La mosca del noce (nome scientifico: Rhagoletis completa Cresson) è un insetto che attacca il noce comune (Juglans regia) danneggiandone la produzione. Originario dell’America centro-settentrionale, questo parassita è stato segnalato per la prima volta in Veneto, una ventina di anni fa, e da allora si è diffuso in tutte le regioni del nord e del centro Italia. In Valle d’Aosta è arrivato alla fine degli anni ’90 e, adesso, rappresenta il principale problema fitosanitario del noce.
DESCRIZIONE DELL’INSETTO
Si tratta di un dittero di dimensioni ridotte, molto simile alla mosca del ciliegio. Le due specie si distinguono per la diversa disposizione dei disegni scuri presenti sulle ali. La lunghezza dell’adulto (
foto 1) può variare da 0,4 a 0,8 mm. Le larve (
foto 2-3) sono di colore bianco e di forma leggermente conica (lunghezza massima 0,9 mm), mentre i pupari sono ovoidali, di colore marrone chiaro e misurano 0,5 mm.
Foto 1. Adulto di Rhagoletis completa foto Erwin Mani
Foto 2. Larva mosca del noce
Foto 3. Larva mosca del noce
CICLO BIOLOGICO
Il ciclo di Rhagoletis completa è molto simile a quello della mosca del ciliegio. Essa sverna come pupa nel terreno, a pochi centimetri di profondità, e compie una sola generazione l’anno. In Valle d’Aosta, nelle zone più precoci, gli adulti emergono da inizio luglio e il volo termina verso la metà di settembre (fig. 1). Le ovoposizioni hanno inizio un paio di settimane dopo i primi voli, in corrispondenza del picco di presenza di adulti (fig. 2).
Ogni femmina può deporre complessivamente 300-400 uova, in gruppi di 5-20 unità deposte in una cella scavata con l’ovopositore nel mallo (ovvero la polpa di colore verde che riveste la noce prima della maturazione). Su ogni frutto si trova una sola cella, poiché la femmina "marca" la noce dove ha deposto le uova con un feromone inibitore per le altre femmine. La nascita delle larve avviene dopo 5-7 giorni. Lo sviluppo larvale, a spese del mallo, comprende tre età e dura da 3 a 5 settimane; raggiunta la maturità, le larve abbandonano il frutto e si lasciano cadere al suolo dove si impupano per poi emergere come adulti nell’estate dell’anno successivo e, a volte, anche dopo due o tre anni.
DANNI
L’infestazione dà luogo alla comparsa di macchie scure sul mallo (foto 4), da cui cola un liquido nerastro ricco di tannino e caratterizzato da un odore sgradevole.
Foto 4. Attacchi di mosca su frutti di noce
Le macchie sono dovute al progressivo disfacimento della polpa provocato dallo sviluppo delle larve. Il liquido prodotto dai tessuti in disfacimento impregna il guscio annerendolo e, nei casi più gravi, fa ammuffire il gheriglio (parte commestibile del frutto). Lo sviluppo del gheriglio può anche essere compromesso da un danneggiamento dei vasi conduttori, ma anche nel caso in cui il gheriglio si formi normalmente, gli attacchi di mosca portano al raggrinzimento del mallo che, a maturazione del frutto, aderisce fermamente al guscio, lasciando macchie scure che deprezzano le noci (
foto 5).
Foto 5. Guscio annerito a seguito di attacchi di mosca del noce
In caso di attacchi gravi si può arrivare alla perdita dell’intera produzione. A volte l’infestazione di mosca può portare a una cascola anticipata dei frutti, ma essi possono anche rimanere rinsecchiti sulla pianta.
DIFESA
Per procedere a una difesa fitosanitaria efficace, occorre fare una corretta diagnosi ed escludere che si tratti di antracnosi (vedi paragrafo successivo). In Valle d’Aosta però la mosca è presente quasi dappertutto, perciò è buona norma intervenire sempre contro questo parassita, poiché i nemici naturali di Rhagoletis completa non sono molto efficaci nel contenere le infestazioni.
Foto 6. Trappola proteica per la
cattura massale di mosca del noce
La difesa si può fare con l’uso di trappole proteiche
(foto 6) che si costruiscono a livello domestico prendendo delle comuni bottiglie di plastica da 2 litri, riempite per 1/3 del loro volume con una miscela di ammoniaca al 5% (non profumata) e acqua in parti uguali, a cui si deve aggiungere qualche acciuga. Queste trappole devono essere appese agli alberi, in numero di 2-4 per pianta, secondo le dimensione della chioma, con l’ausilio di tappi speciali (reperibili in commercio) che permettono l’entrata degli insetti, ma impediscono quella della pioggia. Gli insetti, attratti dall’odore emesso dal contenuto della bottiglia, penetrano all’interno e annegano nel liquido.
In alternativa alle trappole proteiche è possibile usare delle trappole cromotropiche gialle.
Foto 7. Trappola utilizzata in
Valle d'Aosta per il monitoraggio
della mosca
L’impiego di insetticidi è senz’altro il sistema più efficace nelle zone a forte presenza dell’insetto, ma poiché all’attualità non esistono molecole registrate contro la mosca del noce, è possibile comunque usare prodotti a base di Spinosad, attualmente registrati contro la carpocapsa (che attacca ugualmente il noce), in quanto esplicano, indirettamente, il controllo del parassita
Rhagoletis completa.
Si ricorda infine che l’ufficio servizi fitosanitari esegue annualmente il monitoraggio della mosca del noce con l’uso di trappole a feromoni (foto 7) dislocate in alcuni punti presenti sul territorio regionale al fine di individuare con precisione il momento più adatto per intervenire che viene divulgato con la pubblicazione tempestiva di un avviso sulla pagina web dell’ufficio servizi fitosanitari presente nel sito della Regione VdA e per mezzo servizio di sms.
SOMIGLIANZA CON L’ANTRACNOSI DEL NOCE
Foto 8. Antracnosi del noce su foglie
Bisogna porre molta attenzione a non scambiare i danni dovuti a infestazioni di
Rhagoletis completa con quelli provocati da antracnosi del noce, malattia fungina (agente causale:
Marsonnina juglandis), favorita dalle primavere piovose e assai diffusa in Valle d’Aosta nelle annate che presentano condizioni climatiche favorevoli, come è stato ad esempio il 2010.
Foto 9. Attacchi di antracnosi
su frutto di noce
Gli attacchi di antracnosi, però, si manifestano già a partire dal mese di maggio e danno origine a macchie scure (necrosi) su numerosi organi quali: foglie, rami non lignificati e giovani frutti (foto 8 e 9) e sono proprio gli annerimenti sui frutti che possono essere confusi con le macchie causate dalle larve di mosca. L’antracnosi si previene distruggendo le foglie infette cadute a terra e con trattamenti alla chioma con prodotti rameici (autorizzati su noce) all’apertura delle gemme.
(Foto Rita Bonfanti)
L’Associazione Micologica Valdostana (A.M.V.),
con il contributo del Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta (CSV),
organizza
sabato 20 novembre 2010, dalle ore 9.15 alle ore 13.30
nella sala teatro della Cittadella dei Giovani, in via Garibaldi 7 ad Aosta
il seminario sul tema
Funghi micorrizici arbuscolari come biofertilizzanti naturali.
Coltivazione degli ortaggi: i funghi sostituiscono i concimi?
Alcuni funghi e batteri del suolo sono dei biofertilizzanti naturali, agiscono migliorando la fertilità del suolo e danno un contributo rilevante allo sviluppo delle piante. Il seminario si rivolge a coloro che intendono sperimentare nel proprio orto un metodo di coltivazione alternativa.
Partecipazione gratuita. Info: Alberto Marcoz 335 8028513 – Dominique Tamone 333 2366497