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Competenze
della geografia e programmazione modulare
Un approccio innovativo della
geografia, basato sulla centralità delle competenze modulari, conferma
alla disciplina la sua valenza altamente trasversale e la sua vocazione
a pensare lo spazio.
I tradizionali programmi ministeriali, nella rigida articolazione dei
loro contenuti non esistono più. Gli itinerari curriculari elaborati
dalle commissioni di studio disciplinari nell’ambito delle proposte
di riforma dei cicli scolastici, si qualificano come impianti di riferimento
organizzati per nuclei fondanti e temi essenziali, che a loro volta devono
tradursi in una sistematica modularizzazione dei piani di studio e in
una maggiore adattabilità dell’intero curricolo.
Il modulo è una sezione del percorso formativo, caratterizzata
da una propria autonomia, in quanto consente in uscita, di verificare
competenze e capacità acquisite.
Esso è strutturato in nuclei fondanti, temi essenziali, competenze,
che il docente traduce in temi di lavoro da sviluppare relativamente a
uno specifico percorso culturale o professionalizzante, coerente al tipo
di scuola.
Il modulo è dunque finalizzato alla produzione di un risultato
e costituisce il quadro di riferimento di specifiche competenze da precisare,
conseguire, certificare.
Modularità e geografia
Lo sviluppo del nuovo approccio alla formazione - basato sulla centralità
delle competenze modulari - risulta fortemente innovativo. I cambiamenti
innovativi comportano problemi di concettualizzazione, di linguaggio,
di pianificazione di percorsi didattici.
Nasce, perciò, l’esigenza di utilizzare in modo consapevole
questo nuovo linguaggio e di rendere i piani formativi disciplinari rispondenti
alla nuova impostazione.
Questo intervento vuole offrire spunti di riflessione e di discussione
sulla terminologia e sulla programmazione dei curricoli di geografia,
secondo una didattica fondata sul lavoro per competenze.
Le linee di pensiero non sono solo il risultato della mia esperienza scolastica
personale, ma sono frutto del confronto emerso nei laboratori di didattica
per la scuola secondaria attivati in occasione degli ultimi quattro convegni
nazionali dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia.
Ogni materia implica una formazione mentale che conduce a pensare i problemi
secondo una determinata ottica. La geografia deve insegnare a “saper
pensare lo spazio”, attraverso la comprensione di reti di relazioni,
processi e forme di organizzazione territoriale. Costruire un percorso
curriculare di geografia significa costruire un sistema di conoscenze
organizzate, di competenze, di capacità, grazie al quale lo studente
“geografo” sia in grado di dare una soluzione a un certo problema
con rilevanza spaziale, cioè di leggere il territorio in modo autonomo
e consapevole.
Da un punto di vista formativo, la disciplina geografica (antropica, economica,
turistica) si articola in nuclei tematici che funzionano come collegamento
ad argomenti già svolti o da affrontare e si avvale di un impianto
metodologico e testuale impostato per analizzare e comprendere le questioni
nella prospettiva multi e pluridisciplinare.
La geografia possiede una valenza altamente trasversale, in quanto si
presta per sviluppare tematiche interdisciplinari, rispondenti alla nuova
esigenza di flessibilità e personalizzazione dei percorsi di apprendimento.
La geografia ha inoltre per alcuni indirizzi di studio della secondaria
superiore (turistico, economico, tecnologico del territorio) un ruolo
professionalizzante, che viene definito da curvature curriculari specialistiche.
Valorizzare le valenze formative e professionalizzanti e cogliere le opportunità
che l’autonomia scolastica offre ai singoli Istituti per la pianificazione
di percorsi formativi più rispondenti alle esigenze del territorio,
significa strumentalizzare i contenuti alle competenze disciplinari e
progettare una programmazione modulare delle “diverse geografie”
pensata sui nuclei fondanti, sui temi essenziali e finalizzata all’acquisizione
di capacità e competenze operative certificabili, inquadrabili
secondo tre livelli:
a) a livello di singolo docente, mediante percorsi di apprendimento strutturati
sui nodi tematici della disciplina;
b) a livello di Consiglio di classe, privilegiando temi di lavoro rispondenti
ad un’ottica formativa trasversale (nelle classi ad indirizzo turistico
possono essere progettati percorsi di lavoro con i docenti di tecnica,
incentrati sulla capacità di teorizzare la costruzione di itinerari
pluritematici inerenti al territorio regionale e rispondenti ad un target
di clientela
predefinito);
c) a livello di Istituto, nell’ambito dell’autonomia, deliberando
nel Piano dell’Offerta Formativa alcune competenze geografiche operative
di indirizzo, riferibili, ad esempio, alle risorse turistiche o alle dinamiche
economiche global/local del territorio della scuola (può essere
ad esempio certificata la conoscenza degli elementi essenziali dei programmi
GEO-GIS quale strumento di analisi del territorio).
In sintesi, la modularizzazione degli itinerari di apprendimento geografico
permette la formazione di una cultura geografica mediante una rete di
competenze relative alla struttura della disciplina.
L’impianto didattico della geografia è costituito dai nuclei
fondanti, dai temi essenziali, dalle conoscenze organizzate, dalle competenze
metodologiche e operative e, infine, dalle capacità geografiche.
I nuclei fondanti della geografia
Secondo il più recente dibattito sulla didattica disciplinare,
apertosi in relazione alla proposta dell’AIIG per la riforma dei
cicli scolastici, nuclei fondanti della Geografia sono quei concetti fondamentali
ricorrenti che ne caratterizzano la struttura epistemologica ed hanno
perciò valore strutturante e generativo di conoscenze. Si tratta
dei concetti di geosistema, regione, luogo, sistema, rete, flusso, processo,
territorio, spazio, squilibrio, polarità, nodo. Essi dunque permettono
di pensare la dimensione spaziale dei fenomeni e determinano l’apporto
formativo della geografia per l’acquisizione di conoscenze e competenze.
I nuclei essenziali della geografia
Sono tematiche prioritarie con valenza sia disciplinare che di collegamento
ad altre discipline. Sono nodi tematici intorno ai quali sviluppare le
competenze metodologiche ed organizzare moduli disciplinari di riferimento
di tipo flessibile, adattabili cioè ai vari indirizzi di studio.
I temi essenziali della geografia identificabili sono: il paesaggio (naturale,
antropico, storico, turistico), lo sviluppo economico ed umano, il popolamento
e la demografia, la regionalizzazione (storica, naturale, funzionale,
economico-commerciale), la sostenibilità (ambientale e turistica),
le forme di organizzazione dello spazio geoeconomico, il rapporto centro/periferia,
la mondializzazione, il rapporto global/local, il linguaggio cartografico,
l’ambiente, le risorse (turistiche e geoeconomiche), le attrattive
e l’ospitalità turistica, le strutture urbane, le reti di
comunicazione.
Le conoscenze geografiche organizzate
Consistono nella conoscenza terminologica e concettuale dei nuclei fondanti
e dei temi essenziali delle “diverse geografie” (generale,
regionale, economica, antropica etc.). Conoscere la geografia in modo
organizzato non significa memorizzare nozioni in modo seriale, ma acquisirne
i contenuti con padronanza.
Le competenze metodologiche della
geografia
Le competenze metodologiche sono strumenti concettuali che permettono
all’alunno di individuare ed esaminare le relazioni spaziali sottese
ai fenomeni economici, culturali, sociali, e turistici propri dei temi
essenziali della disciplina.
Le competenze metodologiche localizzazione,
scala, distanza
sono gli strumenti concettuali necessari ad organizzare spazialmente le
informazioni geografiche.
Le competenze metodologiche interazione,
trasformazione, “geopolitica”
sono strumenti concettuali interpretativi che servono a cogliere e ordinare
le interconnessioni sottese alle informazioni geografiche.
a) Competenza geografica localizzazione.
Il concetto di localizzazione si esprime non solo nel concetto di posizione,
ma va estesa ai concetti di distribuzione spaziale, di associazione spaziale
(rete relazionale), di accentramento e dispersione spaziale, di identità/specificità/diversità
degli spazi culturali.
b) Competenza geografica distanza. Il concetto
di distanza geografica va interpretato e ampliato nel senso di: distanza
assoluta e relativa, distanza economico-sociale, distanza-tempo, distanza
virtuale.
c) Competenza geografica scala. Applicare
il concetto di scala significa “vedere” e rappresentare un
fenomeno secondo diverse dimensioni spaziali.
d) Competenza geografica interazione spaziale.
Si esprime nei concetti di interazione uomo/ambiente, di gerarchizzazione
dei rapporti spaziali, di costruzione personale dello spazio.
e) Competenza geografica trasformazione spaziale.
Significa saper ricostruire i processi evolutivi dell’organizzazione
spaziale in chiave diacronica.
f) Competenza geografica “geopolitica”.
E’ lo strumento metodologico che consente di “vedere”
fatti di attualità e temi storici nella dimensione geoeconomica
e geopolitica. Si esprime nella capacità di lettura dei problemi
del mondo contemporaneo, anche in chiave diacronica, applicando le categorie
geografiche di area di influenza, di squilibrio territoriale, di centralità
geopolitica, di rappresentazione geopolitica.
Le competenze operative della geografia
Una programmazione modulare della geografia comporta e deve offrire una
strutturazione del processo formativo maturato dagli alunni, una documentazione
sistematica delle competenze da acquisire; significa lavorare per competenze
e certificare i risultati formativi.
In questa prospettiva, la competenza deve essere intesa come trasformazione
operativa dei nuclei essenziali della disciplina: si tratta di verificare
come gli alunni - utilizzando le competenze metodologiche geografiche
- costruiscono collegamenti tra i temi essenziali della materia e in che
modo realizzano inferenze funzionali, in contesti spaziali autentici o
simulati, sulla base di ciò che sanno.
Le competenze operative consistono dunque in ciò che l’alunno
deve dimostrare di saper fare in relazione allo strumento concettuale
e al tema essenziale della geografia, presi come di riferimento nella
costruzione del modulo.
Le capacità geografiche
Le capacità geografiche consistono nella utilizzazione significativa
e responsabile delle competenze operative in situazioni interattive, nel
saper argomentare e problematizzare i propri saperi geografici.
Le capacità geografiche vanno dunque intese come l’aspetto
argomentativo e valutativo che deve associarsi ad una specifica competenza
geografica operativa, di tipo intellettuale o professionale.
Le capacità geografiche si esprimono attraverso la documentazione
critica del ragionamento geografico, cioè nel saper:
a) interpretare e utilizzare dati statistici, carte, letteratura geografica,
materiale Internet;
b) agire responsabilmente verso il territorio e l’ambiente;
c) formulare progetti di valorizzazione o di difesa del territorio (ad
esempio il recupero come risorsa turistica dei locali storici di una città
d’arte);
d) superare stereotipi e pregiudizi spaziali, attraverso una corretta
visione delle relazioni geoeconomiche e geoculturali contemporanee (ad
esempio discutere e confrontare le diverse interpretazioni della globalizzazione).
I moduli di geografia
In una didattica per competenze, i moduli vanno dunque costruiti in funzione
di nuclei fondanti, di nuclei essenziali, da articolare eventualmente
in più temi di lavoro e di competenze operative specifiche rilevabili
e certificabili. Gli elementi costituenti il modulo di geografia possono
essere così schematizzati:
Particolare valore educativo di tipo interculturale,
può avere, per gli studenti del biennio superiore, un percorso
modulare articolato intorno ai nuclei essenziali globalità e sostenibilità;
si tratta di pensare un piano di studio modularizzato - eventualmente
integrato ad un curriculum storico elaborato secondo l’ottica storiografica
della “world history” - in cui il soggetto principale sia
lo spazio globale, l’umanità. Nell’analisi della dimensione
mondiale dei problemi, gli alunni possono infatti riconoscere parametri
generali per una concettualizzazione del “noi”, e quindi ricostruire
l’idea di umanità e formarsi una responsabilità planetaria.
Un tale percorso può essere così modellizato:
Modulo: il paesaggio culturale
come memoria geostorica del territorio
In conclusione, ritengo opportuno proporre un’ipotesi di modulo
costruito sulle competenze della geografia e destinato a una classe terza
del triennio dell’area tecnologica, indirizzo turistico della scuola
superiore riformata:
Il paesaggio come memoria
geostorica del territorio: il paesaggio storico della Lucchesia |
Premessa
Le fasi di svolgimento del modulo ricalcano il percorso fondamentale
della ricerca storiografica:
1) fase della riflessione sul presente;
2) fase dell’analisi del passato;
3) fase del ritorno al presente.
Va precisato che lo studio del paesaggio storico
risponde alle indicazioni didattiche contenute nella proposta di
nuovo curriculum verticale dell’area geostorica sociale, per
il triennio della scuola secondaria formulate dall’Associazione
dei docenti di storia, per quanto riguarda la metodologia laboratoriale,
la valorizzazione dell’uso delle fonti, l’attenzione
ai temi di lungo periodo, lo spazio per la conoscenza storica del
proprio territorio, l’approccio interdisciplinare.
Finalità
Il percorso si propone di: far acquisire la consapevolezza culturale
e civile che il paesaggio è un bene collettivo da tutelare
e conservare; rendere gli alunni consapevoli che il paesaggio storico-culturale
rappresenta il segno della comunità locale sul territorio.
Prerequisiti
Saper periodizzare; saper individuare permanenze e mutamenti storiografici;
saper comprendere e contestualizzare un documento; saper confrontare
modelli di organizzazione territoriale; saper usare il linguaggio
geografico appropriato.
Contenuti tematici e sequenza del lavoro
Fase 1 - Motivazione/riflessione sul presente:
il paesaggio disegnato dalla storia
es.: il concetto di paesaggio antropico e di paesaggio storico;
i principali paesaggi storico-culturali italiani ed europei (openfields,
bocage, polders, latifondo mediterraneo); le Europe fuori d’Europa:
le città e i paesaggi coloniali; i paesaggi come impronta
della storia di lungo periodo (il paesaggio agricolo cinese tradizionale);
il paesaggio della globalizzazione (paesaggi urbano-industriali
delle ZES cinesi; le aree industriali messicane lungo il confine
con gli USA); il dualismo dei paesaggi urbani delle metropoli del
Sud del mondo.
Fase 2 - Acquisizione
delle conoscenze/analisi del passato: la società lucchese
e il suo paesaggio: i segni della persistenza storica
es.: La centuriazione nella Piana di Lucca; insediamenti rurali
e modi di produzione agricoli come elementi strutturali del paesaggio
storico: le “corti” lucchesi; il paesaggio delle ville
lucchesi: ville e giardini come specchio della società lucchese
(oligarchie e società nell’Italia moderna); le mura
come elemento qualificante del paesaggio urbano lucchese.
Fase 3 - Acquisizione
critica delle conoscenze: il paesaggio come segno del mutamento:
paesaggio industriale e post-industriale
es.: il paesaggio dell’archeologia industriale: le cartiere;
il paesaggio della industrializzazione diffusa e “rurbano”
della piana lucchese; il paesaggio turistico della Versilia: passato
e presente; il paesaggio come risorsa turistica.
Tempi: 16 ore
Nucleo fondante: Territorio
Tema essenziale: Paesaggio storico
Competenze geografiche e metodologiche applicate
Localizzazione:
nel Localizzare sulla carta le principali tipologie di paesaggio
culturale; nell’analizzare la distribuzione delle ville lucchesi
in relazione ai caratteri morfologici e antropici del territorio;
nell’identificare i tratti e gli elementi distintivi dei diversi
paesaggi culturali.
Distanza:
nel leggere l’accentramento e la dispersione degli insediamenti
nei paesaggi storici studiati.
Scala:
nel riconoscere nel territorio lucchese gli aspetti del paesaggio
delle diverse rivoluzioni industriali.
Interazione:
nel definire i condizionamenti naturali nei paesaggi analizzati;
individuare nel paesaggio culturale le impronte dell’organizzazione
economica e della condizione culturale della comunità lucchese
nella storia; identificare gli elementi ”scenografici”
del paesaggio delle ville; esaminare come la “corte”
resti il riferimento di identificazione personale del territorio;
analizzare i paesaggi storici a diversa scala, identificando i fattori
che ne hanno determinato i tratti; ricostruire le trasformazioni
del paesaggio urbano di Lucca attraverso il percorso delle diverse
cinte murarie della città.
Competenze geografiche operative
Saper individuare i tratti e gli elementi identificativi del paesaggio
storico lucchese; saper leggere gli elementi scenografici del paesaggio
delle Ville nel paesaggio attuale; saper redigere un itinerario
tematico di riferimento.
Capacità geografiche
Elaborare progetti di valorizzazione turistica concernenti singoli
aspetti del paesaggio culturale; leggere e interpretare carte storiche
e carte tematiche alle diverse scale; formulare progetti di tutela
e di conservazione degli elementi monumentali del paesaggio.
Metodologie
Lezioni frontali; attività di laboratorio con supporto di
carte e documentazione storiografica; lezioni itineranti per una
lettura diretta del paesaggio storico. |
Paolo Battistini
Insegnante di geografia turistica e geografia economica
presso l’IPSSCT “Sismondi” di Pescia (PT).
Membro della commissione del Ciclo secondario dell’AIIG che ha elaborato
il documento: “Competenze e nuovi curriculi per il riordino dei
cicli” presentato al Forum
delle discipline di Bologna.
Ha pubblicato: “Conoscenze, competenze, capacità geografiche
per l’esame di Stato” Geografia nelle Scuole, 6/2000.
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