Grazie agli interventi divulgativi e finanziari realizzati fino ad oggi dall’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, molti frutticoltori valdostani conoscono la “
malattia degli scopazzi del melo” o “
maladie des balais de sorcières”, i cui sintomi consistono nella comparsa sulle piante di ramificazioni affastellate somiglianti vagamente alle scope delle streghe.
Ampiamente diffusa in Valle d’Aosta, questa infezione produce sul melo un grave danno economico, riducendo la produzione in termini quantitativi e qualitativi.
La frutta ottenuta da piante infette risulta ridotta di dimensione, scarsamente colorata, priva di profumo e insipida a causa del basso tenore in zuccheri e acidi. La conseguente perdita di valore commerciale può variare dal 30 al 100%.
La malattia degli
scopazzi è provocata da un piccolo batterio senza parete cellulare (
fitoplasma), il cui nome scientifico è
Apple proliferation phytoplasma. Esso può vivere esclusivamente all’interno dei vasi conduttori delle piante di melo.
La trasmissione del microrganismo da una pianta all’altra può avvenire attraverso
vettori specifici, ovvero insetti che si nutrono della linfa, che possono assorbire il fitoplasma dalle piante malate per poi iniettarlo, inconsapevolmente, nelle piante sane.
A seguito di ricerche promosse dall’Assessorato alla fine degli anni ’90, il Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali (DIVAPRA) dell’Università di Torino ha scoperto che il vettore della malattia, nella nostra regione, è un piccolissimo insetto chiamato
Cacopsylla melanoneura.
Sintomi invernali (Foto D. Savioz)
Gli individui di questa specie di
psilla, che presenta una sola generazione l’anno, vivono su melo da gennaio a giugno, per poi trasferirsi su piante spontanee (presumibilmente conifere) nei mesi successivi. Le larve nascono nel mese di aprile. Gli insetti che ritornano su melo nel mese di gennaio dell’anno seguente sono in grado, con le loro punture, di trasmettere il fitoplasma assorbito in precedenza dai meli malati.
Attualmente, sono in corso in Valle d’Aosta ulteriori ricerche, che vedono ancora coinvolto il DIVAPRA, questa volta in collaborazione con l’Institut Agricole Régional, per verificare l’esistenza di eventuali altri vettori e per mettere a punto metodi biologici di lotta alla
Cacopsylla melanoneura.
Altra via di diffusione della malattia è la
moltiplicazione vegetativa. La presenza del passaporto fitosanitario sul materiale acquistato per la realizzazione di nuovi impianti può garantire l’assenza del fitoplasma.
Anche il contatto radicale rappresenta una via di contagio. Perciò nei terreni destinati al reimpianto è necessario far precedere all’estirpo dei meli infetti la devitalizzazione dell’apparato radicale, trattando tempestivamente la superficie di taglio con erbicidi sistemici, allo scopo di assicurare l’assenza nel terreno di residui di radichette vitali infette che potrebbero trasmettere il fitoplasma al nuovo impianto.
La diffusione della malattia non avviene invece con le normali operazioni di potatura.
Il risanamento della frutticoltura dalla malattia degli
scopazzi del melo non è una novità per la nostra regione. Già dal 2002 l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali ha intrapreso dei provvedimenti mirati a ridurre considerevolmente la presenza dell’inoculo attraverso la distruzione delle piante infette e la lotta al vettore, supportati entrambi dall’erogazione di contributi destinati ai frutticoltori.
Solo con l’approvazione, da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del decreto di lotta obbligatoria contro
Apple Proliferation Phytoplasma, e la sua applicazione nella Regione Valle d’Aosta con Provvedimento Dirigenziale n. 3356 del 12 agosto 2008, l’eliminazione delle piante infette è diventato un obbligo di legge.
Il piano di risanamento approvato quest’anno, e concordato prima della sua approvazione con il comitato frutticolo regionale, oltre a stabilire l’obbligo dell’estirpo delle piante infette, definisce in modo dettagliato le modalità e le priorità di eliminazione.
Tali disposizioni sono state messe a punto tenendo conto delle conoscenze acquisite a seguito degli studi effettuati da anni sul territorio.
I monitoraggi pluriennali relativi alla presenza della malattia in Valle d’Aosta hanno dimostrato, infatti, che essa è diffusa in tutte le zone frutticole con una percentuale di presenza nei frutteti di piante infette che sale con aumentare dell’età delle piante, fino a superare ampiamente il 25% (con punte del 100%) negli impianti con più di 25 anni.
Per dare uno slancio al rinnovo della melicoltura assicurando la massima riduzione delle fonti d’inoculo, vista anche l’ampia diffusione della malattia tra le piante vecchie, diventa obbligatoria, a partire dal 2009, l’eliminazione totale (salvo le eccezioni previste dal piano) dei meleti coltivati di età superiore a 25 anni. Tale eliminazione può essere differita in un arco temporale che non può andare oltre il 2013.
Anche l’eliminazione dei meleti abbandonati è obbligatoria su tutto il territorio regionale a partire dal 2009, indipendentemente dall’età delle piante, mentre è rinviata al 2013 una seconda fase che rende obbligatoria la lotta alla malattia anche nei frutteti coltivati di età
inferiore ai 25 anni.
Golden Jonagold Renetta
Confronto tra frutti sani (a sinistra) e malati (destra) in tre diverse varietà di mela
Per compensare gli agricoltori delle perdite subite a seguito dell’obbligo di estirpo dei loro meli infetti, la Regione ha previsto l’erogazione di aiuti in ottemperanza alle disposizioni stabilite a livello comunitario.
Rispetto alla programmazione prevista dal precedente PSR, attiva fino al 2007, le novità introdotte dal recente piano di risanamento possono essere così riassunte:
• l’eliminazione delle piante non è più facoltativa, ma obbligatoria, come conseguenza dell’applicazione in Valle d’Aosta del sopra citato decreto del Ministero, per cui, in caso d’inadempienze, si applicano le sanzioni previste dal D.Lgs. 214/2005;
• il trattamento contro i vettori, già fortemente consigliato in tutti i frutteti, diventa obbligatorio per i nuovi impianti di melo realizzati a partire dal 2009;
• non è più prevista l’erogazione del contributo per il/i trattamento/i contro il vettore in quanto le normative comunitarie (recepite dalla l.r. 32/2007) non permettono di concedere aiuti diretti in denaro per costi sostenuti dagli agricoltori (ma solo per compensazione di perdite subite);
• non sono erogabili aiuti per l’eliminazione di meleti abbandonati, perché la compensazione della perdita di produzione è nulla per un impianto non più coltivato;
• gli aiuti saranno erogati solo ai conduttori di meleti che hanno i requisiti per essere iscritti al SIGA (sistema informativo di gestione azienda agricola);
• non sono più prese in considerazione le domande la cui spesa ammessa sia inferiore a 300,00 €;
• l’aiuto è erogato nella misura del 50% della spesa ammessa se all’eliminazione delle piante infette non segue il reimpianto con melo (prima era consentito il reimpianto con qualsiasi altra specie arborea). Nel caso di reimpianto con melo l’aiuto sale fino al 100% in funzione della percentuale di superficie effettivamente reimpiantata.
Per l’anno in corso la domanda di concessione dell’aiuto, redatta su apposito modulo, può essere presentata su base volontaria all’Ufficio servizi fitosanitari fino al 30 luglio 2009.
Nella domanda gli aventi diritto devono dichiarare tutte le superfici condotte a melo presenti nella propria azienda che abbiamo più di 25 anni d’età. Alla domanda seguirà un sopralluogo di verifica durante il quale è redatto un verbale di constatazione d’infezione. L’estirpo delle piante non potrà essere realizzato prima del rilascio di tale verbale.
Il richiedente, in accordo con l’ufficio competente, potrà comunque programmare l’estirpo dei meleti di età superiore ai 25 anni in un arco temporale di 4 anni a partire dal 2009.
Controlli territoriali saranno effettuati nei fondi coltivati a melo per i quali non sia stata presentata domanda di aiuto su base volontaria.
Nel caso sia constatata la presenza di piante infette, i conduttori o i proprietari dei meli saranno invitati ad ottemperare agli obblighi di legge entro i termini stabiliti dall’Ufficio servizi fitosanitari. Anche in questo caso gli aventi diritto possono presentare domanda di aiuto entro i termini stabiliti dal piano.
Il nuovo piano di risanamento è stato approvato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 1117 del 24 aprile 2009 consultabile alla pagina internet:
https://www.regione.vda.it/agricoltura/imprese_e_agricoltori/fitosanitario/pianorisanamento_i.asp
Dalla stessa pagina è anche possibile scaricare il modulo per presentare la domanda d’aiuto.