In vista dell’imminente applicazione del “Piano operativo per la vigilanza e la prevenzione dei luoghi di lavoro”, approvato nell’ambito del Piano Nazionale della Prevenzione, pubblichiamo la seconda parte dell’articolo apparso sul numero scorso (3-2010) dell’Informatore Agricolo, riguardante l’utilizzo di trattori e macchine agricole, consultabile anche online all’indirizzo www.regione.vda.it/informatoreagricolo. La terza parte, relativa ai luoghi di lavoro e all’uso dei prodotti fitosanitari, sarà pubblicata sul prossimo numero.
Il Piano ha la finalità di ridurre gli infortuni gravi e mortali, in particolar modo quelli correlati all’uso delle attrezzature di lavoro, e prevede l’esecuzione di controlli nelle aziende agricole.
Per facilitarne la lettura, l’articolo si compone di una serie di domande e risposte. Per ogni ulteriore informazione si invitano gli interessati a rivolgersi agli uffici del Dipartimento di prevenzione – Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro, in corso Saint-Martin-de-Corléans n. 250 (ex maternità) ad Aosta (centralino 0165.546066, e-mail l.sicurezza@ausl.vda.it).
QUALI SONO LE PROBLEMATICHE DI SICUREZZA
PER COLORO CHE LAVORANO CON CARRI DESILATORI?
La pericolosità del carro desilatore risiede nel fatto che gli utensili di taglio e carico possano causare un impigliamento e successivo trascinamento dell’operatore. Ciò è ulteriormente amplificato dalla scarsa visibilità dell’area di lavoro dal posto di guida.
COME SI METTE IN SICUREZZA UN CARRO DESILATORE?
Anzitutto evitando il contatto con gli utensili attraverso schermi distanziatori agenti in particolare quando gli elementi taglienti sono in posizione bassa, inoltre la visibilità adeguata dell’area di lavoro unita alla manovra da una postazione sicura evita gli infortuni. Va ricordato che quando la macchina trasla, deve essere possibile azionare i comandi per la miscelazione e/o la trinciatura e la distribuzione solamente dal posto di guida. Gli stessi devono essere protetti contro l’avviamento accidentale con opportuni ripari.
Ove non sia possibile garantire una visibilità diretta della zona di lavoro occorre installare idonei dispositivi (specchi o telecamere a circuito chiuso) che assicurano una visibilità indiretta. Nella figura sottostante è riportato un esempio applicativo di specchio installato sulla struttura portante dei bracci dell’organo di taglio (fresa).
MOTOCOLTIVATORI E MOTOZAPPE SONO MENO PERICOLOSI?
Si tratta di macchine che hanno una diffusione elevatissima e purtroppo molti modelli anche piuttosto vecchi risultano privi delle più elementari misure di sicurezza ed hanno causato infortuni gravissimi sia agli utilizzatori che a terzi. I rischi derivano principalmente a) dagli organi in movimento non opportunamente schermati, b) dalla non corretta posizione delle stegole e dei leveraggi per il cambio, c) dall’inesistenza della posizione di folle tra una marcia e l’altra, nonché d) dalla mancata protezione delle parti calde e/o dal pericolo di ustioni con il sistema di scarico dei gas esausti ed e) dalla presenza di cavi elettrici non protetti in prossimità del carburante (rischio incendio).
QUALI SONO LE AZIONI E LE VERIFICHE DA FARE PER METTERE IN SICUREZZA UN MOTOCOLTIVATORE O UNA MOTOZAPPA?
In linea di massima si deve provvedere affinché i movimenti della macchina e l'azionamento degli utensili di lavoro siano possibili solo agendo sui comandi ad azione sostenuta che devono essere localizzati sulle stegole. In tutte le macchine provviste di retromarcia non deve essere possibile passare direttamente dalla marcia avanti alla retromarcia ma deve essere presente una posizione di folle. In caso di motocoltivatori e motozappatrici con ruote motrici non deve essere possibile far funzionare simultaneamente gli utensili di lavoro e la retromarcia (per esempio per mezzo di un blocco meccanico sulla retromarcia). I conduttori elettrici devono essere protetti da una eventuale usura per contatto abrasivo con superfici metalliche e devono resistere o essere protetti dal contatto con lubrificanti o carburanti.
I cavi elettrici devono essere raggruppati, quando possibile, in fasci e convenientemente fissati e montati in modo che nessuna sezione sia in contatto con il carburatore, le canalizzazioni metalliche del carburante, il sistema di scarico, le parti in movimento o gli spigoli vivi. Tutti gli spigoli di parti metalliche suscettibili di entrare in contatto con i cavi devono essere arrotondati o protetti affinché sia impedito ogni possibile deterioramento dei cavi per taglio o abrasione.
Deve essere inoltre previsto un riparo che prevenga dal contatto accidentale con qualsiasi elemento del sistema di scarico dei gas esausti maggiore di 10 cm2 che abbia una temperatura di superficie maggiore di 80°C.
QUANDO SONO PERICOLOSE LE MACCHINE
PER LO SPANDIMENTO DI CONCIMI GRANULATI?
Quando i loro organi in movimento non risultano opportunamente protetti. Per assicurare la protezione degli operatori contro contatti non intenzionali con l’agitatore e/o la coclea di alimentazione quando vi è un pericolo di trascinamento, di intrappolamento o di trascinamento, le macchine devono essere progettate in modo tale che gli organi di alimentazione non possano essere raggiunti da qualsiasi parte della tramoggia. La tramoggia deve essere dotata di una griglia che presenti le seguenti caratteristiche:
• fissa (in accordo con 3.25.1 della EN ISO 12100-1:2003); o
• che rimane attaccata alla macchine quando aperta (per esempio con l’utilizzo di una cerniera) e automaticamente bloccarsi in posizione di chiusura senza l’uso di attrezzi che sono necessari alla sua apertura; o
• una combinazione di questi due tipi di griglie.
Le aperture sulla griglia e la loro localizzazione devono essere conformi con le distanze di sicurezza stabilite da UNI EN ISO 13857:2008.
QUALI SONO I PERICOLI A CUI SI PUÒ ANDARE INCONTRO
NELL’USO DI UNA ROTOIMBALLATRICE?
Organi di taglio e di carico in
posizione sollevata: parete mobile
in posizione abbassata e organi
di miscelazione e/o trinciatura in
movimento protetti
La principale causa di infortuni gravi e mortali è dovuta principalmente ad un iniziale ingolfamento della zona di alimentazione con blocco degli organi lavoratori: il lavoratore si adopera per eliminare l’incastro dei denti del pick-up agendo con forche, rastrelli o peggio con le mani rimanendo impigliato nel riavvio dell’attrezzatura che non era stata disinserita dalla presa di forza. Altre cause di infortunio si rilevano nel contatto con alcune parti mobili, nell’apertura del portello posteriore o nello scarico delle balle.
QUALI COMPORTAMENTI DEVONO ESSERE POSTI IN ATTO
PER LAVORARE SU DI UNA ROTOIMBALLATRICE?
Anzitutto va osservato che la macchina deve essere munita di protezioni che possono essere aperte soltanto per mezzo di attrezzi. Queste protezioni devono rimanere collegate alla macchina una volta aperte (per esempio per mezzo di cerniere) e successivamente chiudersi in maniera automatica senza l’ausilio di attrezzi. Se non sono utilizzati questi tipi di protezione, la macchina dovrà essere fornita di protezioni mobili interbloccate oppure protezioni mobili provviste di un dispositivo che prevenga l’apertura fintanto che le parti sono in movimento.
Esempi di protezione delle leve contro l'azionamento accidentale
Gli elementi di raccolta e di alimentazione che possono essere fermati da un bloccaggio (es. ingolfamento) devono essere forniti di dispositivo inversore controllato dalla stazione di guida per mezzo di un comando ad azione mantenuta oppure di un dispositivo inversore azionato manualmente facilmente accessibile da terra o da una piattaforma di lavoro. Nel caso sia meccanicamente possibile azionare questo dispositivo inversore mentre la macchina è in azione deve essere fornita una frizione di sovraccarico sonora di arresto; e/oppure dispositivo che impedisca a questi dispositivi alimentatori di essere riavviati dopo il blocco senza una azione volontaria eseguita dall’operatore. Nelle vecchie rotoimballatrici vi è un bullone di frattura che si trancia quando vi è un ingolfamento della macchina. Attenzione questo elemento è un limitatore di torsione che non deve essere sostituito con un elemento di prestazioni diverse in quanto si tratta di un dispositivo di sicurezza: il bullone deve sempre essere originale.
La protezione contro contatti involontari con parti in movimento accessibili anteriormente e lateralmente al dispositivo di raccolta, deve essere assicurata da un insieme di barriere e parti fisse della macchina aventi dimensioni e distanze stabilite dalla normativa.
Deve essere inoltre possibile, per mezzo di un controllo manuale, disconnettere l’alimentazione dal legatore e dall’ago e prevenire avviamenti inavvertiti di questi elementi.
QUALI SONO I PERICOLI CONNESSI ALL’UTILIZZO DI UNA MOTOSEGA?
Nelle statistiche infortunistiche appare che la motosega risulta una macchina particolarmente pericolosa e che il suo utilizzo necessita di operatori addestrati. I pericoli connessi all’utilizzo di una motosega che divengono causa principale di infortunio sono legati:
- al contatto con la catena in movimento;
- alla rottura della catena;
- all’impuntatura per eccesso d'attrito o taglio mal eseguito;
- alla proiezione di materiali inerti (schegge, parti della corteccia o pietre) contro l’operatore o gli assistenti;
- al contatto con il tubo di scarico o altre parti surriscaldate;
- all’esposizione a rumore eccessivo;
- all’esposizione a vibrazioni;
- alla mancata ergonomia a causa di lavoro in posizioni scomode.
1) protezione posteriore della mano 2) perno ferma catena (spezza catena) 3) catena 4) barra 5) copribarra 6) arpione (rampone) 7) protezione anteriore della mano 8) impugnatura anteriore 9) bloccaggio acceleratore 10) acceleratore 11) impugnatura posteriore
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE UNA MOTOSEGA
PER MINIMIZZARE I RISCHI?
Visti i pericoli sopra evidenziati, la prima caratteristica richiesta non è legata alla macchina ma all’operatore: risulta di importanza fondamentale la formazione, l’informazione e l’addestramento del lavoratore ed è indispensabile l’uso dei DPI quali casco con visiera, cuffie antirumore, guanti, scarpe antinfortunistiche e abbigliamento antitaglio.
Quanto all’attrezzatura si può dire che le motoseghe a catena devono avere le seguenti caratteristiche:
• Essere dotate di una impugnatura per ogni mano. In vicinanza della impugnatura anteriore deve essere disposta una protezione della mano, per proteggere le dita dell'operatore da infortunio per contatto con la catena o urti con il materiale da tagliare. Le sole macchine di questa famiglia che possono non essere dotate di due impugnature sono quelle per potatura.
• La motosega deve essere equipaggiata con un freno catena. Deve essere possibile attivare il freno catena manualmente per mezzo della protezione anteriore della mano. Deve inoltre esistere un sistema meccanico che attiva il freno catena quando si verifica il contraccolpo.
• La motosega deve essere provvista di un acceleratore a pressione costante che ritorna automaticamente nella posizione di minimo ed è trattenuto in quella posizione dall'inserimento automatico di un bloccaggio acceleratore. L'acceleratore deve essere posizionato in modo che possa essere pressato e rilasciato da una mano munita di guanto che tiene l'impugnatura. Se è previsto un bloccaggio acceleratore per avviamento a freddo, esso deve essere concepito in modo tale che debba essere inserito manualmente e disinserito automaticamente quando viene premuto.
• La macchina deve inoltre essere dotata di un interruttore di massa, che ne permetta l'arresto definitivo e per il suo funzionamento non necessiti di una azione manuale continuata. Questo interruttore deve essere posizionato in modo che possa essere azionato quando la motosega è tenuta con entrambe le mani da un operatore che indossi guanti protettivi. Lo scopo e il metodo di azionamento dell'interruttore devono essere marcati in modo chiaro e durevole. Il colore dell'interruttore di accensione deve chiaramente contrastare con il colore del fondo.
QUALI SONO I RISCHI DOVUTI ALL’UTILIZZO DI TRINCIATRICI MECCANICHE?
Gli infortuni più comuni durante l’utilizzo delle trinciatrici sono principalmente dovuti al contatto con le parti in movimento della macchina (coltelli, cardano) sia alla proiezione di oggetti (sassi, pezzi di legno od altro) o di parti di lame a seguito della loro rottura per urto contro pietre o materiale dotato di elevata resistenza meccanica.
CHE CARATTERISTICHE DI SICUREZZA DEVE AVERE LA TRINCIATRICE?
Esempio di trinciatrice con gli organi in movimento
protetti mediante barriere fisse (imbullonate) e cuffia
di protezione cardano
Per garantire la protezione contro lanci di oggetti o di componenti della macchina, la trinciatrice deve essere dotata di un dispositivo protettivo costituito da un riparo rigido non perforato o in alternativa da catene, strisce di gomma o un telo rigido. Nel caso in cui questo dispositivo sia costituito dal telo, questo deve soddisfare stringenti requisiti di resistenza e di usura. La protezione laterale può essere realizzata mediante gonne collegate alle parti fisse della macchina. Gli organi di trasmissione del moto (alberi, cinghie, pulegge, catene, ruote dentate, ingranaggi) devono essere protetti con ripari che impediscano di raggiungere gli organi in movimento. Le protezioni devono essere fisse e possono venire rimosse solamente in caso di manutenzione, utilizzando appositi attrezzi (chiavi, brugole ecc). Deve inoltre essere protetto come per le altre macchine il giunto cardanico con la apposita cuffia.
(Immagini tratte dal sito internet dell'ISPESL)