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Antincendi Boschivi

ATTIVITA E NUOVE PROPOSTE DEL SETTORE ANTINCENDIO BOSCHIVO IN VALLE D'AOSTA

di Giancarlo Cesti
Direzione foreste - Nucleo antincendi boschivi
L’anno 2007 è risultato ricco di iniziative ed impegnativo per l’attività antincendio in Valle d’Aosta, certamente non per quanto concerne l’attività operativa antincendio, che fortunatamente fino al periodo autunnale è rimasta in uno stato di normale amministrazione e non ha registrato eventi gravi come quelli degli anni precedenti (2001, 2003, 2005).

L’impegno è invece da riferire alla riorganizzazione delle squadre antincendio boschivo, che negli ultimi anni avevano perso di efficacia, non risultando più rispondenti alle esigenze di servizio conseguenti alle variazioni dell’assetto gestionale ed organizzativo avvenute nel settore forestale nell’ultimo decennio.

Le squadre antincendio boschivo regionali, formate da operai forestali assunti a tempo determinato e indeterminato, risultano particolarmente adatte allo svolgimento delle operazioni di bonifica (cioè l’estinzione definitiva di tutti i focolai periferici o perlomeno a rischio di ripresa, siti nell’area incendiata), nonché alle operazioni di sorveglianza e pattugliamento del territorio durante i periodi di elevata pericolosità d’incendio (in ausilio alle pattuglie dei comandi stazione).
 
Il loro impiego è particolarmente indicato sugli incendi di vaste proporzioni, dove la necessità di un gran numero di persone operanti sul fronte impone una certa autonomia operativa nei singoli settori, fatto che deve necessariamente essere suffragato da una sufficiente professionalità di base.



Fase formativa del personale antincendio boschivo.
Le operazioni di cooperazione aero-terrestre, se effettuate da personale non addestrato, possono risultare particolarmente pericolose.
Per questa ragione il personale è stato addestrato all’avvicinamento, alla salita ed alla discesa dall’elicottero (foto Cesti)
 

Secondo quanto indicato dal “Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”, si sono tenuti i corsi di formazione per i nuovi operai forestali con funzione di operatore antincendio boschivo e di aggiornamento per gli operatori che avevano già frequentato il precedente corso di formazione svoltosi nel 1994.

I corsi, tenuti da personale del Nucleo antincendi boschivi della Direzione Foreste, si sono svolti dando un’impronta aderente alla realtà operativa valdostana e trattando con un notevole livello di approfondimento gli argomenti propedeutici alla base della comprensione del comportamento del fuoco (combustibili, fattori orografici, fattori meteorologici), nonché dello stesso incendio boschivo.

L’approfondimento di queste parti propedeutiche è da intendersi come fondamentale per l’applicazione dei criteri di sicurezza del personale durante le operazioni di estinzione, unitamente alla parte specifica trattata nel corso.

Questo insieme di argomenti ha rappresentato più della metà delle ore di lezione e sicuramente l’obiettivo principale dell’attività formativa.

Il corso di aggiornamento (tenuto presso la Direzione Foreste, Vivaio forestale di Quart e sede del Nucleo antincendi boschivi) si è svolto in tre diverse sessioni (una invernale e due estive), della durata di 32 ore di lezione ognuna.

Del corso di formazione, della durata di 40 ore, per il momento è stata effettuata solo la prima sessione, essendone prevista una seconda nella prossima primavera.



L’incendio di Carema del 12/01/2007 (foto Cesti).

Il numero degli operai forestali addetti antincendio boschivo (a.i.b.) che hanno partecipato al corso di aggiornamento ammonta attualmente ad una cinquantina.
 
Tuttavia tale numero raddoppierà una volta terminato il corso di formazione che si protrarrà durante il 2008.

Durante lo svolgimento del corso sono stati distribuiti gli specifici Dispositivi di Protezione Individuale oggetto dell’ultima fornitura e conformi alla normativa antinfortunistica ed antincendio boschivo, ciò in sostituzione ai precedenti ormai in dotazione al personale da diversi anni.





La nuova organizzazione delle “squadre” prevede un contingente regionale unico, non più operante solo nell’ambito di una singola stazione forestale, ma su tutto il territorio regionale, anche se è ovvio che l’impiego degli addetti risponderà a criteri prioritari di vicinanza all’incendio per varie ragioni.

Un altro aspetto dell’attività antincendio nel 2007 è stato rappresentato dal coinvolgimento delle strutture in ambito extraregionale, fatto abbastanza nuovo per la nostra regione.
Se in Valle d’Aosta la situazione degli incendi boschivi è risultata relativamente tranquilla, nel resto dell’Italia le condizioni predisponesti erano ben diverse e il bilancio estivo ha ampiamente superato i 100.000 ettari percorsi dal fuoco, annoverando anche numerosi decessi conseguenti agli incendi.


In 3 occasioni la Valle d’Aosta ha fornito un aiuto operativo alle regioni colpite dagli incendi, in nome di una solidarietà interregionale che deve sempre più consolidarsi, anche in vista di possibili esacerbazioni dei fenomeni estremi, quali alluvioni, incendi, ecc. (conseguenti al cambiamento climatico che si sta inesorabilmente manifestando sul nostro pianeta).
 
In un certo senso si è restituita una piccola parte del grande aiuto fornito alla Valle d’Aosta dalle altre regioni e province durante l’alluvione del 2000.

La prima occasione si è presentata a gennaio, quando in concomitanza con un fortissimo vento föhnizzato che ha interessato la bassa valle e il Piemonte, si innescava un vasto incendio in comune di Carema che si propagava in seguito su quello di Settimo Vittone.

La nostra regione interveniva in supporto già nella prima mattinata, sia con squadre dei vigili del fuoco, sia con mezzi e personale del Nucleo antincendi boschivi, anche in supporto all’elicottero inviato nel pomeriggio dalla Protezione Civile valdostana.

L’intervento durava tutta la giornata ed ha rappresentato una prima occasione di collaborazione interregionale (interventi sulle zone di confine erano già stati effettuati negli anni precedenti), come è stato successivamente previsto nella convenzione di collaborazione operativa fra il Piemonte e la Valle d’Aosta firmata recentemente dai presidenti delle due regioni interessate.

Sulla base di questa convenzione, in caso di necessità, le forze di entrambe le regioni potranno, su specifica richiesta degli organismi regionali competenti, intervenire in ausilio alle altre forze antincendio durante eventi di notevole estensione e gravità nelle aree di confine o limitrofe (per la Valle d’Aosta l’area d’intervento comprende il Canavese ed il Biellese).


La seconda occasione di collaborazione si è avuta il 24 luglio in occasione dell’ondata di calore che ha investito l’Italia meridionale e centrale.

In questo caso l’intervento di supporto è stato effettuato in Abruzzo, dove gli incendi avevano creato situazioni a dir poco preoccupanti.

In questo frangente l’intervento è stato effettuato da un elicottero della Direzione Protezione Civile che ha lavorato nella regione del centro Italia per vari giorni, fino al ritorno della situazione ad una relativa normalità



Il contingente di rinforzo inviato dalla Valle d’Aosta in occasione dell’intervento di bonifica su una ripresa il giorno 2/9/07
(foto Cesti)



La terza occasione d’intervento, sicuramente la più consistente in numero di mezzi e uomini, si è manifestata in seguito ad una richiesta d’intervento pervenuta il 31/8/2007 dalla regione Marche (prov. di Ascoli Piceno), colpita il 30/8 da una serie di incendi boschivi e d’interfaccia urbano-rurale di notevole gravità e vastità.

Lo stesso giorno veniva inviato un elicottero della Protezione Civile, mentre il giorno successivo interveniva il Nucleo antincendi boschivi della Direzione Foreste, con un contingente di rinforzo e di supporto logistico-operativo all’elicottero leggero inviato il giorno precedente.

Scopo dell’intervento era quello di permettere una più efficace e definitiva azione dell’elicottero mediante l’appoggio da terra (esigenza che si era manifestata in occasione dell’intervento in Abruzzo il mese precedente), oppure di fornire un’unità d’attacco indipendente da utilizzare in azioni di controllo dei fronti di fiamma e di bonifica in zone lontane dalla rete viaria.

In sede operativa è stata poi utilizzata la seconda opzione, con l’unità terrestre svincolata da quella aerea (anche perché gran parte dell’intervento di contenimento è stata notturna).

Durante l’intervento svolto nei giorni 1-2-3-4/9/2007, le 4 persone del contingente hanno effettuato una trentina di ore sugli incendi, alle quali vanno sommate 22 ore per i trasferimenti.

Le ore lavorative totali del personale del Nucleo antincendi boschivi ammontano quindi a 232, mentre i chilometri percorsi dai mezzi (1 autobotte a.i.b. leggera e 1 pesante, oltre ad un veicolo appoggio elicottero) sono stati 4821.

Ai rifornimenti di carburante per gli interventi operativi ha provveduto la Regione Marche tramite il comune di Ascoli Piceno (centro funzionale).

Similmente l’amministrazione regionale marchigiana ha provveduto al vitto ed alloggio del personale durante la permanenza in zona.

La grande disponibilità della Regione Marche e del comune di Ascoli Piceno hanno garantito egregiamente tutte le necessità logistiche e di soggiorno, compatibilmente con le circostanze.

Durante l’intervento si è manifestata ancora una volta l’utilità dei mezzi specifici antincendio boschivo del Nucleo, con la dimostrazione della loro idoneità operativa anche in realtà diverse da quella valdostana.

Relativamente all’intervento aereo, la molteplicità dei focolai d’incendio e la vastità della zona interessata ha permesso solo pochi contatti fra le forze valdostane di terra ed aeree.

In qualunque modo il pilota intervenuto nelle Marche già nel pomeriggio di venerdì 31/8/2007, e contattato nei giorni successivi, ha riferito di non avere esigenze particolari relativamente al rifornimento idrico, data la vicinanza di bacini utili per il rifornimento nelle immediate vicinanze degli incendi (diga sul fiume Tronto).

Nel complesso l’esperienza è da considerarsi del tutto positiva, sia in termini di solidarietà interregionale, sia in termini operativi, vista l’efficacia delle azioni svolte.

Quest’ultima si è mostrata sia durante la fase di contenimento, sia in quella di bonifica.
Tale missione si può considerare come un positivo “collaudo” delle future possibilità d’intervento che sono state proposte in sede nazionale.
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