggermente inclinate. Le carote vanno poste in modo verticale.
Il succo di carota favorisce il buon funzionamento dell’intestino ed è un ottimo equilibratore della sua flora: per questo motivo è consigliato dopo l’assunzione prolungata di antibiotici o farmaci chimici. É inoltre un potente mineralizzante.



RAPA


FAMIGLIA: Brassicaceae
NOME SCIENTIFICO: Brassica rapa L. var. rapa
NOME FRANCESE: Navet potager
ORIGINE: incerta: presente sin dall’antichità in Europa, Asia e Nord Africa, era utilizzata dai Greci e dai Romani per alimentazione umana e animale. La rapa è sempre stata considerata un ortaggio di scarso valore, da consumare solo nei periodi di crisi economica
CARATTERISTICHE: di forma ovale, tonda, allungata, e tondo-piatta e di colore bianco e rosso violaceo
HABITAT: terreni sabbiosi e ben drenati, non ama le concimazioni con letame fresco
SEMINA: marzo-aprile oppure agosto-settembre
RACCOLTA: 40-80 giorni dopo la semina, quando le radici hanno raggiunto una dimensione adeguata alla varietà
CONSUMO: cotta

VARIETÀ CONSIGLIATE
Bianca quarantina precoce, Piatta di Milano, Lodi

TERRENO E CLIMA
La rapa cresce bene su terreni sciolti, ben drenati, fertili e freschi. Sopporta discretamente il freddo, ma teme gli eccessi di caldo: è quindi consigliabile la coltura primaverile o autunnale. Come la carota predilige i terreni concimati l’anno precedente.



Rape in pieno campo

SEMINA
Per una raccolta precoce si può procedere con la semina in cassoni caldi nei mesi di febbraio-marzo oppure direttamente a dimora (appena il terreno diventa agibile), ricordandosi di coprire il terreno con il tessuto non tessuto per favorire una più rapida germinazione dei semi. Con la semina precoce e l’arrivo del caldo, se le piante non sono raccolte in tempo, si rischia l’induzione a fiore anticipata. Per la raccolta autunnale il periodo ottimale di semina, nella nostra regione, è il mese di agosto. Il sesto di impianto consigliato è di 35-40 cm tra le file e di 15 cm sulla fila tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale varia da 40 a 80 giorni. Se la semina risulta troppo fitta (le piante crescono filiformi e con maggiori rischi di marciumi) si devono levare le piante in eccesso effettuando un buon diradamento.
Le cure colturali sono minime: effettuare un rincalzo (che serve da sostegno e come primo diserbo) quando le piante hanno raggiunto circa 10-15 cm. In seguito irrigare frequentemente, ma con moderazione, soprattutto a fine coltura poiché gli eccessi idrici provocano la spaccatura delle radici carnose. Una volta raccolte le rape si conservano facilmente in cantina, poste in cassette.

PARASSITI E MALATTIE
I parassiti che si riscontrano più facilmente sono l’altica (pulce nera che buca le foglie) e gli afidi (pidocchi). Questi animaletti si possono eliminare effettuando delle irrorazioni con prodotti naturali quali le macerazioni di erbe (ortiche, timo, ecc.) oppure usando sapone bianco di Marsiglia. A parte alcuni marciumi dovuti a eccesso di umidità in colture troppo fitte, nella nostra regione non si riscontrano malattie rilevanti anche perché, di norma, la coltivazione di questo ortaggio avviene in montagna.

IMPIEGO: la rapa può essere utilizzata per preparare minestre o cotta assieme alle patate.
PROPRIETÀ: ortaggio ricco di sali minerali, vitamine e zuccheri, non sempre apprezzato a causa del suo sapore particolare.
CURIOSITÀ: le rape sono spesso confuse con le cime di rapa. Di queste ultime, però, si consumano le foglie tenere e le cime ancora chiuse, in quanto le radici non ingrossano.
Un tempo il succo di rapa era usato per combattere le tossi secche. Di sera si sbucciava una rapa e, dopo averla tagliata a metà, la si metteva cruda in una scodella con dello zucchero. Si somministravano, poi, alcuni cucchiai al giorno dello sciroppo dolciastro formatosi nella notte.


RAVANELLO (detto anche Rapanello)

FAMIGLIA: Brassicaceae
NOME SCIENTIFICO: Raphanus sativus L.
NOME FRANCESE: radis
ORIGINE: Estremo Oriente, in particolare Cina e Giappone
CARATTERISTICHE: le radici possono essere di diverso colore (rosso, bianco, verde) e di varia forma (sferica, ovale) e grandezza
HABITAT: non ama le temperature elevate e la siccità. La mancanza di acqua rende molto amare e piccanti le radici. Predilige i terreni fertili e gli ambienti freschi
SEMINA: da marzo a settembre. Nei primi mesi la semina deve essere protetta dal freddo
RACCOLTA: 30-40 giorni (se in estate) dopo la semina e quindi da aprile a ottobre-novembre
CONSUMO: crudo, dal sapore leggermente piccante

VARIETÀ CONSIGLIATE
Saxa, Rosso tondo e Bianco rotondo.

TERRENO E CLIMA
Il ravanello cresce al meglio su terreni ben drenati, fertili, freschi e sciolti. Sopporta il freddo e teme gli eccessi di caldo. Può essere coltivato tutto l’anno, ma la coltura primaverile e quella autunnale sono da preferire. Come per le rape e le carote, predilige i terreni concimati l’anno precedente. 




Ravanelli in pieno campo

SEMINA
Per una raccolta precoce si può effettuare la semina nei cassoni caldi nei mesi di febbraio-marzo oppure direttamente a dimora (appena il suolo diventa agibile), ricordandosi di coprire il terreno con il tessuto non tessuto per favorire una più rapida germinazione dei semi. Con la semina precoce e l’arrivo del caldo, se le piante non sono raccolte in tempo si rischia di avere l’induzione a fiore anticipata. Per la raccolta autunnale il periodo ottimale di semina, nella nostra regione, è il mese di agosto. Il sesto di impianto consigliato è di 20 cm tra le file e di 3-5 cm sulla fila tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale varia da 30 a 60 giorni. Se la semina risulta troppo fitta (le piante crescono filiformi) è necessario applicare un buon diradamento.
Le cure colturali sono minime, iniziando con un diserbo per il controllo delle infestanti. In seguito bisogna irrigare frequentemente ma con moderazione, soprattutto a fine coltura poiché gli eccessi idrici provocano la spaccatura delle radici carnose. La raccolta si effettua quando il ravanello ha raggiunto la grandezza desiderata, in relazione alla varietà. La resa è di 1-2 kg al metro quadrato. Una volta raccolte le radici si consumano subito crude oppure si conservano facilmente in cassette posizionate in cantina.

PARASSITI E MALATTIE
I parassiti che si riscontrano più facilmente nella nostra regione sono l’altica (pulce nera che buca le foglie) e gli afidi (pidocchi).Questi animaletti si possono eliminare effettuando delle irrorazioni con prodotti naturali quali le macerazioni di erbe (ortiche, timo, ecc.) oppure usando sapone bianco di Marsiglia. Le irrigazioni troppo abbondanti a fine coltura possono provocare delle spaccature con conseguenti marciumi.

IMPIEGO: il ravanello trova largo impiego in cucina, solo o accompagnato ad altri ortaggi, nella preparazione di gustose insalate e pinzimoni oppure come ingrediente e guarnizione di zuppe e piatti di carne e pesce. Si possono utilizzare anche le foglie per la preparazione di antipasti e minestre.
PROPRIETÀ: questo ortaggio contiene discrete quantità di vitamine B e C e sali minerali. Ha, inoltre, proprietà diuretiche e depurative.


BIETOLA DA ORTO ROSSA (o Barbabietola rossa)


FAMIGLIA: Chenopodiaceae
NOME SCIENTIFICO: Beta vulgaris L. var. conditiva Alef.
Nome francese: betterave potagère o betterave à salade
ORIGINE: Europa e Nord Africa. E’ diffusa in gran parte delle regioni italiane
CARATTERISTICHE: dalla forma tonda, allungata, ovale e tondo–piatta. Colore rosso e rosso violaceo
HABITAT: terreni sabbiosi e ben drenati, non ama le concimazioni con letame fresco
SEMINA: da marzo-aprile a luglio
RACCOLTA: 60-90 giorni dopo la semina per le varietà precoci e 120-150 giorni per le varietà tardive
CONSUMO: cotta oppure cruda, tagliata fine in insalata

VARIETÀ CONSIGLIATE
Detroit, Piatta d’Egitto, Sanguigna, Cilindrica.

TERRENO E CLIMA
La bietola da orto rossa cresce bene su terreni sciolti, ben drenati, fertili e freschi. Tollera discretamente il freddo, ma interrompe il suo accrescimento al di sotto dei 5°C. E’ considerata una coltura sarchiata, quindi è preferibile non farla seguire ad altre coltivazioni di Chenopodiacee e mais.




Bietola da orto rossa in pieno campo

SEMINA
Per una buona germinazione sono necessarie temperature costanti, comprese tra 20 e 25°C. In Valle d’Aosta il periodo ottimale per la semina diretta è giugno-luglio, per il trapianto aprile-maggio. Questa coltura richiede altresì una buona dose di umidità costante del terreno, onde favorire la corretta germinazione. Una semina troppo precoce, seguita da temperature fredde, può indurre ad una prefioritura delle piante. In questo caso, non si verifica l’atteso ingrossamento della radice. Il sesto d’impianto è di 30-50 cm tra le file e di 10-15 cm sulla fila tra una pianta e l’altra. Il ciclo colturale varia da 60-90 giorni dopo la semina per le varietà precoci e 120-150 giorni per quelle tardive. Se la semina risulta troppo fitta (le piante crescono filiformi con maggiori rischi di marciumi) è necessario applicare un buon diradamento. Le cure colturali sono minime: quando le piante hanno raggiunto i 10-15 cm di altezza bisogna effettuare un rincalzo, utile sia come sostegno sia come primo diserbo. In seguito è necessario irrigare frequentemente ma con moderazione, soprattutto a fine coltura poiché gli eccessi idrici provocano la spaccatura delle radici carnose. Come la carota, la bietola da orto rossa assorbe dal terreno grandi quantità di potassio. La raccolta va eseguita quando le radici hanno raggiunto almeno 5 cm di diametro o a scadenza, in relazione alle diverse varietà. Dopo l’eliminazione delle foglie le bietole si conservano facilmente in cassette posizionate in cantina oppure semicotte in sacchetti in polietilene sottovuoto.

PARASSITI E MALATTIE

Nella nostra regione non si riscontrano malattie rilevanti anche perché, di norma, la coltivazione di questo ortaggio avviene in montagna. Attenzione ai marciumi provocati dall’eccesso di umidità in colture troppo fitte. Più raramente, la carenza di boro nel terreno può provocare il marciume del cuore della bietola, con relativo avvizzimento e disseccamento della pianta.

IMPIEGO: la bietola da orto rossa può essere utilizzata cotta o cruda nelle insalate. In Valle d’Aosta è largamente utilizzata per l’impasto dei boudin, insaccati tipici riconosciuti come prodotto alimentare tradizionale regionale.
Proprietà: é un ortaggio ricco di sali minerali, vitamine (soprattutto C) e zuccheri. Facilita l’assorbimento del ferro ed è leggermente diuretica.
CURIOSITÀ: i veterinari addetti al controllo delle carni macellate appongono il timbro di ammissione al consumo intingendo un tampone con il pigmento rosso della barbabietola.
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