Tempo di bilanci per il piano di controllo regionale della Rinotracheite Infettiva del Bovino, più semplicemente nota con la sigla IBR.
La Regione Autonoma Valle d’Aosta, stante l’importanza rivestita dal settore dell’allevamento bovino, aveva deciso già dal 2005 di attuare un piano di monitoraggio e controllo dell’IBR (deliberazione della Giunta n. 4759 del 20/12/2004), tuttora in vigore. Dopo 6 anni di monitoraggio e vaccinazione qual è la situazione oggi negli allevamenti valdostani?
Il piano prevedeva il controllo sierologico annuale di tutti i capi bovini di età superiore ai 12 mesi, la vaccinazione di tutti i capi negli allevamenti positivi, incentivi agli allevatori con capi negativi e per la sostituzione di animali positivi e l’adozione di misure di biosicurezza per contrastare la comparsa e diffusione della malattia. La vaccinazione da attuarsi con un vaccino a virus spento deleto.
• CHE COS’È?
L’IBR è una malattia infettiva da herpesvirus che si può manifestare con forme respiratorie o può investire la sfera riproduttiva, causando aborti e infezioni del tratto genitale. La malattia non si trasmette all'uomo.
• COME SI TRASMETTE?
La diffusione avviene per via respiratoria e per via genitale (monta naturale). L’animale infetto diventa portatore a vita del patogeno.
Il virus, presente in forma latente, può attivarsi e il soggetto portatore diventa fonte di infezione per tutto l’allevamento.
Le situazioni che possono favorire la riattivazione del virus sono: trasporto, rimescolamento di animali, parto, allevamento troppo affollato, altre patologie, trattamenti con cortisone, modifiche dell’ambiente o dell’alimentazione.
FOCUS VACCINO DELETO
Nel virus del vaccino deleto manca il gene gE che è presente nel virus naturale. Opportuni test di laboratorio (elisa anticorpi antiglobuline E) permettono di differenziare gli animali vaccinati con vaccini gE, cui manca questa glicoproteina, dagli animali con infezione naturale in cui la glicoproteina gE è presente.
Figura 1 - Vitello con scolo nasale, vaccinazione
• COME SI FA LA DIAGNOSI?
Non sempre gli animali colpiti manifestano sintomatologia (febbre, scolo nasale, aborto, ipofertilità..); oltre alla visita clinica, la certezza dell’infezione deve essere confermata da prove di laboratorio. Per valutare se l’animale è portatore del virus (positivo), se è indenne o se è stato vaccinato, viene effettuato un primo test (elisa anticorpi totali); se l’esito è negativo il capo viene refertato come negativo. Se l’esito è positivo il capo potrebbe essere vaccinato o infetto. Un secondo test (elisa anticorpi antiglobuline E) è in grado di distinguere i capi infetti o vaccinati con vaccini tradizionali da quelli vaccinati con i nuovi vaccini deleti. Se anche il secondo test dà esito positivo il capo è infetto o vaccinato con vaccino tradizionale; se il secondo test è negativo vuol dire che il capo è vaccinato.
Per successivi approfondimenti diagnostici è inoltre possibile utilizzare il test elisa anticorpi antiglobuline B o la sieroneutralizzazione. La classificazione dello stato sanitario dei capi avviene secondo lo schema riportato in figura 2.
IL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO: I NUMERI
Per valutare l’andamento del piano sono stati analizzati i controlli sanitari effettuati dal 1° gennaio 2005 al 30 giugno 2010. Gli enti che a vario titolo sono coinvolti nel piano di monitoraggio e controllo dell’IBR in Valle d’Aosta sono cinque: l’Ufficio servizi zootecnici dell'Assessorato Agricoltura e Risorse naturali, la sezione di Aosta dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, il Servizio veterinario USL e L.P. Aosta, l’Association Régionale Amis des Batailles de Reines e l’AREV-Association Régionale Éleveurs Valdôtains.
Gli esami effettuati nell’ambito del piano di monitoraggio escludendo le compravendite e le sieroneutralizzazioni sono circa 249.175 da gennaio 2005 a giugno 2010. In tabella 1 il dettaglio per tipologia di esami.
I capi controllati in totale sono stati 55.003; il grafico 1 ed il grafico 2 in modo più dettagliato mostrano chiaramente come negli anni sia diminuito costantemente il numero di capi positivi passando da circa il 17% (5205 positivi su 30151 capi provati) nel 2005 a circa il 6% (1762 su 27327) nel 2010. La riduzione è statisticamente significativa (x2 p<0.001); accanto alla diminuzione dei capi positivi si è registrato un aumento costante dei capi negativi e dei capi vaccinati con vaccino deleto.
Per valutare lo stadio di infezione delle aziende positive al momento del prelievo è stata calcolata l’età dei capi, espressa in mesi e sono state individuate 4 classi: 0-9 mesi, 9-24 mesi, 24-48 mesi e maggiore di 48 mesi. L’elemento che indica la circolazione del virus in azienda è la positività nella classe 9-24 mesi.
Nel 2005 i capi positivi di età compresa tra 9-24 mesi rappresentavano circa 8% del totale dei positivi; mentre nel 2010 rappresentano solo l’1.6% dei positivi. Oltre a questo dato assai positivo ai fini della valutazione del piano è da notare che, come si evince dalla tabella 3, il numero dei capi positivi è calato dal 2005 al 2010.
Nel 2010 il 94% dei positivi ha più di 48 mesi; si tratta quindi di vecchie positività. Valutando nel complesso l’età dei capi emerge che nel 2010 i positivi sono più vecchi (età media 8.3 anni) rispetto al 2005 (età media 5.3 anni). Questo aspetto evidenzia come negli anni non ci sia stato un aumento di capi giovani infetti, questo è un ottimo segnale ai fini della progressione del piano.
Valutiamo adesso le aziende. Le aziende controllate in totale nel periodo considerato sono state 1511. In base agli esiti sierologici dei capi presenti le aziende sono state classificate in:
1. positive: se presente almeno un capo positivo,
2. negative: se tutti i capi presenti sono negativi,
3. vaccinate: se presenti capi negativi ad elisa anticorpi antiglobuline E (assenza di positivi, capi vaccinati con vaccino deleto).
Anche per le aziende si confermano i buoni risultati emersi dall’analisi dei capi. Nel 2005 le aziende negative erano 730 (55%), sono diventate 862 (77%) nel 2010; contemporaneamente le aziende sieropositive sono diminuite passando dal 45% nel 2005 al 23% nel 2010.
Questo miglioramento si registra anche all’interno delle aziende; infatti, se nel 2005 mediamente un’azienda positiva aveva circa il 29% dei capi positivi, nel 2010 un allevamento che è positivo ha circa il 13% di capi positivi. Dal 2005 la riduzione di capi positivi è stata di circa 16 punti percentuali.
In conclusione possiamo affermare che i numeri del piano sono incoraggianti, siamo partiti nel 2005 con il 45% di aziende positive e nel 2010 queste sono scese al 23%; i capi positivi erano il 17,5% nel 2010 sono il 4,5%. Sono stati eseguiti quasi 250.000 esami su 55.003 capi in 1511 aziende.
Analizzando i dati di 6 anni di piano tutti i fattori analizzati indicano una positiva progressione del piano. Si registra una significativa diminuzione delle aziende e dei capi positivi. Anche all’interno delle aziende infette il numero di capi positivi diminuisce (prevalenza intrallevamento). Contemporaneamente aumentano i capi vaccinati e le aziende che vaccinano e che sono sierologicamente negativi. I capi positivi hanno una età media di 8.3 anni e sono prossimi alla riforma. La riduzione della presenza dell’ IBR anche a livello aziendale, riflette l’effetto di una massiccia campagna di vaccinazione come evidenziato nel grafico 2. Il trend discendente della quantità di aziende con almeno 1 capo positivo è frutto dell’ efficacia delle misure di prevenzione e controllo del rischio di contagio e diffusione del virus, messe in atto dal piano regionale di controllo e protezione dal virus tramite la campagna vaccinazioni.