CARTA D'IDENTITÀ DELL’IDROFILO
Nomi comuni in Italiano/Francese/Latino:
Sanguisuga/Sangsue noire/
Haemopis sanguisuga.
Indirizzo (habitat): Stagni, fossi, laghi anche fino a 2000 m. di altitudine.
Segni caratteristici: inconfondibile il suo modo di nuotare nell’acqua, con movimenti in sù ed in giù come i delfini.. Da lontano potrebbe essere scambiata per un piccolo serpentello lungo anche 8-10 centimetri, di colore nerastro od olivastro. Ad un esame ravvicinato si può notare invece che il suo corpo muscoloso (non è per niente flaccido come qualcuno potrebbe pensare) è appiattito, formato da numerosi anelli cutanei, e presenta alle sue due estremità, leggermente appuntite e molto simili tra loro, delle ventose. La sua “testa” è situata anteriormente, nella direzione del suo movimento, e presenta 10 piccoli occhi quasi ai lati della stessa. Quando si sposta sui fondali fa leva sulla ventosa posteriore, quindi si allunga, fa presa con quella anteriore, infine avanza accorciandosi come una molla che prima si fosse distesa.
Professione: predatrice di piccoli invertebrati che inghiotte direttamente, con preferenza per le chioccioline acquatiche che risucchia infilandosi nel loro guscio.
Biologia: quando è in fase di riposo staziona spesso sotto a pietre e tronchi sommersi. È un animale ermafrodita che per riprodursi deve accoppiarsi con un suo simile. Le uova sono deposte in una specie di bozzolo. Può vivere per diversi anni.
La parola al diretto interessato: “
facciamo subito chiarezza su un aspetto importante visto che quando si dice “sanguisuga” molti umani hanno un fremito di disgusto immaginandoci appiccicate alla loro pelle e impegnate a fare una trasfusione di sangue da loro a noi. Nulla di più errato per quanto riguarda la Valle d’Aosta, dove non essendoci mai state paludi così vaste da ospitare frequentemente mammiferi che si immergessero nelle stesse per rinfrescarsi, non avrebbero potuto insediarsi le nostre “cugine sanguivore” Hirudo medicinalis, le quali tra l’altro grazie (o per colpa?) di una raccolta eccessiva delle stesse operata nei decenni passati sono ora quasi estinte ovunque. Quindi le sanguisughe che incontrerete in questa regione alpina sono indifferenti alla vostra presenza....ed anche un pò spaventate se cercherete di catturarle!”.
NOTA BENE: le sanguisughe di questa specie vengono spesso utilizzate in attività di Educazione Ambientale per dimostrare dal vivo a studenti e turisti che sono assolutamente innocue per l’uomo e sono animali affascinanti da osservare liberi nei loro ambienti. Anche così si dà una mano alla Natura.