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Il "mestiere dell'insegnante"

Verso un'identità professionale dell'insegnante, tra sapere e immaginario.

Il libro di Teresa Grange Sergi, Verso un identità professionale dell'insegnante, tra sapere e immaginario, pubblicato di recente dalla casa editrice Le Château, è prezioso per almeno due motivi: per prima cosa guarda all'insegnamento come "mestiere", ne analizza natura, caratteri, finalità, decostruendo stereotipi legati alla rappresentazione e autorappresentazione dell'attività docente e prefigurando "identità" e "professionalità" dell'insegnante come esiti di un processo che non può mai dirsi definitivamente concluso; in secondo luogo, il breve saggio è frutto di un'attenta ricerca effettuata, per così dire, in corso d'opera, mentre cioè l'Università della Valle d'Aosta stava muovendo i suoi primi passi, e si presenta, pertanto, come contributo utile a comprendere anche forme e modalità attraverso le quali viene i perseguita la formazione universitaria dei futuri docenti.
Non si può, d'altra parte, non essere contenti di fronte al fiorire di pubblicazioni scientifiche nella nostra regione, fenomeno questo piuttosto recente e che la neonata università non mancherà certo di sostenere e incrementare, ma soprattutto appare sempre degno di nota quando le attività di ricerca non limitano in termini localistici i propri risultati. In questo senso, il libro della ricercatrice valdostana mantiene un saldo rapporto con la ricca produzione saggistica, nazionale e internazionale, che in questi anni ha posto l'accento sulla formazione dei "formatori" e all'interno della letteratura scientifica dedicata all'argomento ripropone con chiarezza alcune questioni fondamentali relative alla definizione dell'identità dell'insegnante, al significato e agli attributi connessi alla professione magistrale.
Sgomberando il campo da convinzioni errate e obsolete, che tuttavia non cessano di inquinare ancora oggi la pratica scolastica, in merito alla figura dell'insegnante, l'autrice concentra la sua attenzione sui processi attraverso i quali si attua la professionalizzazione dell'insegnamento, la trasformazione cioè dell'insegnante da "artista" o "artigiano", come tradizione vorrebbe, in "professionista" fornito di adeguato bagaglio di sapere specialistico e necessaria consapevolezza del proprio ruolo sociale. Si tratta, a ben vedere, di una premessa ormai largamente condivisa, almeno sul piano teorico, che rischia però continuamente di essere recepita più come dichiarazione d'intenti che come sbocco obbligato di un'effettiva progettualità educativa da porre alla base del percorso formativo degli insegnanti. Che Teresa Grange sottolinei poi che la "professione", così come la "formazione", sono processi e mai dati acquisiti una volta per tutte, cancella alla radice l'equivoco secondo il quale dosi massicce di conoscenze tecni-co-specialistiche in ambito didattico sarebbero sufficienti a modificare l'identità dell'insegnante professionalizzandone l'agire in campo educativo.
Partendo dall'analisi delle "rappresentazioni" che gli studenti esprimono della professionalità docente, l'autrice assume implicitamente lo sguardo dell'altro, in questo caso gli studenti del corso di laurea in Scienze della formazione primaria e quelli della Scuola di specializzazione per la formazione degli insegnanti di scuola secondaria, evitando per tale via di "passare accanto alle contraddizioni, alle paure, alle convinzioni e ai dubbi" (p. 18) non solo, come viene detto nel testo, "degli studenti", ma in realtà anche di tutti coloro che svolgono la professione docente. Il passaggio da una concezione "statica" e autoreferenziale dell'insegnamento all'idea dell'attività formativa come "professione dell'alterità" (p. 19) significa perdere "certezze" ma guadagnare in flessibilità e operare quindi all'intemo di modelli pedagogici "aperti", sensibili ai cambiamenti e in grado di recepire le istanze e le eventuali espressioni di disagio dei soggetti presenti nello scenario formativo.

Curioso, almeno in prima battuta, è notare come la riflessione d'ordine didattico o più ampiamente pedagogico si vada via via allineando, nei contenuti e nei metodi, alle discipline sociali che hanno sinora intrattenuto solo sporadici rapporti con l'ambito educativo. La stessa "osservazione partecipante", adottata da Teresa Grange nel condurre la sua ricerca, pertiene ormai tradizionalmente alla pratica antropologica e, concetti come "altro", "alterità", "identità" sono da tempo al centro del dibattito culturale allargato, fuori quindi da fallaci steccati di tipo settoriale. Proprio a proposito di "identità" merita allora ricordare quel Contro l'identità dell'antropologo Francesco Remotti che qualche anno addietro ha fissato i limiti e i rischi di un'ossessiva attenzione rivolta alla definizione di sé, in termini vuoi etnici, vuoi genericamente culturali, sottolineando con forza la realtà pluriidentitaria di ciascuno, inteso sia come gruppo sociale (nel nostro caso gli insegnanti) sia come singolo individuo.
Nel saggio di Teresa Grange Sergi ritroviamo espresse o sottese molte fondamentali questioni che animano la scena intellettuale dei nostri giorni e la stessa attestazione di un cammino in atto, quel "verso un'identità professionale" indicato nel titolo del volumetto, ci lascia ben sperare sulla direzione presa dalla ricerca universitaria. Allo stesso tempo, con specifico riferimento al mondo della scuola, non possiamo non sentirci grati nei confronti degli studiosi e delle studiose che, come Teresa Grange, sottoponendo a serrata critica la presunta "naturalità" del fare educativo, "vocazione" e "missione" di pochi predestinati, creano i presupposti teorici per la costruzione di una professionalità formativa fisiologicamente in itinere, orizzonte ideale di una prassi pedagogica ogni giorno verificata e contrattata nella relazione mai autoritaria e coercitiva tra docenti e discenti.

Viviana Rosi
E' laureata in letteratura italiana contemporanea. Si occupa di letteratura per l'infanzia. Tiene corsi di scrittura creativa, progetta e cura iniziative riguardanti la promozione della lettura. Svolge attività di ricerca nell'ambito della storia e delle culture delle donne.

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