PREMESSA
Il rame, nelle sue varie formulazioni, è il principio attivo utilizzato da oltre un secolo contro la peronospora della vite.
Nonostante siano passati tutti questi anni, il rame rappresenta un indiscusso metodo di contenimento della Plasmopara viticola, al quale, nel corso del tempo, si sono affiancate (spesso sostituendolo), altre molecole dalle caratteristiche più diverse.
Nella viticoltura biologica e biodinamica il rame rappresenta ancora oggi l’unico principio attivo realmente efficace contro la peronospora, al quale spesso vengono abbinati infusi o macerati di erbe spontanee o preparati biodinamici (501) che hanno la funzione di potenziare l’effetto del rame e/o di limitarne il dosaggio.
Macchia d'olio su pagina superiore
A differenza di tutte le altre molecole utilizzabili, il rame possiede la capacità di aggredire il fungo a diversi livelli e ciò implica l’impossibilità di “assuefazione” dell’agrofarmaco da parte del patogeno; ciò significa che in pratica non esiste il rischio di resistenza del fungo al rame, cosa che avviene con tutte le altre molecole, ad esclusione, fino ad ora, del Fosetyl-Al (ERRE SEI).
Dimostrando un’efficacia pari a quella degli altri principi attivi, si sta assistendo ad un lento ritorno all’utilizzo del rame, pratica spesso abbandonata a causa della concorrenza di agrofarmaci sistemici, citotropici o translaminari, che hanno la capacità, al contrario del rame, di penetrare nel vegetale e di attuare la difesa al suo interno, senza essere influenzati dalle precipitazioni dilavanti.
Il rame, infatti, è un prodotto di contatto e preventivo, pertanto la sua presenza sugli organi vegetali da proteggere deve avvenire prima che il fungo riesca ad instaurarsi.
La copertura fitoiatrica continua o i trattamenti fitosanitari effettuati in funzione delle previsioni meteo, quindi prima che si verifichi la precipitazione, rendono il rame un prodotto altamente valido e sicuramente meno “invasivo” rispetto alle altre molecole, dal punto di vista ambientale, di sicurezza per l’operatore e di sanità del prodotto finale.
EFFETTI SUL TERRENO
Peronospora larvata
Il rame, essendo un metallo pesante, tende ad accumularsi nei primi strati del terreno, in cui influisce negativamente sulla vita microbica, sullo sviluppo di batteri, alghe, micorrize, funghi e lombrichi.
Nel suolo non subisce alcuna metabolizzazione, né degradazione e viene allontanato solo dall’azione dilavante delle piogge.
Inoltre, se il terreno è acido, il rame può passare nella soluzione circolante, non essendo più trattenuto dai colloidi argillo-umici, diventando altamente fitotossico per la vite.
Anche il rame, quindi, rappresenta un “male necessario” contro la peronospora, soprattutto in viticoltura biologica e biodinamica.
Cerchiamo quindi di capire qualcosa di più sui vari formulati attualmente in commercio, ponendoci come obiettivo quello di utilizzare il prodotto più efficace al momento opportuno, per il contenimento della malattia con il minor rilascio possibile di inquinanti nell’ambiente.
MECCANISMO DI AZIONE DEL RAME
Peronospora larvata su acini in accrescimento
Non è ancora del tutto chiaro come riesca a bloccare la peronospora, ma si suppone che modifichi la permeabilità della membrana cellulare, mediante la denaturazione delle proteine strutturali ed enzimatiche che la compongono.
Lo ione rame, inoltre, si sostituisce ad alcuni cationi essenziali, come idrogeno calcio, magnesio, formando dei chelati nella parete chitinosa di conidi, spore e micelio.
Lo ione rame, una volta penetrato nella cellula fungina, interferisce inoltre con numerose azioni enzimatiche, alterando i processi respiratori ed ossido-riduttivi.
Questi meccanismi di azione multisito si esercitano soprattutto in un blocco della germinazione di spore e conidi.
LE DIVERSE FORME DEL RAME
Peronospora su pagina inferiore
Quando si utilizzano prodotti a base di rame, spesso non si conoscono bene né le caratteristiche, né le formulazioni chimiche, in quanto si tende a confondere un agrofarmaco con un altro sotto la stessa dicitura “verderame”.
Lo ione rame, che è il vero pincipio attivo dei formulati cuprici, si libera a contatto con le secrezioni della pianta e con l'anidride carbonica contenuta nell'acqua piovana.
Quanto più rapidamente e tanti più ioni vengono rilasciati in forma libera, tanto più attivo risulta il preparato.
La velocità con la quale avviene la liberazione degli ioni e le dimensioni fisiche delle particelle distinguono le diverse forme chimiche del rame; tanto più queste sono ridotte, tanto più rapidamente avviene il rilascio degli ioni e tanto meglio essi vengono distribuiti sulla superficie della pianta trattata.
SOLFATO DI RAME IN PUREZZA
Si presenta sotto forma di cristalli blu, solubile in acqua, che se usato tal quale sulla vegetazione, dimostra una scarsa aderenza e un rilascio repentino o molto abbondante di ioni rame che causano un’elevata fitotossicità.
POLTIGLIA BORDOLESE
Peronospora in allegagione su grappolo
Si tratta di una miscela di solfato di rame e idrossido di calcio (calce) che rappresenta il primo agrofarmaco utilizzato dal viticoltore fin dall’inizio della lotta contro la peronospora.
Il problema principale è quello di riuscire ad ottenere una soluzione tamponata, ovvero neutra, con l’ausilio delle cartine tornasole; se è troppo acida brucia le foglie e aderisce poco alla vegetazione, se è troppo basica permane a lungo sulla vegetazione, ma non possiede un’efficace azione anticrittogamica contro la peronospora.
Le attuali poltiglie industriali sono chimicamente neutre ed hanno il pregio di persistere maggiormente sulla vegetazione rispetto alle altre formulazioni, ma hanno un rilascio di ioni rame molto lento.
SOLFATO TRIBASICO DI RAME
In questo caso il solfato di rame viene neutralizzato con idrossido di ammonio, conferendo una struttura molecolare tale da rendere subito disponibile parte del rame contenuto, mentre altra parte si solubilizza più lentamente, garantendo una graduale liberazione degli ioni rame, che permette, a sua volta, un’adeguata persistenza di azione; in questo caso si riesce ad ottenere una buona efficacia del prodotto e una riduzione della quantità di rame distribuita.
OSSICLORURO DI RAME E CALCIO (TRIRAMICO)
Presenta un’azione più veloce del tetraramico, ma meno persistente, a causa della molecola poco stabile. Essa possiede una maggiore sicurezza di impiego in quanto tende a rilasciare una minor quantità di rame a parità di tempo rispetto agli altri ossicloruri.
OSSICLORURO TETRARAMICO
Possiede un’azione più lenta, ma più persistente; il rilascio finale di rame è maggiore di quello dell’ossicloruro triramico.
IDROSSIDO DI RAME
Si caratterizza per una liberazione massiccia ed istantanea di ioni rameici; rispetto ad altri sali rameici, l’idrossido possiede una migliore prontezza di azione, per la maggiore finezza delle sue particelle, una maggiore persistenza (o al pari degli altri e leggermente minore rispetto alla poltiglia bordolese) e migliore ridistribuzione, essendo in grado di rimobilitarsi sulla vegetazione in caso di forte umidità ambientale.
OSSIDO RAMEOSO
È leggermente fitotossico per la pianta ed è dotato di buona adesività sulla vegetazione trattata, in funzione delle dimensioni delle particelle di cui è composto. La sospensione in acqua è fortemente limitata nel tempo a causa dell’elevato peso specifico che tende a far precipitare il prodotto.
IDROSSISOLFATO DI RAME
Si tratta di un nuovo formulato che dovrebbe unire la prontezza d’azione dell’idrossido alla maggiore persistenza sulla vegetazione del solfato; i tempi di carenza, su alcuni prodotti commerciali, passano da 20 giorni a soli cinque.
GLUCONATO DI RAME
Anche in questo caso si tratta di una nuova formulazione in cui il rame è presente in una percentuale massima dell’8%; per il momento è commercializzato come concime fogliare, ma la sua efficacia contro la peronospora è paragonabile a quella dell’idrossido, con il vantaggio di rilasciare nell’ambiente una quantità di rame ancora più bassa.
Attualmente è ancora in fase sperimentale come agrofarmaco contro la peronospora, ma i risultati ottenuti sono molto positivi.
Come si evince da questo elenco, le caratteristiche ed il relativo rilascio nell’ambiente di rame variano notevolmente a seconda del prodotto.
A parità di efficacia, quindi, conviene utilizzare il preparato che rilascia meno rame sull’uva e sul terreno e scegliere gli agrofarmaci complessi in cui il rame è associato ad altre molecole ad azione sistemica, citotropica o translaminare, sempre in base a questo criterio.
CONCLUSIONI
Il rame continua a rappresentare un valido mezzo di contenimento della peronospora e, a differenza delle formulazioni del passato, può essere utilizzato senza particolari problemi durante tutto il ciclo vegetativo della vite, sapendo scegliere prodotti, tempi, modi e dosaggi adeguati alle condizioni ambientali, allo stadio fenologico raggiunto e alla pressione della malattia.
I tecnici regionali sono a disposizione per aiutare il viticoltore nella scelta del formulato più adatto alla situazione del proprio vigneto.