IL QUADRO NORMATIVO
Con l’approvazione del nuovo Programma di Sviluppo Rurale per il settennio 2007-2013, viene modificato l’impianto legislativo precedente con l’introduzione di nuove misure di sostegno agricolo e con la conferma delle misure storiche. I quattro assi prioritari che compongono il PSR prevedono finanziamenti, pubblici e privati, per circa 136 milioni di euro. L’Unione europea interviene generalmente per il 44% di questa somma, attraverso il FEASR (fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). La maggioranza delle risorse finanziarie si concentra sull’asse 2 (miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale), all’interno del quale spiccano le misure Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle zone montane e quella relativa ai Pagamenti agroambientali. In quest’ultimo ambito trovano conferma gli aiuti legati agli impegni della foraggicoltura, dell’alpicoltura, delle colture viticole e frutticole, della salvaguardia delle razze e dell’agricoltura biologica. Ad esse si aggiunge una misura che incentiva l’utilizzo della paglia per migliorare la lettiera degli animali. A seguito della pubblicazione, da parte della Commissione, dei regolamenti relativi alla c.d. riforma “health check” della PAC (febbraio 2009), il PSR 07-13 è stato modificato con l’introduzione delle misure 213 “Indennità Natura 2000” e 216 “Investimenti non produttivi”, che hanno l’obiettivo principale di conservare la biodiversità soprattutto nelle aree Natura 2000.
LE NUOVE ESIGENZE DETTATE DALLA NUOVA PROGRAMMAZIONE
Con l’entrata in vigore della nuova programmazione 2007-2013, la Commissione europea ha inteso operare un controllo totale delle superfici iscritte ai ventuno PSR presenti sul territorio nazionale. A tal fine, a livello nazionale, AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, che gestisce appunto i fondi europei e nazionali), per tramite del SIN, Sistema informativo nazionale, ha provveduto a effettuare sull’intero territorio nazionale un’operazione di rilievo fotogrammetrico e la relativa interpretazione per quanto riguarda superfici e tipologia colturale presente. Tali due attività hanno comportato la produzione di un’enorme massa di dati e si caratterizzano per due aspetti: il primo concerne il controllo delle superfici e in particolare la congruità della superficie catastale presente in mappa con quanto rilevato e calcolato in base alle fotografie; il secondo concerne invece la coincidenza tra qualità colturale dichiarata e quella dedotta dalla fotointerpretazione. Questo insieme di controlli ha dato origine alle ben note “anomalie” che non facevano altro che mettere in evidenza le non conformità tra superfici dichiarate presenti a catasto e quanto determinato in base alla visione delle foto aeree operata da esperti di lettura del territorio (fotointerpretatori). Una situazione di discrepanza superiore al 3% tra la superficie determinata con le foto e la superficie richiesta dall’agricoltore era già sufficiente a bloccare la domanda stessa. Da qui lo stato di grave ritardo in cui hanno versato i pagamenti delle domande e che si è protratto fino al dicembre scorso, quando è stata risolta la maggior parte delle questioni che ostavano alla corretta gestione dei procedimenti di istruzione delle domande.
A questo punto occorre richiamare un fatto che caratterizza fortemente la realtà colturale valdostana e la sua orografia. Nel 2007 sono state iscritte al PSR oltre 310.000 particelle catastali di cui circa 240.000 particelle di superficie agricola utilizzata (SAU) facenti capo a 3.000 aziende, per una media di 80 particelle di SAU per azienda. Tale numero è enorme e non trova riscontro in altre situazioni regionali. Esso va ascritto alla nota polverizzazione fondiaria determinata da decenni di divisioni delle superfici agricole tra eredi. Mentre un’azienda della pianura padana può detenere 50 ha di superficie su 5-10 particelle, da noi succede che per detenere 1 ha ci vogliano 50 particelle. Tale aspetto moltiplica notevolmente le possibilità di errore.
Soffermiamoci invece sulle qualità colturali. La Valle d’Aosta ha, per tradizione e per orientamento colturale storico, varie tipologie di superfici foraggere: il prato arborato è una specificità del fondovalle dell’envers e della zona di Saint-Pierre. Ora, in base alla lettura delle foto aeree tali superfici sembrano boschi! Quindi in assenza di un opportuno intervento da parte di AREA non sarebbero pagabili. Sempre riguardo alle superfici foraggere, grosse differenze emergono nelle superfici pascolive d’alpeggio. La rigidità del sistema nazionale prevede l’attribuzione di una percentuale di tara alle superfici con rocce affioranti oppure con presenza di alberi (larici, abeti) o di arbusti (ginepri, rododendri). È stato necessario, per le nostre storiche qualità di pascolo fertile e pascolo magro di alpeggio, adattare le modalità di calcolo delle superfici al sistema nazionale. Oppure pensiamo ai vigneti: in Valle esistono tre grandi tipologie di vigneto. La pergola della bassa Valle che dall’alto appare come una distesa verde (senza i filari che un fotointerpretatore si attenderebbe di vedere) con pietraie sparse (i muri visti dall’alto). La zona del centro Valle si distingue invece per i vigneti a filari classici con un sesto d’impianto talvolta così fitto da trarre in inganno i fotointerpretatori abituati a interfilari dove normalmente circolano i trattori. La pergola della zona di Morgex invece appare come piccoli appezzamenti di verde continuo delimitati da muri anche qui sparsi, oppure ancora, da prati bordati da sottili strisce di cespugli in cui compaiono sassi e muri (le vigne). Questi tre esempi testimoniano del fatto che, oltre alla difficoltà di determinare correttamente la coltura, permangono grosse difficoltà nella determinazione delle reali superfici vitate.
L’ATTIVITÀ DI AREA VDA
Essa consiste, molto sinteticamente, nelle procedure che autorizzano le domande al pagamento. È negli uffici di Saint-Christophe che vengono gestite, sulla base degli applicativi messi in opera dal SIAN (sistema informativo agricolo nazionale), le fasi che portano ogni domanda di indennità compensativa o di agroambiente al pagamento.
Fino all’annualità 2009, AREA VdA ha provveduto anche al ritiro delle domande, attività ora istituzionalmente delegata ai CAA dei patronati agricoli. Tale attività concerne la predisposizione della modulistica, l’accettazione e la registrazione delle domande. Il passaggio successivo consiste nel caricamento di questa mole di dati all’interno del sistema nazionale (SIAN) che determina l’ammissibilità e i pagamenti delle misure del PSR. Tale operazione va ripetuta anche sul sistema informativo agricolo regionale (SIAR) che gestisce altri tipi di aiuto non cofinanziati dall’UE. Una volta pronta la base di dati, costituita dall’insieme delle particelle catastali impegnate e delle unità di bestiame, essa viene affacciata con il sistema che gestisce le foto aeree. Il dialogo tra questi due sistemi permette di avviare la cosiddetta fase di “correttiva” dove vengono effettivamente determinate le superfici che saranno oggetto di premio. È in questa fase che le ben note “anomalie bloccanti” intervengono per sbarrare la strada al pagamento.
Allorché si ottiene un allineamento soddisfacente tra superficie richiesta e superficie determinata si può chiudere la “correttiva” e procedere con la fase finale denominata “istruttoria”.
In quest’ultima fase viene effettuata un’ulteriore serie di controlli relativi al rispetto della Condizionalità o del carico animale. Se i controlli sono positivi, l’istruttoria viene chiusa e la domanda viene messa in “proposta di liquidazione” e inviata all’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali che, sempre tramite il sistema informativo SIAN, la trasmette a Roma. Qui viene sottoposta a ulteriori controlli (ammissibilità, assenza di debiti pendenti con l’amministrazione statale, vedi INPS) e infine decretata al pagamento che avviene esclusivamente mediante bonifico bancario. Il tempo intercorrente tra la fase di proposta di liquidazione deliberata dagli uffici di AREA VdA e l’arrivo del contributo sul conto corrente è di norma superiore al mese, generalmente un mese e mezzo.
Accanto ai controlli delle superfici con le foto aeree, esiste anche, per un campione di domande, la modalità del controllo in loco dove i tecnici preposti verificano la rispondenza tra i dati dichiarati e quelli effettivamente riscontrati riguardo alle superfici e all’effettiva presenza della coltura.
ANTICIPI REGIONALI
Stante il dilungarsi delle procedure di autorizzazione al pagamento che per la prima volta venivano effettuate con questo sistema così preciso ma di difficile taratura, l’Amministrazione regionale ha provveduto all’erogazione, alle aziende che ne facevano richiesta, di un anticipo del premio. Tale importante forma di intervento volto a salvaguardare l’esposizione finanziaria delle realtà agricole, già solitamente oppresse dal peso degli investimenti, ha interessato in un primo momento le annualità 2007 e 2008. I calcoli dell’anticipo spettante sono stati effettuati grazie alla presenza sul sistema regionale dei dati presenti in domanda. AREA VdA si è occupata della gestione delle domande e della tesoreria. Dal mese di dicembre 2009, con l’erogazione delle prime spettanze del 2007 e in attesa di mandare a regime l’intero sistema, l’amministrazione ha confermato la possibilità di detenere l’anticipo 2007 anche per l’annualità 2009, dando ulteriori risposte alla situazione di crisi che incombe sulle aziende agricole, soprattutto per quanto concerne i costi delle materie prime e della manodopera.
La restituzione degli anticipi regionali è già avvenuta per le aziende che hanno cessato la loro attività, mentre le aziende attive dovranno restituire quanto anticipato in occasione dei rispettivi pagamenti che AGEA disporrà nel corso del 2009.
AZIENDE A CAMPIONE
L’unione europea dispone, per le misure cofinanziate, un controllo sul 5% delle aziende che partecipano alle misure del PSR. Tale campionatura interessa circa 300 beneficiari. Le procedure di controllo sono gestite a livello nazionale da AGEA che praticamente effettua i controlli di superficie e di qualità colturale per conto suo. Le aziende sottoposte a controllo a campione vengono estratte a sorte e le loro domande vengono bloccate tanto che non è possibile interferire con le procedure istruttorie nazionali fino a quando esse verranno sbloccate e rese istruibili per AREA VdA che provvede celermente a porre la domanda in “proposta di liquidazione”.
REFRESH E FASCICOLO 2010
L’Unione europea si era prefissata l’obiettivo di aggiornare (refresh) le banche dati e i rilievi fotogrammetrici in occasione della metà della programmazione 2007-2013. Nel corso del 2009 è quindi partita l’operazione refresh con la volontà di stabilire un “punto zero” normativo e tecnico sul quale fondare la fase finale del PSR e le successive programmazioni. L’iniziativa impegna gli agricoltori a denunciare, in base alle foto aeree che sono state loro recapitate, le superfici e la loro qualità che vengono confermate in fascicolo. A tale operazione partecipano attivamente i CAA, istituzionalmente detentori del fascicolo aziendale. L’attività di refresh si sta rivelando molto onerosa in termini di energie profuse dai CAA e di tempo dedicato dagli agricoltori per aggiornare il fascicolo aziendale. Il riscontro positivo di tale operazione consisterà nell’avere a disposizione domande di contributo con anomalie praticamente nulle (fatte salve quelle per cui l’agricoltore richieda una verifica delle particelle da lui ritenute dubbie) in quanto già regolate nel confronto con l’agricoltore. Avremo quindi domande istruibili in tempi più brevi e pagamenti più rapidi.