CARTA D'IDENTITÁ
FAMIGLIA: Umbelleferae
GENERE E SPECIE: Peucedanum ostruthium Koch.
NOME ITALIANO: Imperatoria
NOME FRANCESE: Impératoire
NOME PATOIS: Agrou
DROGA: Rizoma
PRINCIPI ATTIVI: oli essenziali, principio amaro imperatorina, terpeni, tannini e amidi.
DESCRIZIONE BOTANICA
Pianta erbacea vivace con un grosso rizoma sotterraneo e un fusto, semplice o ramificato solo in alto, striato esternamente e cavo all’interno. Le foglie sono, per la maggior parte, divise in tre foglioline, a loro volta intere o divise in due-tre lobi. I fiori sono bianchi o rosati, sono riuniti in ombrelle composte da 20-40 ombrellette con una decina di fiori ciascuna. Il frutto é un achenio.
DOVE SI TROVA
Cresce nella regione montana e subalpina fino alla Toscana come limite meridionale; si trova nei luoghi erbosi umidi e nei boschi radi fino a 2000 m.
COLTIVAZIONE
TERRENO E AMBIENTE
La coltivazione riesce bene nei terreni umidi degli alpeggi dotati di sostanza organica.
PROPAGAZIONE
La specie si moltiplica in primavera con seme opportunamente conservato dopo la sua raccolta o per divisione dei rizomi in autunno.
SESTO D'IMPIANTO
Si consigliano 50-80 cm tra le fila e 30-40 cm sulla fila.
CONCIMAZIONE
É una specie che permane sullo stesso appezzamento per più anni pertanto la concimazione di fondo riveste notevole importanza. Solitamente si apportano 300-400 q/ha di letame da interrare al momento dell’aratura e si integra eventualmente con apporti di azoto alla ripresa vegetativa e fosforo e potassio poco prima dell’inverno.
CURE COLTURALI
Occorrono sarchiature soprattutto nel primo periodo di crescita. In seguito raggiunge proporzioni tali da non avere più problemi di questo genere.
In merito all’irrigazione si eseguono, in caso di necessità, interventi di soccorso dopo la semina o dopo il trapianto.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Il rizoma si raccoglie in primavera o in autunno e dopo averlo raccolto lo si taglia in pezzi di 5-10 cm. Si essicca al sole e si conserva in sacchi o in recipienti di vetro o porcellana.
PROPRIETÁ TERAPEUTICHE
Aromatizzanti, amaricanti, aperitive, digestive, sudorifere, espettoranti, antinfiammatorie.
NOTIZIE GENERALI E STORIA
Veniva molto usata contro le contusioni la radice dell’imperatoria. Le foglie fresche venivano applicate per guarire gli ascessi. Con cataplasmi ottenuti con fiori, foglie e radici si curavano piaghe, ferite e ematomi. L’infusione veniva usata per immergervi i piedi gonfi e trovare sollievo aggiungendo dello zucchero a questo bagno. Nelle stalle si usava bruciare l’imperatoria come disinfettante.
RECENSIONE “MINIERE IN VAL D’AYAS”
Il rapido cambiamento della società odierna e le spietate leggi economiche e commerciali hanno profondamente cambiato negli ultimi cinquanta anni il modo di lavorare della popolazione in Valle d’Aosta. Un’attività che fino al secolo scorso era ancora ritenuta degna di attenzione, peraltro con rese molto variabili da caso a caso, era quella di estrazione mineraria. Dalla chiusura delle miniere di Cogne, in valle d’Aosta non è più attivo alcun cantiere e il tempo sta rapidamente degradando ciò che rimane delle miniere più recenti.
La pubblicazione, voluta dalla Comunità Montana Evançon nell’ambito del progetto “Leader plus – Les familles et l’accueil”, finanziato con fondi sociali europei, tratta dello sfruttamento delle risorse minerarie nei tre comuni leader Brusson, Challand-Saint-Anselme e Challand-Saint-Victor. Essa rappresenta un primo passo verso una valorizzazione delle risorse naturali della Valle d’Aosta, nella fattispecie il patrimonio minerario. L’area è stata particolarmente sfruttata sotto questo punto di vista, con periodi di intensa attività estrattiva. Le descrizioni riportate dai due autori, che ormai da decenni si interessano alle miniere valdostane, permettono di capire quanta attenzione abbiano avuto per queste miniere, sia le popolazioni locali, sia società italiane o estere, e quanto sia stata difficile e fortunosa l’estrazione dei vari minerali.
Il testo, riccamente illustrato, dopo un’introduzione geologica, descrive le miniere più importanti, quali quelle di Sache, di Orbeillaz, di Bechaz e di Chamousira, riportando notizie storiche e tecniche già di dettaglio. Al termine della pubblicazione un capitolo sulle tecniche minerarie ed un glossario chiariscono al lettore alcune terminologie specifiche utilizzate nelle descrizioni. Il testo vuole dunque essere una testimonianza sulle miniere della Valle d’Ayas, tesa a ricordare queste miniere che, qualora non si sviluppi alcuna prospettiva di futura valorizzazione, sono purtroppo destinate a venire del tutto dimenticate dalle nuove generazioni.