L’inchiesta che ha scosso il comparto rurale valdostano nello scorso mese di novembre è purtroppo un duro colpo che rischia, tra l’altro, di incrinare l’immagine del nostro formaggio DOP, icona regionale di qualità e tradizione. Dopo un primo momento di sbandamento, però, la situazione generale si è delineata con una certa chiarezza, specie per quanto riguarda la sicurezza alimentare dei cittadini, ovvero di noi tutti.
L’inchiesta, oltre che interessare casi specifici ed individuali sicuramente da non sottovalutare e i cui esiti finali sapremo a tempo dovuto, ha creato particolare sconcerto proprio per gli aspetti legati alla sicurezza alimentare del nostro formaggio, quella Fontina che mangiamo regolarmente e in abbondanza da tutta una vita, da generazioni, da secoli. Legittime le preoccupazioni nell’immediatezza dell’evento e alle prime notizie fornite della stampa ma, dopo le rassicurazioni alla popolazione del Procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia relativamente alla non sussistenza di motivi di preoccupazione per la salute pubblica, la fiducia dovrebbe essere tornata, considerato anche che i dati storici sono di tutto conforto: non risulta, fino ad oggi, alcun caso di consumatori intossicati per aver mangiato Fontina.
Onde non ingenerare equivoci o sottovalutazioni, va ribadito che le norme a tutela del consumatore esistono e vanno rispettate, a ulteriore garanzia di igiene e salubrità dei prodotti. È chiaro, altresì, che se l’indagine giudiziaria dimostrerà che sono stati commessi reati, giusto sarà che i responsabili ne paghino le conseguenze. A coloro che si chiedono e ci chiedono “
Ma come è possibile che sia successo? E i controlli dov’erano?” rispondo che questa situazione è emersa proprio perché esistono i controlli e che ora è sotto controllo proprio perché chi deve vigilare lo fa scrupolosamente.
Per ora, tenendo alto il livello dell’attenzione e senza minimizzare quanto accaduto, rassereniamoci, mangiamo un pezzo di Fontina con un po’ di Pan Ner e diamoci da fare perché ci aspetta molto lavoro a favore di quel mondo agricolo e zootecnico che con serietà e dedizione ci permette di accogliere turisti e amici con orgoglio nella nostra regione. Dobbiamo subito risalire la china per recuperare quanto abbiamo perso in termini di immagine e di vendita, portando avanti un lavoro coordinato con i produttori perché, come ha detto Mauro Trevès, presidente della Cooperativa Produttori Latte e Fontina “
la stragrande maggioranza degli allevatori lavora per bene, con coscienza”. E dobbiamo farlo perché la Fontina lo merita davvero. Dopotutto quale valdostano o appassionato di questo formaggio potrebbe confonderlo con un fontal europeo o nazionale? Davvero nessuno, perché la Fontina è unica!
In questo periodo l’Assessorato ha potuto modulare e riorganizzare alcuni eventi in programma per la valorizzazione della Fontina DOP, presentandola fuori Valle e in casa, ed è da questi contatti che abbiamo capito che la nostra storia, la nostra immagine, la nostra qualità sono ancora vincenti, anche se qualcosa che non doveva accadere è, nostro malgrado, accaduta.
La manifestazione Golosaria, una rassegna di cultura e gusto promossa da Club di Papillon e ideata dal giornalista enogastronomico Paolo Massobrio, ha ospitato a Milano prima, e a Torino poi, il lancio del
Concorso Fontina d’Alpage 2009, ospitando nei diversi stand anche produttori valdostani, calorosamente accolti dai partecipanti e dal numerosissimo pubblico. Già sul sito internet di Golosaria la manifestazione veniva così presentata: “
Una delle perle casearie del nostro Paese è la Fontina e in particolare la Fontina d'Alpeggio, che ogni anno una tripla commissione di degustazione seleziona per arrivare a decretare le 10 migliori. Ebbene, per la seconda volta nella storia, le 10 forme migliori di queste eccellenze sbarcheranno a Torino, a Golosaria, e saranno messe all'asta per la gioia degli appassionati. Sarà un momento imperdibile, anche di conoscenza di uno dei migliori formaggi italiani.”
Paolo Massobrio “battitore”
Il 14 e 15 novembre scorsi la Piazza dei Mestieri in Torino ha ospitato Golosaria, dove si è poi tenuta l'asta delle Fontine d'Alpeggio il cui ricavato è stato utilizzato per premiare i primi tre classificati del Concorso, proclamati la settimana successiva. I partecipanti all'asta e i produttori caseari che esponevano i loro prodotti, sebbene al corrente dell'inchiesta in corso, non hanno posto domande. Al contrario, alcuni produttori hanno affermato che la Fontina è unica e che le notizie giunte non destavano particolare preoccupazione, sapendo che si trattava di casi isolati e individuati. Questa manifestazione è stata un importante veicolo di promozione dell'immagine della nostra regione, attraverso la punta di diamante e regina dei nostri alpeggi. Importanti ristoranti di Piemonte, Liguria, Costa Azzurra e Valle d'Aosta erano presenti all'evento e si sono condivisi con cortesia, ma con piglio imprenditoriale, le diverse forme all'asta per non meno di cinquanta euro al chilo.
Anche in Valle d’Aosta dobbiamo ricordarci che il nostro prodotto è unico, sano e compagno di tanti incontri in allegria. Troppo spesso ci dimentichiamo che abbiamo fermato il tempo e siamo rimasti in pochi a utilizzare il latte crudo, che è l'anima irrinunciabile della Fontina perché portatore di aromi unici e diversi allo stesso tempo. Siamo anche rimasti in pochi ad allevare razze bovine autoctone, laddove altri le hanno soppiantate con altre salvo poi pentirsi e cercare, oggi, di recuperarle. E' per questo che la premiazione del Concorso Fontina d’Alpeggio si è tenuta in casa nostra, con una sorpresa in più come a darci stimolo e vigore. Quante volte i lettori avranno sentito dire la Fontina è donna, che è una regina, che va accarezzata? Ebbene, quest’anno la Fontina è proprio donna: le prime tre Fontine classificate sono state create, accarezzate e curate da mani femminili, valorizzando a giusto titolo la donna all'interno della famiglia contadina nel ruolo fondamentale che le spetta.
E’ con grande piacere, dunque, che porgiamo complimenti vivissimi ai primi dieci classificati del Concorso, che sono:
1ª classificata: TIZIANA CERISE,
alpeggio Barasson di Etroubles, fascera 212
2ª classificata: ROSELLA FRACHEY,
alpeggio l’Arp-Vieille di Valgrisenche, fascera 124
3ª classificata: IRENE ABRAM,
alpeggio Berovard di Ollomont, fascera 243
4° posto ex æquo:
RINALDO PETITJACQUES, alpeggio Les Barmettes di La Thuile, fascera 24
SANDRO BONIN, alpeggio Grimaudet di Gressan, fascera 117
ANDREA CLUSAZ, alpeggio Beaurègne di Arvier, fascera 129
ATTILIO YEUILLA, alpeggio Les Maisonnettes di Avise, fascera 173
LEO BÉTEMPS, alpeggio La Léchère di Bionaz, fascera 221
RINO FAVRE, alpeggio Larveusse di Doues, fascera 252
CASEIFICIO AGRICOLE VALGRISENCHE di Valgrisenche, fascera 750
Le stesse forme selezionate e premiate dall'Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali nella manifestazione Concorso “Fontina d'Alpage” sono poi state inserite nel concorso Grolle d'Oro - Formaggi d'Autore tenutosi a Saint-Vincent ai primi di dicembre.
La cerimonia di premiazione del Concorso Fontina d’Alpage 2009, avvenuta in concomitanza con quella della Finale regionale del 52° Concours régional Batailles de Reines
La settimana successiva si è voluto catturare nuovamente l'attenzione del mondo della ristorazione e del commercio e la cittadinanza tutta con la manifestazione dal titolo emblematico “Io sono le Fontine”, che l'Assessorato ha organizzato a Saint-Vincent per ricordare a tutti che i formaggi ottenuti da latte crudo sono espressione profonda e ancestrale di un territorio e sono diversi in ogni momento, in ogni pascolo, in ogni casera ma pur sempre simili e inconfondibili. La manifestazione si è svolta mercoledì 25 novembre al Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent ed è stata moderata da Paolo Massobrio, con la presenza dell'Assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti Aurelio Marguerettaz, del Presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi Lino Stoppani e dello chef dell'Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano e Presidente dell'Associazione dei ristoratori Le Soste Ezio Santin, oltre che del sottoscritto.
All’incontro è seguita una cena durante la quale, sempre nello spirito di dare lustro al nostro prodotto per renderlo sempre più protagonista indispensabile della grande cucina italiana nel mondo, hanno dato il loro contributo grandi chef come Fausto Scola del Ristorante Scola di Castelbianco (Sv), Andrea Provenzani del Ristorante Il Liberty di Milano, Shiqin Chen e Giovanni Spegis del Ristorante La Rei di Serralunga d'Alba (Cn) e Fabio Barbaglini del Ristorante Le Cassolet di La Salle.
Serata “Io sono le Fontine” , foto di gruppo con gli Chef e gli studenti dell’IPRA di Châtillon