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ENTOMOLOGIA

LA PROCESSIONARIA DEL PINO

E' un insetto fitofago che si nutre, allo stadio di larva, delle foglie del Pino silvestre e del Pino nero. In inverno si racchiude in nidi posti alla sommità degli alberi facilmente visibili da chi percorre i versanti soleggiati della valle centrale

di Edi PASQUETTAZ
Direzione Foreste
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa Schiff. o Traumatocampa pityocampa) è un insetto appartenente all'Ordine dei Lepidotteri e alla famiglia dei Taumatopeidi che attacca il Pino silvestre (Pinus sylvestris L. ), specie forestale diffusa nel piano montano della nostra regione, e il Pino nero (Pinus nigra Arn.) specie artificialmente introdotta nei rimboschimenti lungo il versante esposto a sud della valle centrale.
 


Le larve quando escono dal nido si spostano in fila indiana formando cordoni ininterrotti, ossia in processione, da cui deriva il nome di Processionaria

Si tratta pertanto di un insetto monofago, ossia che si nutre a spese di una determinata specie vegetale, che divora allo stadio di bruco (larva) germogli e foglie, debilitando la pianta che diventa preda di successivi attacchi del bostrico.

 
Caratteristiche della specie

Adulto: ha una apertura d'ali di 35-45 mm nelle femmine e di 30-35 mm nei maschi. Le ali anteriori grigie sono attraversate trasversalmente da due o tre striature più scure mentre le ali posteriori sono bianche con una macchia nera vicino al margine inferiore.

Uova: sono di forma sferoidale di colore grigio argenteo e di diametro di un millimetro, vengono deposte a spirale attorno a due aghi in numero variabile ma generalmente di 100-150, e ricoperti con squame dell'addome dell'insetto adulto.

Larva (o bruco): nelle prime due mute ha colore verdastro macchiato di nero. Successivamente ha una tipica colorazione ardesia superiormente e bianco-giallastro inferiormente. E' fornito di peli di color ruggine riuniti in ciuffetti rasati e urticanti. A maturità raggiunge una lunghezza di 40 mm.

Crisalide: ha colore bruno rossastro, scarsa consistenza e una lunghezza di 18 mm.

Ciclo biologico

La Processionaria del pino compie una sola generazione all'anno. E' un Lepidottero termofilo la cui distribuzione non supera a nord e sulle montagne (sulle quali sale al massimo a 1000-1200 m) l'isoterma di 22 °C di luglio. Altra limitazione alla sua espansione è costituita dalla temperatura media di almeno 12°C nel periodo dello sviluppo embrionale (Servadei-Zangheri-Masutti).
 
La dipendenza dalla temperatura dell'espansione dell'insetto fa supporre che con le variazioni climatiche in corso la Processionaria abbia tendenza ad espandersi in futuro in zone a maggiore altitudine con l'eventuale ampliamento dell'areale del Pino silvestre.

Lo sfarfallamento degli adulti avviene scalarmente tra la fine di giugno e la prima metà di agosto. L'insetto ha abitudini crepuscolari; la femmina, dopo la fecondazione, depone le uova a mucchietti sulle foglie dei rami alti e in esposizione sud.




I bruchi costruiscono il nido nelle parti alte e soleggiate delle
piante, a partire della seconda muta. Con l’avvicinarsi dell’inverno
viene costruito il nido definitivo


Lo sviluppo embrionale dura 30-45 giorni. I bruchi nascono a partire da metà agosto e iniziano a nutrirsi a spese delle foglie e dei germogli.
I bruchi conducono vita gregaria e costruiscono il nido provvisorio a partire dalla seconda muta e, con l'avvicinarsi dell'inverno, costruiscono il nido definitivo sericeo biancastro che viene progressivamente infittito, ben visibile nella parte alta degli alberi e in posizione soleggiata.

A novembre, ai primi freddi, i bruchi non escono più dal nido per nutrirsi e inizia un periodo di quiescenza detto diapausa.

Dal monitoraggio effettuato nelle pinete di Nus e di Villeneuve (A.Focarile, 1979) si è accertato che ogni nido contiene mediamente 155 bruchi e che la temperatura interna al nido risulta costantemente più bassa della temperatura esterna.


In primavera, ai primi caldi, la Processionaria riprende l'attività e i bruchi si alimentano nuovamente di aghi nel periodo notturno e completano il loro ciclo. Le larve quando escono dal nido si spostano in fila indiana formando cordoni ininterrotti , ossia in processione (da cui deriva il nome di "processionaria"), seguendo la traccia del filo sericeo che viene lasciato sul percorso dall'insetto che precede.

La maturità viene raggiunta a fine aprile (quinta generazione) e a maggio le larve abbandonano il nido per scendere a terra e incrisalidarsi nella lettiera, ad una profondità di circa 8-10 cm.
Una parte dei bruchi che si sono incrisalidati non si trasformano in farfalle durante l'estate, bensì trascorrono il periodo estivo, l'inverno e la primavera in quiescenza e completano il ciclo con lo sfarfallamento solo nell'estate dell'anno successivo. Questo fatto spiega la difficoltà di eradicare la malattia nonostante la raccolta e distruzione, nel periodo freddo, di tutti i nidi di una determinata zona.

La propagazione della Processionria segue dei cicli (pullulazioni), variabili da zona a zona, con scadenze di circa cinque anni.

 
Danni

Le piante ospiti della Processionaria, specialmente quelle più giovani, subiscono notevoli ritardi vegetativi in quanto viene ridotta notevolmente la superficie fogliare fotosintetizzante. Spesso tuttavia il danno provocato consiste in un indebolimento generale della pianta che diventa facile preda di altri parassiti quali ad esempio il bostrico.

Oltre ai danni alle piante, soprattutto se diffuso in ambito urbanizzato, l'insetto può generare problemi all’uomo, in quanto a partire dalla terza generazione le larve sono ricoperte da peli urticanti che se toccati possono generare irritazioni cutanee (tipo orticaria).
 


Larva adulta della Processionaria (Thaumatopoea pityocampa). Le larve sono ricoperte di peli urticanti che, se toccati, possono generare irritazioni cutanee
 

I peli urticanti sono simili a piccoli arpioni provvisti di punte laterali dirette verso l'apice, i cui effetti derivano dal sommarsi di un'azione fisica, dovuta alla loro particolare conformazione, con l'attività chimica di una proteina solubile, liberata a seguito della rottura del pelo.
Non va trascurato il rischio proveniente da bruchi morti, dalle esuvie o da piante infestate.

Gli operatori del verde pubblico, o gli operai forestali addetti alla raccolta dei nidi, devono essere particolarmente accorti e protetti in quanto i peli vengono liberati nell'aria e possono produrre delle irritazioni alle mucose nasali, agli occhi e alle vie respiratorie.
Importante è non toccare né i nidi né gli insetti.

 
Lotta alla Processionaria

La lotta alla Processionaria è resa obbligatoria da apposite leggi fin dal 1926 e recentemente dal D.M. 17.04.98. Il decreto ministeriale prevede che i proprietari di boschi colpiti da Processionaria intervengano per la disinfestazione delle piante.
Per contrastare la diffusione dell'insetto si possono adottare diversi sistemi: meccanico, microbiologico e biologico.

L'Assessorato agricoltura e risorse naturali, attraverso i cantieri della Direzione foreste, provvede annualmente, da oltre un trentennio, allla raccolta meccanica e successiva distruzione col fuoco dei nidi, mirata fondamentalmente al contenimento della diffusione dell'insetto nei momenti di pullulazione. La raccolta tuttavia non è semplice e la quantità di nidi raccolti dipende dalla disponibilità di manodopera e dall'andamento climatico stagionale. La raccolta può infatti essere effettuata solo nel periodo di quiescenza dei bruchi, ossia da dicembre a febbraio. Gli operai, opportunamente protetti, provvedono al taglio dei rami che ospitano i nidi e successivamente alla loro distruzione con il fuoco.




Adulto di Processionaria


Le difficoltà di raccolta sono aggravate dalle disposizioni dei decreti legislativi in materia di sicurezza che impediscono ai lavoratori di arrampicarsi sugli alberi con la evidente conseguenza che non è possibile raggiungere molti nidi disposti nelle parti alte delle piante. In alcune regioni viene effettuata la distruzione dei nidi sparando con carabina; tale metodo tuttavia, oltre ad essere costoso, non ottiene sempre i risultati sperati.

Un altro metodo di lotta è quello microbiologico che si avvale di “bioinsetticidi” a base di ceppi selezionati di Bacillus thuringiensis (150 gr. ogni 100 litri di acqua), prodotto assolutamente innocuo per l'uomo e per gli insetti utili, che agisce sulle larve per ingestione.

La lotta biologica alla Processionaria si può effettuare altresì con trappole a ferormoni con le quali si tende ad attrarre la maggiore quantità possibile di maschi dall'ambiente per impedire gli accoppiamenti dell'insetto adulto. Le trappole a ferormoni sessuali, posizionate in numero di 6-8 ad ettaro, liberano nell'aria composti prodotti da insetti di sesso femminile per attrarre i maschi. Tale metodo si è tuttavia rivelato efficiente solo in caso di nuclei boschivi isolati con popolazioni di fitofagi in fase di latenza.

Nella pineta di Champdepraz in località Glair sono state altresì sperimentate metodologie di intervento con l'iniezione nei fusti di prodotti specifici contro la Processionaria senza tuttavia risolvere in modo permanente l'infestazione.

La Thaumatopoea pityocampa ha numerosi predatori naturali fra cui diversi imenotteri (calcididi, formica rufa..), ortotteri (tettigonedi), ditteri e coleotteri, nonché alcuni uccelli insettivori (cince) che, pur riducendo il numero di larve, non riescono a controllare le popolazioni in fase di pullulazione.
 


Operaio forestale in attività di raccolta dei nidi di Processionaria nel periodo invernale. Il ramo su cui è costruito il nido viene tagliato e sucessivamente bruciato


Il ciclo biologico della Processionaria, che prevede per una parte della popolazione un periodo più lungo di diapausa, impedisce l’eradicazione della malattia. La possibilità di nuovi sfarfallamenti l'anno successivo alla raccolta favorisce l'avvio di una nuova infestazione.

 
Conclusioni

La lotta alla processionaria è particolarmente difficoltosa e, nonostante la puntuale azione di controllo e la cospicua attività di raccolta e distruzione dei nidi, effettuata nel corso degli anni dall’Amministrazione regionale, non è possibile debellare le infestazioni dell'insetto che rappresenta per i popolamenti di pino silvestre e pino nero una piaga permanente.

Si tratta pertanto, in previsione di modifiche climatiche e perciò di un peggioramento della situazione fitosanitaria dei popolamenti di Pino silvestre, di proseguire nella lotta attiva alla Processionaria con i diversi metodi biologici e meccanici nonché con una costante attività selvicolturale.
 
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