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Sous contrainte

Quello che, a tutta prima, può sembrare soltanto un esercizio di stile o una stravaganza artistica può assumere, per un insegnante, una valenza didattica di grande rilievo. Per questo la letteratura potenziale si può trasformare in didattica potenziale.

L’ OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle, tradotto in italiano con Opificio di Letteratura Potenziale) è “una singolare consorteria di letterati, dediti a escogitare bizzarre invenzioni partendo da regole formali severamente costrittive, improntate a uno spiccato gusto matematizzante1.
Storicamente il gruppo, composto di letterati con la passione della matematica e di matematici con la passione della letteratura, è stato fondato nel 1960 a Parigi un giovedì, 24 novembre, nella cantina del ristorante “Vrai Gascon” da François Le Lionnais e Raymond Queneau. Nasce nell’ambito di una delle numerose Sottocommissioni di Lavoro del Collegio di Patafisica, accademia dello sberleffo e della fumesteria, istituita l’11 maggio 1948 sempre a Parigi da un cenacolo di letterati, artisti e poeti depositari della patafisica, scienza delle soluzioni immaginarie, del particolare e delle leggi che governano le eccezioni.
Il carattere potenziale della letteratura praticata dall’OuLiPo risiede nel fatto che si tratta di una letteratura ancora inesistente, ancora da farsi, da scoprire in opere già esistenti o da inventare attraverso l’uso di nuove procedure linguistiche, una letteratura mossa dall’idea che la creatività, la fantasia trovano uno stimolo nel rispetto di regole, di vincoli, di costrizioni (contraintes) esplicite. “Occorre crearsi delle costrizioni - ha detto Umberto Eco - per potere inventare liberamente2.
Utilizzando Queneau, dirò che cos'è, o meglio che cosa crede di essere l'OuLiPo.
Le nostre ricerche sono: ingenue, nel suo senso peri-matematico, procediamo senza troppo sottilizzare, cerchiamo di dimostrare il movimento camminando; artigianali, ma questo non è fondamentale; divertenti, almeno per noi.
Lo scopo dei lavori dell'Oulipo è quello di “proporre agli scrittori nuove strutture, di natura matematica oppure inventare nuovi procedimenti artificiali o meccanici, contribuendo all’attività letteraria”.
Ogni esempio di testo costruito secondo regole precise apre la molteplicità potenziale di tutti i testi virtualmente scrivibili secondo quelle regole e di tutte le letture virtuali di quei testi. Se la letteratura è un gioco combinatorio che segue le possibilità implicite nel proprio materiale, indipendentemente dalla personalità del poeta, va detto anche, con Calvino, che tale gioco ad un certo punto si carica di significati inattesi, di effetti imprevisti, come nel procedimento del gioco di parole.
Queneau insiste sul carattere divertente dei giochi oulipiani perché diverte chi stupisce ovvero chi riesce a mostrare un aspetto sorprendente, inatteso, nuovo, inusitato del codice linguistico. C'è da aggiungere che le costrizioni, oltre che visibili e invisibili, esplicite e implicite, dichiarate e nascoste, possono essere molli e dure, a seconda del grado di difficoltà che comportano.

Giochi letterari

È possibile trovare qui alcuni fra i numerosi giochi letterari elaborati dagli oulipiani.

Letteratura definizionale
Si parte da una frase qualsiasi e si sostituisce a ogni parola la definizione che ne dà il vocabolario.
Ad esempio: Il gatto ha bevuto il latte. Diventa Il mammifero domestico carnivoro ha inghiottito un liquido bianco, di sapore dolce, fornito dalle femmine dei mammiferi.

Metodo S + 7
Consiste nel sostituire a ogni sostantivo (S) di una frase di partenza il settimo (7) sostantivo successivo in ordine alfabetico di un vocabolario.
Ad esempio: L’abito non fa il monaco. Diventa L’abiura non fa il monarca.

Omosintattismo
Si scrivono le parole di una frase una per una in colonna sulla sinistra di un foglio; in una colonna centrale se ne fa l’analisi grammaticale, quindi, in una terza colonna a destra, si scrive una nuova frase che corrisponde parola per parola all’analisi grammaticale, ma totalmente diversa dalla frase di partenza.

Palle di neve
Versi ropalici, cioè crescenti, dal greco rhópalon, “clava”, con riferimento alla crescita della sua sezione dall'impugnatura verso la punta.


Poesia combinatoria
Un volume di grande formato, contenente dieci sonetti, uno per pagina, su pagine tagliate in strisce orizzontali, una striscia per ogni verso, di modo che il lettore possa far seguire al primo verso d’ogni sonetto il secondo verso d’uno qualsiasi dei dieci sonetti, e così per il terzo, e via via fino al 14° verso. I sonetti che si possono così comporre ammontano a centomila miliardi.

Poesia antonimica
Tecnica che consiste nel sostituire ad ogni parola di una data poesia il suo antònimo, cioè una parola che ha significato opposto a quello di un’altra, per cui il verso arducciano:
T’amo pio bove diventa T’odio empia vacca

Haikaizzazione
Si prende un sonetto, lo si cancella conservando soltanto le sezioni in rima e aggiungendovi una punteggiatura soggettiva:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la dritta via era smarrita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura!

diventa

Vita
oscura,
smarrita.
Dura
e forte,
la paura.

Poesia permutata
Permutando le parole fra loro, in ordine o in disordine, si ottengono delle buone sorprese di linguaggio. Così il verso: L’estate slega i suoi istanti quando una rosa assolda un usignolo può trasformarsi in Una rosa assolda i suoi istanti quando l’estate slega l’usignolo oppure in L’usignolo slega una rosa quando i suoi istanti assoldano l’estate.

Lipogramma vocalico progressivo
Italo Calvino compone una poesia con lipogrammi vocalici progressivi: nella prima quartina la prima parola contiene tutte le vocali, la seconda solo 4, poi 3, 2, 1 e viceversa; la seconda quartina si apre con la serie “aa, ee, ii, oo, uu” e dopo utilizza solo la vocale “e”.

Aiuole obliate gialle d’erba, sa
un cupo brusio smuovervi, allusione
ad altre estati, cetonia blu-violetta,
enunciando noùmeni oscuri: tutto fu,
sarà ed è in circolo: dunque è sempre
presente nelle eterne senescenze
e effervescenze d’ere, nel serpente
d’etere, seme, cenere, erbe secche.

Gli ircocervi
Il 22 febbraio 1987 Umberto Eco pubblica sull’Espresso una prima serie di ircocervi (mostro mitologico, metà caprone e metà cervo), sorta di mots-valises prodotti dalla fusione di due nomi famosi cui viene accompagnata una definizione del nuovo personaggio. La regola del gioco impone di fondere insieme il nome di due personaggi noti, in modo che al nuovo personaggio si assegni un’opera inedita che ricordi tuttavia alcune caratteristiche dei due personaggi originari, senza escludere qualche altro richiamo ambiguo.
Eccone alcuni esempi: Agatha Cristo - Dodici piccoli apostoli; Achille Bonito Olivolà - Saclart; Billy Wilde - A qualcuno piace Ernesto; Carlo Emilio Gadamer - L’interpretazione del dolore; Cesare Pavesi - Biscotti dei paesi tuoi; Fred Asterix - De ballo gallico; Gustave Flaubrecht - Madame Courage.

Finneghismo
Nel 1992, Eco inventa un nuovo artificio che chiama “finneghismo”, ovvero una parola composta accompagnata da una definizione plausibile, sul tipo di:
arfabeto: sistema di scrittura per cani;
cornitologo: etologo che studia l’adulterio tra uccelli;
oromogio: Swatch che suona solo le ore tristi;
vampirla: discendente inabile del conte Dracula.

La letteratura sous contrainte
È l’arte combinatoria per eccellenza, annovera fra le sue perle in prosa, formanti ormai un repertorio classico, alcuni romanzi:
La disparition (1969) di Georges Perec, circa 78.000 parole senza mai usare la lettera “e”, la lettera più ricorrente e più cara in francese;
Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), sempre di Calvino, dove sono analizzati dieci inizi di romanzi diversissimi fra loro;
Exercices de style (1947) di Raymond Queneau, 99 narrazioni in 99 stili differenti per descrivere un insignificante episodio di vita quotidiana;
L’oblò (1964) di Adriano Spatola. Uno pseudo-romanzo in cui l’elemento combinatorio si snoda in una sequela di storie indipendenti, assemblate in modo casuale, il cui percorso può essere scelto a piacere dal lettore;
Composizione n. 1 di Marc Saporta (Lerici, 1962), dove la libertà del lettore di leggere il romanzo disponendo come crede l’ordine delle pagine è totale anche perché le pagine del romanzo sono davvero sciolte, libere, separate le une dalle altre;

L’OuLiPo ha un sito on line (www.oulipo.net) e organizza delle letture pubbliche in place Jussieu a Parigi chiamate Les jeudis de l’OuLiPo.
Il sito di Paolo Albani è www.paoloalbani.it.

Paolo Albani
Docente di linguistica fantastica - Facoltà di Scienze inutili di Barcellona

Note
1 M. Barenghi, “Poesie e invenzioni oulipiennes” in I. Calvino, Romanzi e racconti, Milano, Mondadori, 1994, pp. 1239-1245.
2 U. Eco, Postille a Il nome della rosa, Milano, Bompiani, 2004.

Riferimenti bibliografici
F. Adami e R. Lorenzoni, Anagrammi e giochi di parole, Milano, Mondadori, 1989.
P. Albani e B. Buonarroti, Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie, Bologna, Zanichelli, 1994.
P. Albani e P. della Bella, Forse Queneau. Enciclopedia delle scienze anomale, Bologna, Zanichelli, 1999.
P. Albani, (a cura di), Le cerniere del colonnello. Antologia degli scritti dell'Istituto di Protesi Letteraria, Firenze, Il Ponte alle Grazie, 1991.
Oplepo, La Biblioteca Oplepiana, Bologna, Zanichelli, 2005.

 

 

 

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