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Vivere
bene la scuola è possibile?
Dal pof del Liceo Scientifico di Aosta si ricava
una risposta affermativa: qui le attivitá di educazione alla salute
sono trasversali ed entrano nelle proposte curricolari. L’articolo
presenta due esperienze significative raccontate a più voci.
PREMESSA
Il POF del Liceo Scientifico “E. Bérard” in cui insegniamo,
pone in evidenza i compiti di “favorire lo sviluppo delle singole
personalità, nel rispetto delle inclinazioni naturali…, e
orientare gli allievi verso valori collettivi, sociali e civili, come
il senso di appartenenza alla scuola, il rispetto delle regole e dei patti,
l’assunzione di responsabilità, la tolleranza, l’autocontrollo,
la capacità di dialogo”.
Questi compiti, prerogativa della nostra scuola, si inseriscono in progetti
finalizzati allo “star bene a scuola” che costituisce la condizione
per il successo scolastico. I progetti attivati (“accoglienza”,
“regole”, “prevenzione ed acquisizione di corretti comportamenti…”),
che interessano tutte le classi del quinquennio e coinvolgono in molte
occasioni anche i genitori, sono strutturati in modo da corrispondere
alle esigenze degli allievi nelle diverse fasce d’età.
Le iniziative finalizzate all’accoglienza, che sono rivolte alle
classi prime e costituiscono la prosecuzione di quelle di “orientamento”
realizzate con gli studenti delle classi IIIe delle Medie, mirano a:
- attenuare il disagio creato dal passaggio dalla scuola media alla superiore;
- fornire all’allievo le informazioni indispensabili per farlo sentire
parte e soggetto della scuola;
- favorire nell’allievo l’acquisizione dell’autostima,
condizione preliminare per il successo scolastico e la socializzazione,
e di un corretto e proficuo metodo di studio.
Per riuscire nei nostri intenti ed ottimizzare le risorse, abbiamo coinvolto
nell’anno scolastico 1999/2000 il Dipartimento di Psicologia dell’Università
di Torino in una ricerca-azione a cura delle Dott.sse Cattelino, Begotti,
Borca, Calandri con la supervisione della Prof.ssa Bonino sul tema “I
comportamenti a rischio e la promozione del benessere”.
Il Collegio docenti ha approvato che l’attività di Educazione
alla salute fosse trasversale e toccasse tutti gli insegnanti che dovevano
riportarla all’interno delle loro proposte curricolari. L’esperienza
scolastica può svolgere infatti un importante ruolo protettivo
nei confronti di tutti i comportamenti a rischio (Caprara, Fonzi, 2000).
Incontri-Conferenze |
Nell’anno scolastico 1998/99
“Prevenzione del disagio scolastico”
Relatore: Dott. Roberto Mazza, Psicologo-Psicoterapeuta,
professore di metodi e tecniche del Servizio sociale all’Università
di Pisa
“Genitori e insegnanti di fronte all’adolescenza”
Relatori: Dott. Roberto Berrini e Dott. Roberto Mazza
Nell’anno scolastico
1999/2000
“Individuo, famiglia, comunità
e stato”
Relatore: Prof. Mario A. Toscano, professore ordinario
di Sociologia all’Università di Pisa
“I Sì e i no: le regole per crescere”
Relatore: Prof.ssa Gabriella Gilli, professore
di Psicologia all’Università cattolica di Milano
Nell’anno scolastico
2000/2001
“L’adolescente e i disturbi del
comportamento alimentare: il danno organico nell’anoressia
e nella bulimia nervosa”
Relatore: Prof.ssa Mimma Rolla, medico-endocrinologo
dell’Università di Pisa
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“La scuola, in conseguenza ad alcuni mutamenti
sociali quali il prolungamento della scolarizzazione obbligatoria, il
sempre più ritardato accesso al mondo del lavoro e la sempre maggiore
frequenza all’istruzione secondaria, ha assunto un ruolo centrale
nell’esperienza adolescenziale. In essa i ragazzi trascorrono una
parte considerevole del loro tempo, s’impegnano in relazioni significative
con adulti e coetanei, affrontano compiti cognitivi impegnativi. Oggi
appare indiscusso il ruolo che l’esperienza scolastica assume nel
processo di costruzione dell’identità personale e nella promozione
di capacità cognitive e di competenze sociali” (Bonino, Cattelino,
Begotti, Borca, Calandri, 2001, p. 6).
“La scuola inoltre può contribuire alla riduzione del rischio
e alla promozione del benessere degli adolescenti attraverso le attività
curriculari ed il potenziamento di capacità cognitive, personali
e socio-relazionali legate proprio a tali attività.
La ricerca-azione condotta, in accordo con una vasta letteratura nazionale
ed internazionale, ha consentito di ricercare modalità per promuovere
il benessere degli adolescenti valorizzandone l’esperienza scolastica.
Innanzitutto, i comportamenti a rischio svolgono delle funzioni nel processo
di crescita degli adolescenti e, per questo motivo, ogni intervento di
prevenzione o di riduzione del rischio deve poter tenere conto di tali
funzioni e non limitarsi ad una presentazione
di tipo conoscitivo dei rischi medici che
comportano.
In secondo luogo, gli interventi con i ragazzi sono efficaci quando vengono
realizzati dagli insegnanti stessi nelle classi” (Cattelino, Begotti,
Borca, Calandri, Bonino, 1999, pp. 5-6).
Siamo infatti soprattutto noi, e non i cosiddetti “esperti esterni”,
ad avere un ruolo educativo significativo nei confronti degli alunni.
Noi insegnanti possiamo, infatti, garantire la quotidianità e la
capillarità dell’intervento superando il rischio di un lavoro
estemporaneo dagli esiti spesso controproducenti (Bonino, Cattelino, Begotti,
Borca, Calandri, 2001).
Abbiamo scelto gli esempi che seguono perché contemplano alcune
attività specifiche e si fondano sul principio che le regole sono
parte integrante delle relazioni: studente-insegnante, studente-compagni,
insegnante-insegnante. Rappresentano inoltre l’applicazione della
teorizzazione e delle tecniche apprese durante la nostra formazione con
le esperte del Dipartimento di Psicologia dell’Università
di Torino.
Perché scegliere le regole come oggetto d’indagine e d’intervento?
Siamo consapevoli del fatto che “gli adolescenti operano profondi
sforzi cognitivi ed emotivi per costruire una propria visione originale
del mondo. La ricerca e la costruzione dell’identità spinge
i ragazzi e le ragazze a sperimentare in vari modi le proprie capacità;
questa sperimentazione può comportare il trasgredire le regole
imposte dagli adulti (genitori, insegnanti, codice civile) non riconoscendone
l’utilità. Tale atteggiamento di opposizione ai valori e
alle regole determinate per loro dagli adulti può non essere interpretato
come ribellione ed insofferenza ad ogni ordine sociale, ma può
essere considerato uno sforzo di comprensione e ridefinizione dei valori
da parte dei ragazzi. Considerare l’adolescente un ribelle, un trasgressivo
o addirittura un deviante non ci consente di valutare che è una
persona che sta cercando di costruire una propria identità adulta
e che pertanto annette grande importanza alle risposte fornite dal mondo
esterno, ed in particolare da certe persone ritenute da lui significative.
E’ necessario quindi che i genitori, da un lato e gli insegnanti
dall’altro, sostengano in modo forte le regole ed i valori nei quali
credono, ponendosi come saldo punto di riferimento e di confronto alle
“messe in discussione” dei propri figli o studenti. Diventa
fondamentale la disponibilità dell’adulto a discutere sulle
regole con l’adolescente, fermo però restando il rigore del
loro rispetto” (Cattelino, Begotti, Borca, Calandri, Bonino, 1999,
pp. 15-16).
“La vita scolastica inoltre è scandita da una serie di regole
molto diverse fra loro che fanno riferimento a specifici ambiti di applicazione.
Generalmente, quando si parla di regole scolastiche si pensa quasi esclusivamente
alle norme sociali di comportamento, ma in realtà la scuola esige
il rispetto di molte norme che spesso lascia implicite in diverse aree.
La scuola ha l’esigenza di formulare e far rispettare regole in
tre ambiti:
- area relativa al comportamento sociale, ovvero tutta la sfera relativa
all’interazione fra insegnanti e allievi, fra allievi ed allievi,
ma anche fra studenti e l’organizzazione tipica dell’istituto
scolastico nel quale sono inseriti;
- area inerente il lavoro scolastico: le interrogazioni, i compiti in
classe, lo studio a casa;
- un più specifico ambito che riguarda le norme legate alle discipline,
per esempio le regole di calcolo algebrico per risolvere dei problemi
di matematica, oppure le regole di strutturazione di un testo scritto
per stendere un tema” (Cattelino, Begotti, Borca, Calandri, 1999,
pp.13-14).
Condivise queste premesse, vi presentiamo alcune esperienze didattiche
conseguenti all’applicazione del POF.
Dalle regole scolastiche alle regole
di comportamento nell’alimentazione
di Silvana Arietti
• Anche
il “distributore automatico” al servizio della salute
Nell’istituto in cui insegnavo, l’I.P.R. di Aosta, sono stata,
per quasi dieci anni, la referente dell’Educazione alla salute,
cioè fin da quando è stata istituita questa figura. Nei
corsi di formazione di Educazione alla salute ho imparato a progettare
interventi partendo dall’analisi dei bisogni, individuando poi le
metodologie e le verifiche. Ho imparato soprattutto a non temere di cominciare
da progetti ritenuti troppo semplici, perché se ben impostati possono
essere ampliati successivamente ed ottenere, perché no, degli ottimi
risultati.
Quest’anno la mia cattedra è al Liceo scientifico. Appena
arrivata, mi sono informata su quali fossero gli interventi nel campo
dell’Educazione alla salute messi in atto negli anni precedenti,
per poter elaborare un progetto consono alle esigenze della nuova scuola,
ma sempre con le caratteristiche di concretezza e semplicità che
prediligo. Ero dunque alla ricerca di un’idea forte e facilmente
realizzabile, un tema trasversale che potesse essere collegato ad altre
discipline e alla vita quotidiana, un punto di partenza per altri progetti,
ma soprattutto un obiettivo facilmente raggiungibile, per sconfiggere
quel pizzico di frustrazione che spesso caratterizza il lavoro dell’insegnante.
La mia attenzione è caduta sui distributori di cibi e bevande nei
corridoi del Liceo, quelli che durante gli intervalli permettono agli
allievi di servirsi di merendine e bibite.
Sostenuta dalla Dirigente scolastica ed da altri colleghi che si occupano
di Educazione alla salute, ho chiesto ai responsabili dei distributori
che, in maniera graduale, sostituissero le barrette industriali a base
di cioccolato, contenenti spesso olii vegetali poco digeribili, conservanti,
forse addirittura alcol tra gli “aromi naturali”, insomma
quelle “bombe caloriche” che tutti conosciamo, con dei panini
semplici, confezionati con pane fresco, senza salse, con prosciutto, speck,
salame o mortadella.
Offrire ai ragazzi un’alternativa alle cosiddette “schifezze”
era il nostro obiettivo. Infatti, non vieterei mai ad un ragazzo di consumare
uno snack, ma non penso neppure sia corretto che la scuola proponga solo
questo tipo di cibo come se tutta
la teoria di educazione alimentare proposta nelle ore di lezione, in particolare
di scienze, debba venire cancellata nei dieci minuti di intervallo da
una pratica nefasta, consolidata
negli anni.
Il parere dei ragazzi |
Cosa pensi dei cibi e delle bevande che
hai trovato, in questo anno scolastico, nelle macchinette distributrici?
Ritengo che questa iniziativa sia davvero positiva. In realtà
non so se un panino alla mortadella appesantisca meno di un wafer
ricoperto di cioccolato, ma senza dubbio l’idea della frutta
è stata ottima.
Mangiare una mela all’intervallo è diventata quasi
una moda! Tutti ne hanno una in mano. Molti, addirittura, hanno
cominciato a portarla da casa. (1000 lire è un prezzo effettivamente
un po’ alto per una mela… e c’è sempre
il rischio di trovarla mezza marcia!).
“Agire” sui distributori è stata una mossa
“vincente”: la loro presenza costante e silenziosa
nei corridoi e l’attrattiva che esercitano su tutti hanno
fatto attecchire questa “scelta salutista”, anche
inconsapevolmente, un po’ in tutti quanti!
(…Ma le patatine come mai non siete ancora riusciti ad eliminarle?…
Anche i professori le prendono, dando il cattivo esempio!)
Chiara
Panini e succo d’arancia sono veramente molto
buoni, mentre, al posto delle “brioches” vorremmo qualcosa
a base di cioccolato: Twix, Mars, Bounty, ecc. ecc. (pur sapendo
che non sono sani ne abbiamo bisogno perché ci danno energia!).
Sono concorde nel levare le bevande gassate dai distributori.
Simone
I panini non li ho mai assaggiati semplicemente
perché al mattino non riesco a mangiare un panino al prosciutto.
Le mele sono buone (a parte il prezzo). Alla mattina preferisco
mangiare dei biscotti dolci. Per quanto riguarda il succo dí
arancia è ok. A me non piace!
Marco
Hai delle proposte da fare a riguardo?
Mi sembra che questa “RIVOLUZIONE DEI DISTRIBUTORI”
sia inserita in un progetto più ampio rivolto alla sensibilizzazione
dei giovani al problema della salute (… ma oltre alle “ramanzine”
in cui il prof. Georgy si dilunga sempre in classe non ne ho sentito
parlare più di tanto…).
Dato che, immagino, ci sono persone che si stanno impegnando molto
per ideare e realizzare sempre nuove iniziative, credo valga la
pena di “PUBBLICIZZARE” di più il progetto e
renderne noti, sottolinearne innovazioni e obiettivi.
Sono contenta che siano state eliminate certe merendine. Infatti,
nel mio impegno in direzione di un “consumo critico”
e della diffusione di una certa mentalità evito l’acquisto
di prodotti fabbricati e distribuiti da multinazionali e imprese
“potenti”… e nei distributori non ce n’era
una che non fosse legata a “grandi nomi”: bounty, mars,
kit kat, lion.
… e nessuno poteva fare a meno di comprarle: giovani vittime
del consumismo!…
Chiara
Metterei dei succhi di frutta nel distributore.
Avendolo visto alle Magistrali, ed essendo gelosi, vorremmo anche
noi il distributore dei gelati!
Simone
Proporrei di installare una macchinetta distributrice
di gelati per l’estate (almeno per i primi periodi caldi).
Ridurrei i prezzi di alcuni alimenti (le mele).
Inserirei nelle macchinette anche i succhi di frutta.
Marco |
Abbiamo sostituito gradualmente anche le bibite gasate, come le aranciate
contenenti l’8% di succo di arancia, con spremute a base del 100%
di frutta, senza conservanti né coloranti.
Con questa iniziativa ci siamo proposti di promuovere il benessere degli
allievi offrendo loro, in questo caso, altri comportamenti alimentari.
La scuola ha scelto infatti di fornire ai ragazzi delle alternative garantendo
sempre tre condizioni: l’igiene, la sicurezza e la qualità
dei prodotti.
Ci piacerebbe che i nostri alunni, per noi soggetti attivi nel processo
educativo, diventassero cittadini responsabili, consapevoli di ciò
che fa bene alla loro salute perché informati e pronti a difendere
il diritto a consumare cibi sani e genuini.
Certo non è facile garantire le condizioni di igiene e di sicurezza
organizzando cibi, imballaggi, trasporti (proprio a causa della mancanza
della catena del freddo durante il trasporto non è stato possibile
offrire lo yogurt nei distributori della scuola), quotidianità
del ricambio, osservanza delle norme igieniche (prevedere, ad esempio
per la mela un pacchetto aerato onde impedirle di marcire), ma gli operatori
della distribuzione si sono dimostrati molto disponibili, tanto che, dietro
a nostra insistenza, si sono attivati per poter offrire le mele della
Cofruit, la Cooperativa di Saint-Pierre, opportunamente confezionate.
Ci piace anche l’idea che accanto alla Coca
Cola (simbolo per eccellenza di una globalizzazione del mercato) ci sia
anche la mela renetta, piccolo segno della sopravvivenza della biodiversità
locale. In questo modo il distributore automatico ha garantito la qualità,
la varietà e la “tipicità” dei prodotti.
Il successo è andato al di là delle nostre aspettative,
tanto che spesso i ragazzi fremono nell’ accedere alle macchine
distributrici perché temono di non trovare più dei panini.
Nel sentire qualche ragazzo esclamare “Ma allora la mela me la porto
da casa!” ho pensato che anche questa, in fondo, è una piccola
vittoria perché la scuola, in qualche modo, era servita a modificare
un comportamento alimentare.
Da quando osservo con attenzione l’uso del consumo di cibi e bibite
dei ragazzi a scuola, sento l’esigenza di continuare il discorso
intrapreso progettando una corretta raccolta dei contenitori. Penso proprio
che il progetto il prossimo anno continuerà e probabilmente si
chiamerà “riciclo”, “ambiente”...
Le testimonianze dei genitori |
L’iniziativa del Liceo scientifico di coinvolgere ogni anno
i genitori dei ragazzi in una serie di conferenze su temi inerenti
l’adolescenza e i rapporti genitori-figli mi sembra molto
interessante e strategica.
Troppo spesso la scuola dimentica il ruolo informativo/formativo
che può svolgere anche nei confronti dei genitori. E soprattutto
con l’arrivo dell’adolescenza può essere estremamente
utile potersi confrontare con altri genitori sui problemi che si
incontrano con i propri figli. Forse è proprio la fase in
cui è più necessario ottenere consulenza e confronto
sullo stile educativo più idoneo.
Il tema trattato nella conferenza di quest’anno - i disturbi
dell’alimentazione - ha permesso di affrontare il delicato
rapporto che molti adolescenti hanno con il cibo e di come questo
sia intrinsecamente legato al rapporto con i genitori. Il taglio
medico scientifico dato dalla relatrice credo abbia permesso a ciascuno
di approfondire contenuti conosciuti spesso a livello solo superficiale.
La lunga esperienza accumulata in questi anni le ha permesso di
illustrare l’argomento rifacendosi a svariati casi da lei
seguiti, rendendo pertanto molto concreta la sua esposizione.
Cristina Scoffone
genitore di Valentina Henriet
Partecipare ad una conferenza organizzata dalla
scuola per me ha significato incontrare persone “amiche”
tra gli insegnanti dei miei figli e tra i genitori dei loro compagni,
interessarmi a problematiche che hanno toccato o che possono toccare
ognuna delle nostre famiglie, verificare una comunità di
intenti educativi con gli insegnanti e la scuola tutta. Il tema
dell’alimentazione trattato nell’ultimo incontro è
un chiaro esempio di come scuola e famiglia debbano lavorare insieme
per dare ai ragazzi messaggi chiari e non discordanti.
Cristina Praz
genitore di Luca Viberti
Ho temuto che l’incontro organizzato dalla
scuola con la relatrice endocrinologa ponesse esclusivamente l’accento
sugli aspetti organici e fisiologici che la patologia dei disturbi
alimentari comporta. Fortunatamente l’intervento della Dott.ssa
Rolla, mettendo in evidenza l’inscindibile rapporto tra mente
e corpo, ha esplicitato più volte che il ruolo del genitore
e degli adulti di riferimento non deve venire colpevolizzato; ha
definito con chiarezza gli indicatori che debbono portare un genitore
ad intervenire ed ha chiesto infine a genitori e docenti più
consapevolezza ed attenzione nel relazionarsi ai giovani con disturbi
alimentari. Troppo spesso infatti arrivano a compromettere la propria
situazione fisiologica.
Mi è sembrato importante riflettere con gli insegnanti sulle
relazioni che spesso implicano un forte coinvolgimento emotivo.
Parlare di queste situazioni significa instaurare un rapporto, parlare
ed esprimersi con la fiducia nella comprensione e nell’ascolto.
un genitore |
Nell’ambito delle attività per l’Educazione
alla salute e la prevenzione del disagio, il Collegio docenti ha organizzato,
nel triennio, degli incontri destinati a tutti i genitori, agli alunni
e ai docenti del Liceo scientifico. Il programma degli incontri ha previsto
la partecipazione di persone molto qualificate, conosciute per chiara
fama o perché proposte dal Dott. Roberto Mazza, Psicologo-Psicoterapeuta
dell’Università di Pisa, intervenuto nel nostro Liceo.
Tutti gli incontri hanno avuto una discreta partecipazione di pubblico
e hanno visto il coinvolgimento attivo dei genitori, soggetto implicato
a pieno titolo nel progetto. Senza la loro condivisione, il progetto non
potrebbe definirsi pienamente integrato e riuscito.
Dalle regole scolastiche alle regole
di comportamento nella prevenzione all’alcolismo di Valeria Cerri
Nel corso di quest’anno scolastico 2000/2001, la classe II B dell’indirizzo
chimico biologico del Liceo Scientifico ha lavorato attivamente intorno
al tema “assunzione ed abuso di bevande alcoliche”, uno degli
argomenti che - insieme ai problemi dell’alimentazione, della sessualità,
dell’uso di droghe - il progetto “Vivere bene la scuola”
propone all’attenzione dei ragazzi per guidarli verso comportamenti
e scelte consapevoli.
La classe ha partecipato ad un incontro con gli operatori del SerT (Servizio
Tossicodipendenze). In quella occasione è stato chiesto loro di
riflettere sulle proprie abitudini relative al bere anche attraverso la
compilazione di questionari. Visto l’interesse che tale incontro
ha suscitato, alcuni insegnanti hanno inserito nella loro programmazione
l’approfondimento dei temi legati all’alcolismo, anche perché
era questa un’occasione per concretizzare le ipotesi del POF (relative
al “Vivere bene la scuola”) all’interno di percorsi
disciplinari.
E’ stata elaborata così una serie di attività, che
ha visto coinvolti direttamente gli insegnanti di scienze e di lettere
e alla cui realizzazione hanno contribuito non poco gli studenti, seriamente
motivati ed interessati. In particolare, le attività sono state
articolate in due fasi, la prima di carattere informativo, la seconda
di carattere letterario.
Durante la prima fase di lavoro, agli studenti è stato affidato
innanzitutto il compito di reperire materiale informativo sull’uso
e l’abuso di alcol (articoli di carattere divulgativo o scientifico,
articoli di cronaca, materiale relativo alla normativa, materiale pubblicitario,
dati statistici).
Esercizi di scrittura |
1) Scrivi un testo informativo secondo le indicazioni sotto riportate
sull’argomento Alcolismo: le caratteristiche socio-culturali
e diagnostiche del bevitore
• Struttura:
- un paragrafo per definizione (la definizione del bevitore);
- un paragrafo per elencazione ( elenco delle caratteristiche del
bevitore);
- un paragrafo per confronto (confronto tra due tipologie di bevitore,
per es. in rapporto all’età, o a un altro parametro)
• Testi di riferimento (inclusi nel dossier ):
- dati statistici relativi alle caratteristiche socio-culturali
del bevitore ( www.arcattoscana.org/)
- “Stili del bere ed inquadramento diagnostico del bevitore”
( www.erit.org/
articles/pazientealcolista.it)
2) Scrivi un testo informativo secondo le indicazioni
sotto riportate sull’argomento Troppi i bevitori giovani,
in aumento tra i bevitori le donne: quali le cause e le conseguenze?
• Struttura:
- un paragrafo per esemplificazione (i giovani e la donna);
- un paragrafo per causa-effetto (i rischi e le conseguenze dell’abuso);
• Testi di riferimento (inclusi nel dossier):
- “Il caso di Luca”, da L. Ciotti, Chi ha paura
delle mele marce;
- “Il rapporto fra donna e alcol”, da Informadonna,
mensile di informazione della consulta regionale femminile della
Valle d’Aosta, novembre 2000
3) Scrivi un testo informativo secondo le indicazioni
sotto riportate sull’argomento L’alcol nell’alimentazione:
una tradizione culturale ed un fattore di rischio
• Struttura:
- un paragrafo per sequenza cronologica (storia dell’alcol
nell’alimentazione);
- un paragrafo per causa-effetto (i rischi e le conseguenze dell’abuso).
• Testi di riferimento (inclusi nel dossier):
- “L’alcol nella storia dell’uomo”, da Medicina
delle tossicodipendenze, anno II n. 5 (1994);
- “ L’alcol come alimento” (www.benessere.com). |
La schedatura di questo materiale è confluita in un “dossier”
dai diversi titoli: storia dell’alcol, fisionomia del bevitore,
cause e conseguenze dell’abuso, strategie di prevenzione e cura,
normativa. Successivamente, in una serie di moduli orari, svolti in compresenza,
sono stati letti alcuni articoli del “dossier” prodotto. L’analisi
del loro contenuto e l’esplicazione della terminologia tecnica sono
state curate dall’insegnante di scienze. Come insegnante di lettere
ho invece centrato l’attenzione sulla struttura formale del materiale
del dossier, che si prestava ad illustrare le caratteristiche proprie
del testo informativo: è stato infatti possibile far riconoscere
ai ragazzi le varie tipologie testuali di carattere informativo (dai dati
statistici raccolti in tabelle e grafici, alla voce di enciclopedia, all’articolo
di cronaca, all’articolo specialistico), ma anche le diverse modalità
di scrittura proprie del testo informativo (dalla descrizione, all’enumerazione,
all’esemplificazione, alla comparazione, al rapporto causa-effetto).
A questo proposito è stata proposta una serie di esercizi
di scrittura che chiedevano allo studente di produrre un paragrafo
di tipo informativo a partire dalle conoscenze acquisite nel corso del
lavoro sopra descritto.
Infine, la produzione di un tema informativo-espositivo sull’argomento
alcolismo ha concluso la prima fase di lavoro, che ha impegnato un numero
complessivo di 16 moduli orari, di cui 6 in compresenza (la realizzazione
delle compresenze non ha comportato problemi di modifica dell’orario,
poichè sono state sfruttate le ore che in questo anno scolastico
ogni insegnante deve “restituire” ai ragazzi a causa del recupero
dovuto ai moduli orari).
Compito in classe di italiano
Testo espositivo sul tema dell’alcolismo |
Scrivi un testo, compreso tra le 40 e le 45
righe, che presenti le modalità linguistiche e strutturali
del testo espositivo, scegliendo fra le tracce sotto proposte:
TRACCIA N. 1
Sono cambiate con il tempo le strategie d’azione contro l’alcolismo.
Oggi, le scelte etiche e legislative compiute a livello europeo
e nazionale si orientano, fra l’altro, verso la prevenzione
e la promozione della salute: all’adolescente innanzitutto,
considerato la vittima più fragile ed inconsapevole del fenomeno
alcolismo, viene riconosciuto il diritto all’informazione
sui rischi e alla protezione dagli effetti dannosi dell’abuso
di alcol.
• Il testo deve essere costituito da tre paragrafi, che espongano:
- i cambiamenti delle strategie d’azione contro l’alcol
nel tempo;
- la situazione attuale con particolare riferimento all’Italia;
- la particolare attenzione dedicata al giovane nei programmi di
prevenzione e di informazione.
• Deve essere utilizzato, come fonte di informazione, il materiale
annesso alla traccia, oltre a quello letto ed analizzato in classe.
TRACCIA N. 2
La bevanda alcolica è tra i giovani un’abitudine diffusa,
ma non altrettanto diffusa è la consapevolezza delle conseguenze
di quello che spesso assume le caratteristiche di un esaltante rito
da sabato sera. ” Uso, abuso, sballo, dipendenza: i confini
sono sottili”, afferma infatti L. Ciotti riferendosi al problema
alcol tra i giovani .
• Il testo deve essere costituito da tre paragrafi, che espongano:
- le caratteristiche del bevitore, con particolare riferimento al
bevitore giovane;
- le ragioni che conducono il giovane all’abuso di alcol e
le relative conseguenze;
- le strategie di prevenzione dall’abuso di alcol, messe in
atto anche a tutela dei giovani.
• Deve essere utilizzato, come fonte di informazione, il materiale
annesso alla traccia, oltre a quello letto ed analizzato in classe. |
Nella seconda fase del lavoro, il tema dell’alcolismo è stato
trattato da un punto di vista letterario. Ho proposto ai ragazzi la lettura
di testi letterari in cui la presenza di personaggi bevitori consentisse
l’approfondimento del problema alcolismo e nel contempo offrisse
strumenti per proseguire il lavoro già intrapreso sulle caratteristiche
del testo narrativo. I ragazzi hanno dunque letto ed analizzato sotto
il profilo del contenuto e delle tecniche narrative il racconto di Joseph
Roth “La leggenda del Santo Bevitore”, poi visionato nella
versione cinematografica di Ermanno Olmi: un messaggio positivo per i
ragazzi quello di Roth, che nell’immagine del “bevitore santo”
restituisce all’alcolista la propria dignità di uomo, gli
consente di riscoprire il senso della vita e gli offre una possibilità
di riscatto nella fede.
Compito in classe di italiano
Testo espositivo |
Scrivi un testo compreso fra le 50 e le 55
righe secondo le modalità del testo espositivo, scegliendo
una fra le tracce proposte:
1) Nella Leggenda del Santo bevitore l’autore, Joseph
Roth (anch’egli, come il protagonista, emigrato a Parigi e
qui morto per alcolismo), regala al protagonista bevitore Andreas
Kartak la dignità di uomo, restituendogli il senso della
vita ed offrendogli una possibilità di riscatto nella fede.
Agli antipodi si pone Maupassant, che ritrae realisticamente, nella
disgrazia o nel ridicolo, l’amara condizione del bevitore,
al quale un destino impietoso non riserva alternative.
Facendo riferimento ai testi letterari letti sull’argomento
ed utilizzando adeguatamente il materiale annesso alla traccia,
sviluppa un confronto fra i due autori ed i loro personaggi.
Il testo deve presentare:
- una breve sintesi dei contenuti dei racconti;
- la descrizione dei protagonisti bevitori dei tre racconti;
- il confronto fra i protagonisti;
- il confronto fra le diverse posizioni di Roth e di Maupassant.
2) Nel capitolo quattordicesimo dei Promessi Sposi
proprio l’ubriachezza, dopo la crescente euforia per gli avvenimenti
della giornata, permette a Renzo di gridare senza veli tutta la
sua passione per la giustizia in un discorso ribelle che si chiude
con il rifiuto di obbedienza alle gride. L’ubriachezza rappresenta
però anche il limite che, offuscandogli la mente, a poco
a poco smarrisce il suo slancio, confonde i suoi discorsi e trasforma
lui e il suo penoso caso personale in oggetto di scherno per gli
altri.
Illustra il caso di Renzo e mettilo a confronto con le esperienze
dei protagonisti bevitori dei racconti di Roth e di Maupassant per
i quali ugualmente il vino diventa un limite fino a condizionare
la vita o a costituire un impedimento alla piena realizzazione della
persona umana.
Il testo deve presentare:
- una breve sintesi dei contenuti del capitolo quattordicesimo;
- l’analisi degli effetti prodotti dal vino su Renzo;
- il confronto con le esperienze dei protagonisti bevitori di Roth
e Maupassant per evidenziarne analogie e differenze.
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Per contro, altre facce del bevitore sono state presentate attraverso
altre letture: il bevitore abbruttito dall’alcol nei racconti di
Maupassant “L’ivrogne” e “le Baptême”
e il bevitore grottesco in “Toine”, sempre di Maupassant (la
lettura dei testi in lingua originale è stata curata dall’insegnante
di francese, prof. Sergio Pompele). Inoltre gli stessi Promessi Sposi,
tradizionalmente “in programma” nella seconda liceo, hanno
permesso di studiare in Renzo, nel capitolo quattordicesimo, la più
variegata gamma degli effetti dell’alcol: il vino che disinibisce,
che stravolge la propria identità, che tradisce, che offusca la
ragione, che ridicolizza. Anche la seconda fase di lavoro, per la realizzazione
della quale sono stati spesi 16 moduli orari, è confluita in una
prova scritta: un primo “tema di letteratura”, anch’esso
di carattere espositivo.
Nel complesso, il mio collega di scienze ed io, siamo soddisfatti dell’esperienza.
I risultati sono stati molto positivi, forse anche perché la classe
coinvolta era quella ideale a cui proporre un’attività formativa
per la sua disponibilità e la serietà del suo coinvolgimento.
Inoltre, siamo stati facilitati dalla libertà di scelta sui testi
che il lavoro nel biennio del liceo consente. Il biennio della scuola
media superiore infatti si presta, per la sua flessibilità, ad
“incursioni extra” che rientrano a pieno titolo nel curricolare.
Il parere dei ragazzi |
L’attività interdisciplinare sul tema dell’alcolismo
è stata molto interessante ed educativa. Per imparare come
è fatto e come si scrive un testo espositivo, abbiamo analizzato
materiale reperito da molteplici fonti quali internet, articoli
di giornale, libri e riviste scientifiche, ma anche riflettuto
sulle esperienze personali di ragazzi nostri coetanei che hanno
o che hanno avuto a che fare con l’alcol o di scrittori
celebri, quale J. Roth (che si è ispirato alla propria
condizione di alcolista per descrivere il suo personaggio nel
racconto La leggenda del Santo bevitore). Da qui abbiamo
compreso quanto sia grave e diffuso il problema dell’alcolismo
e come esso non sia solo circoscritto ad una fascia di età
adulta, ma tocchi anche noi ragazzi (perciò sono attive
ovunque, ed anche in Valle d’Aosta, associazioni di prevenzione
e cura, come il SerT o gli Alcolisti Anonimi). Pensiamo dunque
che la nostra scuola, grazie a questi lavori, non limiti il suo
ruolo all’insegnamento delle diverse materie, ma educhi
e prepari noi ragazzi alla vita di tutti i giorni.
Elisabetta Pellegrino e
Christian Mosca
Il lavoro svolto sul tema dell’alcolismo
ha riscosso l’attenzione di tutta la classe, perchè
essa si è dovuta confrontare con un problema reale. E’
stato uno studio utile ed approfondito, che è partito da
letture sull’alcol nelle abitudini alimentari dall’antichità
a oggi, per arrivare a esempi delle disastrose conseguenze del suo
abuso. Durante lo svolgimento della prima fase dell’attività
la comprensione dei testi è stata a volte difficile, a causa
dei numerosi riferimenti al linguaggio scientifico, ma a questo
proposito il supporto degli insegnanti di scienze e di lettere insieme
è stato utile, oltre al fatto che ha facilitato uno scambio
di opinioni, con la conseguente partecipazione attiva della maggior
parte di noi. Nella seconda fase l’interesse si è rafforzato
grazie all’analisi di letture che hanno unito alle conoscenze
tecniche precedentemente apprese esempi diversi di tipologie di
bevitori. Tra i personaggi dei testi letterari analizzati, a volte
ridicolizzati a volte abbruttiti dal vino, ci è piaciuto
soprattutto il Santo bevitore di Roth, poiché fa capire che
anche all’alcolista può essere restituita una speranza
ed una dignità.
Viola Salvatorelli e Marta
Lotto
Il progetto sull’alcolismo, sul quale abbiamo
lavorato durante tutto un quadrimestre, ha trattato la questione
alcol sotto più punti di vista grazie anche a numerose compresenze
fra i professori. Infatti abbiamo prima visto il problema sotto
il profilo scientifico, venendo a conoscenza dei rischi a cui può
portare il suo abuso, e poi seguito un percorso sull’alcol
nella letteratura, analizzando i diversi modi in cui il problema
è stato trattato dagli scrittori. Quest’ultimo è
stato, secondo me, il punto di forza di tutto il lavoro, che, lo
ha reso interessante e, a volte, anche divertente: basti pensare
all’avventura di Toine, nel racconto di Maupassant, o agli
equivoci in cui proprio a causa dell’alcol cade Renzo nel
capitolo XIV dei Promessi Sposi.
Fabrizio Cheillon |
Il dirigente scolastico promuove e sostiene i progetti
di educazione alla salute di Edi Ferrarese
I compiti affidati
al dirigente scolastico ormai sono infiniti.
Fra quelli, a cui rinuncerei malvolentieri, sicuramente è il coordinamento
delle variegate e multiformi attività che possono educare gli studenti
alla "salute". L'accezione del termine è per me amplissima.
Salute è una condizione individuale di assenza di patologie.
Salute è anche quella forza individuale che fa affrontare positivamente
ogni giornata, nelle sue novità e apparenti ripetitività,
con la convinzione che i buoni climi relazionali si costruiscono anche
all'interno delle classi e della propria scuola nel suo insieme e che
da questi ultimi si possono trarre occasioni significative di conoscenze
più ampie e meno conformistiche e di soddisfacimento di bisogni
affettivi, oltreché opportunità di progettare iniziative
nelle quali esprimersi.
Salute è abbandonare abitudini alimentari, assunte non tanto e
non solo per accettazione di messaggi pubblicitari, ma spesso per una
certa frenesia nel ritmo di vita familiare che toglie a molti adulti il
tempo e la voglia di ragionare anche sui cibi e le bevande.
Salute è gestire la relazione di se stesso con il gruppo dei pari,
perché, come rilevano aspramente e senza mezzi termini i fatti
perpetrati da alcuni giovani negli ultimi mesi, "... questi presi
singolarmente sono miti, in gruppo sono spaventosi".
Presso il Liceo scientifico "E. Bérard" di Aosta, "questa"
attenzione per la salute è condivisa ampiamente da docenti e genitori.
Ho trovato, perciò, necessario dedicare molto tempo, sia professionale
sia mentale, a sostenere e a favorire le seguenti diverse iniziative:
- conferenze-dibattito sulle modalità di prevenzione del disagio
scolastico e su tematiche di carattere clinico, tenute da docenti universitari
che operano in collaborazione con il Ministero della Sanità;
- progetti studenteschi di cinema, di informatica e di redazione del giornalino
di Istituto “Orange Road”, per il quale fra l’altro
gli studenti hanno già ricevuto il premio nazionale “Penne
sconosciute”;
- il progetto Alimentazione che offre agli studenti che si avvicinano
alle macchine distributrici la possibilità di scegliere tra merendine
confezionate e panini imbottiti freschi, tra la Coca-Cola ed i succhi
di frutta senza coloranti né additivi, che infine propone di mangiare
durante gli intervalli ... le mele della Valle d'Aosta: l'essenzialità
del Progetto non ne descrive adeguatamente il coraggio e le difficoltà
di realizzazione, in quanto si sono dovute, fra l'altro, controllare le
cosiddette catene del freddo e del caldo;
- il Progetto "Promuovere lo sviluppo" d'intesa con un'équipe
di psicologhe dell'Università di Torino, volto a conferire senso
alle norme di convivenza, sollecitando da un lato l'accettazione della
propria soggettività, dall'altro la visione non frammentata della
nostra vita sociale, culturale e politica. A partire dai contenuti curricolari,
i docenti sviluppano la percezione che gli studenti hanno di riuscire
a migliorare il proprio apprendimento, di accrescere la capacità
di risolvere i problemi sia in ambito sociale sia nell'ambito più
strettamente disciplinare in un'ottica di autoefficacia regolatoria;
- le iniziative culturali ideate dai docenti per "recuperare le frazioni
residue derivanti dalla riduzione dell'ora di lezione", in orario
extracurricolare, che hanno realizzato spazi nei quali gli studenti si
sono sperimentati nella discussione, hanno acquisito parole per ragionare
insieme e per tessere nuove mappe concettuali; particolarmente significativi
in questo senso sono risultati gli incontri pomeridiani di "Cinema
e Storia", dello "Scenario sensibile", di musica da coro,
da orchestra e addirittura per suonate pianistiche a due mani, l'andare
insieme alla Biblioteca Regionale ad imparare perfettamente a come usarne
i servizi, a come comportarsi per produrre una ricerca. Dette opportunità,
per il tramite dei loro contenuti disciplinari e della competenza dei
docenti, hanno avviato adeguate elaborazioni dei conflitti e delle modalità
aggressive.
E' evidente che molti campi vanno esplorati e ... seminati più
e più volte. Mi pare che i riscontri positivi siano pervenuti e
che i presupposti per operare costantemente a favore dei giovani esistano
davvero.
Silvana Arietti
Docente di Matematica e Referente di Educazione alla salute
presso il Liceo scientifico
di Aosta dal 2000/2001.
Valeria Cerri
Docente di Materie letterarie e latino presso il Liceo
scientifico di Aosta.
Valentino Georgy
Docente di Scienze naturali presso il Liceo scientifico
di Aosta. Referente di Educazione alla salute dal ‘97/‘98
al ‘99/‘00. Attualmente F. O. dell’Area 3.
Bibliografia
S. BONINO, E. CATTELINO, E. BEGOTTI, G. BORCA, E. CALANDRI, Rapporto di
ricerca, L’esperienza scolastica e il benessere degli adolescenti:
una ricerca intervento, Laboratorio di Psicologia dello sviluppo, Dipartimento
di Psicologia, Università degli Studi di Torino, 2001.
G.V. CAPRARA, A. FONZI, L’età sospesa, Firenze, Giunti, 2000.
E. CATTELINO, T. BEGOTTI, G. BORCA, E. CALANDRI (con la supervisione di
S. BONINO), Ricerca-intervento, I comportamenti a rischio e la promozione
del benessere, Laboratorio di Psicologia dello sviluppo, Dipartimento
di Psicologia, Università degli Studi di Torino, 1999.
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