6 - 2010

DIFESA FITOSANITARIA

Rita BONFANTI
Ufficio servizi fitosanitari
Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari

A partire da questo numero dell’Informatore Agricolo saranno pubblicate le schede di riconoscimento degli organismi nocivi per i vegetali per i quali è previsto un piano di controllo territoriale da parte dei servizi fitosanitari

ORGANISMI DA QUARANTENA E ALTRE AVVERSITA DEI VEGETALI IL CUI MONITORAGGIO
E REGOLAMENTATO A LIVELLO COMUNITARIO

L’ufficio servizi fitosanitari è tenuto per legge ad esercitare la vigilanza sullo stato fitosanitario del territorio di propria competenza, quello compreso tra i confini regionali, per verificare la presenza di organismi nocivi ai vegetali, anche attraverso analisi specialistiche, come stabilito dall’art. 50, comma c) del D.Lgs. 214/2005.
Una parte molto importante di questa attività è occupata dal monitoraggio degli organismi detti “da quarantena” ovvero quel gruppo di parassiti e agenti di malattie delle piante, ritenuti particolarmente pericolosi per i danni che possono arrecare all´agricoltura o all´ambiente perché poco diffusi o non ancora presenti nella Comunità europea.
La lista degli organismi da quarantena è in continua evoluzione in quanto la libera circolazione delle merci tra Paesi, anche molto distanti, aggrava il rischio di introduzione in Europa di nuovi parassiti e patogeni.
Per facilitare la raccolta dei dossier riguardanti i diversi organismi, il servizio fitosanitario centrale, che ha sede presso MIPAAF, ha recentemente incaricato dei referenti (uno per ogni parassita o patogeno oggetto di controllo) appartenenti nella maggior parte di casi al personale dei servizi fitosanitari regionali e scelti tra soggetti in possesso di particolari competenze nei riguardi del parassita o del patogeno di cui devono occuparsi. Essi, a cadenza annuale e nel rispetto dei termini imposti per legge, hanno l'incarico di farsi inviare le relazioni prodotte dai servizi fitosanitari regionali e di compilare il report d'insieme riguardante lo stato fitosanitario dell’intero territorio nazionale riferito all’organismo nocivo assegnato.
Anche la Valle d’Aosta, coinvolta come tutte le altre Regioni in questa rete, è tenuta a riferire, nelle scadenze fissate dalle numerose norme in materia, gli esiti della sorveglianza fitosanitaria effettuata nel proprio territorio.
I lettori ricorderanno che la descrizione di una parte degli organismi da quarantena (quelli riguardanti la patata) è stata trattata in un recente articolo a firma di Fabio Guglielmo (Informatore Agricolo n. 4/2010), ora estenderemo la trattazione a tutti gli altri parassiti e patogeni oggetto di programmi di sorveglianza territoriale da parte dei servizi fitosanitari regionali.
Nella tabella n. 1) sono elencati gli organismi da quarantena per i quali vige l'obbligo di relazione annuale, nella stessa tabella sono riportati anche i riferimenti di legge che regolamentano i controlli, le scadenze per l’invio delle relazioni e i risultati dei controlli effettuati nella nostra regione nell’anno 2010.




Oltre ai suddetti organismi, ve ne sono altri che devono essere ugualmente monitorati, ma per i quali non vi è l’obbligatorio di invio di relazione alla comunità europea (vedi tabella n. 2).
 

A partire da questo numero dell’Informatore Agricolo, escludendo quelli che sono già stati oggetto di precedenti articoli, pubblicheremo delle schede di riconoscimento dei parassiti e patogeni di cui vige l'obbligo di monitoraggio per i servizi fitosanitari regionali, schede che riteniamo utili ai lettori anche ai fini di segnalazioni all’ufficio competente sulla loro presenza nel territorio e su eventuali danni arrecati alle colture.

 
Inizieremo a trattare la diabrotica del mais.

DIABROTICA O VERME DEL MAIS

Il verme del mais (nome scientifico Diabrotica virgifera virgifera Le Conte), è un coleottero di origine centro americana, appartenente alla famiglia dei crisomelidi.



Larva di diabrotica del mais
Foto tratta da "Insetti esotici e tutela ambiente"


DIFFUSIONE
In Europa è stato segnalato per la prima volta in Serbia nel 1992, nelle vicinanze dell´aeroporto internazionale di Belgrado e da lì ha cominciato a diffondersi nel resto dell’Europa centro-orientale. Il primo avvistamento in Italia risale al 1998 (Veneto) e tutt’oggi è insediato in tutte le regioni del nord e nel Lazio.
L’insetto si è diffuso nel nostro continente, presumibilmente, tramite il trasporto su gomma di materiale vegetale o terra. La diabrotica è in grado di spostarsi anche attivamente con volo proprio, coprendo notevoli distanze.
 

PIANTE OSPITI
Il crisomelide può svilupparsi su diverse specie vegetali appartenenti alla famiglia delle Poacee, ma solo il mais è l’ospite privilegiato ed è anche l’unica pianta che consente lo sviluppo di popolazioni elevate. Gli adulti sono stati trovati pure su Asteracee, Fabacee e Cucurbitacee.
 

MORFOLOGIA



Adulto di diabrotica del mais
Foto tratta da "Insetti esotici e tutela ambiente"

L’adulto è lungo 5-6 mm, il capo è nero, il corpo giallo-verde. Nelle femmine si possono notare striature longitudinali più scure sulle elitre (ali), mentre nei maschi vi è un’unica macchia bruna. Le uova sono bianco crema o giallo pallido e misurano 0,5 mm; la larva, lunga a maturità fino a 15-18 cm, è bianca o giallo chiaro con testa color nocciola e ha una placca scura sulla parte terminale (tergale). Le pupe, che si trovano solo nel terreno, sono color bianco e tendono a divenire più scure con la maturità.




BIOLOGIA
In Europa la diabrotica compie una sola generazione l´anno. L'uovo sverna sotto terra ad una ventina di cm di profondità. Nelle zone più calde della pianura padana le larve nascono a partire da fine aprile e iniziano a nutrirsi delle radici di mais. In Valle d’Aosta si presume che lo sviluppo larvale inizi nel mese di giugno. Dopo circa 30 giorni gli insetti si impupano e rimangono in quello stadio per circa 2 giorni prima di trasformarsi in adulti.
Nella nostra regione la comparsa degli adulti (che si nutrono invece della parte aerea del cereale) avviene da metà luglio (nella bassa Valle) fino a metà agosto (nei comuni centrali). A una settimana circa dall’inizio del volo, gli insetti si accoppiano e cominciano a ovodeporre nel terreno. Nel corso della vita, una femmina può produrre qualche centinaio di uova.


SINTOMI E DANNI
Le perdite di produzione su mais sono dovute soprattutto all’attività delle larve che si nutrono delle radichette e scavano gallerie nelle radici più grosse, determinando una riduzione nell’assorbimento degli elementi nutritivi e dell’acqua a cui consegue un rallentamento nello sviluppo delle piante e una predisposizione ad attacchi fungini.
Gli adulti, invece, provocano lievi scarificature alle foglie e, solo in caso di forte infestazione, producono seri danni in quanto sono in grado di ridurre il numero dei fiori fecondati e favorire la penetrazione di funghi che producono aflatossine.
In presenza di popolazioni consistenti (rese più estreme dalla monosuccessione della coltura) le piante allettano, assumendo il tipico portamento chiamato “a collo d’oca” dovuto al piegamento degli steli che, per reagire alla caduta, riprendono a crescere con una curvatura alla base.
 

PREVENZIONE, MONITORAGGIO E LOTTA
L’organismo, per la sua estrema dannosità, è stato riconosciuto come specie da quarantena e inserito nella lista A” dell’EPPO. In Italia la lotta è regolamentata con il decreto ministeriale del 21 agosto 2001 pubblicato sulla G.U. 239 del 13/1072001.
Il monitoraggio viene realizzato, secondo un apposito protocollo internazionale, con l´ausilio di trappole a feromoni sessuali costituiti da un foglio in plastica trasparente adesivo che viene avvolto a un apposito supporto all´altezza delle spighe o attorno ad una pianta di mais.
Le trappole devono essere collocate prima del picco di presenza degli adulti e restare in campo fino a metà-fine settembre, per un totale di circa 2-2,5 mesi di esposizione.
 

 

Mais allettato con portamento a collo d'oca dal sito regione Piemonte - servizi fitopatologici

Per quanto riguarda la lotta, nelle zone a indirizzo maidicolo (esclusa quindi la Valle d’Aosta), si è potuto constatare che la strategia chimica (molto usata negli USA) è poco efficace e troppo costosa e va comunque integrata con adeguate tecniche agronomiche. L’unico mezzo per prevenire la comparsa di popolazioni elevate è l´abbandono della monosuccessione, cui possono essere abbinate altre pratiche agronomiche che rendano più difficoltosa la sopravvivenza dell’insetto, quali le lavorazioni estive del terreno e l´uso preferenziale di ibridi a radici profonde facilmente rigenerabili in caso di attacco.
 

SITUAZIONE IN VALLE D’AOSTA
La coltivazione di mais nella regione Valle d’Aosta interessa circa 7 ha su una superficie complessiva di seminativi pari a 40 ha.
Poco meno della metà della superficie a mais (circa 3 ha per autoconsumo) è coltivata da una quarantina di coltivatori su piccoli appezzamenti (dimensione media dei campi: 150 mq). Solo 2 aziende coltivano mais su superfici più importanti. Molto diffuso è l’utilizzo di semente autoprodotta di vecchie varietà locali.
La pratica della rotazione, salvo qualche caso sporadico, è la norma.
Nel 2010 il monitoraggio è stao effettuato con trappole a feromoni che sono state disposte nei comuni di Donnas (2 trappole), Arnad (1 trapola), Sant-Marcel (1 trappola) e Aosta (2 trappole).

Nella bassa valle le catture sono iniziate dalla seconda decina di luglio (Arnad e Donnas) e si sono protratte fino alla raccolta (fine settembre) con una media stagionale di 160 individui/trappola. Nei comuni più interni alla valle, le catture sono iniziate in epoca più tardiva (metà agosto), si sono concluse entro fine agosto e sono state molto più ridotte (media stagionale 13 individui /trappola).

Nonostante il parassita sia presente nella nostra regione, la situazione fitosanitaria non è per nulla preoccupante in quanto non si sono mai visti allettamenti del mais e neppure danni significativi alle pannocchie, anche nelle zone a più elevata intensità di catture. È necessario comunque continuare con la pratica della rotazione e inserirla nei rari casi in cui non è stata ancora adottata
 
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