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2001:
on commence par les langues
Il 2001 sarà l'anno europeo delle lingue. Un momento di approfondimento
e di analisi da non mancare per gli operatori di una scuola, quella valdostana,
che molto ha investito nella sperimentazione linguistica.
La lettura di due documenti ci potrebbe aiutare ad orientare la nostra
riflessione. "Langues vivantes : apprendre, enseigner, évaluer.
Un cadre européen commun de référence",
Conseil de la coopération culturelle, Strasbourg 1996 ; e Progetto
lingue 2000, Ministero della Pubblica Istruzione.
Dal 1971 il Consiglio d'Europa ha attivato, coinvolgendo linguisti di
tutti gli stati membri, un percorso di indagine e di riflessione che ha
elaborato e proposto in due stesure successive, l'ultima delle quali risale
al 1998, un Cadre commun de référence pour l'apprentissage/enseignement
des langues. Ce document "n'entend pas promouvoir un système
ou une approche unique de l'enseignement des langues mais propose un Cadre
de référence suffìsamment exhaustif pour aider les
praticiens (apprenants, enseignants, formateurs d'enseignants, administrateurs,
parents, etc.) à situer et à excercer leurs choix et à
s'informer mutuellement de manière transparente et cohérente".
Ce Cadre "a pour fonction de permettre à tous les partenaires
impliqués dans le processus d'enseignement et d'apprentissage d'une
langue étrangère d'informer les autres, avec toute la clarté
possible, de leurs objectifs, essentiellement de ce qu'ils attendent des
apprenants, des méthodes qu'ils utilisent et des résultats
effectivement obtenus.
Cette information sera de première importarnce dans une Europe
interactive afin que les différents partenaires assurent aux apprenants
des conditions d'apprentissage cohérentes. Elle facilitera, en
outre, la mobilité éducationnelle, technique et professionelle
ainsi que personnelle sur un continent dont les entraves au moment, les
barrières a la communication et a la cooperation sont peu à
peu supprimées."
Questa "Costituzione europea dell'insegnamento delle lingue"
offre una molteplicità di spunti di riflessione e di stimoli operativi:
dai descrittori possibili delle competenze linguistiche, all'analisi della
dimensione verticale delle lingue e alla descrizione dei livelli di competenza
in relazione alle situazioni, ai compiti, alle attività di comunicazione
e alla loro possibile valutazione.
Un capitolo è riservato "aux implications de la diversification
linguistique dans la conception du curriculum et traite de points tels
que: multilinguisme et multiculturalisme; principes de conception d'un
curriculum; compétences modulaires et partielles".
Materiale da tener presente, quindi, in questa fase di elaborazione dei
nuovi curriculi e da spendere anche, perché, la categoria degli
insegnanti è chiamata a e credo voglia costruire la nuova scuola.
"L'attuazione della legge sul riordino dei cicli, in quanto impegno
che sottolinea il valore generale della riforma della scuola rispetto
ai grandi processi di cambiamento che interessano e coinvolgono l'intera
società, esige il coinvolgimento più ampio possibile di
tutti e in primo luogo del Parlamento, ma anche - e meno male! -delle
organizzazioni rappresentative del mondo della scuola, di docenti, studenti,
genitori, le associazioni professionali di docenti,..." (dal
resoconto delle comunicazioni del ministro alla 7a Commissione del Senato).
Anche l'Associazione LEND (lingua e nuova didattica) suggerisce, ad esempio,
che i contenuti e gli obiettivi dell'apprendimento linguistico siano determinati
proprio sulla base delle indicazioni del "Quadro europeo comune di
riferimento" e propone un insegnamento precoce della prima lingua
straniera ed un suo uso veicolare più tardi. Queste ed altre indicazioni,
comparse in un articolo del Sole 24 ore di lunedì 21 febbraio dal
titolo "I docenti scrivono la riforma dei cicli", esemplificano
le proposte che le principali associazioni degli insegnanti presenteranno
al Ministro, nello sforzo di riempire di senso la scatola ancora vuota
della riforma in atto.
Il secondo documento, elaborato dal Gruppo Lingue Straniere, recepisce
in parte le indicazioni del primo e vuole essere la risposta italiana,
per il 2000, a quanto individuato dal Libro Bianco "Insegnare
e apprendere", pubblicato dalla Commissione europea nel
1995, che individuava nella scarsa conoscenza delle lingue uno degli ostacoli
alla mobilità di studenti e lavoratori e poneva la promozione della
conoscenza di tre lingue comunitarie come obiettivo.
Mi pare interessante riportare di questo documento alcune frasi che posizionano
l'insegnamento delle lingue all'interno di una dimensione fortemente formativa:
"Fino alla prima metà degli anni 80 lo studio delle lingue
straniere pone gli obiettivi di immediata spendibilità comunicativa
quasi in secondo piano in rapporto alle finalità più genericamente
formative e culturali.
Oggi, tuttavia, i ritmi del confronto europeo e le politiche di investimento
nell'istruzione e nella formazione in ambito nazionale ed internazionale
impongono che gli allievi della scuola italiana imparino quanto prima
a comunicare nelle lingue europee più diffuse, con ciò stesso
potenziando le proprie capacità cognitive e le proprie strategie
di apprendimento.
Comunicare in una lingua altra rispetto alla lingua materna significa
già pensare in dimensione europea e tale prospettiva può
peraltro realizzarsi sia attraverso l'uso comunicativo e funzionale delle
lingue apprese, sia attraverso un'esposizione più frequente agli
stimoli e ai segnali delle culture altre che sono presenti nella realtà
italiana contemporanea. "
Molte delle considerazioni organizzative e metodologiche del progetto
lingue 2000, sono già presenti nella scuola valdostana: la necessità
di una forte "esposizione alla lingua" come fattore di motivazione
e di apprendimento, la possibilità di veicolare contenuti tematici
e discipline una volta raggiunto un livello di competenza accettabile,
la necessità di ricorrere all'integrazione degli insegnamenti linguistici,
la considerazione che l'acquisizione di competenze linguistiche, in lingue
altre, potenzi le capacità cognitive e migliori le strategie di
apprendimento.
Elementi che tornano e stimoli nuovi dunque in queste due proposte, una
nazionale, l'altra sovranazionale, ripresi negli articoli di questo numero,
che dedica ampio spazio alle tematiche dell'insegnamento bi/plurilingue,
all'interno delle sezioni “Repères” e “Pratiques”.
Letture forse poco adatte ad essere presentate a fine anno scolastico,
di questo in particolare, che ha messo a dura prova anche gli insegnanti
più motivati e partecipi (autonomia, riordino dei cicli, concorsone
e concorsi, dimensionamento, verticalizzazione, etc...), ma letture, credo
di qualità, da sorseggiare con più calma e distacco, in
un qualche velato pomeriggio estivo, nell'attesa del 2001.
Bonne école et surtout bonnes vacances!
Giovanna
Sampietro
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