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Progettare
un laboratorio didattico creativo
Che cosa significa progettare
un laboratorio didattico creativo? E che cosa deve prevedere il percorso
di visita ad una mostra?
Questo breve articolo ci introduce nel mondo dell’educazione didattica
museale presentandoci le fasi di progettazione e indicandoci i criteri
di attuazione.
Non
esiste una procedura obbligatoria per la creazione di un laboratorio didattico,
esistono invece delle idee di fondo che possono ispirare i percorsi didattico-laboratoriali
e concretizzarsi in giochi idonei alla comprensione dell’opera d’arte,
delle tecniche pittoriche, coloristiche e dei materiali necessari. Negli
anni ‘70 si sperimentò per la prima volta il laboratorio
creativo.
Bruno Munari, artista, designer, propose al Museo di Brera di
promuovere il “museo vivo” sostenendo che:
“Centomila visitatori al giorno non sono un successo per un museo
se tutte queste persone non rappresentano altro che un numero. Non tutti
i visitatori di un museo sanno vedere le opere d’arte visiva, gran
parte di essi, a causa di una educazione basata soprattutto sulla letteratura,
cerca il racconto nell’arte visiva e non vede perché non
conosce i problemi, le regole di tutto ciò che dà corpo
a un’opera d’arte visiva”. Il museo attivo prevedeva
di occuparsi di donne e uomini che avrebbero formato la società
futura ossia bambini e ragazzi in età scolare.
La sperimentazione di Munari univa diverse competenze che, nelle riunioni
chiamate pre-progetto, si confrontavano elaborando l’intero laboratorio
didattico; partecipavano psicologi, educatori, direttori di musei che
si occupavano soprattutto delle finalità delle singole attività.
Munari essendo un grande artista forniva poi la chiave creativa per ottenere
precisi obiettivi; era un artista molto intuitivo, capace e conoscendo
le metodologie del fare artistico forniva anche la lettura attiva d’ogni
opera d’arte. La sua intuizione ebbe un enorme successo, molti laboratori
didattici, sotto la sua guida, vennero svolti, nei più grandi musei
italiani, tra gli anni ‘70 e ‘80. Munari divenne il maestro
per tutti coloro che si occupano di laboratori didattici.
Partendo dalle sue sperimentazioni, ma non solo, ho elaborato una progettazione
per i laboratori didattici in Valle d’Aosta.
• Progettare un laboratorio significa svolgere un personale percorso
creativo; inizialmente il curatore del progetto didattico studia le opere
d’arte esposte. Esamina il punto di vista estetico, ponendo l’attenzione
su ogni singola opera, e cerca di comprendere il senso creativo dell’artista.
Interessante è riuscire, per così dire, ad “entrare”
nelle opere d’arte, cogliendo le motivazioni che hanno spinto l’artista
ad un preciso percorso tematico e stilistico. Segue un momento delicato
che è il confronto, quando è possibile, con il creatore
dell’opera; delicato poiché in qualche modo ci si appropria
del “senso” che l’artista ha voluto dare all’opera
stessa. Generalmente bisogna stabilire un rapporto di reciproca stima,
è difficile che un’artista, molto geloso delle proprie capacità
e dei propri “frutti”, abbia la volontà di raccontarsi.
Superato l’ostacolo diviene divertente lavorare insieme; si elabora
l’intero progetto ponendosi ognuno i diversi obiettivi. Un atelier
creativo, per un curatore didattico, deve essere un mezzo per avvicinare
in modo attivo all’arte. Momento in cui ogni utente diventa attore,
elabora un proprio senso critico, esprime tutta la sua creatività.
Il fruitore di
una mostra d’arte per fortuna non appartiene ad un'unica categoria;
importante, nel momento della progettazione, è conoscere il tipo
d’utenza verso cui si rivolgerà il laboratorio didattico.
Il tema dell’intero progetto indubbiamente sarà diversificato.
Le scuole, per esempio, raccolgono un vasto pubblico, dai tre ai diciotto
anni. Fondamentale è cogliere, nelle opere esposte in mostra o
in museo, i temi sui quali lavorare per rendere interessante, a tutti
gli allievi, il prodotto artistico. Questo è un momento di pura
creatività in cui ci si fa ispirare dall’esposizione e si
cerca, virtualmente, di divenire fruitore d’ogni età. Una
progettazione svolta con attenzione oltre alla scelta tematica, del laboratorio
didattico, deve tenere presente altri elementi. Ogni atelier dovrà
prevedere un percorso di visita e un momento d’attività.
La visita è una presentazione dell’opera, in cui ognuno,
di fronte ai manufatti artistici, illustra le emozioni che prova; segue
la fase del laboratorio progettato dal curatore. In questa fase il pubblico
deve essere accompagnato alla scoperta dei mezzi espressivi, delle tecniche
e dei materiali da utilizzare. I primi due elementi sono condizionati
sia dalla durata e dal luogo del laboratorio, sia dal tema della mostra.
Quando l’attività si svolge nelle sale espositive non si
può utilizzare la pittura; dipingere richiede tempi lunghi nei
quali, inizialmente, ci si appropria del mezzo espressivo e inseguito
si utilizza. Inoltre, per motivi di sicurezza, è meglio evitare
di dipingere all’interno delle sale. Il tema della mostra deve essere
il filo conduttore del progetto didattico, non è coerente il mezzo
pittorico se le opere esposte sono, per esempio, delle fotografie.
Il laboratorio ideale è un luogo, adiacente all’area espositiva,
nel quale svolgere tutte le attività con qualunque mezzo espressivo.
Tale atelier dovrà contenere una varietà di materiali. Il
materiale, infatti, è uno degli elementi essenziali per svolgere
una visita attiva, permettendo al pubblico sia di manipolare sia di inventare
una propria “opera d’arte”.
All’interno del laboratorio creativo ciascun individuo, adulto o
bambino, deve riuscire ad esprimere la capacità di creare; spesso
non è educato a farlo e s’inibisce di fronte alla possibilità
di utilizzare i mezzi propri dell’arte. Un curatore didattico deve
trovare la giusta chiave per rendere più immediato, semplice e
divertente l’approccio con l’arte.
I laboratori didattici, rivolti agli allievi delle scuole -che ho organizzato
all’interno del Progetto espositivo “Aosta Contemporanea”
e della mostra “Schiele e Klimt. I maestri dell’arte moderna
austriaca dalla Fondazione Leopold di Vienna” - rispettano
i principi che ho cercato di illustrare in questo articolo e che stanno
alla base della progettazione di un laboratorio didattico.
Nurye Donatoni
E’ laureata in Conservazione di Beni Culturali.
Ha svolto un corso di perfezionamento in museologia.
Progetta e gestisce laboratori di didattica museale.
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