Il tarlo asiatico o Anoplophora chinensis Thomson è un insetto originario dell'Estremo Oriente, appartenente alla famiglia dei Cerambicidi (coleotteri dalle lunghe antenne), arrivato accidentalmente in Europa (precisamente in Lombardia) nel 2000, forse attraverso il commercio di bonsai. Nella forma larvale esso si nutre del legno di numerosissime piante (aceri, faggi, betulle, ippocastani, ontani, noccioli, platani, salici, lagestroemie, rododendri, querce, olmi, meli, peri e agrumi), scavando profonde gallerie nel legno vicino al colletto. Le piante attaccate vengono destabilizzate nella struttura portante e per questa ragione possono schiantare al suolo.
CICLO BIOLOGICO
Gli adulti sfarfallano a partire dal mese di maggio e rimangono attivi fino alla fine di settembre. Dopo essersi accoppiati, depongono le uova sotto la corteccia in prossimità del colletto delle piante ospiti da cui nascono le larve che scavano gallerie di alimentazione nel tronco e nelle radici. Alla fine del ciclo larvale, della durata di uno-due anni, nascono gli adulti che escono dal legno bucando la corteccia. I fori, detti “di sfarfallamento”, situati nella zona del colletto o sulle radici affioranti, sono ben riconoscibili in quanto sono spesso rivestiti di abbondante segatura e molto più grandi di quelli causati da qualsiasi altro insetto europeo (il diametro, infatti, va da 1,5 a 2 cm).
RICONOSCIMENTO DELL’INSETTO
Il corpo è nero puntinato di macchie bianche. Le antenne hanno segmenti alternati di colore nero bluastro e bianco. Il maschio (a sinistra, nella foto) misura poco più di 2,5 cm dal capo all’addome e ha le antenne lunghe 2 volte il corpo, la femmina (a destra), dall’addome più largo e dotata di antenne poco più lunghe del corpo, può raggiungere i 3,5 cm di lunghezza.
PERICOLOSITÀ
Vista la polifagia del tarlo asiatico, il suo arrivo può mettere a repentaglio il patrimonio agricolo e forestale e l’attività vivaistica di un intero territorio.
Per questa ragione l’insetto è diventato oggetto di un decreto di lotta obbligatoria e, in caso di ritrovamento, è indispensabile applicare misure di lotta molto severe per garantirne l’eradicazione. Attualmente non vi sono segnalazioni in Valle d’Aosta, ma l’Ufficio servizi fitosanitari è tenuto ad effettuare un monitoraggio per poter prendere prima possibile provvedimenti nel caso in cui il tarlo asiatico arrivasse nella nostra regione.
L’Assessorato chiede, pertanto, alla popolazione di contattare tempestivamente l’Ufficio servizi fitosanitari (località Grande Charrière n. 66, Saint-Christophe, tel. 0165/275405 - 340/0634624 - segreteria 0165/275401) in caso di avvistamento di esemplari somiglianti alla fotografia, nonché della presenza di fori di grandi dimensioni alla base o sulle radici affioranti delle piante potenzialmente ospiti. In caso di avvistamento di adulti, si consiglia di fotografare l’esemplare o, meglio ancora, di catturarlo e portarlo al suddetto Ufficio per consentirne la corretta identificazione (esistono specie locali simili, ma molto meno dannose, con le quali è possibile confonderli).