La Valle d’Aosta ha un’antica tradizione nel settore erboristico. Le caratteristiche pedo-climatiche della nostra regione permettono lo sviluppo di una ricca varietà di flora tanto che, tra le circa 5.600 piante superiori diffuse in Italia, quasi il 40 per cento è presente spontaneamente in Valle d’Aosta.
Achillea
La cultura popolare, che ha mantenuto in modo quasi inalterato l’antico sapere della tradizione orale quale espressione di una realtà contadina legata ai ritmi naturali della vita e all’utilizzo dei medicamenti semplici per la cura del corpo e dell’anima, ha permesso un generale risveglio dell’attenzione verso le erbe officinali, il rilancio e la valorizzazione delle zone marginali montane con un’agricoltura compatibile al territorio e nello stesso tempo redditizia. Attualmente nella nostra regione vi sono circa 50 piccoli produttori che coltivano circa 15 ettari a erbe officinali da destinare principalmente alle filiere agroalimentari, liquoristiche e del benessere della persona.
Lantana
Da alcuni anni vi è una crescente attenzione al naturale e ai prodotti della natura, nonché una maggiore esigenza di trovare nuove occupazioni o integrazioni al reddito. L’assessorato regionale competente in materia di agricoltura, a partire dal 1990, lavora attivamente per lo sviluppo di questo settore. Al Centro dimostrativo di Saint-Marcel sono state effettuate prove in campo per verificare l’adattabilità di alcune specie di erbe officinali; sono stati realizzati, inoltre, il progetto INTERREG II Italo-francese per la valorizzazione delle erbe officinali alpine e quello denominato LEADER +, in collaborazione con l’Institut Agricole Régional, per valutare la possibilità di realizzare nuovi prodotti che possano salvaguardare il territorio montano.
Il 16 febbraio scorso il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, la legge n. 2 “
Disciplina delle attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali”. Con questa norma si è voluto, di concerto con i produttori, colmare una lacuna rappresentata principalmente dalla scarsa regolamentazione del settore: sino a quel momento a livello regionale la materia non era regolamentata, mentre a livello nazionale la legge di riferimento risale al 1931. L’intervento normativo permetterà di riordinare e disciplinare il settore, al fine di favorire la coltivazione delle piante officinali nelle zone montane o marginali.
Salvia Salvia sclarea Sambuco
Le piante officinali sono vegetali, o parti di essi, contenenti principi attivi utilizzabili nel settore erboristico o alimentare. Per “attività di prima trasformazione” si intendono le operazioni di lavaggio, defogliazione, cernita, essiccazione, macerazione, taglio e distillazione, mentre ogni altra operazione rientra nell’“attività di trasformazione”. La legge definisce tre tipologie di piante officinali:
• prodotti alimentari ad uso erboristico: prodotti a base di piante officinali, singole o miscelate, non addizionati con prodotti di sintesi o semisintesi, destinati ad essere ingeriti a scopo non nutritivo, utilizzati nel tradizionale impiego alimentare di uso corrente per il quale non sono dichiarate finalità salutistiche o terapeutiche;
• piante officinali ad uso alimentare e domestico: piante officinali suscettibili di impieghi diversi da quelli terapeutici, talora in grado di operare interventi favorenti le funzioni fisiologiche dell'organismo e ritenute comunque innocue;
• piante officinali ad uso medicale: piante officinali ad alto potere tossico o di particolare attività farmacologica.
La Giunta regionale dovrà definire con propria deliberazione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, le piante officinali ad uso alimentare e domestico e quelle ad uso medicale.
Spirea ulmaria
• il corso di tipo A, rivolto ai soggetti che intendono svolgere le attività di coltivazione e raccolta delle piante officinali, delle loro parti e dei relativi derivati, coltivati o raccolti nel territorio regionale, per la realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico, domestico, cosmetico e medicale;
• il corso di tipo B, rivolto ai soggetti che intendono svolgere le attività di prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali, delle loro parti e dei relativi derivati, coltivati o raccolti nel territorio regionale, per la realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico e domestico.
• frequenza, con esito positivo, del corso regionale summenzionato oppure di equivalente corso di formazione svolto in altre Regioni o in altri Stati membri dell'Unione Europea, purché avente i contenuti minimi previsti per i corsi regionali;
• idoneo titolo di studio previsto dalla normativa statale vigente per lo svolgimento delle attività di prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali, delle loro parti e dei relativi derivati.