PREMESSA
In questi anni diverse realtà montane si stanno orientando verso la valorizzazione delle risorse del territorio incentivando la coltivazione di piante officinali.
A partire dal 2005 l’Institut Agricole Régional (IAR) ha iniziato uno studio di mercato ed una sperimentazione in questo settore che sta riscuotendo sempre maggior interesse. L’Istituto ha pertanto sviluppato, in qualità di partner coordinatore, con la partecipazione del Gal Valle d’Aosta e del Servizio fitosanitario dell’Assessorato Agricoltura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il progetto Leader + “Sviluppo della filiera piante officinali prodotte in Valle d’Aosta”.
Il progetto aveva i seguenti obiettivi:
- il recupero di terreni abbandonati o sottoutilizzati, in particolar modo quelli esposti a sud;
- la salvaguardia della biodiversità;
- la valorizzazione e lo sfruttamento ottimale delle potenzialità locali;
- la diversificazione delle produzioni locali;
- lo stimolo allo sviluppo di una filiera produttiva valdostana e la creazione di sinergie al suo interno;
- lo sviluppo di nicchie di mercato;
- lo stimolo all’associazionismo tra le aziende già operative nel settore;
- la conversione produttiva, almeno parziale, di aziende già esistenti;
- la nascita di nuove aziende.
Nell’intento di riscoprire l’antico patrimonio culturale dell’uso delle piante nella fitoterapia e nella fitocosmesi, l’IAR ha concentrato l’attenzione su alcune specie utilizzate nella tradizione locale, quali stella alpina, arnica, timo, issopo, calendula ed imperatoria, che sono parse promettenti dal punto di vista commerciale nei settori cosmetico ed erboristico.
METODOLOGIA
Il progetto è iniziato con un’indagine di mercato, realizzata sia a livello regionale che extra-regionale, che ha permesso di inquadrare la situazione commerciale, e di mettere a fuoco le possibilità di sviluppo della filiera piante officinali a livello locale. Lo studio ha interessato un campione di 133 aziende, operanti nella produzione, nella trasformazione, nella distribuzione con particolare attenzione al settore del benessere.
L’analisi è stata poi estesa anche al consumatore, mediante 408 interviste telefoniche a donne valdostane con l’obiettivo di testare la loro sensibilità ed il loro interesse per questo settore (Tab. 1).
Tab. 1 Ripartizione del campione preso in esame nell’indagine di mercato.
Lo studio è poi proseguito al fine di individuare nuove nicchie di mercato e per ricercare prodotti innovativi attraverso i quali valorizzare la materia prima prodotta nella regione.
Parallelamente e sempre in un’ottica di valorizzazione delle risorse locali sono state sviluppate e sono in fase di attuazione le seguenti azioni in ambito sperimentale:
◊ individuazione di siti di sviluppo spontaneo di popolazioni locali e raccolta di sementi di stella alpina, rodiola, arnica e imperatoria;
◊ realizzazione e gestione di impianti sperimentali a 4 diversi piani altitudinali (tra 1000 e 1700 m s.l.m.) per testare e confrontare con varietà commerciali i diversi comportamenti colturali, agronomici, fenologici e produttivi di popolazioni ottenute dalle sementi raccolte;
◊ impiego della materia prima nell’elaborazione di prodotti cosmetici.
INDAGINE DI MERCATO
Lo studio ha evidenziato un notevole interesse dei produttori locali a intraprendere o incrementare la coltivazione delle piante officinali, eventualmente anche con certificazione biologica.
Quasi il 95% delle aziende valdostane produttrici intervistate è parso propenso ad aderire ad una struttura cooperativistica, considerata uno strumento necessario per creare una “massa critica” per garantire una maggiore incisività e competitività sul mercato (Graf. 1).
Graf. 1 Propensione delle aziende valdostane produttrici intervistate a costituire una cooperativa.
Nel settore della trasformazione (aziende agro-alimentari e distillerie), la quasi totalità delle piante officinali impiegate dalle ditte valdostane risultano di origine nazionale o estera, con l’eccezione di genepì, salvia, rosmarino e timo, che per il 50-70% sono di provenienza locale. Le materie prime più impiegate dalle ditte trasformatrici regionali sono, nel comparto liquoristico, genepì, menta e achillea, allo stato secco, e salvia, rosmarino e timo allo stato fresco, in ambito agro-alimentare (Tab. 2).
Tab. 2 Provenienza, forma e settore d’impiego prevalenti delle principali piante officinali impiegate nel settore della trasformazione
Nel settore della distribuzione relativo al benessere (erboristerie, farmacie, profumerie, supermercati specializzati) i prodotti commercializzati sono risultati tutti di provenienza nazionale o estera ad esclusione di alcuni saponi aromatizzati prodotti da un’azienda valdostana (Tab. 3). In tale ambito, al contrario di quanto evidenziato in quello della trasformazione, sono numerose le aziende che offrono già alla propria clientela prodotti certificati biologici.
Tab. 3 Provenienza di alcuni prodotti commercializzati o impiegati nel settore della distribuzione e del benessere
La ricerca di mercato ha evidenziato che il settore cosmetico-farmaceutico legato al benessere ha le potenzialità maggiori in quanto sembrerebbe garantire la migliore valorizzazione della materia prima in termini di redditività anche per il fatto che le rese di trasformazione sono elevate: da un chilogrammo di pianta officinale essiccata si possono infatti ricavare mediamente cinque chilogrammi di semilavorato e produrre da sedici a diciotto chilogrammi di prodotto finito.
Campo di Timo fiorito a Montfleury (foto di Stefano Venturini).
La trasformazione in prodotti cosmetici può quindi portare a ricavi anche sei volte superiori rispetto a quelli che mediamente si ottengono commercializzando piantine officinali essiccate. In tale ambito produttivo sussistono pure le condizioni per sviluppare la nicchia del biologico, ritenuta particolarmente interessante dalle aziende contattate.
Altri settori di mercato, inoltre, come quello erboristico ed agro-alimentare, sarebbero potenzialmente interessanti in particolare nelle aziende non specializzate nella coltivazione delle erbe officinali, in quanto potrebbero fornire un’integrazione al reddito derivante dall’attività prevalente, soprattutto nel caso di una loro organizzazione in una struttura cooperativistica.
È emersa infine la necessità di una pianificazione strategica di tutti gli interventi di marketing che vanno dalla gestione ottimale dei punti vendita dedicati, allo studio del packaging e alla promozione dei prodotti finiti nelle diverse forme. È risultata indispensabile inoltre un’adeguata preparazione professionale da parte di tutti gli operatori che intervengono nella filiera piante officinali.
COLTIVAZIONE SPERIMENTALE E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI
In un’ottica di valorizzazione di risorse locali per proporre prodotti alternativi a quelli tradizionalmente più noti e diffusi nonché con uno scopo dimostrativo, per stimolare chi intendesse intraprendere la coltivazione delle piante officinali, in ambito sperimentale sono state sviluppate le seguenti azioni:
◊ individuazione di siti di sviluppo spontaneo di specie ritenute interessanti e raccolta di sementi:
Leontopodium alpinum (Stella Alpina);
Rhodiola rosea (Rodiola rosea);
Peucedanum ostruthium (Imperatoria);
Arnica montana (Arnica).
◊ Studio delle tecniche colturali di queste specie ed elaborazione di relative schede tecnico-colturali.
◊ Realizzazione e gestione di impianti sperimentali.
◊ Ottenimento di semilavorati (oli essenziali, oleoliti ed estratti glicolici).
◊ Elaborazione di prodotti finiti nel settore cosmetico-farmaceutico del benessere.
Sono stati individuati tre siti di coltivazione: Montfleury, collina di Sarre e collina di Gressan (Tab. 4).
Tab. 4 Superfici e localizzazione delle parcelle sperimentali (anni 2007-2011).
Le parcelle sperimentali sono state realizzate a partire dal 2007 iniziando da Montfleury dove sono state messe a dimora le seguenti specie:
Thymus vulgaris (Timo);
Calendula officinalis (Calendula);
Hypericum perforatum (Iperico);
Hyssopus officinalis (Issopo).
A partire dalla primavera 2009, sulla collina di Sarre si è sviluppata una coltivazione sperimentale di specie officinali locali, rare e ritenute promettenti:
Leontopodium alpinum (Stella Alpina);
Arnica montana (Arnica)
Rhodiola rosea (Rodiola).
Infine, durante la primavera 2010, si è realizzato un ulteriore campo sperimentale sulla collina di Gressan, in condizioni orografiche e pedo-climatiche completamente differenti, con le seguenti specie:
Leontopodium alpinum (Stella Alpina);
Rhodiola rosea (Rodiola);
Peucedanum ostruthium (Imperatoria).
In queste due ultime zone, posizionate a quattro piani altitudinali (collocati tra 1000 e 1700 m s.l.m.), sono testati i diversi comportamenti colturali, agronomici, fenologici e produttivi delle popolazioni selvatiche (ottenute dalle sementi raccolte) in comparazione con varietà commerciali delle stesse specie.
L’ultimo filone del progetto ha riguardato la realizzazione di prodotti, improntati all’originalità, alla naturalità e alla territorialità, da porre sul mercato per valutare le loro potenzialità in termini di valorizzazione.
Un’azienda specializzata nella produzione di estratti, ha trasformato le piante officinali prodotte dall’IAR in semilavorati (oleolita, estratto glicolico, olio essenziale); utilizzando questi semilavorati un’azienda che realizza e commercializza linee fitoterapiche per la farmacia ha poi realizzato, con la consulenza di un farmacista aostano, una linea cosmetica 100% naturale, in lotti numerati e limitati a 500 pezzi, che sono stati distribuiti in una cinquantina di punti vendita in Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta (Tab. 5).
Tab. 5 Prodotti cosmetici naturali elaborati sperimentalmente.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PROSPETTIVE
Attraverso l’indagine di mercato e la sperimentazione l’IAR ha potuto verificare che il settore delle piante officinali aveva interessanti possibilità di sviluppo a livello locale e infatti, in questi ultimi anni, si è assistito a un crescente interesse che ha spinto nuove aziende ad avviare la coltivazione di specie officinali e altre aziende a aumentare le produzioni. Attualmente buona parte degli operatori coinvolti nella coltivazione delle piante officinali ritiene la stessa un’importante fonte integrativa di reddito e, in qualche caso, tale attività è diventata prevalente.
La ricerca ha messo in evidenza l’importanza di puntare su prodotti strettamente legati alle tradizioni ed al territorio che siano anche concorrenziali; sono emerse tra l’altro ottime prospettive nel pacchetto di servizi offerti alla clientela per trattamenti specifici nell’ambito del benessere quali bagni di fieno, cuscini rilassanti, tisane alle erbe alpine, aromaterapia, fanghi aromatici, massaggi aromatici bio-energetici con tamponi o unguenti prodotti con erbe locali (Tab. 6).
Tab. 6 Potenzialità di alcuni settori di mercato particolarmente promettenti.
Sono state previste notevoli prospettive di sviluppo per il comparto cosmetico dedicato al benessere che ha ottime potenzialità di mercato sia perché garantisce la migliore valorizzazione della materia prima, le maggiori rese di trasformazione e i più elevati margini di profitto, sia perché la domanda di prodotti e trattamenti naturali risulta in continua e forte crescita, in un ordine di grandezza che va dal 30 al 60% annuo.
Al tempo stesso tempo sono degni di nota altri settori commerciali come quelli erboristico-farmaceutico e agro-alimentare, nei quali si potrebbero sviluppare rispettivamente prodotti fitoterapici agli estratti naturali a base di specie locali tipiche come il Timo e l’Imperatoria e miscele aromatiche a base di specie tipiche di montagna.
Parcella di Stella alpina in piena fioritura sulla collina di Sarre.
Le condizioni necessarie per garantire al prodotto valdostano il massimo valore aggiunto e quindi una buona redditività, oltre che un’impronta esclusiva, dipendono dal legame stretto con il territorio e con la tradizione locale, oltre che dall’altissima qualità e naturalità.
Un ulteriore impulso allo sviluppo del settore viene dalla legge regionale n° 2 del 16 febbraio 2011, recante “Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali” delle loro parti e dei relativi derivati, coltivate o raccolte nel territorio regionale; essa regola inoltre le modalità per assicurare la qualificazione tecnica degli operatori del settore per cui la struttura regionale competente in materia di produzioni vegetali, in collaborazione con l’IAR sta organizzando due corsi di formazione rivolti ai soggetti che intendano svolgere le attività sopra menzionate, per la realizzazione di prodotti ad uso alimentare, erboristico e domestico. La legge, infine, prevede d’istituire un apposito contrassegno di origine e qualità, per incentivare e valorizzare ulteriormente la produzione regionale di piante officinali, garantendone l’elevato livello qualitativo.
Campo di Calendula.
La Giunta regionale, in data 22 luglio 2011, ha, inoltre, approvato l’elenco delle piante officinali ad uso erboristico, alimentare, domestico e medicale.
A conferma del grande interesse che c’è intorno a questo settore, nell’anno in corso sono state organizzate due importanti iniziative, quali l’inaugurazione della “Maison des anciens remèdes” a Jovençan, da parte dell'Assessorato Istruzione e Cultura, nonché l’evento dedicato alle erbe officinali in Valle d’Aosta organizzato a Saint-Vincent il 25 e il 26 giugno dall’Assessorato Agricoltura e risorse naturali in collaborazione con il Comune della cittadina termale.