La Valle d’Aosta e il Giappone: considerata la distanza, le differenze culturali e linguistiche, ecc., potrebbe sembrare a prima vista un accostamento alquanto innaturale. Fino a qualche anno fa si trattava effettivamente di due realtà lontane e intangibili che oggi però, grazie all’eccellente azione di promozione e marketing attuati dal “sistema Valle d’Aosta”, sono diventate sorprendentemente vicine.
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Da alcuni anni la Valle d’Aosta si propone come destinazione turistica di eccellenza in Giappone, nell’ambito di un complesso progetto pluriennale condiviso con partners istituzionali italiani (Ice, Enit, Ambasciata, ecc.) e giapponesi (tour operators e non solo), progetto che in ambito istituzionale sia italiano che giapponese è stato definito come “la migliore azione promomarketing attuata negli ultimi anni”.
Gli obiettivi erano ambiziosi: intercettare e conquistare parte dell’imponente flusso di turisti nipponici che da decenni facevano la fortuna di tutte le maggiori stazioni turistiche alpine francesi e svizzere e “riscattare” la nostra quota di montagne più famose d’Europa. Da decenni, infatti, Francia e Svizzera promuovono il Monte Bianco, il Cervino e il Monte Rosa monopolizzandone, di fatto, l’immagine tanto che per il mondo risultano essere montagne francesi o svizzere. Ora grazie alla perseveranza, i turisti giapponesi iniziano ad arrivare in Valle d’Aosta (nel 2010 sono state oltre ottomila le presenze di sciatori e trekkers del sol levante), e in Asia si comincia a sapere che il versante sud dei maggiori quattromila d’Europa è italiano, valdostano per l’esattezza.
Ma se si parla di Asia e non solo di Giappone, si introduce l’elemento più strategico di tutta l’operazione “VdA in Giappone”: il Giappone, oltre ad essere una superpotenza economica e il più occidentale di tutti i paesi del continente asiatico, da sempre è il trend maker per eccellenza di tutto il continente. Questo significa che ciò che va di moda in Giappone infallibilmente impazza poi in Cina, a Hong Kong, in Corea, a Taiwan, a Singapore, eccetera. Per capirlo è sufficiente compiere un viaggio iniziando da Tokyo e visitando in seguito Shangai, Seoul, Taipei, Singapore: ben presto salta all’occhio come queste città siano cloni della capitale nipponica.
Conquistare una solida base d’appoggio in Giappone (paese solido e leale) significa garantirsi le chiavi di accesso per l’Asia, l’unico continente al mondo in cui la crescita economica e di tutte le tipologie di consumo si manterrà stabile nel medio lungo periodo.
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Oltre a essere apprezzata come destinazione turistica, la Valle d’Aosta comincia ad essere anche “gustata” sulle tavole nipponiche. Da un paio di anni alla promozione turistica si è affiancata quella dell’enogastronomia e un certo numero di aziende valdostane del comparto agroalimentare hanno avviato rapporti commerciali con importatori e distributori giapponesi. A seguito della partecipazione al Salone Foodex Tokyo 2010 e 2011, nell’ambito di un’azione sinergica con l’Ice (Istituto per il Commercio Estero), sono stati contattati ulteriori importatori e distributori giapponesi che dal 15 al 19 giugno scorso hanno effettuato un breve sopralluogo presso alcune realtà produttive della nostra regione per esaminare vini, distillati e liquori, salumi e formaggi.
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Si tratta di un mercato a prima vista difficile, a causa delle lunghe procedure preliminari di studio e valutazione dei prodotti. Quello nipponico, tuttavia, è un mercato estremamente stabile e corretto, e una volta terminato l’iter iniziale il prodotto può successivamente godere di una lunga vita su cataloghi e listini. Le aziende che consolidano il loro rapporto con il mercato giapponese generalmente godono poi di lunghe e fruttuose collaborazioni.
Una volta a regime i rapporti con gli operatori, i prodotti della tradizione enogastronomica valdostana potranno essere distribuiti presso i canali della ristorazione italiana in Giappone (sono più di undicimila i ristoranti censiti dall’Ice), presso la grande distribuzione di alta gamma (catene di gastronomie di alto livello), e la piccola distribuzione specializzata.
Ecco allora che la Valle d’Aosta – oltre ad essere meta turistica – comincia a essere “gustata” sulle tavole nipponiche!