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La scuola che cambia e le nuove tecnologie

Il rapporto tra i cambiamenti in atto e le nuove tecnologie, il loro contributo al processo di insegnamento/apprendimento e allo sviluppo della professionalità docente.

L'attuale processo di radicale rinnovamento della scuola si situa nel quadro di rapidissimo e profondo cambiamento, che caratterizza la nostra epoca. Termini quali "globalizzazione" e "società dell'informazione" sono diventati di uso comune, anche se talvolta in modosterotipato ed eccessivamente totalizzante: essi identificano comunque aspetti rilevanti di un mutamento, di cui il progresso tecnologico è al contempo causa ed effetto. Le nuove tecnologie informatiche, in particolare, hanno accelerato e aumentato in modo vertiginoso i flussi informativi, in termini di rapidità di accesso, di quantità di informazioni disponibili e di ampiezza dell'utenza, e hanno fornito possibilità di gestione di dati, procedure e risorse, fino a qualche anno fa, impensabili. D'altra parte, la trasformazione nei metodi di lavoro e nelle modalità di funzionamento delle organizzazioni (ma anche in azioni e procedure "quotidiane", quali gli acquisti o il pagamento delle tasse) cosi prodotta impone la conoscenza e l'uso di strumenti tecnologici nuovi e, per giunta, in continua evoluzione. In che modo tutto ciò è in relazione con la scuola, o meglio, con il sistema formativo? Gli aspetti che vorrei evidenziare, anche alla luce dell'attuale riforma del sistema scolastico italiano, sono riferiti a tré ambiti cruciali:
• i processi di insegnamento-apprendimento;
• lo sviluppo della professionalità docente;
• la gestione dell'organizzazione scolastica.

LA DIDATTICA DELLE NUOVE TECNOLOGIE
Tutti i documenti di indirizzo prodotti in questi ultimi anni, a livello nazionale ed internazionale (a partire dal libro bianco della commissione europea Insegnare e apprendere - verso la società cognitiva e dal Documento dei Saggi sui nuovi saperi, fino ai nuovi curricoli per la scuola di base) mettono in evidenza l'importanza dell'insegnamento delle nuove tecnologie a tutti i livelli di scolarità. Non a caso, tra i 16 indicatori della qualità dell'istruzione scolastica (school eclucation) selezionati, su incarico della Commissione europea, da un gruppo di lavoro composto da esperti di 26 stati europei1, la voce Information and Communication Technologies (ICT) compare nell'area dei risultati, con la matematica, la lettura, le scienze, le lingue straniere, l'educazione civica e il learning to learn (Imparare ad imparare).
L'esigenza di fornire agli studenti competenze nell'ambito delle nuove tecnologie è, fin dagli anni '70 all'attenzione del mondo scolastico tant'è che sono state attivate sperimentazioni in tal senso in tutti i gradi di scuola. Però in questo ambito in continua e rapidissima evoluzione più che in altri, la rigidità di "programmi" che definivano cen-tralmente i contenuti e i tempi degli insegnamenti scolastici, unita alle limitate competenze nell'uso degli strumenti informatici della maggioranza dei docenti, dava alla scuola pochissimo spazio per sviluppare una reale e diffusa cultura tecnologica. Rimossi, con la riforma, gli ostacoli di tipo istituzionale, le molte esperienze di alto livello realizzate in questi anni e le competenze costruite (penso ai documentalisti, presenti ormai in quasi tutte le scuole della Valle d'Aosta, ma anche a tutti quei docenti che si sono formati, in modo più o meno istituzionale e fomializzato) costituiscono la risorsa fondamentale perché la scuola possa esercitare, anche in questo campo, il suo ruolo di agenzia formativa primaria.
Il discorso è, mi pare, abbastanza consolidato per quanto riguarda gli istituti superiori di tipo tecnico e professionale, dove si è ovviato in parte all'assenza di riforme complessive, con le varie sperimentazioni di ordinamento. In questo caso l'innovazione e il continuo adeguamento dei contenuti passano attraverso l'(auto) aggiornamento degli insegnanti di materie tecniche e il potenziamento del raccordo con il mondo del lavoro, nella prospettiva della realizzazione di un vero sistema integrato di istruzione-formazione professionale.
Per quanto riguarda la scuola di base, ma anche le scuole secondarie non tecniche, siamo invece nell'ambito della cultura generale, cioè di quelle competenze e di quegli strumenti che la scuola deve dare agli studenti, per metterli in condizione di esercitare al meglio il proprio diritto ad essere cittadini. Infatti, un certo livello di competenza in ambito tecnologico fa ormai parte della cultura di base necessaria per inserirsi, in modo consapevole, attivo ed autonomo nella vita della comunità.
É però da segnalare come punto d'attenzione il rischio di identificare la cultura tecnologica con l'uso delle nuove tecnologie. Infatti tecnologia è rapporto fattivo dell'uomo con l'oggetto, quindi non solo conoscenza e uso di prodotti tecnologici, ma anche, e soprattutto, conoscenze e competenze nell'ambito dei processi, in termini di progettazione e di realizzazione. Non solo: la dimensione dell'operatività concreta, insita nelle vecchie tecnologie, è - e continuerà ad essere - centrale nella vita dell'uomo.

LE NUOVE TECNOLOGIE... PER INSEGNARE E PER IMPARARE
Dal punto di vista dell'insegnamento, è sotto gli occhi di tutti quanto il ricorso alle nuove tecnologie possa incidere positivamente sulla motivazione e sull'interesse degli alunni: il fatto stesso di navigare in Internet, lavorare su "testi" multimediali, utilizzare le diverse applicazioni della microrobotica o attivare corrispondenze e collaborazioni per via telematica accende l'attenzione. Il fatto che i ragazzi spesso siano molto più bravi di noi in questo campo costituisce, secondo me, un ulteriore atout, che permette a molti di affrontare l'attività scolastica con maggior sicurezza e soddisfazione.
Questi aspetti "superficiali" sono indicatori di un elemento di rilevanza sostanziale riguardo ai processi di apprendimento: si tratta della connessione strettissima tra processi cognitivi e mezzi utilizzati per comunicare.
Ad esempio, dal punto di vista prettamente comunicativo, l'efficacia della multimedialità sta appunto nel proporre diverse modalità di comunicazione, permettendo ad ognuno di cogliere il messaggio secondo il proprio stile cognitivo.
In riferimento ai processi logici, invece, ritengo che la rete telematica e i documenti ipertestuali costituiscano una rivoluzione pari a quella prodotta con l'invenzione della stampa.
Infatti il libro, come la spiegazione tradizionale, conduce il discente attraverso un percorso logico o narrativo, che è quello dell'autore, predefinito secondo la sua logica, mentre lavorare su ipertesti o navigare, come accade utilizzando Internet, tra grandi quantità di informazioni non rigidamente strutturate, impone di seguire un proprio percorso, cambiando radicalmente il modo di ragionare e di apprendere.
Analogamente, l'utilizzo di data-base o, semplicemente, di fogli di calcolo induce maggiore rigore nel ragionamento, orientando l'attenzione sui procedimenti più che sulle tecniche di calcolo. Si può quindi ipotizzare un effetto di rafforzamento delle potenzialità del singolo, che può meglio seguire i percorsi cognitivi che gli sono più congeniali.
Se così è, diventa ancora più importante la funzione dell'insegnante, sempre meno trasmettitore di conoscenze e sempre più catalizzatore di processi, che predispone e gestisce le situazioni di apprendimento, in modo tale da promuovere le potenzialità del discente e nel contempo rafforzarne i punti deboli.
Anche in questo senso sono molte, in particolare per lo sviluppo di forme di auto-apprendimento e di apprendimento cooperativo, le opportunità che lo sviluppo tecnologico aggiunge agli strumenti e alle opzioni metodologiche "tradizionali", beninteso, senza eliminarle: si pensi, ad esempio, ai software di esercitazione e auto-correzione per realizzare percorsi didattici individualizzati, alla quantità di informazioni messe a disposizione da Internet per attività d ricerca e approfondimento, alla possibilità di corrispondere in tempo reale o addirittura di lavorare in gruppo a distanza, nel quadro di iniziative di cooperazione tra scuole e scambi di classi.

... PER LO SVILUPPO DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE
Tutte le potenzialità illustrate possono, a maggior ragione, costituire risorse preziose per lo sviluppo della professionalità docente.
La direttiva ministeriale 210/00 delinea un nuovo sistema di formazione in servizio, che va ben oltre i corsi di aggiornamento tradizionali (la cui scarsa ricaduta sulla qualità complessiva dell'offerta formativa fornita dal sistema scolastico è sotto gli occhi di tutti) e integra la formazione nel quadro progettuale delle scuole, viste come laboratori di sviluppo professionale, puntando sulla ricerca-azione, sulla formazione a distanza, sull'auto-aggiornamento e su modalità di apprendimento cooperativo. Elementi qualificanti e imprescindibili diventano la funzionalità delle iniziative di formazione rispetto al piano dell'offerta formativa dell'istituzione scolastica, e lo sviluppo di un sistema di funzionamento in rete, che favorisca il confronto, lo scambio di esperienze e di informazioni, la valorizzazione e la diffusione delle buone pratiche, anche attraverso la creazione di poli/snodi territoriali di servizi e risorse.
É appena il caso di sottolineare che l'implementazione di un sistema di questo tipo passa attraverso una disponibilità e un uso adeguato di risorse tecnologiche, senza le quali non solo non sarebbe realizzabile ma neppure ipotizzabile.

... PER GESTIRE DATI E PROCEDURE
L'attribuzione, nel nuovo quadro normativo, alle singole istituzioni scolastiche di ampi spazi di autonomia decisionale e di flessibilità operativa, comporta competenze e adempimenti maggiori e più complessi, dal punto di vista amministrativo, gestionale e organizzativo; ciò che era finora pre-definito si può/si deve cambiare, decidere, modificare, nel quadro delle linee generali di indirizzo dettate dagli organi di governo del sistema scolastico. Per gli aspetti amministrativi, si pensi alla possibilità di stipulare contratti e convenzioni di rete, alla gestione autonoma di gran parte delle risorse finanziarie, all'articolazione del bilancio per progetti e al decentramento di molte competenze di tipo giuridico riguardo al personale.
Dal punto di vista organizzativo, poi, l'esercizio della flessibilità, strumento centrale dell'autonomia didattica, implica modalità efficienti di gestione di spazi, orari e risorse, programmazione delle attività su scansioni diverse da quella annuale e modifiche all'organizzazione in base alle necessità, oltre che sistemi di controllo efficaci, anche in relazione alle problematiche di certificazione dei percorsi formativi dei singoli studenti.
La possibilità di articolazione degli alunni per gruppi variabili, anche di classi diverse, la distribuzione del monte-ore delle discipline su base annuale o pluriennale, la gestione della quota locale del curricolo sono dispositivi potentissimi, per poter davvero tarare l'offerta formativa sulle esigenze degli alunni e del contesto locale, ma del tutto ingestibili se la scuola non si attrezza adeguatamente, in termini procedurali, organizzativi e strumentali. Gli aspetti, ugualmente essenziali, relativi alla comunicazione interna e alla valutazone di sistema, finalizzata al riorientamento delle azioni intraprese, richiedono ai diversi livelli sistemi solidi ed efficaci di acquisizione, elaborazione e gestione di dati e informazioni. Per affrontare efficacemente simili problematiche, sono disponibili tecnologie e strumenti per la comunicazione e la condivisione delle informazioni (reti locali e geografiche, posta elettronica), per la gestione di dati e di procedure amministrative (sistemi di Office Automation, data-base, banche-dati, fogli di calcolo...) e per la gestione delle risorse (orari, tempi, spazi, materiali, documenti...).

FUNZIONI DI RETE PER LE NUOVE TECNOLOGIE
In conclusione vorrei evidenziare ancora una volta l'importanza di quella che ritengo, nel quadro complessivo di strettissimo rapporto tra innovazione del sistema scolastico e nuove tecnologie, una risorsa fondamentale: i documentalisti (altrove indicati come tecnologi didattici). Sono infatti necessari interventi di catalizzazione rispetto al funzionamento in rete e di promozione dell'innovazione metodologica per/attraverso le nuove tecnologie, sia all'interno delle scuole, in funzione delle scelte operate dagli organi collegiali e dal dirigente scolastico, sia a livello più generale. Questi interventi possono essere realizzati solo da docenti con competenze professionali specifiche, che agiscano a supporto dei colleghi, ad esempio negli ambiti della comunicazione, della documentazione, della formazione e della realizzazione di iniziative formative specifiche.

Irene Bosonin
Dall'a.s. 1998/99 Ispettrice Tecnica incaricata per la scuola media

Nota
1 European Commission Directorate-General for Education and Culture, European report on quality of school education, Sixteen quality indicators, Report based on the work of the Working Committee on Quality Indicators, may 2000.

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