La
cinciallegra (
Parus major, Linnaeus 1758) è la specie più grande degli appartenenti alla famiglia dei Paridi dell’ordine dei Passeriformi.
AREALE
Popola gran parte del territorio europeo e nordafricano; in Valle d’Aosta raggiunge anche, nella stagione calda, i 1500 - 1800 metri grazie al fatto che ben si adatta agli ambienti antropizzati.
MORFOLOGIA
Di corporatura compatta, è dotata di ali arrotondate e di dimensioni ridotte che le permettono di effettuare voli brevi anche se rapidi.
La livrea della cinciallegra è particolare, visto che il dorso è di colore verdastro mentre le parti ventrali sono gialle, attraversate dal petto al sottocoda da una striscia nera che si presenta più marcata negli esemplari maschi; il capo è di colore nero con guance bianche mentre la coda e le ali sono grigio-azzurre.
VOCE
Il canto è caratteristico: bi o trisillabico, viene ripetuto con continue variazioni, sopratutto nei mesi primaverili.
ALIMENTAZIONE
È un animale vorace che si ciba preferibilmente di insetti e delle loro larve che caccia tra i rami bassi e il terreno. Durante la stagione fredda sopperisce alla scarsità di insetti, alimentandosi anche di semi ed alcuni piccoli frutti. Abitualmente tiene il cibo con le zampe mentre lo sminuzza con il becco. Non disdegna offerte alimentari dall’uomo.
RIPRODUZIONE
L’accoppiamento e la deposizione delle uova avvengono nel periodo che va dall’inizio della primavera sino a luglio.
Nidifica in luoghi riparati quali cavità degli alberi e dei muri oppure nei nidi artificiali. Costruisce nidi a coppa utilizzando muschi e piume. Le femmine depongono dalle 8 alle 14 uova, bianche con piccole macchie rosse che vengono covate per circa 15 giorni; i pulli vengono accuditi per 20 giorni da entrambi i genitori. Sono possibili due nidiate annue.
COMPORTAMENTO
Frequenta ambienti quali i margini dei boschi, i frutteti e i giardini.
È un animale socievole, ma non tollera la presenza degli altri uccelli che spesso tenta di cacciare o infastidire nonostante la sua piccola mole.
Spesso vola tra i rami degli alberi ai quali poi si aggrappa a testa in giù per catturare formiche e pidocchi che si trovano lungo la loro superficie.
RISCHIO ESTINZIONE/NEMICI
Questa specie è considerata in stato di conservazione favorevole in quanto in alcuni paesi europei la sua popolazione è in lieve ma continua crescita.
BIBLIOGRAFIA
• AA.VV.,
Rassegna completa degli uccelli d'Europa, Rizzoli, Milano 1972;
• AA.VV.,
Il mondo degli animali, Rizzoli, Milano 1970;
• AA.VV.,
“Iconografia degli uccelli d’Italia Vol.III”, Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi”;
• M. Bocca, I. Grimod, L. Ramires, Fauna delle Alpi.
I vertebrati della Valle d’Aosta nel loro ambiente, Musumeci Editore, Quart 1996.
AVVISTATA LA SOSTA DI UN ESEMPLARE DI SPATOLA
Per la prima volta in Valle d’Aosta è stato avvistato un esemplare in abito giovanile di Spatola (Platalea leucorodia), appartenente alla famiglia dei Trampolieri. Si tratta di un volatile di grandi dimensioni: la sua lunghezza è compresa fra 80 e 90 centimetri, mentre l’apertura alare può raggiungere i 130 cm.
E’ riconoscibile dal becco lungo e piatto che termina a forma di spatola. Da qui il nome di questa specie di volatili che svernano abitualmente lungo le coste meridionali del Mediterraneo, anche se sono stati segnalati casi di svernamento sulle coste africane del Senegal. La Spatola si nutre di vermi e insetti d’acqua, di piccoli pesci, crostacei e molluschi.
La specie Spatola, fotografata in compagnia di un Airone bianco nella riserva naturale “Les Iles” di Brissogne - Saint-Marcel, è tutelata dalle convenzioni internazionali di Washington (1975) sul “Commercio internazionale di specie di flora e di fauna minacciate di estinzione”, di Berna (1979) sulla “Conservazione della vita selvatica dell’ambiente naturale in Europa” e di Bonn (1979) che disciplina la “Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica”.
La specie Spatola è tutelata, a livello europeo, dalla Direttiva CEE 79/409/CEE del 1979 che concerne la conservazione degli uccelli selvatici e, a livello italiano, dalla legge n. 157 del 1992: “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e dalla legge regionale n.8/2007.
Spatola con airone bianco (Foto: Roberto Facchini)