SECONDA PARTE: LE INSALATE (LATTUGA, CICORIE, DOLCETTE)
La parte alimentare degli ortaggi a foglia è costituita da foglie di varie forme e pezzature. In botanica, le insalate appartengono alle Asteracee e fanno parte di una grande famiglia che ne racchiude circa 1.600 diversi tipi. Più comunemente troviamo: la lattuga, le cicorie (radicchio, cicoria catalogna, di Milano e indivie) e le dolcette (valerianella).
LATTUGA
Lattuga iceberg
NOME SCIENTIFICO: Lactuca sativa L.
NOME FRANCESE: laitue.
ORIGINE: di origine ancora piuttosto incerta, pare provenga dalla Siberia. La lattuga era già conosciuta dagli Egizi e la sua coltivazione fu promossa dai Romani, che le attribuivano molte virtù terapeutiche.
CARATTERISTICHE è una pianta annuale con foglie più o meno larghe, ovoidali o in forma allungata e secondo la varietà ha diverse tonalità di colore, dal verde, al giallognolo, al rosso. La lattuga predilige i climi temperati e il terreno sciolto e ben lavorato, poiché possiede un modesto apparato radicale che si espande soprattutto nello strato superficiale del terreno.
SEMINA: da fine inverno all’autunno, secondo le varietà.
RACCOLTA: durante tutto l’anno, a circa 40-100 giorni dal trapianto.
CONSUMO: di norma cruda, come insalata.
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ: ricca fonte di sali minerali, acqua, fosforo e potassio. Il lattice che secerne provoca un lieve effetto rilassante, quindi è indicata per la cena, in particolare per persone ansiose o con problemi di insonnia. Il suo nome deriva dal latino lac, lactis (latte), per il colore bianco del liquido contenuto nel fusto.
VARIETÀ CONSIGLIATE
Le lattughe si possono dividere in:
• lattughe cappucce, dette anche a palla, in commercio durante tutto l'anno;
• lattughe romane, con foglie più allargate non sovrapposte;
• lattughe da taglio, dette anche "lattughino", con foglie sempre divaricate.
Tra le più note troviamo Iceberg, Canasta, Romana, Mora d’inverno, Meraviglia delle quattro stagioni, Regina dei ghiacci, lattughino da taglio.
TERRENO E CLIMA
La lattuga si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché profondo, ben aerato e fresco, ricco di sostanza organica e con PH neutro oppure leggermente alcalino (6,5-7). Non sopporta i ristagni idrici e il clima troppo secco e caldo. Si sviluppa senza problemi anche in montagna, soprattutto nel periodo estivo.
COLTIVAZIONE
La semina a dimora è consigliata da marzo a settembre e la germinazione dei semi avviene rapidamente. Quando le piantine hanno raggiunto circa 10 cm è necessario procedere a un diradamento a circa 20 cm tra le piante. La semina in semenzaio, effettuata in appositi contenitori alveolati, è consigliata da marzo a ottobre, per permettere il successivo trapianto a dimora da aprile a ottobre (sotto copertura). Il sesto di impianto consigliato è di 30-40 cm tra le file e 20-30 cm sulla fila.
Lattuga canasta
Avendo una crescita abbastanza rapida, la lattuga cresce molto bene sulla pacciamatura (ad esempio agritelo). E' una pianta longidiurna, con rapida induzione a fiore a lunghezze del giorno superiore a 14 ore (periodo maggio-agosto). Se la coltivazione avviene nel periodo estivo è consigliabile prediligere la lattuga romana oppure situazioni ombreggiate e non eccessivamente calde.
Le irrigazioni, mai troppo abbondanti, possono essere eseguite per aspersione. Per garantire un buon dosaggio dell’acqua è preferibile adottare i sistemi di microirrigazione, come il goccia a goccia. La raccolta, a scalare, avviene quando le foglie o la testa hanno raggiunto le dimensioni desiderate, a 30-60 giorni dalla semina o trapianto. Si può effettuare la sfogliatura, permettendo alla pianta di ricacciare nuove foglie, oppure raccogliere l'intera pianta tagliando la radice appena al di sotto delle foglie. Per le lattughe romane è previsto l'imbianchimento mediante legatura superiore delle foglie circa 15-20 giorni prima della raccolta. La produzione varia tra 3 e 7 kg a metro quadrato, secondo l’epoca di coltivazione e le condizioni pedo-climatiche. Il prodotto fresco, se tenuto in frigorifero ad una temperatura da 0° a 4°C, si conserva per 10-15 giorni.
PARASSITI E MALATTIE
Se coltivate in montagna le lattughe, di norma, non temono parassiti, mentre in pianura possono verificarsi problemi di afidi.
Lattuga in serra
Contro questi parassiti è consigliabile coprire le piante con tessuto non tessuto o con rete a maglia fine, in modo da impedire meccanicamente l’accesso degli insetti al fogliame, oppure usare macerazioni con erbe (ortiche, timo, eccetera) e sapone bianco di Marsiglia. Il non eccedere con le irrigazioni permette di prevenire marciumi e malattie come la peronospora, la ruggine e la muffa grigia. Temperature alte e squilibri idrici possono stimolare la fioritura anticipata.
CICORIE
Cicoria spontanea
NOME SCIENTIFICO: Cichorium intybus L
NOME FRANCESE: chicorée.
ORIGINE: piante tipiche delle regioni del mediterraneo. Al sud viene più comunemente coltivata la catalogna, mentre al nord il radicchio.
CARATTERISTICHE piante biennali a coltivazione annuale, con foglie più o meno larghe, ovoidali o in forma allungata. A seconda della varietà hanno diverse tonalità di colore, dal verde, al giallognolo, al rosso. Prediligono i climi temperati e il terreno sciolto e ben lavorato. Di norma resistono molto bene al freddo.
SEMINA: da fine inverno all’autunno, secondo le varietà.
RACCOLTA: durante tutto l’anno, a circa 40-100 giorni dal trapianto.
CONSUMO: crude o cotte, per insalate, contorni e piatti unici.
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ: le cicorie sono ricche fonti di sali minerali, acqua, fosforo e potassio. Contengono discrete quantità di vitamina C e le foglie di colore verde scuro sono particolarmente ricche di vitamina A. La scarola è una delle varietà più ricche di principi nutritivi (ferro, calcio, fosforo e vitamina A).
Il sapore amaro della cicoria è causato da una sostanza chiamata acido cicorico. Nella nostra regione è tradizione raccogliere e consumare in vari modi la cicoria spontanea (tarassaco).
Cicoria catalogna
VARIETÀ CONSIGLIATE
Fanno parte di questo numeroso gruppo l’indivia riccia, la scarola, il radicchio trevigiano dalle foglie rosse, la cicoria catalogna, di Milano e l’insalata belga, che si coltiva in inverno all’oscuro.
Le cicorie possono essere così suddivise:
- Cicoria da foglia (Cichorium intybus L. v. foliosum Bischoff)
- Cicoria da radici (Cichorium intybus L. v. sativus Bischoff)
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Si possono ulteriormente dividere in:
• Cicoria a foglie verdi o da taglio (varietà più diffuse: Spadona, Migliorata, a foglia larga);
• Cicoria a foglie colorate o radicchio (varietà più note: Rosso di Treviso, Rosso di Verona, Sanguigno di Milano, Variegato di Castelfranco, Variegato di Chioggia);
• Cicoria da foglie e steli (varietà più note: Brindisina, Catalogna, Pan di zucchero, Bianca di Milano indivia riccia, scarola);
• Cicoria da radici (varietà più diffuse: Cicoria di Bruxelles (o belga), di Brabante, di Brunswich, di Magdeburgo).
Cicoria spontanea (Tarassaco)
TERRENO E CLIMA
La cicoria si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché profondo, ben aerato e fresco, ricco di sostanza organica e con PH neutro oppure leggermente alcalino (6,5-7). Di norma è una pianta molto resistente che si adatta sia al freddo sia alle alte temperature. Si sviluppa senza problemi anche in montagna, soprattutto nel periodo estivo e autunnale. Può passare tranquillamente l’inverno sotto la neve, per ricacciare e formare il cespo a inizio primavera.
COLTIVAZIONE
La cicoria a foglia da taglio si semina a file o a spaglio, durante tutti i mesi dell'anno tranne quelli più freddi. Le restanti cicorie si seminano a file o si trapiantano, di regola, a giugno-luglio. La germinazione dei semi avviene rapidamente; quando le piantine hanno raggiunto circa 10 cm è necessario provvedere al loro diradamento. La semina in semenzaio, effettuata in appositi contenitori alveolati, è consigliata a giugno-luglio, per permettere il successivo trapianto a dimora a luglio-agosto per le varietà come la cicoria di Milano e le indivie. Il sesto di impianto consigliato è di 20-30 cm tra le file e 25-40 cm sulla fila. Le cicorie hanno una crescita abbastanza rapida e prendono il sopravvento sulle malerbe. Le irrigazioni, mai troppo abbondanti, possono essere eseguite per aspersione. Per garantire un buon dosaggio dell’acqua, è preferibile adottare i sistemi di microirrigazione come il goccia a goccia.
Indivia Scarola
La raccolta a scalare avviene quando le foglie o la testa hanno raggiunto le dimensioni desiderate, a circa 40-100 giorni dalla semina o trapianto. Per quanto riguarda le cicorie da taglio si può effettuare la sfogliatura, permettendo alla pianta di ricacciare nuove foglie, oppure, per le altre varietà, raccogliere l'intera pianta tagliando la radice appena al di sotto delle foglie. Per le indivie ricce e scarole è previsto l'imbianchimento mediante legatura superiore delle foglie circa 15-20 giorni prima della raccolta. Prima delle legature è necessario controllare che le foglie siano bene asciutte.
Per la cicoria a foglie colorate o radicchio la raccolta avviene in autunno-inverno, quando i cespi hanno raggiunto lo sviluppo completo. Le piante così raccolte possono essere destinate, come tali, al consumo, altrimenti sono destinate alla forzatura, pratica che consiste nel disporre le piantine, complete di radice, ad esempio, in cassette contenenti della sabbia o terriccio, in ambiente luminoso e caldo, in modo da favorire l'emissione di nuove foglie. Dopo 10-15 giorni si sarà verificata l'emissione di giovani foglie tenere e colorate del colore tipico della varietà. Con un sistema analogo, posizionando al buio le radici sottoposte al taglio delle foglie e alla spuntatura dell'apparato radicale, si ottiene la cicoria di Bruxelles o Witloof. In tali condizioni le piccole foglie del cuore si sviluppano a spese delle sostanze di riserva delle radici, andando a costituire il tipico "grumolo" bianco.
La produzione varia tra 3 e 7 kg a metro quadrato, secondo l’epoca di coltivazione e le condizioni pedo-climatiche. Il prodotto fresco, in frigorifero ad una temperatura da 0° a 4°C, si conserva per 10-15 giorni.
PARASSITI E MALATTIE
Radicchio
Se coltivate in montagna, di norma le cicorie non temono parassiti, mentre in pianura possono verificarsi problemi di afidi. Contro questi parassiti è consigliabile coprire le piante con tessuto non tessuto o con rete a maglia fine, in modo da impedire meccanicamente l’accesso degli insetti al fogliame, oppure usare macerazioni con erbe (ortiche, timo, eccetera) e sapone bianco di Marsiglia.
Il non eccedere con le irrigazioni permette di prevenire i marciumi e le malattie come la peronospora, la ruggine e la muffa grigia. Per problemi di mal bianco trattare con zolfo.
VALERIANELLA O VALERIANA
Valerianella
NOME SCIENTIFICO: Valerianella locusta L.
NOME FRANCESE: mache o rampon.
ORIGINE: è spontanea dell'area mediterranea.
CARATTERISTICHE pianta erbacea a ciclo annuale o biennale a seconda del periodo di semina. Inizialmente produce una rosetta di foglie spatolate, colore verde lucido, lunghe 8-10 cm; da aprile a giugno la pianta emette uno stelo fiorale terminante con mazzetti di piccoli fiori bianco-azzurri. E' considerata una specie rustica adattabile a diversi tipi di terreno, anche pesante purché ben drenato e dotato di sostanza organica. Il clima più adatto per la sua coltivazione è quello temperato.
SEMINA: di norma in autunno.
RACCOLTA: da fine inverno a inizio estate, quando le foglie hanno raggiunto la loro massima lunghezza.
CONSUMO: di norma cruda, per insalate.
PROPRIETÀ E CURIOSITÀ: dal punto di vista nutritivo è caratterizzata da un basso valore energetico (10 cal/100 g) e da un buon contenuto in vitamine e sali minerali. In presenza di giornate con molte ore di luce, è facile che vada a fiore. La valerianella non deve essere confusa con la valeriana (Valeriana officinalis), perenne carnosa con spighe di fiori dal bianco al rosa intenso e fioritura estiva.
VARIETÀ CONSIGLIATE
D'Olanda a seme grosso, a seme più piccolo Verde cuore pieno.
TERRENO E CLIMA
La valerianella è una specie poco esigente e che non richiede particolari cure. Predilige zone soleggiate e terreni ben drenati ma si adatta anche in posizioni ombrose. Si adatta bene a tutti i tipi di terreno, purché siano profondi, ben aerati e freschi, con PH neutro oppure leggermente alcalino (6,5-7). Non sopporta i ristagni idrici e il clima troppo secco e caldo. Si sviluppa senza problemi anche in montagna.
COLTIVAZIONE
La semina a dimora è consigliata dall’autunno a inizio inverno (sotto copertura) a file o a spaglio. La germinazione dei semi avviene rapidamente per le semine autunnali, mentre per le semine più tardive avviene a inizio primavera dell’anno successivo. Il sesto di impianto consigliato è di 10-15 cm tra le file e 10-15 cm sulla fila.
Grazie al suo ciclo di coltivazione corto e durante i mesi freddi, la valeriana prende il sopravvento sulle malerbe. E' una pianta longidiurna, con rapida induzione a fiore a lunghezze del giorno superiore a 14 ore (periodo maggio-agosto). Per la sua coltivazione nel periodo estivo, prediligere zone di alta montagna in situazioni ombreggiate e non eccessivamente calde. Le irrigazioni, mai troppo abbondanti, possono essere eseguite per aspersione. La raccolta a scalare av
Valerianella a inizio sviluppo
viene quando le foglie hanno raggiunto le dimensioni desiderate, a 60-90 giorni dalla semina. Si raccoglie l'intera pianta tagliando la radice appena al di sotto delle foglie.
La produzione varia tra 1-1,5 kg a metro quadrato in pien'aria e 2,5 kg a metro quadrato in serra, secondo l’epoca di coltivazione e le condizioni pedo-climatiche. Il prodotto fresco, in frigorifero ad una temperatura da 0° a 4°C, si conserva per alcuni giorni.
PARASSITI E MALATTIE
La valerianella è esposta agli attacchi parassitari comuni a tutte le insalate. Nelle colture di serra è soggetta soprattutto ai marciumi delle radici e del colletto e sulle foglie sono possibili attacchi di Peronospora. Dosare bene le irrigazioni. Temperature alte e squilibri idrici possono stimolarne la fioritura anticipata.