Patologia Forestale
MALATTIE FUNGINE DELL’ACERO
Nel periodo autunnale si possono notare sulle foglie dell’Acero montano (Acer pseudoplatanus) e di altre specie dello stesso Genere delle alterazioni dovute ad attacchi di funghi
di Edi Pasquettaz
(Corpo forestale della Valle d’Aosta)
In autunno, prima della caduta delle foglie, sugli aceri possono verificarsi delle affezioni fungine che si evidenziano in modo diverso a seconda del tipo di fungo parassita.
È noto che i funghi (Eumiceti) essendo sprovvisti di clorofilla dipendono da un punto di vista nutrizionale da fonti estranee di rifornimento di materiale organico. Se tali fonti sono costituite da un substrato morto si parla di saprofitismo, se invece i rapporti del fungo sono instaurati con un altro organismo vivente si ha a che fare con il parassitismo o con la simbiosi.
Nel caso specifico si tratta di parassitismo in quanto dalla vita associata che conducono i due organismi solo il fungo ne trae beneficio. Inoltre siamo in presenza di funghi legati ad una specie o genere vegetale specifico. Va precisato che quanto noi vediamo del fungo non è la pianta bensì il frutto, in quanto gli Eumiceti sono organismi pluricellulari ad elementi allungati, disposti in modo da formare dei filamenti ad ognuno dei quali si dà il nome di ifa ed al cui insieme si dà il nome di micelio (la pianta del fungo da cui emergeranno i frutti visibili sotto diverse forme).
Di seguito si descrivono due tipi di attacchi fungini: Rhytisma acerinum responsabile delle macchie crostiformi delle foglie e Uncinula aceris responsabile del mal bianco o oidio delle foglie di Acero.
LE MACCHIE CROSTIFORMI (Rhytisma acerinum Fr.)
Un fungo della Classe degli Ascomiceti, dell’Ordine delle Helotiales, Rhytisma acerinum Fr., induce la comparsa sulle foglie di diverse specie di aceri (Acero campestre, acero montano, acero riccio), di macchie crostiformi, di forma molto irregolare, che in un primo tempo sono isolate e poi progressivamente confluiscono in una macchia più grande di colore nero-pece.
Le macchie sono visibili sia sulla pagina superiore che inferiore della foglia ma sono più in rilievo nella pagina superiore. Sezionando la foglia in corrispondenza delle macchie si può notare una trama micelica nerastra che ha sostituito interamente il mesofillo (parte cellulare interna del lembo fogliare) rimanendo coperto dalla sola cuticola.
La forma “imperfetta” asessuata colpisce le foglie ancora sugli alberi causandone rapidamente l’ingiallimento e la caduta. Sulle foglie cadute al suolo si sviluppa la forma “ascogena” sessuata che dà luogo alla formazione di ascospore che, nel successivo ciclo vegetativo, in primavera, saranno trasportate dal vento sulla pagina inferiore delle nuove foglie, dove germineranno infiltrandosi nel tessuto fogliare e dando luogo allo sviluppo di una nuova infezione con formazione di micelio e perciò delle macchie nere.
Danni
Sviluppando il micelio all’interno del mesofillo, ossia nella parte interna della foglia che contiene i cloroplasti, responsabili dei processi di fotosintesi clorofilliana, il patogeno rallenta l’attività fotosintetica, provoca una caduta prematura, benché sempre autunnale, delle foglie ed è causa di una diminuzione della potenzialità di crescita della pianta. Il danno non è così rilevante da richiedere interventi con fitofarmaci salvo nel caso di piante isolate con caratteristiche monumentali o estetiche nell’ambito di giardini e parchi. Secondo alcune teorie il patogeno viene considerato un indicatore di assenza di inquinamento atmosferico, in quanto non si sviluppa nelle grandi città fortemente inquinate.
Prevenzione e cure
Nelle boscaglie e boschi misti di acero non si prevedono interventi in quanto il danno di entità limitata non giustifica l’utilizzo di prodotti chimici. Nel caso di piante singole nei parchi e giardini cittadini si possono distruggere le foglie cadute a terra ed effettuare trattamenti con prodotti cuprici in primavera al momento della fogliazione.
IL MAL BIANCO DELL’ACERO (Uncinula aceris D.C.)
L’Ordine Perisporiales, della Classe degli Ascomiceti, comprende due famiglie di interesse fitopatologico. La famiglia delle Erysiphaceae e quella delle Perisporiaceae.
Le Erysiphaceae, di cui si parlerà di seguito, producono il cosiddetto “Mal bianco” o “Nebbia” o “Manna”, caratterizzato appunto dalla formazione di un velo biancastro e polveroso alla superficie degli organi infetti. Il micelio è costituito di filamenti delicati, ialini, o bianchi, molto ramificati, a forma di ragnatela, e molto evidente quando l’infezione è allo stadio avanzato.
Il Genere Uncinula, pur comprendendo poche specie di interesse fitopatologico è molto noto perché ad esso fa parte Uncinula necator Burr., responsabile del “mal bianco” della vite. Il “mal bianco” colpisce diverse piante forestali, fra cui il Frassino, il Nocciolo e l’Acero.
Le varie specie di acero sono interessate da Uncinula aceris D.C.
I sintomi sono rappresentati dalla presenza di un velo bianco sulla pagina superiore delle foglie e dall’apparizione, a fine stagione, di fruttificazioni (periteci) di colore scuro sul velo bianco. La malattia è evidente anche nelle foglie cadute al suolo. La malattia diventa evidente da giugno a ottobre.
Danni.
I danni consistono in un rallentamento della fotosintesi,nella deformazione e caduta precoce delle foglie, nonché nel rallentamento della crescita della pianta.
Prevenzione e cure
Gli interventi di cura vengono eseguiti esclusivamente nel caso di piante isolate di valore monumentale o nell’ambito di parchi e giardini cittadini. L’attitudine del patogeno a vivere prevalentemente all’esterno dei tessuti colpiti, permette di intervenire anche dopo l’attacco all’ospite. Vengono utilizzati prodotti a base di zolfo sia allo stato polverulento che come sospensione in un mezzo liquido.
Gli aceri sono attaccati da altre malattie fungine di minore importanza quali: Mycosphaerella latebrosa, l’Eptothyrium acerinum, Thaphrina pseudoplatani, che provocano alterazioni a livello fogliare.
Bibliografia
G. Goidànich - Manuale di patologia vegetale. Ediz. Agricole Bologna