Carta d’Identità del Cerambice
Nomi comuni in Italiano/Francese/Latino:
Cerambice della quercia, Gran Capricorno/ Capricorne du chêne/Cerambycidae (Famiglia), Cerambyx cerdo
Indirizzo (habitat): sia in lingua francese che in quella italiana, il nome comune di questo animale fornisce l’esatta indicazione degli ambienti frequentati da quest’ultimo: le querce nelle loro varie specie.
Segni caratteristici: inconfondibile Coleottero dalle impressionanti antenne che nei maschi superano la lunghezza del loro già grande corpo che può raggiungere anche i 5 centimetri. Il suo corpo è colorato di un nero intenso e ricoperto da una fine pubescenza argentea che lo rende brillante.
Professione: è un Insetto xilofago, in quanto le sue larve scavano delle gallerie nel tronco degli alberi ospiti. A questo loro stadio si nutrono della linfa di questi ultimi. Gli adulti invece si nutrono sia di foglie che di frutti maturi di albicocchi e peschi.
Biologia: la vita di questo animale inizia da un uovo che la sua mamma avrà inserito in estate, grazie al suo lungo ovopositore, in una screpolatura della corteccia di una quercia. La larva che ne deriverà rimarrà per due o tre anni in questa sua forma biancastra e carnosa raggiungendo una dimensione record di 10 centimetri. Quindi si trasformerà in adulto che rimarrà ancora nel tronco fino all’inizio della successiva estate, quando uscirà finalmente allo scoperto per vivere una breve esistenza (circa un mese) dedicata principalmente alla riproduzione.
La parola al diretto interessato: “sono un essere assolutamente innocuo per gli umani. Sto diventando sempre più raro a causa della rimozione da parte di questi ultimi delle querce morte o malate che frequento e degli incendi estivi che le bruciano. Purtroppo, ci sono ancora dei collezionisti che quando vedono un Insetto così appariscente come sono io non si fanno dei problemi a catturarlo per poi ucciderlo. Sarebbe per me molto più positivo se scegliessero invece di farmi qualche foto. Come è avvenuto per le immagini di questa pagina.”
CURIOSITÀ: una caratteristica di questo animale, se venisse toccato o catturato, e quindi se si dovesse sentire in pericolo, è quella di emettere un suono stridulo intermittente, che potrebbe sembrare anche come una sorta di "guaito", provocato dallo sfregamento di parte dell’addome contro la base delle elitre. Un comportamento estremo per tentare di confondere il possibile predatore.