1 - 2010

AGRICOLTURA DI MONTAGNA

di Alessia GLAREY
Ufficio segreteria, bilancio e archivio
Dipartimento agricoltura

Nel dicembre scorso i rappresentanti delle Regioni alpine si sono incontrati per la terza volta, insieme alla Commissaria europea, per discutere il tema, fondamentale, del futuro dell’agricoltura nelle zone montane dopo il 2013, anno di conclusione dell’attuale Programma di Sviluppo Rurale

AD ALPBACH IN AUSTRIA IL TERZO FORUM INTERNAZIONALE SULL’AGRICOLTURA DI MONTAGNA

Il futuro dell’agricoltura di montagna è stato ancora una volta oggetto di riflessione in occasione del forum internazionale organizzato dal Ministero federale austriaco dell’Agricoltura, Selvicoltura, Ambiente e Gestione delle Acque nel centro congressi di Alpbach, Tirolo (Austria), il 6 e il 7 dicembre 2009, al quale era presente l’Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Giuseppe Isabellon. Dopo Bruxelles (marzo 2009) e Krün (luglio 2009), i rappresentanti politici e tecnici delle Regioni alpine firmatarie della risoluzione di Garmisch (Land Tirolo, Land Vorarlberg, Stato Libero di Baviera, Provincia autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Autonoma Valle d’Aosta e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia) si sono nuovamente incontrati, unitamente ai rappresentati di altre regioni montane, per discutere con la Commissaria europea uscente, Mariann Fischer Boel, circa i problemi dell’agricoltura di montagna e le possibili soluzioni da adottare dopo il 2013 al fine di garantirne un futuro sostenibile e vitale.

La conferenza è stata soprattutto l’occasione, per la Commissaria e il suo staff, per presentare un documento di lavoro contenente un quadro comunitario delle zone agricole di montagna, dei relativi punti di debolezza e di forza, nonché degli attuali strumenti e misure previsti dalla normativa comunitaria vigente. Nell’esporre il punto di vista della Commissione, la Fischer Boel ha inoltre richiamato e commentato alcune delle proposte presentate dalle Regioni alpine nella Risoluzione di Garmisch.

Il forum internazionale si è aperto con l’accoglienza dei partecipanti da parte del Ministro federale austriaco, Niki Berlakovich, ed è proseguita il giorno successivo con il ricevimento di benvenuto e l’apertura dei lavori a cura di Anton Steixner, Governatore Provinciale del Land Tirolo.

La prima parte della mattinata ha visto l’intervento del Ministro federale austriaco, che ha sottolineato l’importante ruolo svolto dalla PAC (primo e secondo pilastro, rispettivamente pagamenti diretti e sostegno allo sviluppo rurale) con riferimento sia agli agricoltori che ai consumatori. Secondo Niki Berlakovich l’intervento politico nel mercato attraverso sussidi e misure specifiche dovrà continuare anche dopo il 2013 (anno di chiusura dell’attuale programmazione), così come il principio del cofinanziamento nello sviluppo rurale, importante elemento che consente di responsabilizzare le singole Regioni.

La parola è poi passata alla Commissaria europea, che ha innanzitutto sottolineato l’importante ruolo che l’agricoltura di montagna riveste a favore dell’ecosistema e ha ricordato, in secondo luogo, i suoi punti deboli, quali le difficoltà dovute alle altitudini elevate e la maggiore vulnerabilità rispetto ai cambiamenti climatici.

Nel corso del proprio intervento la Fischer Boel si è soffermata a lungo sul principale dato emerso nel documento-quadro elaborato a livello comunitario: le zone agricole di montagna sono assai diverse tra di loro, pertanto i dati medi sono troppo generici e non sono sufficienti a rappresentare correttamente le singole situazioni, in termini di problematiche, esigenze e rischi. Con riferimento, per esempio, alla percentuale di agricoltori che traggono il proprio sostentamento anche da un’altra fonte di reddito, nonché per quanto attiene al rischio di abbandono del territorio di montagna, la situazione è assai diversa da una regione all’altra. Non sarebbe quindi corretto, sempre secondo la Commissaria, elaborare una strategia unica, in quanto ogni area presenta esigenze proprie. Spetta ai singoli Stati membri e alle Regioni fare un esame attento delle proprie situazioni, cercando di individuare gli aspetti di debolezza e i punti di forza, in modo tale da saper mettere in atto gli strumenti e le misure più adeguate. Sarà loro compito sfruttare al massimo tutte le opportunità che sono in gran parte già presenti e che potranno sicuramente essere ulteriormente migliorate attraverso la collaborazione tra le istituzioni comunitarie, nazionali e regionali. Il modo in cui gli Stati e le Regioni danno applicazione alle varie misure previste dalla PAC ha forti conseguenze sulla vita quotidiana degli agricoltori, pertanto da parte della politica dovrà esserci il massimo impegno verso l’adozione delle scelte più corrette.

Nell’esporre il punto di vista della Commissione, la Fischer Boel ha richiamato poi alcune delle proposte presentate dalle Regioni alpine nella Risoluzione di Garmisch; in particolare, per quanto riguarda il pagamento dell’indennità compensativa, la Commissaria ha affermato che un eventuale aumento del limite massimo potrà sicuramente essere preso in considerazione nella nuova programmazione. Per quanto concerne il riconoscimento della qualità dei prodotti, altro aspetto oggetto della risoluzione, sicuramente la creazione di un marchio che sappia valorizzare i prodotti di montagna e garantire, allo stesso tempo, i consumatori circa la provenienza e l’alto valore in termini di genuinità e qualità, potrà rappresentare un ottimo suggerimento nell’ambito della revisione della politica agricola per la qualità. Meno ottimista è stata invece la Commissaria in relazione alla richiesta di introdurre uno specifico premio per i ruminanti e un aumento delle intensità massime di aiuto con riferimento agli investimenti aziendali. Secondo la Fischer Boel le misure per lo sviluppo rurale sono quelle che meglio si prestano ad essere applicate alle zone di montagna con limiti massimi più elevati rispetto alle altre zone, purché le giustificazioni siano basate su criteri oggettivi.

A conclusione del suo intervento la Commissaria ha incoraggiato all’ottimismo, perché grazie al dialogo iniziato le Regioni di montagna ricopriranno un ruolo attivo e avranno certamente uno spazio importante nella discussione sul futuro della PAC dopo il 2013.

Successivamente sono intervenuti il Ministro dell’agricoltura e delle foreste sloveno, Milan Pogačnik, il Ministro di Stato bavarese per l’Alimentazione, l’Agricoltura e le Foreste, Helmut Brunner, il Ministro per l’alimentazione e le aree rurali del Baden-Württemberg, Peter Hauk e, in rappresentanza delle Regioni alpine italiane, l’Assessore all’agricoltura e turismo della Provincia Autonoma di Bolzano, Hans Berger.

Nello specifico, l’Assessore Berger ha chiesto alla Commissaria europea definizioni più chiare e concrete circa le possibili nuove opportunità per le zone di montagna e un maggior margine di manovra per gli Stati membri. Un altro importante elemento portato all’attenzione da Berger è stata la valorizzazione dei prodotti quale strumento per mantenere la fierezza degli agricoltori, senza però incidere negativamente sulla concorrenza. L’agricoltura di montagna ha una funzione sociale per tutta la collettività e in ragione di questo e dei numerosi punti di debolezza è necessario, secondo l’Assessore di Bolzano, darvi priorità rispetto all’agricoltura delle altre zone svantaggiate.

Dopo i sopraesposti interventi ha preso avvio un intenso dibattito che ha permesso anche ai rappresentanti tecnici e politici delle altre regioni alpine presenti di esprimere le proprie perplessità e richieste in merito al futuro della PAC. Tra i principali elementi emersi è stato sottolineato il fatto che in alcune regioni di montagna il reddito della singola azienda deve sostenere un’intera famiglia, pertanto il miglioramento delle condizioni operative diventa in questi casi fondamentale; è stata inoltre evidenziata l’importanza degli investimenti per la produzione dei prodotti agricoli di montagna, nonché dei servizi. Il Consigliere generale delegato all’agricoltura del Dipartimento dell’Isère, Charles Galvin, ha inoltre sottolineato l’importanza della produzione lattiera e le relative difficoltà registrate nel periodo di crisi, nonché la necessità che venga assicurata una prospettiva a questo tipo di agricoltura.

In coda al dibattito la Commissaria europea ha voluto ribadire ancora una volta la diversità tra le varie zone di montagna, diversità emersa, a suo avviso, anche nel corso della discussione, che ha messo in risalto opinioni differenti: l’approccio corretto rimane quindi quello mirato e individuale, che investe i singoli Stati membri e le Regioni di un ruolo importante nel gettare le basi per assicurare un futuro all’agricoltura di montagna.

Nella seconda parte della giornata, come previsto, sono stati formati dei gruppi di lavoro che hanno approfondito tematiche quali le prospettive per l’agricoltura di montagna nella competizione globale, i servizi ambientali ad essa collegati e la diversificazione come chiave per assicurare il sostentamento delle aziende.

Nell’ambito del primo gruppo ha preso la parola, tra gli altri, Josefine Loriz-Hoffmann, collaboratrice della Commissaria europea, che ha esaminato la Risoluzione di Garmisch e coordinato la redazione del documento-quadro relativo all’agricoltura di montagna. Nel ribadire quanto già detto dalla Fischer Boel, la Loriz-Hoffmann ha evidenziato altresì come il problema dell’accessibilità sia certamente causa di costi di trasporto più elevati e di un maggiore isolamento tecnologico. Tale ultimo elemento richiederebbe, infatti, l’installazione di impianti a banda larga che consentano di garantire la comunicazione con il resto del mercato, in modo da sfruttare nuove occasioni e opportunità; a tal proposito la Loriz-Hoffmann ha affermato che specifici fondi sono attualmente disponibili per la realizzazione di tale obiettivo. Altro aspetto sottolineato è stato quello relativo alla necessità di diversificare e contrassegnare il latte di montagna in modo da poterlo vendere ad un prezzo adeguato, al fine di garantire la sostenibilità della produzione. È stata poi ricordata l’importanza della diversificazione delle attività e dei relativi strumenti e misure previsti dall’asse III dei programmi di sviluppo rurale. La politica delle singole Regioni ha e dovrà continuare ad avere un ruolo chiave, sarà quindi necessario sviluppare, attraverso la formazione, la professionalità degli agricoltori e la capacità di autogestirsi (progetti leader), facilitare una maggiore cooperazione al fine di ridurre i costi e realizzare un risparmio economico, sviluppare le capacità sul piano tecnologico, proporre misure speciali e prioritarie per le zone montane e assegnare la priorità a queste ultime nella scelta dei progetti da finanziare.

Malgrado lo staff della Commissione europea non si sia ancora espresso in modo chiaro e definitivo su tutte le richieste presentate attraverso la Risoluzione di Krün, il forum di Alpbach è stato senz’altro un momento importante di confronto e consolidamento della collaborazione instauratasi da ormai un anno tra le varie Regioni di montagna, che, strettamente legate tra loro da problematiche e preoccupazioni comuni, sono intenzionate più che mai a continuare il dialogo con l’Unione europea, al fine di garantire un futuro sostenibile alle proprie aziende.
 
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