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Giocoimparo con Ginetto


Storia di un atelier di falegnameria

Un pomeriggio uggioso, del mese di marzo, 28 bambini della scuola materna di Pont-St-Martin Prati Nuovi videro entrare nella loro scuola uno strano signore che con carrelli e oggetti di legno non ben identificati occupò l'aula della sezione n.1, impedendo a chiunque di entrare.
Questo signore, un po' invadente, era molto gentile, ma anche misterioso, I bambini, furono comunque sedotti fin dal primo momento, non sapevano chi fosse e che cosa facesse nella loro aula, ma scoprirlo faceva parte di un gioco che già li coinvolgeva.
Il mistero fu risolto quando il signore sconosciuto si presentò: "Ciao bambini, io sono un amico di Jolly il giullare. Mi chiamo Gino Chabod, ma potete chiamarmi Ginetto, faccio il falegname e siccome siete molto simpatici penso proprio che resterò con voi alcuni giorni, naturalmente se mi volete!" Fu così che li conquistò definitivamente. Dichiarandosi infatti amico di Jolly, il burattino che durante tutto l'anno scolastico accompagnò e stimolò le nostre attività didattiche, guadagnò la fiducia delle 28 pesti che non vedevano l'ora di incontrare persone nuove e movimentare le loro giornate.
Già da un po' di tempo i bambini non vedevano Jolly Quando però scoprirono che era stato impegnato con Ginetto nella sua falegnameria e che era stato proprio lui a chiedergli di venire nella nostra scuola ad insegnarci come è divertente costruire i giocattoli di legno, lo scusarono per questa assenza apparentemente ingiustificata.
E così, svelato il mistero, i bambini scoprirono con grande stupore che l'aula era ben diversa da come l'avevano lasciata. Si era proprio trasformata! Una vera e propria falegnameria con 5 banconi pieni di attrezzi al posto dei loro tavolini, cartelloni con la segnaletica per la sicurezza dei cantieri appesi alle pareti al posto dei loro disegni e per terra tanti contenitori con pezzi di legno opportunamente predisposti.
La voglia di mettersi subito all'opera era tanta, ma prima bisognava conoscere le principali norme di sicurezza per non correre alcun rischio. Ginetto con parole semplici, spiegò loro quali fossero: i bambini lo ascoltavano con un'attenzione che raramente vedevamo nei nostri confronti. Il fascino del falegname o chissà, forse quello di una presenza maschile nel contesto prevalentemente femminile della scuola materna? Sta di fatto che l'incontro fu certamente positivo: i bambini seguivano, osservavano e soprattutto facevano domande.
Quando Ginetto stabilì che i nostri "Geppetti" fossero pronti, finalmente ebbero inizio le attività di falegnameria. Ricordò però ai bambini di infilarsi i guanti da lavoro per non tagliarsi (un sistema efficace per mettere alla prova la motricità e la coordinazione dei bambini) e che le parti colorate di giallo e di verde potevano toccarle, mentre quelle colorate di rosso, no perché erano pericolose. Le raccomandazioni non finirono qui: i bambini dovevano posizionarsi correttamente davanti al bancone con trapani a colonna, raspe, seghe, pialle, martelli, pinze, tenaglie, levigatrici, tagliaruote, trafori, per non perdere l'equilibrio, saper coordinare i movimenti ed avere la forza sufficiente per far funzionare in modo efficace gli attrezzi.
Iniziò così una grande avventura, i pezzi di legno prendevano forma e, poco a poco, si trasformavano negli oggetti più impensati: macchinine, casette, burattini, dinosauri, scheletri, aerei, mostri, cagnolini, cavalli, giostre, sculture astratte...
I bambini si alternavano nel laboratorio di falegnameria a gruppi e suddivisi per età; un'esperienza che condivisero con la scuola materna di Perloz. Quanto materiale hanno prodotto! Ma non si è trattato di sola produzione. Sono stati infatti stimolati a creare insieme e quindi a progettare e a collaborare per un risultato comune: un grande castello con torri e ponte levatoio. Dall'ideazione alla progettazione, un vero e proprio labirinto tridimensionale in cui i bambini potevano far agire cavalieri, rè, regine e principi nati dalle loro mani e dalla loro fantasia.
L'esperienza con Gino Chabod, artigiano di Villeneuve, è durata 10 giorni. Alla fine, i bambini erano veramente soddisfatti di aver costruito degli oggetti apparentemente senza fatica, giocando. Certamente anche noi insegnanti eravamo contente, benché un po' stanche, perché questo progetto di educazione ambientale ha comportato anche dei cambi di orario, ma soprattutto un'attenzione costante da parte nostra (dovevamo infatti garantire la presenza di un adulto ogni 5 bambini e la sicurezza totale del laboratorio). Pur essendo garantite dall'"expertise" di Gino, eravamo alla prima esperienza, dovevamo rassicurare i genitori più apprensivi ed essere noi le prime a prendere confidenza con l'attrezzatura. Comunque la professionalità di Gino Chabod ci ha rassicurato sugli aspetti più temuti, quelli in cui potevamo correre dei rischi ed ha trasmesso ai bambini la voglia di creare. Riteniamo perciò che anche gli obiettivi da noi prefissati nella programmazione siano stati pienamente raggiunti. Il progetto Giocoimparo con il legno si è inserito perfettamente nel piano di lavoro annuale che verteva sui "I divertimenti".
Dalle interviste dei bambini ai genitori e ai nonni sono emersi infatti quali erano i giochi di un tempo per cui è stato facile suscitare nei bambini il desiderio di provare a costruire anche loro (come i nonni) dei giocattoli in legno.
Riteniamo che i bambini abbiano vissuto un'esperienza particolarmente significativa e positiva perché sono stati motivati e coinvolti sotto vari aspetti. Da un punto di vista emozionale, nel contatto con Gino, essi hanno provato il piacere di ideare e costruire, hanno avuto la possibilità di concretizzare le loro idee acquisendo fiducia nelle loro capacità; a livello psicofisico hanno affinato la motricità fine e la coordinazione; a livello cognitivo, infine, i bambini hanno scoperto le varie fasi della lavorazione del legno e confrontato grandezze, misure e materiali diversi.
Al termine dell'esperienza sono stati anche gratificati perché il nostro Ginetto ha rilasciato ad ogni bambino il "diploma di piccolo falegname". I bambini erano molto fieri di mostrarlo ai genitori così come avrebbero voluto portarsi a casa subito i loro lavori, ma siccome sono stati sorprendentemente bravi, noi insegnanti abbiamo voluto allestire una mostra con tutti i capolavori realizzati in falegnameria e con le bambole e i cavallini di pezza che hanno visto bambini e bambine utilizzare ago e filo e materiale di recupero (proprio come facevano le loro nonne!).
La mostra, forse meglio delle tante parole che usiamo spesso nelle assemblee dei genitori, ha reso l'idea della complessità delle attività che nella scuola materna si svolgono sotto forma di gioco.

Luciana Bus, Andreina Dublanc, Claudia Lévèque, Ornella Pramotton, Lucia Vassoney
Insegnanti

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