L’idea di questo progetto era nell’aria da tempo e aveva preso origine da due distinti fattori. Il primo riguardava la rappresentazione, in alcune Scuole primarie, di Leggende relative al Lupo e l’individuazione di alcune Buche del Lupo (antiche trappole scavate nelle radure delle foreste per catturare i lupi) ancora esistenti in Valle d’Aosta, proprio grazie a racconti che si riferivano a queste. Di recente, a questo proposito, siamo stati informati che il BREL-Bureau Régional pour l’Ethnologie et la Linguistique sta terminando di redigere una schedatura di tutte le Buche del Lupo ritrovate tramite varie ricerche sul territorio regionale. Il secondo fattore era stato l’inaspettato successo della rappresentazione teatrale di una Leggenda locale per la Festa degli Alberi 2009 a La Thuile. In tale occasione lo scrivente, insieme a Nicole Vesan, Barbara Butelli e Denise Marguerettaz, aveva allestito una rivisitazione de “La Leggenda della Lepre Bianca” dove la stessa era stata anche analizzata a fondo in un dossier consegnato poi alle insegnanti della Scuola primaria di La Thuile. Queste, quindi, sono state le origini del presente progetto che sarà a disposizione di tutte le Scuole della nostra regione, con la possibilità che la Direzione flora, fauna, caccia e pesca possa fornire loro uno studio dettagliato delle Leggende che avranno prescelto, e le loro eventuali rappresentazioni, anche in occasione di manifestazioni legate alla Natura come le Feste degli Alberi. Entrando nello specifico, quasi tutte le Leggende, come forse tutti sanno, derivano da miti o culti risalenti a tempi antichissimi, e pur essendo state oggetto di modifiche, aggiunte e rimaneggiamenti vari nel corso delle loro trasmissioni orali da una generazione all’altra, spesso contengono ancora elementi e informazioni originarie che risultano molto interessanti da analizzare. Sono quindi questi particolari da ricercare, in questa forma di “archeologia verbale”, i quali potranno quindi permettere delle prospettive sul nostro remoto passato, spesso completamente ignorato o malconosciuto.
Riteniamo che il “leggendario” della nostra regione contenga preziose informazioni, tutte da disseppellire, sia sullo stato dell’ambiente nei secoli scorsi e del rapporto che l’uomo intratteneva con esso, che sulle relazioni che le popolazioni locali imbastivano con il meraviglioso, con il sacro, con l’occulto e con le paure di un mondo che doveva apparire loro spesso minaccioso e gravido di pericoli incombenti. Quindi, si avrebbe tuttora a disposizione un grande serbatoio di conoscenze potenzialmente molto utili per la fascia della Scuola dell’obbligo dove il “sapere locale” viene ancora quasi sempre trascurato. E questa sarebbe anche una potenziale risorsa per quel turismo culturale, che sta ora emergendo, attento e stimolato da quelle proposte legate alle tradizioni e alla storia dei luoghi di vacanza. Attualmente stiamo esaminando più di 500 Leggende tutte riferentisi all’ambito valdostano, e quelle ritenute interessanti per lo scopo che si è prefisso il presente progetto stanno venendo suddivise per categorie tematiche. Per facilitare la loro localizzazione geografica, a fianco di ogni Leggenda vi sarà tra parentesi il nome del Comune valdostano dove la stessa si sviluppava geograficamente.