Apocalisse

martedì 17 e mercoledì 18
aprile 2018
Teatro Splendor
ore 21

Apocalisse
di e con Lucilla Giagnoni

collaborazione al testo Maria Rosa Pantè
e alla drammaturgia scenica Paola Rota

musiche originali di Paolo Pizzimenti
scene e luci Massimo Violato

segreteria di produzione Elisa Zanino
produzione Fondazione Teatro Piemonte Europa, Centro Teatrale Bresciano, Teatri del Sacro
si ringraziano Don Silvio Barbaglia
e Alberto Berrini







Lo spettacolo Apocalisse s’ispira all’ultimo libro della Bibbia. Apocalisse che non vuol dire come ormai è in uso nel linguaggio comune “Catastrofe” e, di conseguenza, “Fine”, ma, bensì “Rivelazione”. “Guarda”, “Racconta ciò che hai visto”, sono le indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. In un mondo di ciechi che credono di vedere e, dunque, di sapere, il mistero si rivela solo a chi sappia guardare, a chi abbia occhi nuovi. Cecità e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il Testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di indagine sull’Uomo vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un nuovo Inizio e una nuova Vita per chi impara a Vedere. È la storia dell’evoluzione della Coscienza: un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse,
una Ri-Nascita.

Con Apocalisse la Saison Culturelle completa la presentazione della trilogia della “spiritualità” composta dallo spettacolo Vergine madre, ispirato al percorso di salvezza raccontato nella Divina Commedia e dallo spettacolo Big Bang che, a partire dall’ultima parola della Divina Commedia, Stelle, e dai primi due capitoli del libro della Genesi, indaga sull’Inizio e sulla Creazione facendo dialogare il linguaggio della scienza con quello della teologia e quello del teatro. Apocalisse indaga sul vero significato della Fine.

La Presse

“Apocalisse ci mostra così non solo il teatro classico nel suo senso paradigmatico di rito civile, politico, della polis e, quindi, collegato alla città, alla visione della città nell’Apocalisse. Ma, con un’esposizione di sé così estrema, così definitiva, Lucilla Giagnoni va oltre: torna dall’universale all’individuale, alla sua vita, a sua figlia, a sua madre, a suo padre, a sua nonna e, in una commovente chiusura del cerchio, ci suggerisce che dove si deve fermare l’attrice - dove finisce il teatro - può arrivare l’umanità dell’interprete. Può continuare la sua strada l’Uomo.” / Paolo Bignamini, Il Sole 24 Ore

platea 20/16 € - galleria 15/12 €
in vendita dal 30 marzo / durata spettacolo 1h40







 

 

Saison Culturelle



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