Tra le attività istituzionali espletate, il Corpo Forestale della Valle d’Aosta è delegato al rilievo dei dati climatici e nivologici finalizzato alle previsioni di eventi meteorici critici e dei fenomeni valanghivi.
Il Corpo Forestale della Valle d’Aosta fa infatti parte della rete di rilevamento manuale che si compone di “campi neve” per la raccolta dei dati necessari alla realizzazione del Bollettino regionale Neve e Valanghe.
Dal 2004 sono stati organizzati due corsi in collaborazione con la Direzione assetto idrogeologico dei bacini montani dell’Assessorato alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica e dell’Associazione Interregionale Neve e Valanghe (A.I.NE.VA.) che hanno portato alla formazione di 48 operatori del Corpo Forestale regionale a osservatore nivologico - modulo AINEVA 2A.
L’attività di rilevamento da parte del personale forestale si svolge prevalentemente in “campi neve” fissi in cui viene seguita l’evoluzione del manto nevoso e delle condizioni nivometeorologiche nel tempo, con cadenza giornaliera o settimanale a seconda del tipo di osservazione da effettuare.
CAMPI NEVE FISSI CON CADENZA GIORNALIERA
Sono i “campi neve” in cui si eseguono osservazioni nivometeorologiche attraverso una serie di parametri significativi rilevabili con procedure semplici e veloci.
Altezza del manto nevoso, altezza della neve fresca, temperatura dell’aria (comprese le temperature estreme registrate nelle 24 ore precedenti), condizioni del tempo, nuvolosità, visibilità, attività eolica in quota: sono i dati che bisogna rilevare nei 16 siti gestiti dal Corpo Forestale della Valle d’Aosta situati nei pressi di ogni Stazione Forestale.
I dati, raccolti nel modello 1-AINEVA, vengono poi inviati settimanalmente (o giornalmente in caso di presenza di neve fresca) all’Ufficio Valanghe della Direzione assetto idrogeologico dei bacini montani.
Arrivo al campo neve
Sonda battage
CAMPI NEVE FISSI CON CADENZA SETTIMANALE
Sono i “campi neve” in cui si effettuano prove penetrometriche, profilo stratigrafico, osservazioni sull’innevamento e sugli eventi valanghivi, rilevamento delle condizioni del tempo, dell’attività eolica e della temperatura dell’aria.
I siti di cui si occupa il Corpo Forestale sono 16, distribuiti su tutto il territorio regionale e vanno da una quota minima di 1476 m. (Loc. Pianas del Comune di Lillianes) ad una quota massima di 2500 m. (Monte Facciabella del Comune di Ayas).
I dati raccolti nei modelli 2,3,4 e 6 -AINEVA, vengono archiviati tramite il programma Yeti 32, fornito da AINEVA, ed inviati immediatamente all’Ufficio valanghe.
I rilevamenti in questi campi neve sono generalmente più articolati e prevedono l’utilizzo di attrezzatura specifica.
Particolarmente interessante in questi rilievi è la realizzazione del profilo della neve, attraverso l’analisi delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei diversi strati del manto nevoso.
Gli strati vengono individuati con l’uso della sonda battage. Si tratta di una sonda a percussione costituita da elementi tubolari componibili, contrassegnati da una scala in cm e sormontati da un’asta guida lungo cui scorre una massa battente (martello). La sonda è poggiata sulla superficie della neve e lasciata affondare, prima per peso proprio e poi applicandole una forza con il martello che viene fatto cadere da diverse altezze, facendola quindi affondare nel manto nevoso. Le operazioni di battage vanno ripetute fino al raggiungimento del terreno.
I dati raccolti - numero dei colpi della massa battente, altezza da cui si fa cadere la massa battente e affondamento della sonda nella neve - consentono di ricavare gli indici di durezza corrispondenti a ciascun affondamento della sonda e di conseguenza di rilevare nel manto di neve gli strati con durezza diversa.
Scavo del profilo verticale
Successivamente nel manto nevoso si scava un profilo verticale, dalla superficie fino al terreno e si identificano gli spessori dei vari strati individuati.
Scavo del profilo verticale Determinazione dei vari strati
Per ogni strato è poi necessario analizzare:
• il contenuto in acqua liquida, parametro importante per valutare la stabilità della neve: se aumenta il contenuto in acqua liquida, diminuisce la resistenza. Il valore viene calcolato con un metodo empirico: indossando un guanto si preleva un campione di neve e strizzandolo moderatamente si verifica se l’eventuale acqua liquida presente può essere estratta o meno.
• la forma e la dimensione dei grani, cioè l’aspetto morfologico dei grani di neve più caratteristici con l’uso di una lente di ingrandimento e una tavoletta cristallometrica. Anche questo dato è importante per la valutazione della stabilità: per es. grani grossi e sfaccettati presentano una scarsa resistenza e costituiscono quindi potenziali strati di rottura all’interno del manto nevoso.
• la durezza della neve, cioè la sua capacità di resistere alle sollecitazioni per valutare le condizioni di equilibrio del manto nevoso. Questo dato viene rilevato con “il test della mano”: si spinge orizzontalmente contro il manto nevoso un oggetto di superficie nota – pugno, 4 dita, 1 dito, matita, lama di coltello – fino a produrre una rottura di compressione nella neve.
• la densità della neve, cioè il valore espresso in kg/m3 che determina la porosità e l’entità degli scambi di calore del manto nevoso e quindi ne regola i metamorfismi: un carotatore di forma cilindrica e di volume noto viene inserito orizzontalmente e si preleva il campione di neve che viene pesato con un dinamometro a molla.
All’interno del manto nevoso si misura poi la temperatura della neve ad intervalli regolari di 10 o 20 cm lungo il profilo e in superficie. Si possono così definire le trasformazioni termodinamiche in atto che causano modifiche morfologiche e meccaniche dei vari strati.
Completati questi rilievi si procede alle osservazioni sull’innevamento al suolo sui versanti alle varie esposizioni ed a quote diverse.
Nuova rappresentazione del territorio regionale del Bollettino
Regionale Valanghe
Infine si segnalano eventuali eventi valanghivi. Nel caso in cui le valanghe siano rilevanti, sia perché di grandi dimensioni, sia perché abbiano coinvolto costruzioni o strade, si deve procedere al rilevamento delle stesse, anche tramite strumentazione G.P.S. (Global Positioning System, ossia sistema di posizionamento su base satellitare) raccogliendo elementi sul tipo di valanga, sulla zona del distacco, sulla zona di scorrimento, sulla zona di accumulo; in questo caso i dati verranno poi inseriti nel modello 7-AINEVA e contribuiranno alla redazione del Catasto regionale valanghe.
Dalla stagione invernale 2008/2009, infine, il Corpo Forestale della Valle d’Aosta collabora con l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) nella raccolta dei dati sulla densità della neve, parametro che unitamente all’altezza del manto nevoso permette di determinare l’equivalente in acqua e quindi la disponibilità idrica. A questo proposito sono stati individuati ulteriori siti, posti a varie quote, in cui effettuare queste misurazioni.
L’A.I.N.E.V.A.
Le regioni settentrionali italiane sono costituite per una gran parte del loro territorio da montagne. La neve e le valanghe sono quindi una componente importante che può, in particolari situazioni critiche, creare problemi e determinare situazioni di pericolo per le popolazioni che le abitano. Dobbiamo quindi saperne di più su questa particolare materia che è la neve, sia per poter prevenire ed informare sui pericoli che essa può determinare, sia per meglio utilizzarla come risorsa economica nelle località alpine.
Ed è proprio con questo prioritario obiettivo, di promuovere e favorire studi sulla neve e le valanghe, che è nata L’A.I.N.E.V.A., l’Associazione delle Regioni e Province Autonome dell’arco alpino italiano. Essa si è costituita nel 1983 per coordinare, unificare ed integrare tutte le attività e le iniziative che gli Enti aderenti svolgono in materia di prevenzione ed informazione nel settore della neve e delle valanghe.
Gli obiettivi primari sono lo scambio e la divulgazione di informazioni, l’adozione di metodologie comuni di raccolta ed elaborazione dei dati, la sperimentazione di strumenti e attrezzature, la diffusione di pubblicazioni riguardanti le materie oggetto di approfondimento, la formazione e l’aggiornamento di tecnici del settore.
SEMINARIO SUGLI INCENDI BOSCHIVI
Il 23 maggio 2009, presso la sede del vivaio regionale Abbé Henry di Quart, si svolgerà la cerimonia commemorativa del 41° anniversario della fondazione del Corpo forestale della Valle d’Aosta.
Nella giornata di venerdì 22 marzo, con inizio alle ore 9,00, è prevista una giornata di studio sugli incendi boschivi con la partecipazione di tecnici esperti delle regioni alpine e del Corpo forestale dello Stato, in cui verranno messe a confronto le esperienze di prevenzione e di spegnimento degli incendi che in questi anni hanno profondamente intaccato il patrimonio forestale di alcune regioni italiane.
Sarà l’occasione per ricordare i venticinque anni di attività operativa del Nucleo antincendi boschivi che è la principale struttura a livello regionale competente nel settore della prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi.
Il Nucleo A.I.B. del Corpo Forestale della Valle d’Aosta , dotato di strumentazione tecnica e mezzi specifici, elabora giornalmente i dati relativi all’indice di pericolo d’incendio, effettua il monitoraggio del territorio ai fini della prevenzione incendi, con l’ausilio del personale delle Stazioni forestali, e coordina le operazioni di spegnimento interagendo con il Corpo regionale dei vigili del fuoco e gli organi di Protezione civile regionali e nazionali. (n° di pronto intervento in caso d’incendio: 0165-765988)