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I Linguaggi Non Verbali e Multimediali, una nuova risorsa

Alle superiori, una nuova disciplina è nata per sfruttare le opportunità della multimedialità, per sviluppare nuove competenze, favorire la pluridisciplinarità e il lavoro di gruppo. L'esempio del liceo "l binel" di Verrès.

Se nel mondo odierno la comunicazione svolge un molo essenziale, questa non può più risolverei unicamente nei linguaggi verbali: in questo senso la multimedialità, attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie, si pone come linguaggio/abilità trasversale per decodificare e per elaborare in maniera creativa i messaggi tipici della società dell'informazione.
A questo proposito ['Istituto L. Binel intende continuare a promuovere ed a sostenere l'introduzione delle nuove tecnologie in ambito didattico, pur consapevole che questi nuovi strumenti non sostituiscono, ne si ritengono, in linea di principio, migliori dei mezzi didattici "tradizionali".
La diffusione di tali tecnologie è intesa, non come intervento straordinario, ma come sviluppo del sistema formativo che si attua sia a livello di studenti che a livello di docenti. La promozione della multimedialità è intesa non solo come uso di procedure e di strumenti tecnici, ma rappresenta una dimensione culturale imprescindibile per:
• formare abilità trasversali alle discipline, sia in ambito espressivo che comunicativo;
• sviluppare capacità di ricerca e di elaborazione delle conoscenze;
• consentire una reale interdisciplinarità;
• favorire l'abitudine a lavorare in gruppo.

COME SONO DIVENTATO INSEGNANTE DI ... LNVM
LNVM è una sigla enigmatica, che non si chiarisce del tutto neanche quando si scopre che corrisponde alla disciplina "Linguaggi Non Verbali e Multimediali". Si tratta, in effetti, di una materia di studio presente per due ore settimanali (di cui una in compresenza con un insegnante di una qualsiasi altra disciplina) nel biennio delle sperimentazioni della scuola dell'autonomia (aVerrès, dove insegno, nel Liceo linguistico moderno e nel Liceo delle scienze sociali). L'idea, del Ministero della Pubblica Istruzione, di curare lo sviluppo di competenze rispetto alla comunicazione non verbale e rispetto all'uso di strumenti multimediali, nel curricolo del biennio superiore, mi sembra apprezzabile. È un'innovazione tesa ad introdurre nella scuola tecnologie, strumenti, linguaggi e mezzi espressivi che la società attuale utilizza in modo massiccio e che un giovane studente non può ignorare, anzi che deve sapere analizzare e comprendere per poterli utilizzare nella comunicazione. In questo senso, forse per la prima volta, la scuola introduce nei suoi programmi di studio un aspetto importante della cultura contemporanea, una piccola finestra sulla "contemporaneità".
La mia carriera di insegnante è approdata ai LNVM tré anni or sono (anzi quattro anni, se si considera che sono stato invitato a predisporre i relativi programmi già l'anno precedente) dopo avere insegnato per più di vent'anni Musica nella scuola media, all'Istituto Musicale e nella scuola superiore. L'occasione si è presentata quando l'abolizione dell'Istituto Magistrale e dei Licei psico-socio-pedagogici aveva in pratica decretate anche l'esclusione della disciplina Musica dalla scuola superiore. È facile immaginare come tale cambiamento abbia comportato pei me diverse difficoltà: la disciplina, a parte uni generica dichiarazione di intenti de] Ministero, non aveva un curricolo definito e non possedeva una chiara definizione episte-mologica (ancora oggi da approfondire); 1( mie competenze disciplinari erano generiche in alcune parti lacunose, soprattutto dal punto di vista dei contenuti da affrontare; il dibattito sulla disciplina era agli inizi, anche perché le scuole che avevano già iniziato la sperimentazione erano poche ed ognuno aveva proceduto in modo autonomo, secondo proprie convinzioni.
Sin da subito mi sono accorto che il pericolo maggiore era quello di fare delle scelte che avrebbero connotato, da una parte, un percorso fortemente incentrato sulla multimedialità e, dall'altra, un percorso a forte caratterizzazione sui linguaggi non verbali (iconico, grafico, sonoro, musicale, gestuale, prossemico): la difficoltà era (ed è) trovare un giusto equilibrio che, a mio avviso, è richiamato nella denominazione stessa della disciplina laddove la congiunzione "e" (Linguaggi Non Verbali e Multimediali) non è da intendersi come semplice successione di linguaggi, ma come vera connessione tra i linguaggi non verbali e la multimedialità. Risulta difficile trovare la giusta via di mezzo tra i linguaggi che, pur essendo essenziali nella comunicazione, sono spesso esclusi dalla rielaborazione scolastica (vedi il linguaggio cinematografico, televisivo, teatrale...) e gli strumenti di comunicazione (vedi il computer) che per il loro fascino tecnologico spesso sono considerati non solo semplici strumenti didattici, bensì il fine dell'insegnamento.
La riflessione è naturalmente ancora in atto, ma, in questi anni, ho maturato la convinzione che, al di là della necessità di definire ancora meglio i contenuti, trovare maggiori elementi di omogeneità tra le diverse esperienze già in atto, individuare possibili curvature nei diversi indirizzi, l'utilità culturale e didattica di questa disciplina risiede principalmente nell'offrire agli studenti, dal punto di vista delle conoscenze, l'opportunità di riflettere sulle diverse modalità della percezione e di impadronirsi della pluralità di linguaggi che a queste conseguono; dal punto di vista delle capacità e delle competenze, l'opportunità di lavorare in modo più autonomo e personale con conseguente possibilità di imparare, attraverso l'operatività ed il controllo immediato del proprio agire. Gli allievi lavorano più volentieri con strumenti e materiali che sentono vicini alla realtà che stanno vivendo (anche chi non ha mai usato, ad esempio, il computer) e mettono in gioco (rivalutandole perche' ne scoprono l'importanza) potenzialità che non sono solamente cognitive, ma anche affettive, creative, organizzative ed in alcuni casi addirittura artistiche.
Non per questo mancano gli aspetti problematici: gli allievi trovano spesso difficoltà a sistematizzare quanto appreso in sede pratica; la conduzione della lezione secondo una "didattica di laboratorio" implicherebbe la compresenza di più insegnanti per poter osservare, organizzare, coadiuvare, verificare meglio quanto gli studenti stanno facendo, e questo non si verifica sempre; la ricerca, nei singoli consigli di classe, di colleghi disponibili alla predisposizione ed alla realizzazione di progetti in compresenza non è sempre facile; anche se non è il mio caso. Inoltre il reperimento di strumenti multimediali idonei è talvolta un problema.
Il dibattito sulla disciplina Linguaggi Non Verbali e Multimediali è quindi ancora aperto e parteciparvi è, da un lato, gratificante per il clima di ricerca, di innovazione e di sperimentazione che lo caratterizza; dall'altro, per gli stessi motivi, è particolarmente faticoso se sommato al lavoro quotidiano che ogni insegnante è tenuto a svolgere ed a continuare.

PROGRAMMA DI "LINGUAGGI NON VERBALI E MULTIMEDIALI"
Per quanto concerne i Linguaggi Non Verbali e Multimediali il problema che ci si deve porre fin dall'inizio è quello di chiarirsi l'utilità, le finalità e i contenuti di questa nuova disciplina. A questo proposito le indicazioni dei Ministero, pur ricche di suggestioni, sono cariche di ambiguità.
La riflessione tra gli Istituti che già operano la sperimentazione (le cosiddette scuole pilota) è ancora in atto. Dal confronto delle esperienze maturate nell'ambito delle sperimentazioni sembrano, in effetti, emergere due differenti linee di pensiero: l'una che pone l'accento sul fatto che le caratteristiche innovative e fondanti dell'insegnamento dei Linguaggi Non Verbali e Multimediali passino, oltre che attraverso i normali canali dell'insegnamento della comunicazione, anche attraverso l'uso delle nuove tecnologie; l'altra che pone l'accento sulla centralità dei linguaggi in quanto sistemi organizzati preesistenti, non sempre obbligatoriamente riconducibili all'impiego delle nuove tecnologie.
In sintesi, nel primo caso è stata messa maggiormente a fuoco la parola "multimediale" e nel secondo caso la parola "linguaggi".
La seconda posizione, in particolare, esprime l'opportunità di trasferire nella nuova area dei Linguaggi Non Verbali la positiva tradizione delle Arti figurative e della Musica e di tutto ciò che le integra come cinema e teatro (cfr. punto 3.9 Documento dei Saggi). Non è casuale che si attribuisca "primariamente" questo insegnamento al docenti di arte/disegno/musica e si istituiscono, attraverso l'organizzazione delle compresenze, collegamenti con altre discipline anche in termini di apprendimento e uso dei linguaggi multimediali. Cosa si intende per multimedialità?
L'uso del mezzo informatico, ma anche l'uso del linguaggio filmico e televisivo nonché il linguaggio teatrale (che contiene al suo interno il linguaggio gestualeprossemico). I linguaggi non verbali sono da considerare, invece, come la base indispensabile per la costruzione di una comunicazione multimediale. In buona sostanza, saper usare il computer o la macchina da presa sono tecniche operative che vanno sicuramente acquisite, ma che non costituiscono ne il fine ne gli obiettivi della materia. È quindi necessario dare una dimensione culturale agli aspetti operativi propri della multimedialità.

FINALITÀ
Sono finalità della disciplina l'imparare a riconoscere gli elementi costitutivi dei diversi linguaggi utilizzati (in particolare per quanto riguarda l'aspetto comunicativo), lo sviluppare negli studenti abilità progettuali e operative, sviluppare, inoltre, riflessioni sul rapporto tra i diversi linguaggi nelle produzioni multimediali.
A tale proposito lo studente dovrà riconoscere lo specifico dei Linguaggi Non Verbali e le interconessioni esistenti fra essi, conoscere il linguaggio sonoro (suono, ritmo, melodia, armonia), iconico (immagine, percezione, struttura, forma), gestuale; conoscere lo specifico dei linguaggi multimediali come compresenza e sintesi di diversi codici; manipolare immagini e suoni in applicazioni al computer.
Le ore di compresenza sono da ritenersi l'ambito in cui si esplica in maniera più compiuta la multimedialità, intesa come laboratorio in cui si produce il messaggio multimediale e servono per l'attuazione di un progetto con l'apporto dei diversi ambiti disciplinari in un'ottica trasversale di ricerca e di approfondimento. E' importante, infine, cogliere quello che può essere indubbiamente uno degli aspetti più innovativi della disciplina, cioè quello di rappresentare uno spazio concreto in cui sviluppare la creatività attraverso progetti interdisciplinari basati su diverse forme espressive.
In sintesi:
a. la disciplina intende dare una dimensione "culturale" agli aspetti operativi propri della multimedialità e sviluppare negli studenti abilità progettuali ed operative;
b. attraverso l'insegnamento dei Linguaggi Non Verbali e Multimediali si vuole:
- estendere la didattica multimediale a tutte le discipline quale metodo trasversale di ricerca-azione, nella consapevolezza che, chi ristruttura il campo cognitivo modifica le modalità dell'apprendere, conferisce "senso" alle operatività e contribuisce in modo forte alla motivazione;
- sviluppare negli studenti autonomia e abilità di personale rielaborazione del sapere;
- potenziare le capacità comunicative degli studenti attraverso l'acquisizione di competenze relative alla codifica e alla decodifica di messaggi che utilizzano i linguaggi non verbali;
- rendere consapevoli gli studenti delle modalità di comunicazione complesse, imposte dallo sviluppo delle tecnologie.

OBIETTIVI
- conoscere ed utilizzare con sufficiente padronanza gli strumenti che permettono la costruzione di messaggi multimediali, con particolare riferimento agli strumenti informatici (metodologici);
- progettare e produrre testi di varia tipologia in relazione al tipo di linguaggio di volta in volta affrontato;
- progettare e produrre testi e documenti esteticamente validi, per migliorare la leggibilità e la comunicazione di contenuti;
- utilizzare il linguaggio specifico ed organizzare il discorso in conformità con le esigenze del linguaggio individuale;
- conoscere la tipologia e lo specifico dei principali linguaggi non verbali (iconico, grafico, sonoro, musicale, gestuale, prossemico);
- conoscere l'interazione dei diversi codici nel linguaggi audiovisivi;
- conoscere l'influenza esercitata dal "medium" sul codice e sulla sua strutturazione;
- conoscere i principali meccanismi della comunicazione e le regole che la sovrintendono e riflettere sulle diverse modalità di rappresentazione delle informazioni;
- analizzare, interpretare e saper comparare testi multimediali e costituiti da codici diversi;
- analizzare, scomporre, manipolare nei testi pubblicitari e nei testi informativi le parti costitutive del linguaggio audiovisivo;
- progettare e produrre testi ipertestuali e ipermediali.

CONTENUTI
- parte dei contenuti dovrà riferirsi ai linguaggi non verbali con particolare riguardo e quello filmico (cinematografico e televisivo), a quello teatrale, a quello iconico e sonoro;
- i contenuti saranno scelti dai docenti coinvolti nell'attività didattica conformemente agli obiettivi di apprendimento previsti;
- utilizzo di problemi informatici in funzione dei contenuti e delle finalità comunicative (in alternativa, utilizzo di videocamera, della macchina fotografica,..);
- elaborazione estetica di contenuto attraverso l'individuazione degli elementi caratterizzanti (formattazione, uso di immagini, collegamenti ipertestuali...);
- analisi e studio dei diversi stili comunicativi, delle principali norme che regolano la comunicazione (psicologica...);
- i fondamenti del linguaggio audiovisivo: la compresenza di elementi visivi, grafici, sonori; analisi del linguaggio fìlmico, nei suoi aspetti linguistici (colonna visiva, colonna sonora) ed espressivi (area pittorica, iconica, narrativa); analisi di programmi televisivi e dello spot pubblicitario;
- manipolazione (infomiatica, fotografica, sonora, dell'immagine...);
- produzione di semplici composizioni ipertestuali (o spot pub-blicitari, o rappresentazioni teatrali, o videotape);
- uso di audiovisivi finalizzato alla comprensione delle diverse grammatiche dei linguaggi presi in esame;
- uso di strumenti tecnologici per la produzione, elaborazione e modifica di testi, immagini, suoni.

INDICAZIONI METODOLOGICHE
I linguaggi non verbali, oltre naturalmente a quelli verbali, sono i codici attraverso cui si realizza il messaggio multimediale, inteso a sua volta come linguaggio complesso. Le competenze strumentali (riferite a computer, videocamere...) non si pongono come obiettivo della disciplina, bensì come strumenti operativi la cui acquisizione deve avvenire in situazione programmatica e non attraverso una sistematica trattazione teorica. Le ore di compresenza sono il momento in cui si lavora e si realizza effettivamente il messaggio multimediale. Le ore autonome della disciplina sono il momento di acquisizione delle competenze sui linguaggi non verbali, sulla loro interazione nella comunicazione in generale e, indirettamente, sulle modalità per operare con gli strumenti tecnologici.
L'acquisizione di competenze operative sugli strumenti informatici non avviene periodicamente nelle ore dei Linguaggi Non verbali e Multimediali, ma coinvolge trasversalmente tutte le discipline. (Assurda una materia per imporre tecniche, lì si imparano le funzioni di quelle tecniche).
La disciplina rivaluta l'operatività (un saper fare) rispetto ad un sapere teorico (sapere) ed in questo senso le ore di compresenza si pongono in una logica di laboratorio. Si dovranno valutare:
- le conoscenze e le capacità di riflessione dello studente rispetto ai diversi metodi e sistemi comunicativi;
- le capacità dello studente nella soluzione di problemi e questioni;
- le capacità dello studente nella progettazione di un messaggio complesso (multimediale);
- le capacità dello studente nella realizzazione di tale messagio.

Efisio Blanc
Insegnante di Educazione musicale.
Attualmente docente di LNVM al Liceo.
Ha tenuto corsi di aggiornamento per insegnanti e pubblicato alcune opere saggistiche sul tema della musica


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