Giovedì 10 e venerdì 11 dicembre 2009 si è tenuto a Torino un convegno a cura della Fondazione per le Biotecnologie, in collaborazione con la Regione Piemonte e con il patrocinio delle provincie di Torino, Cuneo, Asti e Alessandria, imperniato sulle fitoplasmosi della vite, in particolare sulla flavescenza dorata, le cui epidemie hanno raggiunto in alcune regioni del nord Italia dimensioni tali da costituire una vera e propria emergenza.
Attraverso tale incontro gli organizzatori hanno voluto far convergere il mondo scientifico, le amministrazioni pubbliche e le imprese viticole, per discutere dei problemi causati da flavescenza dorata e legno nero e fare il punto sulle più recenti acquisizioni scientifiche e sui risultati dell’azione di vigilanza finora condotta dai servizi fitosanitari regionali, nella prospettiva di un miglioramento della legislazione vigente.
Colorazione anomala della foglia di vite colpita da
giallumi fitoplasmatici - sintomo su varietà a bacca
rossa
Nel corso della prima giornata, suddivisa in cinque sessioni, si sono avvicendati una ventina di relatori provenienti da istituti di ricerca ministeriali o universitari che hanno apportato il loro contributo all’assemblea, presentando le novità conseguite a livello scientifico. Gli argomenti trattati hanno riguardato la diagnostica molecolare, il contenimento delle fitopatie a livello aziendale tramite il controllo dei vettori e delle piante ospiti o attraverso l’uso di elicitori, il recovery (guarigione spontanea delle piante affette da giallumi) con i relativi studi di valutazione della convenienza al mantenimento o all’estirpo delle piante risanate e le problematiche relative alla diffusione di legno nero e flavescenza dorata attraverso il materiale di moltiplicazione.
Nel pomeriggio del primo giorno ha avuto luogo anche una tavola rotonda che ha messo a confronto vivaisti, viticoltori, amministratori pubblici e rappresentanti di organizzazioni di categoria, nella quale si è discusso soprattutto dei limiti dell’attuale normativa fitosanitaria ritenuta da tutti i presenti suscettibile di miglioramenti per quanto riguarda la possibilità di dare agli organismi pubblici o agli enti locali il potere di intervenire direttamente in caso di inadempienze da parte dei conduttori delle piante infette.
La seconda giornata è stata caratterizzata da un’unica sessione, nella quale è stata analizzata la situazione delle regioni del nord Italia in relazione alla presenza di flavescenza dorata e legno nero e sono state illustrate le azioni di lotta messe in atto dai servizi fitosanitari competenti per territorio.
Piante di vite colpite da legno nero. Nell'interfilare
è evidente la presenza di ortiche, piante ospiti di
"Hyalesthes obsoletus" che possono ospitare
l'insetto vettore di questo giallume
A questa sessione ha partecipato anche l’Ufficio servizi fitosanitari dell’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, con un intervento dal titolo Esperienza regionale relativa al rinvenimento e al contenimento della flavescenza dorata in Valle d’Aosta, nel quale sono state illustrate le iniziative dell’Assessorato a partire dal 2006, anno del primo ritrovamento della fitopatia in Valle d’Aosta, che hanno portato alla presunta eradicazione della malattia nella nostra regione nel 2009. Nel corso dell’intervento è stato sottolineato che i risultati positivi ottenuti sono ascrivibili solo in parte alla tempestiva individuazione e all’immediato estirpo delle piante malate, perché il ruolo giocato dalla naturale bassa o nulla densità di Scaphoideus titanus (l’insetto responsabile della fitopatia) nei comuni dove si sono rinvenute le piante infette è stata fondamentale per il successo dell’operazione, in quanto l’obbligo della lotta al vettore, punto cardine nella normativa fitosanitaria, non è sempre stato accettato serenamente per il timore che l’uso di insetticidi avrebbe potuto alterare l’equilibrio raggiunto dopo anni di attività divulgativa finalizzata a far ridurre i trattamenti.
Nel corso del convegno è stato ribadito che, allo stato attuale, il mondo scientifico converge sulla teoria che l’unica via da seguire per evitare l’esplosione di epidemie di flavescenza dorata è costituita dall’azione di controllo attento e costante delle popolazioni del vettore con la lotta insetticida, perfino nelle zone dove la fitopatia non è ancora presente.
Per quanto concerne, invece, l’eventuale modifica alla normativa, l’incontro non ha raggiunto appieno le sue finalità in quanto è mancato, per causa di forza maggiore, l’intervento finale a cura del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali nel quale doveva essere discussa l’efficacia del decreto di lotta obbligatoria a più di nove anni dalla sua applicazione, nella prospettiva di un suo adeguamento.
Nel complesso il convegno è stato molto utile poiché le annose problematiche legate alle fitoplasmosi della vite sono state esaminate con la prospettiva di pervenire presto al raggiungimento di nuovi mezzi di contenimento meno impattanti sull’ambiente.
Per informazioni e segnalazioni:
Rita Bonfanti
Ufficio servizi fitosanitari
telefono 0165.275405/0165.275401
e-mail r.bonfanti@regione.vda.it