Animatore, allenatore o educatore?
Il ruolo e i compiti dell’insegnante
di educazione fisica nell’ambito della classe e della programmazione
didattica.
Quali sono il ruolo e i compiti dell’insegnante
di educazione fisica nell’ambito della classe e della programmazione
didattica?
Una domanda interessante anche perché la disciplina “educazione
fisica” è alla ricerca di una sua specificità: se
è messa in relazione con il “sapere sportivo”, il
professore di educazione fisica “generico” si trasforma
in un professore polivalente, una sorta di rappresentante di un fantomatico
sapere di ogni sport. Il suo compito diventa allora conoscere la disciplina
insegnata negli aspetti tecnici, biomeccanici e bioenergetici.
Il professore di educazione fisica diventa quindi tecnico scolastico
di qualche attività sportiva, spesso trattata con superficialità,
a causa dello scarso tempo a disposizione (le note due ore settimanali)
col rischio di trasformarsi in un allenatore di basso rango e di abbandonare
quello di educatore. Il professore di educazione fisica, conscio del
ruolo formativo della disciplina, deve orientare il suo intervento tenendo
presenti questi tre livelli:
Educativo: l’educazione fisica deve
svolgere un ruolo educativo, anche se utilizza come contenuti gli sport
e le attività motorie ricorrendo ad una didattica appropriata
e rispettosa dello sviluppo psico-motorio degli alunni.
Istituzionale: appare evidente che bisogna
ripensare ad una strutturazione organizzativa diversa dell’educazione
fisica. Il modello “fordista” delle due ore fisse settimanali,
per giunta solo a partire dagli 11 anni, risulta inadeguato e palesemente
anacronistico. Le conoscenze scientifiche e l’avanzare costante
“dell’ipocinesia” nei giovani richiedono una distribuzione
ed una articolazione diversa della disciplina.
Di categoria: più che difendere
e valorizzare le proprie competenze professionali l’insegnante
di educazione fisica deve tutelare la specificità del proprio
ruolo all’interno della scuola. Parlare di educazione fisica e
sportiva a scuola significa, infatti, porre in primo piano le finalità
formative che tale disciplina consente di raggiungere all’interno
delle Istituzioni educative, prendendo le distanze dalle altre organizzazioni
para ed extrascolastiche (club, associazioni sportive pubbliche e private)
che perseguono fini diversi.
Il docente di educazione fisica non deve trasformarsi dunque in un animatore
e nemmeno in un allenatore spesso limitato a fornire una iniziale e
superficiale informazione agonistica, ma essere un educatore che utilizza
il movimento come contenuto disciplinare per raggiungere obiettivi formativi.
Marco Luksch