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La
didattica come strumento per rielaborare un grande dolore
Un progetto
a supporto dei bambini colpiti dall'alluvione, volto, da un lato, a promuovere
il loro benessere e dall'altro a potenziare il senso di responsabilità
verso il territorio. Un risultato positivo della verticalizzazione.
Il 15 ottobre 2000 è
una data che ha segnato per sempre la Valle d'Aosta. La nostra Regione
è stata infatti colpita dall'alluvione, un avvenimento tragico
che ha modificato in modo violento e profondo la vita di molti di noi
ed il territorio. La scuola, che di esso è parte integrante, poteva
ignorare l'alluvione e fingere che non fosse accaduto nulla o rielaborare
quanto era avvenuto didatticamente e pedagogicamente per aiutare gli alunni.
Noi insegnanti della scuola materna, elementare e media dell'Istituzione
scolastica Comunità Montana "Mont-Rose A", abbiamo scelto
di percorrere la seconda ipotesi. Ritenendo prioritario di non rimanere
indifferenti di fronte ad un evento di quella portata, abbiamo elaborato
un progetto a supporto dei bambini e delle famiglie dei nostri paesi che
hanno vissuto tragiche esperienze, come l'abbandono della propria casa
e la perdita dei loro oggetti personali.
Abbiamo coinvolto 23 classi dei diversi ordini di scuola (Scuola materna
ed elementare di Donnas capoluogo, Scuola materna ed elementare
di Donnas-Vert, Scuola elementare di Champorcher, le classi
seconde e terze della Scuola Media "C. Viola" di Pont-St-Martin)
per un totale di 378 alunni. Poteva sembrare quanto meno azzardato coinvolgere
sin dal corrente anno scolastico tutti gli ordini di scuola in un medesimo
progetto; invece, sostenuti in ogni fase dalla dirigente dell'Istituzione
scolastica, Silvana Viérin, la scuola ha saputo dare senso alla
nuova realtà organizzativa. Un risultato positivo per una nuova
Istituzione caratterizzata dalla verticalizzazione.
Un progetto molto articolato
Sono state elaborate numerose
attività didattiche, nelle diverse discipline, in aula e sul territorio,
con classi intere, a piccoli gruppi o individuali, per permettere ai nostri
alunni di conoscere maggiormente alcuni aspetti del fenomeno alluvione.
Gli alunni hanno potuto sperimentare direttamente, con curiosità
e interesse, significativi fenomeni scientifici e rielaborare i propri
vissuti anche con l'intervento di esperti: la geologa Susanna Occhipinti
per lo studio del territorio e la psicologa Amalia Prunotto dell'associazione
LIDAP (Lega Italiana per i Disturbi da Attacchi di Panico) che già
aveva operato in situazione di disastro ambientale. Meno strettamente
didattici, ma ugualmente importanti, sono stati anche gli incontri delle
famiglie e dei docenti con la psicologa. Tale formazione ha fornito ai
docenti alcuni strumenti per riconoscere i segnali di disagio, per comprendere
e gestire lansia dellalunno traumatizzato dallo stress causato
da calamità naturali. Inoltre, ai genitori ha offerto il supporto
psicologico e le informazioni per individuare modalità corrette
ed efficaci per rapportarsi con i propri figli, e quindi percepirsi come
idonei al proprio ruolo.
La collaborazione con Enti locali, associazioni territoriali e gli incontri
con i gruppi di volontariato, hanno fatto emergere un valore che non era
affatto scontato, quello della solidarietà.
Il sostegno materiale e morale ai bambini più colpiti dal tragico
evento, unito all'umiltà con la quale ognuno ha dato il suo contributo
nel proprio ambito di competenza, ha avuto un comune obiettivo: il ritorno
alla normalità, il più velocemente possibile. La presenza
di una vasta rete di aiuti e di soccorsi da tutta Italia e dallestero,
ha costituito un avvenimento sorprendente e nuovo per i ragazzi. Linterazione
con i gruppi di volontariato ha dato loro lopportunità di
sperimentare concretamente il concetto di scuola che si rapporta con il
territorio e ne condivide la realtà.
Le finalità del progetto
Promuovere il benessere
dell'alunno aiutandolo ad elaborare e a comprendere una situazione di
disagio, indipendente dalla sua volontà, ma causata da eventi naturali
catastrofici.
Promuovere il desiderio di conoscere (stimolare, suscitare interessi
facendo superare paure e pregiudizi) e far acquisire la consapevolezza
che il sapere è necessario per interagire nella società.
Far emergere la consapevolezza di essere parte integrante del luogo
in cui si vive e far crescere il senso di responsabilità nell'impatto
con il territorio e la sua gestione.
Far vivere il territorio attraverso la conoscenza e l'interazione
con le strutture e gli Enti in esso presenti.
Favorire la conoscenza del territorio sia in termini ambientali,
sia in termini storico-geografici, attraverso la produzione di una pubblicazione
comune ai vari ordini di scuola.
Allestire una mostra, a fine anno e per una settimana, in diversi
spazi espositivi del Borgo, per ricordare e documentare le attività
svolte.
La valutazione
Verifiche di tipo didattico
per valutare le conoscenze acquisite;
autovalutazione per gli alunni e gli insegnanti nelle varie fasi
del progetto;
osservazioni dei comportamenti degli alunni, in corso d'anno, per
rilevare eventuali modifiche degli atteggiamenti di fronte a situazioni
di potenziale disagio (paura, panico...);
la mostra, come valutazione globale del progetto.
"Le Parole dell'alluvione" Il nostro progetto prevedeva,
sin dall'inizio, una pubblicazione da destinare agli alunni e alle loro
famiglie, agli insegnanti, alle associazioni di volontariato e agli Enti
locali. Avevamo dato, a tutte le classi coinvolte, alcune indicazioni
sulle modalità di lavoro. Il testo della pubblicazione non doveva
essere un trattato scientifico, né una ricerca approfondita sullalluvione,
ma una riflessione volta a recuperare il rapporto tra una comunità
ed il suo territorio. Ogni classe avrebbe stilato il proprio elenco di
parole, rappresentativo dellambiente e delle esperienze vissute
dagli alunni. Di ogni parola, per quanto possibile, avrebbe dovuto interpretare
sia il senso positivo, sia quello negativo. Tale impostazione voleva aiutare
i bambini a recuperare le valenze positive che la tragedia aveva messo
in ombra e i valori nuovi che invece aveva fatto emergere; ha anche consentito
di esternare il malessere che il negativo portava con sé.
Questa pubblicazione, realizzata con il contributo della Comunità
Montana Mont-Rose e dei Servizi Culturali dellAssessorato
dellIstruzione e della Cultura della Regione Autonoma Valle dAosta,
assume per noi un particolare significato che va oltre la semplice documentazione
di progetto. Rappresenta infatti un momento molto particolare per Donnas
e per tutta la Valle d'Aosta, assumendo il valore di testimonianza storica.
Il volume Le parole dell'alluvione è in vendita presso la libreria ABC di Pont-Saint-Martin e la Tipografia Valdostana di Aosta a L. 25.000
La
mostra "Alluvione 2000"
E' stato altrettanto chiaro,
sin dall'inizio, che il luogo in cui si doveva allestire la mostra era
il Borgo di Donnas. Solo lì, infatti, si sarebbe potuto restituire
il dramma di quei giorni filtrato attraverso i lavori dei bambini. Le
stanze, umide e malsane, testimoniano ancora l'alluvione. La mostra itinerante,
ha voluto consentire a chi non c'era, di vedere con i propri occhi che
cosa è successo quel terribile 15 ottobre, anche se le attività
didattiche avevano fortunatamente già permesso di rielaborare quel
grande dolore.
La collaborazione con gli abitanti del Borgo, i genitori e con l'Amministrazione
comunale di Donnas è stata ottima. Tutti hanno contribuito con
entusiasmo e senso di partecipazione all'allestimento. Gli abitanti hanno
fornito gli otto spazi espositivi; i genitori hanno dato la loro disponibilità
dedicando molte ore allassistenza e al buon funzionamento della
mostra; il Sindaco Mauro Arvat e i suoi collaboratori con la Pro
Loco hanno assicurato lagibilità dei locali in tempi rapidissimi.
I bambini osservano, sperimentano ed imparano...
Le discipline, nella loro
veste formativa e nei vari ordini di scuola, hanno consentito la sperimentazione,
lanalisi, la comprensione, la rielaborazione e la conoscenza del
fenomeno "alluvione" attraverso i diversi linguaggi. Svolgere
esperimenti utilizzando materiali recuperati in diverse uscite sul territorio,
produrre riflessioni linguistiche ed elaborazioni testuali nonché
grafiche, come alla scuola materna, ha favorito lapprendimento di
alcuni concetti.
Graziella Telatin, ad esempio, insegnante di Matematica e Scienze
alla scuola elementare di Donnas Capoluogo, ha iniziato le proprie attività
con i bambini avendo ben presenti le prime due finalità del Progetto.
Le classi coinvolte sono state una terza di 11 bambini e una quarta di
6. Ha scelto degli argomenti relativi allalluvione, ma caratterizzati
dalla normalità più che dalleccezionalità.
Lo studio della normalità, infatti, fa capire maggiormente quello
che può succedere nei momenti eccezionali e mette i bambini nelle
condizioni di ipotizzare come intervenire. Se i bambini capiscono che
qualsiasi cosa immersa nellacqua ne fa alzare il livello (la normalità),
allora nel momento in cui (leccezione) rotolano nellacqua
: massi, terra, alberi, mucche
capiscono che il livello aumenta
e lacqua esce dagli argini.
Tutta la programmazione di scienze annuale è stata quindi "ritarata"
su due grandi argomenti : lacqua (affrontata immediatamente
per lurgenza del problema) e il terreno (affrontato nel secondo
quadrimestre). Entrambi hanno implicato la conoscenza di alcuni concetti
attraverso attività specifiche.
Le attività alla Scuola Materna |
Rientrati a scuola, dopo i 3 giorni di chiusura,
a noi insegnanti è bastata unanalisi superficiale dei
comportamenti assunti dai bambini presenti per constatare che la
maggior parte di essi, era stata significativamente colpita dallevento
"alluvione". I bambini si sono infatti spontaneamente
organizzati in piccoli gruppi e, "facendo finta che...",
hanno giocato allalluvione.
I loro dialoghi, le loro capacità di identificazione ed interpretazione
dei ruoli, le dinamiche messe in atto nellespletamento del
gioco simbolico, hanno dimostrato che i nostri piccoli alunni erano
alquanto esperti sullargomento. Abbiamo riconosciuto nellesigenza
di giocare, una modalità per esprimere il loro forte coinvolgimento
emotivo; attraverso il gioco esprimevano il proprio vissuto e scaricavano
ansie e tensioni, trasmesse loro, forse... anche... da genitori
e parenti
Nel nostro ruolo di registe, ci siamo limitate ad osservare i giochi
senza intervenire ma cercando di cogliere e annotare, mediante "carta
e penna", dialoghi, espressioni, atteggiamenti significativi
in quanto spunti per promuovere le attività successive. Ci
siamo inoltre avvalse delluso del registratore, senza però
informare i piccoli attori, affinché i loro discorsi fossero
il più possibile spontanei e liberi da condizionamenti.
In tale circostanza, abbiamo potuto osservare anche il disagio provato
da alcuni bambini ed espresso sia con il silenzio, sia con il rifiuto
di partecipare al gioco simbolico-imitativo, sia con lassunzione
del ruolo di "osservatori a distanza".
In un secondo momento, abbiamo coinvolto tutti i bambini nellascolto
della registrazione realizzata in precedenza.
Questa attività ci ha offerto lo stimolo per avviare una
conversazione guidata sullargomento "alluvione"
al fine di scoprire e comprendere i concetti spontanei dei bambini
e le conoscenze da essi elaborate. Le osservazioni dei bimbi sono
state fedelmente trascritte dalle insegnanti. Un altro importante
stimolo per sviluppare il nostro Progetto Alluvione è stato
offerto dagli elaborati grafici dei bambini. I loro disegni, infatti,
documentavano chiaramente le esperienze vissute e rappresentavano
altrettanto chiaramente sentimenti ed emozioni quali: la paura,
il disagio, la curiosità, il bisogno di farsi aiutare, limportanza
dellaiutarsi, il dolore per la perdita di persone ed effetti
personali ("la Dora ha portato via la mia cassetta di Winnie
the Pooh" - Michel, 3 anni).
Pertanto, per favorire ancora di più lespressività
dei piccoli artisti, abbiamo cercato di predisporre un contesto
motivante favorendo luso agevole di spazi strutturati (atelier
di pittura, manipolazione) e di materiali adeguati e diversificati.
In particolare, nellatelier di pittura, i bambini avevano
a disposizione fogli di diversi formati, pennarelli e spugne di
dimensioni diverse e tutti i colori a tempera. In questo contesto,
è stato, per noi insegnanti, molto interessante osservare
la scelta motivata e quasi unanime dei colori per disegnare "lalluvione".
Riportiamo qui di seguito, alcune osservazioni fatte dai bambini:
"Il grigio è il colore dei sassi... delle frane...
del cielo con i nuvoloni...", "Il marrone è il
colore del patchoc, dellacqua tutta pasticciata, dei tronchi
nella Dora....", "Il nero va bene per le case al buio,
senza corrente... della notte senza la luce... e poi è il
colore dello spavento e della paura... anche il viola va bene per
la paura e... il bianco come nei cartoni che si diventa bianchi
per la paura...", "Larancione e il bianco sono i
colori dei pompieri, degli elicotteri che salvano le persone...,
dei camions che aiutano..., il giallo invece è il colore
delle draghe che lavorano nella Dora e nel Borgo e... della luce
delle candele...".
Per concludere, possiamo affermare che gli stimoli proposti
dai bambini sono stati innumerevoli ed è proprio partendo
da questi che abbiamo elaborato il nostro progetto definendo i percorsi
operativi ed offrendo ai bimbi una gamma differenziata di attività,
in tutti i campi di esperienza, che li ha coinvolti attivamente
per oltre due settimane.
Tra le esperienze più significative, possiamo richiamare,
oltre al già citato gioco simbolico: attività espressive
facenti uso di tecniche diverse a livello grafico-pittorico e plastico;
attività drammatico-teatrali; attivitivà sonoro-musicali
che si sono concretizzate in attività di esplorazione, produzione
e ascolto dei suoni e dei rumori dellalluvione; dialoghi e
conversazioni libere, guidate e simulate; narrazioni; giochi di
movimento per facilitare lassunzione di ruoli, il controllo
dellemotività e per sperimentare i sentimenti di solidarietà
e cooperazione. |
La metodologia utilizzata
Tutte le attività sono
sempre iniziate da una domanda stimolo alla quale i bambini rispondevano
formulando le loro ipotesi.
Per capire come si forma il terreno, è stata posta la domanda:
"Bambini, secondo voi, come si forma il terreno?".
Ipotesi delle classi IIIª e IVª
- La sabbia, insieme allacqua, si indurisce e fa la terra.
- Ci sono delle pietre, si spezzano e si ottiene la sabbia, la terra.
- E lacqua della pioggia, dei laghi, del mare che porta la terra.
- Cè della ghiaia; quando piove, lacqua porta via le pietre e lascia la sabbia.
- Nel momento del big-bang si è formato anche il terreno.
- Quando piove, lacqua va per terra e la terra cresce.
- Quando piove, lacqua porta giù dalle montagne la terra.
- La terra viene dal letame.
- Il sole fa andare via lacqua e resta la terra.
- Allinizio cerano delle montagne di roccia; la pioggia, i torrenti, la grandine, il vento e il gelo le hanno sgretolate, sempre di più, fino a formare il terreno.
- Gli alberi sono marciti e si sono disfatti, formando il terreno
- La Dora è straripata, ha portato della melma che, seccandosi, è diventata terra.
- Il sole fa seccare lerba e questa si disfa.
- Il sole fa sciogliere i ghiacciai e fa crescere il terreno, insieme allacqua.
- Il vento ha portato della sabbia che si è mescolata con lacqua e ha formato una melma. La melma è poi diventata terra.
- Sono cadute delle frane; la roccia si è sgretolata e ha formato il terreno.
- Quando cè stato il sollevamento della crosta terrestre, le terre emerse, che non hanno formato le montagne, hanno formato il terreno.
Linsegnante ha cercato
con i bambini degli esperimenti adatti per verificare le ipotesi fatte.
In questo caso, si è deciso con loro di andare a raccogliere campioni
di terreno.
"Secondo voi, dove è opportuno andare per raccogliere dei
campioni significativi?". Dopo due uscite, i bambini in classe,
divisi in gruppo, hanno analizzato i campioni riflettendo su quali erano
le caratteristiche che permettevano loro di attribuire un terreno ad una
certa zona piuttosto che ad unaltra. I bambini per rispondere hanno
tenuto conto dellodore, del colore, dellumidità, della
composizione del terreno. Lattività è continuata con
altre esperienze, uscite, osservazioni e sistematizzazioni in classe con
linsegnante per poter rispondere alle domande da cui si era partiti.
I valori fondamentali dell'educazione ambientale
In quei giorni, tutto il personale
della Protezione Civile, gli Alpini, i Pompieri e le Guardie forestali,
sono diventate importanti figure di riferimento.
I valori della solidarietà, dellamicizia e dellaiuto
sono dunque emersi come risvolto positivo in questa situazione di difficoltà.
Alcuni bambini ne hanno preso, per la prima volta, coscienza e hanno soprattutto
capito quanto questi siano importanti nei momenti in cui ci si sente soli
e isolati dal resto del mondo.
Ecco come la classe IIa di Donnas Capoluogo ha lavorato per definire il
concetto di solidarietà. Ce ne parla linsegnante Ines
Bonin: "Dai racconti dei bambini è emerso che le mamme
ed i papà erano lì nel Borgo ad aiutare coloro che erano
stati alluvionati. Davanti alla scuola si vedevano continuamente passare
i mezzi e le persone della Protezione Civile provenienti da tutta Italia.
Abbiamo perciò riflettuto sullimportanza della collaborazione
e dellaiuto reciproco. Ci siamo chiesti quale poteva essere il termine
più corretto per indicare questo concetto e si è giunti
alla parola SOLIDARIETA. Però i bambini, allinizio,
confondevano la solidarietà con il lavoro retribuito, con vari
tipi di prestazioni ecc. In seguito, unalunna, che ha un fratello
portatore di handicap molto grave, ha fatto lesempio dei tanti volontari
che, nel corso degli anni, si sono alternati in casa sua per aiutarlo
in vari modi. VOLONTARI=SOLIDARIETA. I bambini avevano capito il
concetto implicato in questo termine. A coronamento di questa attività
collettiva, ogni bambino ha detto il suo parere sul significato del termine
Solidarietà ed i pensieri sono stati trascritti su un cartellone
e riportati poi sul libro Le parole dellalluvione".
I bambini della Scuola elementare di Donnas Capoluogo hanno ricevuto una
bellissima lettera dai bambini di Palagianello, in provincia di Taranto.
Linvito a frequentare la loro scuola e a godere del "tanto
sole" che da loro non manca mai, ha fatto un enorme piacere a tutti.
Oltre al valore della solidarietà, il progetto ha contribuito a
far crescere il senso di responsabilità nei confronti della gestione
dellambiente. I ragazzi della Scuola media hanno cercato di capire
come si è strutturato nel tempo il territorio della Valle dAosta
da un punto di vista geomorfologico, qual è la sua conformazione
e quali i suoi punti deboli. Essi hanno riflettuto poi, sulle cause dellalluvione
(locali e/o riconducibile a fenomeni globali) e soprattutto sui comportamenti
da seguire nel futuro per prevenire simili catastrofi. Durante lattività
di valutazione del progetto di fine anno, abbiamo potuto raccogliere alcune
loro riflessioni:
"E stato
molto utile parlarne insieme, capendo cause e conseguenze, capendo il
significato di ogni parola. Ho trovato molto bello fare un libro e una
mostra su questo".
"E stato un modo meno difficile per affrontare largomento
dellalluvione. E stato il progetto più bello perché
abbiamo anche realizzato dei lavori utilizzando tutte le capacità.
Nonostante questo sia stato un brutto avvenimento, il progetto si è
dimostrato utile per far esternare i nostri sentimenti".
"E stato importante e interessante per discutere e riflettere
sui danni provocati durante lalluvione e sugli aspetti geografici".
"Credo che sia utile per prevenire unaltra alluvione e per
aggiungere qualche cosa alla nostra conoscenza".
"Mi è piaciuto molto perché ci ha fatto capire quello
che è successo in Valle".
"Mi è stato utile perché i compagni dicendo quello
che hanno provato e quello che è capitato loro, mi hanno aiutato
a capire".
"Mi è servito anche perché in testa da quando è
arrivata lalluvione avevo delle domande alle quali non riuscivo
a rispondere, invece a scuola, ragionando con gli altri e con la geologa,
sono riuscita a darmi delle risposte e a migliorarmi. E stato divertente
e anche toccante fare tutto il lavoro da mettere alla mostra perché
ho scoperto molte emozioni dei miei compagni".
Palagianello, 18 ottobre 2000
Cari amici,
Siamo: Mariagrazia,
Lauriana, Antonietta, Francesca e Daniele,
alunni della 4°D dell'Istituto Comprensivo "Marconi"
di Palagianello, un piccolo paese in provincia di Taranto.
La motivazione di questa lettera
è che non vogliamo che vi sentiate soli; quindi vogliamo
che voi veniate a stare un po' da noi, almeno sino a quando i vostri
genitori non abbiano sistemato la casa ed il lavoro.
Se verrete da noi potrete frequentare
la nostra scuola e avrete la possibilità di godere tanto
e tanto sole che da noi non manca mai.
Non abbiate timore, considerateci amici di vecchia data e rispondeteci
presto.
Aspettiamo una vostra
risposta!
Mariagrazia, Lauriana,
Antonietta
Francesca e Daniele |
Manuela Dalle
(scuola materna)
Adalgisa Fey
(scuola media)
Giorgio Fragiacomo
(scuola elementare)
Elena Garda
(scuola materna)
Nella Joly
(scuola materna)
Augusta Pitet
(scuola elementare)
Graziella Telatin
(scuola elementare)
Valeria Zuccon
(scuola materna)
Istituzione scolastica Comunità Montana “Mont-Rose
A”
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